geronimo

lunedì 24 settembre 2012


BOLOGNA


Storia


Anticamente abitata da genti  ibero-liguri e poi da popolazioni protoitaliche, delle quali si rinvennero capanne da attribuirsi alla civiltà villanoviana (secolo X-IX a. C.) , Bologna divenne in seguito città Etrusca con il nome di Felsina (Velina). Invasa e distrutta dai Gali Boi (secolo IV) e successivamente conquistata dai Romani che la chiamarono Bononia  (forse dal vocabolo celtico bona, costruzione), nel 189 a.C. accolse una colonia di 3000 legionari a cui furono complessivamente distribuiti 156.000 iugeri di terreno (393 Km quadrati ca.) .
Godette inseguito di grande floridezza, grazie anche all’apertura della via Emilia (187 a. C.)  e al facile collegamento con la Flaminia. Di quest’epoca (secolo I) è stata rinvenuta un’interessante necropoli in via della Certosa . Dopo la guerra sociale (91-88) a.C.) venne trasformata in municipio; nel 43 a.C. fu sede dell’incontro tra i triunviri Antonio,Ottaviano e Lepido e, quando venne distrutta da un rovinoso incendio (53 d.C.) non tardò a risorgere opulenta non solo per l’aiuto prontamente offertole dall’imperatore Claudio, ma soprattutto per l’intatta abbondanza delle proprie risorse. Sotto i barbari fu invece gravemente impoverita al punto che, ridottasi ad un piccolo borgo, Sant’Ambrogio la poté descrivere come un cadavere di semidistrutta città. Nel periodo della dominazione bizantina dipese da Ravenna; dal 727 al 728 venne saccheggiata e parzialmente distrutta dai Longobardi, quindi occupata dai Franchi ed infine ceduta alla Chiesa che la fece amministrare da duchi.
Risorta intorno al mille , vide formalmente riconosciuta la sua autonomia comunale con il placido di Governalo (1116) , partecipò alla prima e seconda  Lega Lombarda, fu sconfitta a Cortenuova  (1237) , ma a Fossalta (1249)  vinse l’esercito imperiale e fece prigioniero re Enzo, figlio di Federico II . Furono gli anni più gloriosi  del comune, illustrato anche dalla splendida  e affollata università famosa in tutta Europa  per i suoi studi giuridici ; ma le vivacissime lotte tra i ghibellini Lambertazzi e i guelfi Geremei , conclusesi con il trionfo di quest’ultimi (1274), favorirono lo stabilirsi sulla città del potere della chiesa , che nel 1300 la fece sede di un proprio legato. Non per questo cessarono le agitazione. Ma i successivi tentativi di riscatto attraverso il dominio dei Pepoli  (1337-50)  e dei Visconti (1351-57) e  (1402-03) furono sempre effimeri  e finirono con il segnare un maggior asservimento della città al governo pontificio. Solo dal 1446 al 1506 con il consolidarsi della signoria dei Bentivoglio , Bologna ottenne il riconoscimento  di indipendenza , ma dal 1512 al 1860 fu saldamente inserita nello Stato della Chiesa , vivendo una vita mediocre  che si rifletté  anche sull’università . Centro di idee Giacobine  sin dalla fine del secolo  XVIII, nel 1793 fu sede della generosa congiura libertaria di L. Zamboni  e G.B. de Rolandis, accolse favorevolmente il governo napoleonico e nel 1796 venne creata capitale della Repubblica Cispadana. Durante la restaurazione divenne poi focolaio delle sette liberali di Romagna; nel 1831 fu capitale delle Provincie Unite e nel 1848 insorse contro gli Austriaci mettendoli in fuga nella gloriosa giornata dell’ 8  agosto .
 Unitasi al Piemonte  nel 1860, sviluppò una vita culturale  e politica singolarmente vivace che vide nell’opera del Carducci e nel movimento internazionalista di A. Costa due manifestazioni assai diverse, ma egualmente esemplari.
Nel 1944-45 durante la seconda guerra mondiale, subì terribili bombardamenti da parte degli Alleati e fu attivissimo centro della Resistenza.
Nel dopoguerra Bologna ha goduto di un’esemplare solidità economica e culturale, tanto da segnalarsi come modello di crescita urbana.

Toccata marginalmente dalle tensioni sociali dei grossi centri industriali, la città non è stata tuttavia risparmiata dalla violenza terroristica; è stata anzi teatro del più grave attentato nella storia della Repubblica: quello del 2 agosto 1980 quando una bomba, posta in una sala d’aspetto della stazione, ha provocato il crollo di un ala dell’edificio uccidendo 85 persone.

