Via Toscanella quando si incrocia con via dello Sprone, via Dé Vellutini e via Dé Sapiti, forma un ampio slargo, quasi una piazzetta di forma triangolare , che i fiorentini da tempo immemorabile hanno sempre chiamato " Piazza della Passera"
Tanto per essere chiari, con il termine "Passera" si intende proprio la prima cosa che viene in mente quando si sente pronunciare o si legge quella parola.
Su questa piazzetta e nelle stradine limitrofe , infatti, si affacciavano alcuni tra i più considerevoli bordelli della città, talmente famosi ed organizzati da fare concorrenza a quelli altrettanto celebri di via Delle Belle Donne.
Gli stessi Medici ed altri nomi illustri delle nobili famiglie fiorentine non disdegnavano di frequentare le case chiuse di piazza della Passera, anche perché vi lavoravano le più belle e raffinate ragazze del mestiere.
Nei secoli successivi, nonostante la chiusura della maggior parte delle case di tolleranza della zona, il nome della piazzetta restò invariato sempre per la volontà e la tradizione del popolo fiorentino.
Fu invece durante il periodo fascista che sorse il problema di cambiare il nome della piazza, troppo volgare e grossolano per il perbenismo in quel momento imperante che imponeva perfino di copriere le nudità delle statue con delle foglie di fico.
Si scelse il nome di " Piazzetta dei Pagoni" dal nome storpiato della famiglia Pavoni che aveva le proprie case proprio in quella zona; ancora oggi resta la lapide de " Canto dei Pagoni" proprio all'angolo della piazza con via Toscanella in ricordo di quella famiglia.
Dopo la caduta del fascismo e dopo la successiva fine della guerra, con il normalizzarsi delle situazioni si ripropose il dilemma di come chiamare la piazza, ma il problema venne presto risolto.
Tutti i cittadini che abitavano nella zona si riunirono in assemblea e deliberarono di far costruire e poi incassare nel muro una grande targa in ceramica bianca con un elegante bordatura azzurra nella quale si può ancora oggi leggere a caratteri cubitali "Piazza della Passera.
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