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sabato 26 novembre 2011

Il Movimento dei Diritti

Il Movimento dei Diritti:
Da quanto ci hanno insegnato persone come Martin Luther King e Ghandi, c'è da chiedersi come mai non prendere ad esempio le loro idee per contribuire alla risoluzione dei problemi della nostra società. I motivi della crisi sono sempre i soliti e possono senzaltro essere ricondotti a due parole: chi ha troppo e chi non ha niente.
Ma veniamo ai nostri giorni. Oggi viviamo un un mondo in crisi ,perchè?
Perchè come al solito ci sono le ingiustizie, povertà, ricchezza e l'icapacità di pensare al bene comune, invece che pensare prioritariamente al bene proprio.
Gli uomini continuano a morire per l'incapacità cronica a dialogare e perchè non vogliono rinunciare alla violenza. Quando viene usata la violenza, sia essa fisica che verbale, è perchè non si hanno argomenti validi e non si hanno capacità per ascoltare e comprendere gli altri.
La violenza è un potere che attrae, in mano al più forte.
La ricchezza, se non usata per il bene comune, è il potere in mano a chi crede di comprare tutto e tutti.
Il dialogo è la capacità di capire il prossimo e le sue esigenze.
La povertà è l'icapacità del genere umano a prendersi cura del prossimo.
Oggi esiste solo l'io non il noi, esiste solamente l'apparire, il successo a tutti i costi e per raggiungerlo siamo disposti a calpestare la dignità delle persone.
Cosa dobbiamo fare per poter contribuire a costruire una società migliore?
Provo ad interpretare il pensiero di King. Cosa farebbe lui al mio posto? Sicuramente promuoverebbe un grande movimento dei DIRITTI.
Con cosa ricostruire la nostra società? Sicuramente con la fede, ma capisco che ci sono anche persone non credenti. Allora con il dialogo, non smettere mai di parlarsi e specialmente sapere ascoltare l'esigenze degli altri.
Proviamo a confrontarci con i seguenti punti:
a)Il diritto alla casa : è un bene di prima necessità, quindi la devono avere tutti. Chi ne ha in esubero le deve mettere a disposizione di chi non le ha.
b) Il diritto allo studio: deve essere garantito a tutti dallo stato che preleva i soldi mediante le tasse ad ogni cittadino in proporzione alle proprie possibilità.
c) Il diritto alla salute: Ogni cittadino deve contribuire secondo le proprie possibilità e comunque, la salute deve essere garantita dallo Stato.
d) Il diritto alla giustizia: La legge è uguale per tutti ed deve essere esercitata secondo la Costituzione.
e) Il diritto ad un lavoro: Bisogna adeguarsi a poter svolgere qualsiasi lavoro con dignità ed in sicurezza. Nei momenti di crisi è bene lavorare meno per poter lavorare tutti. Uno stipendio mensile non deve mai superare i 5000 euro.
f) Il diritto alla pensione: Tutti devono andare in pensione al raggiungimento dei 65 anni di età in base all'80% dell'ultimo stipendio.
Come base di partenza per un dialogo penso siano sufficenti questi 6 punti. Questo mio pensiero è rivolto soprattutto verso i giovani e quanti hanno a cuore il bene comune nella speranza che chi ci ha governato fino ad oggi si faccia da parte per permettere l'immissione di nuova linfa per il raggiungimento del bene comune.
Sarà utopia? Martin Luterh King e Ghandi ci risponderebbero di no, basta crederci per cambiare; basta ascoltare, per cambiare; basta metterci amore e ripudiare la violenza, per cambiare; basta fare agli altri ciò che vorresti facessero a te, per cambiare. Provateci, proviamoci.
Evy

domenica 20 novembre 2011

Don Luca Passi

Grande carisma, profonda religiosità, indomabile zelo apostolico: Don Luca Passi (Bergamo 1789 - Venezia 1866) fu il fondatore dell'istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea in Venezia nel 1838. Ordinato sacerdote nel 1813, fu nominato due anni dopo missionario apostolico di papa Gregorio XVI. Mosso da una forte fede, si prodigò per il sostegno morale e materiale delle classi più deboli in una società italiana colpita profondamente dagli eventi storici del tempo. " Bisogna dare anche la vita per la salvezza di una sola persona", fu il suo testamento spirituale.
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Prega con il Vangelo.
Parte dell'umanità soffre ancora la fame, la sete,  molti sono costretti a fuggire dalle loro terre, cercando ospitalità, molti sono prigionieri della malattia, altri della solitudine e molti altri subiscono l'indifferenza e l'abbandono tra le mura di un carcere. Aiutaci a sfamare, ad accogliere, a consolare, ad ascoltare e a vedere il tuo Volto negli uomini, perché su questi gesti d'amore saremo giudicati.