Emilia Romagna


EMILIA  ROMAGNA


Preistoria:

Il territorio Emiliano fu certamente abitato fin dai tempi preistorici più remoti. Tracce sicure del Paleolitico inferiore sono localizzate sui terrazzi costieri o in quelli di talune valli appenniniche, tra cui quelle del fiume Correcchio. Dalle pianure pedomontane provengono invece i numerosi reperti litici  del Paleolitico medio mentre del paleolitico superiore  le sole testimonianze sarebbero rappresentate da alcune statuette litiche muliebri, le cosiddette Veneri di Svignano e di Chiazza. La fase più antica del neolitico è caratterizzata dalla facies culturale di Fiorano, in cui compare la tipica ceramica incisa che presenta evidenti confronti con la coeva facies culturale dell’Italia centrale del Sasso. Il neolitico medio e gran parte del neolitico superiore vedono la diffusione della facies culturale di vasi a bocca quadrata; alla fine di questo periodo, negli ultimi secoli del IV millennio a.C. , l’Emilia presenta aspetti culturali di tipo Lagozza, mentre in Romagna compaiono ceramiche collegate alla facies  peninsulare di Diana.  Ancora poco chiara è la situazione di questa regione nel corso  dell’ Eneolitico; i recenti scavi effettuati  a Spilamberto hanno comunque consentito di attribuire a questa fase la tipica ceramica a squame. Ben attestata è la presenza tra la fine del Neolitico  e l’antica Età del Bronzo , di ceramiche , in contesti abitativi e sepolcrali , decorate con lo stile del bicchiere campaniforme. La media età del Bronzo  è contraddistinta  dall’esplosione  delle fiorenti comunità di villaggio terramaricole; nel secolo XIII a. C.  si ha di nuovo, nell’area romagnola un evidente influsso delle facies subappenniniche dell’Italia centrale . Dopo l’abbandono generalizzato delle terremare , si afferma, tra il secolo XII e il secolo X a. C.  una facies culturale protovillanoviana , comune a gran parte della penisola e caratterizzata dal rituale funebre dell’incinerazione . Appartengono alla prima età del ferro  i sepolcreti di tipo villanoviano di Bologna e quelli di facies differente, di Verrucchio, presso Rimini.
E’ in questo periodo che Bologna assume le dimensioni di un vero e proprio centro protourbano, in contatto sia con l’Etruria che con l’Europa centrale.
Le manifestazioni protostoriche hanno termine con l’avvento della civiltà felsinea, fortemente etruschizzata, nel secolo VI a. C.


Storia:

Entrata nell’orbita Etrusca, la regione, dove erano sorti numerosi centri ( Cesena, Modena, Parma, Piacenza, tutti gravitanti intorno  a Felsina e al porto di Spina), fino all’invasione dei Galli Boi (secolo IV a. C. ) godette di grande splendore.
Contro le nuove tribù galliche furono costruite (268 a. C.) Arminum (Rimini), la prima colonia di diritto latino in territorio emiliano, e la roccaforte di Sarsina. Nel 187 a.C. il console M. Emilio Lepido diede il proprio nome alla colonia  e vi fece costruire la via Emilia; Augusto la inserì nel proprio ordinamento  come VIII regione .
Durante la dominazione romana, Bologna fu il principale centro della regione, ma a partire dal secolo V d. C. , il predominio passò a Ravenna che era stata scelta da Onorio come dimora imperiale  e sede dell’esarcato ed era stata teatro della vittoria  di Teodorico su Onorio.
Con la discesa dei Longobardi in Italia (568) la regione fu divisa in Emilia propriamente detta  (Modena, Parma, Piacenza e Reggio) , dove si stabilirono i Longobardi, e in Romagna ,cioè in quell’area compresa tra Ravenna e Bologna che rimase romano bizantina.
Nel 751 i Longobardi conquistarono anche Ravenna e l’Esarcato: i papi chiesero allora l’intervento dei Franchi (754-756) e Pipino, dopo avere conquistato la Romagna, ne fece donazione al pontefice.
L’autorità papale fu riconosciuta dagli imperatori medioevali solo nel secolo XIII con le rinuncie di Ottone IV (1201) e di Federico II (1213).
L’età comunale vide le città in lotta fra di loro, alcune guelfe, altre ghibelline, alcune unite alla Lega Lombarda altre strette all’impero e ciò favorì l’avvento delle Signorie: nel secolo XIII a ferrara presero il potere i Salinguerra prima e gli Estensi poi, a Forlì si affermarono gli Ordelaffi, a Parma i da gente, a Piacenza i Pallavicino e solo Bologna restò ancora a lungo legata agli istituti comunali.
Nel 1278 Rodolfo I d’Asburgo, imperatore del sacro romano impero, riconobbe la sovranità papale sulla Romagna e i signori locali ebbero il titolo di vicari pontifici.
Gli anni seguenti furono caratterizzati fra continue lotte tra i papi e i signori e dai tentativi espansionistici di Firenze e Venezia (contro la quale nel 1509 fu stretta la Lega di Cambrai) in Romagna. Con la pace di Caveau Cambresis (1559) la  regione fu divisa tra i Farnese, duchi di Parma e Piacenza, gli Estensi, duchi di Ferrara, Modena e Reggio e lo stato Pontificio che occupò saldamente la Romagna.
La situazione parve cristallizzarsi fino al 1731, quando il ducato di Parma passò per eredità a Don Carlos di Borbone, che nel 1738 lo cedette all’Austria; Parma ridivenne indipendente nel 1748 con Filippo di Borbone, genero di Luigi XV di Francia. A Modena invece nel 1751 Francesco III d’Este diede in sposa a un figlio di Maria Teresa d’Austria la propria figlia ed erede.
Nel periodo napoleonico, Modena , Reggio, Bologna e Ferrara furono annesse alla repubblica Cispadana e poi a quella Cisalpina, mentre Parma e Piacenza  vennero unite alla Francia (1802).
Il congresso di Vienna restaurò il governo pontificio a Bologna, Ravenna e ferrara, diede a Francesco IV di Lorena Este il ducato di Modena e a Maria Luigia d’Austria quello di Parma.
Dopo il 1821  e soprattutto nei territori papali, la regione fu teatro di numerosi moti insurrezionali; basti ricordare quelli di Ciro Menotti (1831), di Pasquale Muratori (1843), del Renzi e dei Pasi (1844), la rivolta di Rimini (1845), l’uccisione del duca Carlo III di Borbone a Parma (1854).
Il 18 marzo 1860 l’Emilia e la Romagna entrano a far parte del Regno d’Italia. Le pesanti condizioni del lavoro agricolo e la diffusione delle idee socialiste propagandate da Andrea Costa portarono nel 1890 alle prime agitazioni contadine e al moltiplicarsi delle leghe e delle coperative e nel 1907-08 al grande sciopero agrario nel Ferrarese, nel Bolognese e nel Parmense.
Tenace fu l’opposizione della regione  al fascismo specie dopo il 1943. I partigiani emiliani a fianco delle truppe alleate superarono le difese nemiche presso Arguenta e liberarono Bologna, Modena e Ferrara, contribuendo ad imporre ai Tedeschi la resa definitiva sul fronte italiano nella primavera del 1945.

Aosta


AOSTA

Originata da una colonia militare stabilita da Augusto ( 25 a. C.) nel territorio dei Salassi da poco sconfitti e in parte dispersi, fu nota in epoca  romana col nome di Augusta Praetoria.
Successivo possesso di Borgunti, Ostrogoti, Bizantini e Longobardi, passò ai Franchi nel secolo VIII e ai re di Borgogna nel secolo X.
Venne infine ceduta a Umberto Biancamano (secolo XI)  e da allora rimase quasi ininterrottamente sotto i Savoia.
La città attuale ricalca la pianta a scacchiera dell’abitato romano (che era sorto su una castrom) a otto isolati principali. Rimangono numerosi resti romani (anfiteatro , resti di un foro, di un tempio, di un criptoportico).