Letizia Battaglino

Il cristiano vive in tempo d'attesa

L'Avvento è tempo di una attesa che si colora di tonalità differenti. C'è l'attesa del Regno che viene a compiere la storia . C'è la memoria della venuta del Figlio di Dio nella nostra carne. C'è infine quello che San Bernardo definiva il Medius adventus, "l'avvento di mezzo" , in cui Dio continua a visitare la nostra vita.
Il lezionario liturgico struttura proprio in questo modo la nostra attesa. Nella I domenica orienta lo sguardo verso il signore che viene. Nelle due domeniche centrali ci fa ascoltare l'invito del Battista a preparare la strada per accogliere colui che viene.Infine nella IV domenica, posa il nostro sguardo sull'annuncio a Maria, ponendo in primo piano l'incarnazione del figlio di Dio in Gesù di Nazzaret. Il movimento procede non dal passato verso il futuro, ma dal futuro (l'attesa del Regno nella prima domenica) verso il passato ( la memoria del concepimento verginale di Gesù in maria nata nella IV domenica di avvento).
Siamo così invitati a volgersi non verso il passato, ma verso il futuro della promessa di Dio, che possiamo attendere con speranza perché fondati sulla memoria di quanto Dio ha già fatto per noi. L'attesa del futuro e la memoria del passato ci donano così una duplice fonte luminosa per guardare in modo diverso il presente, riconoscendovi gia i segni del Veniente.

fr Luca Fallica

domenica 13 novembre 2011

Educazione e Famiglia

Secondo l'ultimo rapporto dell'Eurispes la delinquenza minorile sta crescendo inesorabilmente e in neanche dieci anni, nella fascia tra i 14 e i 17 anni, le richieste di intervento dei servizi sociali e gli ingressi nelle comunità di recupero sono quasi raddoppiati.
Cosa sta succedendo nel mondo dei minori? Ci troviamo dunque veramente di fronte ad una frattura generazionale incolmabile?
No ma ci troviamo di fronte a quella sfida educativa che la Chiesa italiana, nel solco dell'insegnamento del Concilio Vaticano II, stà tenacemente sostenendo fino al punto di dedicare gli Orientamenti pastorali del decennio 2010-2020 all'arte delicata e sublime dell'educazione.
Nella difficoltà di educare in un mondo che cambia è evidente il primato educativo della famiglia, ed in particolare della famiglia cristiana che riconosce in Gesù il Maestro (il Pedagogo come lo chiama san Clemente Alessandrino) e nella famiglia di Nazareth l'esemplare punto di riferimento dove Gesù è cresciuto " in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini"
Si rivela dunque sempre più vera la funzione della famiglia, che ogni generazione è chiamata sia a far propria l'esperienza del Risorto per essere veicolo privilegiato della missione della Chiesa universale, sia a formare una persona umana orientata al bene comune. "La vita di famiglia è un'iniziazione alla vita della società".

Mons. Luigi Sodo e Don Francesco Greco

Monsignor Luigi Sodo
Ispirato dai grandi Pontefici Pio IX e Leone XIII, monsignor Luigi Sodo (Napoli 1811- Cerreto Sannita 1895) guidò per 42 anni la diocesi di Telese o Cerreto. Con grande saggezza ed integrità morale si dedicò alla formazione dei sacerdoti. Condusse un apostolato vivace prediligendo la povera gente. Nel periodo storico seguito all'Unità d'Italia, fu accusato ingiustamente di rivolta contro lo Stato. Sebbene prosciolto da ogni colpa, conobbe il carcere, che lo avvicinarono alla passione di Cristo, alle lacrime della Madre Addolorata. E' incorso il processo di beatificazione.

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DON FRANCESCO MARIA GRECO
Era solo uno studente universitario quando sentì la chiamata alla vita consacrata innanzi alla Madonna del Rosario di Pompei. Francesco maria (1857-1931) divenuto sacerdote nel dicembre 1881 rinunciò ad un sicuro percorso ecclesiastico per aiutare i più poveri tra la sua gente. In Acri (Cs) formò diverse scuole di catechesi; fondò l'ospedale Caritas per le cure dei disagiati; con suor Maria Teresa de Vincenti, nel 1894, istituì la congregazione delle suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori. Dalla passione di Cristo attinse fortezza, dall'amore a maria la grazia, una fede incrollabile nella missione. E' in corso la causa di canonizzazione.

Santa Teresa

                                                   Santata Teresa Benedetta dalla Croce.
EDITH Stein , santa Teresa Benedetta dalla Croce, ci porta nel vivo del XX secolo mostrando le speranze che esso ha acceso, come pure le contraddizioni e i fallimenti che lo hanno segnato. Nata il 12 ottobre 1891 da una famiglia ebraica di Breslavia, allora territorio tedesco, all'età di 14 anni divenne atea.
Dopo gli studi di filosofia a Gottinga che la videro discepola di  Edmund Husserì, nel 1921 si convertì al cattolicesimo e nello stesso tempo insegnò prima a Speyer e poi a Munster fino a quando, a causa delle leggi raziali, dovette interrompere la sua attività di insegnamento. Nel 1933 decise di ritirarsi nel Carmelo di Colonia dove prese il nome di Teresa Benedetta della Croce. Da quì venne prelevata dalla Gestapo il 2 agosto 1942 per essere condotta nel campo di sterminio di Auschwitz dove morì in una camera a gas il 9 agosto dello stesso anno. Come ci ricordò Giovanni Paolo II quando la proclamò compatrona d'Europa: " Teresa Benedetta della Croce non solo trascorse la propria esistenza in diversi paesi d'Europa, ma con tutta la sua vita di pensatrice, di mistica,, di martire, gettò come ponte tra le sue radici ebraiche e l'adesione a Cristo, muovendosi con sicuro intuito nel dialogo col pensiero filosofico contemporaneo e, infine, gridando col martirio le ragioni di Dio e dell'uomo nell'immane vergogna della Shoah. Essa è divenuta così l'espressione di un pellegrinaggio umano, culturale e religioso, che incarna il nucleo profondo della tragedia e della speranza del Continente Europeo". Fu proclamata santa nel 1998 da Giovanni Paolo II. La liturgia la ricorda il 9 agosto.