Valle d'Aosta


VALLE   D’  AOSTA

Preistoria e Storia

Vari ritrovamenti dimostrano che la valle fu abitata fin dal Neolitico: tra gli avanzi più interessanti vanno ricordati quelli delle necropoli presso Villeneuve, con seppellimento secondario e scarso corredo e nella frazione Finsey di Montjovet , della quale si sono però conservate poche tombe  dalle manomissioni medievali. A tempi di poco successivi vengono assegnati i reperti del sepolcreto di Verrés, le stele litiche  rinvenute nell’abitato di Aosta e le tombe della necropoli di Vollein, in comune di Quart. Nella valle si sono individuate finora alcune decine di rocche che recano incisioni, accompagnate spesso da coppelle, alle quali viene per lo più attribuito un significato rituale , legato probabilmente a culti pagani  di tempi protostorici  e preistorici  di epoca non ancora ben precisabile.Importanti monumenti sepolcrali sono stati messi  in luce nell’aria megalitica  di Aosta:  allées convertes, dolmen, tombe a cista , ecc. attribuiti  all’età del rame . Tra i materiali rinvenuti  figurarono un vaso campaniforme, boccaletti ansati , industria microlitica, bottoni a calotta  sferica con perforazione  a V . 
La Valle d’Aosta fu occupata  attorno al 500 a. C.  dai Salassi  di stirpe Ligure Gallica . Conquistata dai Romani nell’età Augustea , fu Tarenzio marrone a sconfiggere nel 25 a. C.  gli antichi abitanti  e l’intera valle fu dapprima aggregata all’XI Regione Transpadana  e agli inizi del secolo I  entrò a far parte  della prefettura della Gallia . Nel secolo V la valle  fu disputata da Burgundi, Goti, Bizantini  finché, per l’affermarsi del potere  dei Merovingi , passò nel 570 al regno dei Franchi. Morto Carlo magno e diviso l’impero dai suoi  successori, la valle andò a cadere , nel secolo IX nelle mani dell’imperatore  Ludovico II, re d’Italia, e quindi di carlo il Calvo, di Guido di Spoleto, di Lamberto, di Berengario I e di Rodolfo di Borgogna. Occupata temporaneamente dai Saraceni (secolo X) fu alla fine sottomessa  ai Savoia ( subito dopo il 1000 i Savoia vantavano  già diritti  feudali  su zone della valle  e Umberto Biancamano , nel 1032, portava il titolo di conte d’Aosta, sia pure dividendone la dignità con il vescovo) le quali le conservarono  tuttavia una certa autonomia  ( carta delle Franchigie concessa da Tommaso I nel 1191;  “ Riserva” agli Statuta Sabaudiae del 1430; Réglement particulier del 1773) 
Escluse le brevi dominazioni francesi (1691, 1704-06, 1798-99 e 1800-14, periodo in cui fu incorporata alla Francia da napoleone) la storia della valle si confonde con quella di casa Savoia. Durante l’ultima guerra attivissima fu la resistenza partigiana capeggiata da Emilio Chanoux e nonostante le rappresaglie e i rastrellamenti , la valle si liberò ancor prima dell’arrivo degli Alleati .
Il 7 novembre 1945 fu eretta a regione autonoma e nel 1948 costituita in Regione a statuto speciale ( legge del 26 febbraio).

Trento


TRENTO

Storia:

Forse fondata dai Reti (antica popolazione, Renzia, installatasi nell’alto reno e l’alto Adige) in un territorio sul quale si erano succeduti stanziamenti liguri , veneto-illirici  ed etruschi nel secolo Vi a.C. fu occupata dai Galli  Cenomani e dopo il 222 a. C. passò sotto i Romani  che le concessero i diritti latini  (89 a.C.)  e la cittadinanza romana  (49 a.C.) .
Evangelizzata da San Vigilio , subì le invasioni barbariche  e venne pressoché distrutta  durante i conflitti tra Franchi e Bavari nel secolo VIII . Staccata dal regno italico e aggregata al regno di Germania  (952)  da Ottone il Grande fu feudo vescovile (1004)  sotto Enrico II , divenendo nel 1027 centro di un principato ecclesiastico  che durante la lotta delle investiture  appoggiò costantemente  la causa imperiale.  Affidata da Federico II a Ezzellino da Romano (1236) , nel secolo successivo vide allentarsi l’effettivo potere politico dei vescovi ad opera degli Asburgo. Dopo la rivolta popolare  guidata da Rodolfo Belenzani  (1407) Trento ottenne il godimento  di libertà comunali conservate anche dopo il soffocamento della rivolta ad opera di Enrico di Rottenburg, inviato da Federico d’Austria.
Godette di particolare benessere agli inizi del secolo XVI durante il vescovato di Bernardo Cesio. Coinvolta nelle lotte provocate dalla riforma luterana e soprattutto dalla rivolta dei contadini presto soffocata (1525), divenne nel 1545 sede del concilio indetto da Paolo III , il che ne aumentò il benessere  e lo sviluppo urbanistico.
Devastata dai francesi durante la guerra di successione spagnola (1703) , presa e ripresa dalle truppe del Bonaparte tra il 1796 e il 1801, con il Trattato di Luneville (1801) il principato venne secolarizzato e Trento rimase all’Austria. Annessa alla Baviera (1806) , poi al regno Italico (1810), tornò agli Austriaci nel 1813.
Tentò invano di liberarsi del loro dominio nel 1848 e invano sperò in un favorevole esito della guerra italo austriaca del 1866.
Il movimento irredentista andò crescendo sempre più e nel 1896 la inaugurazione del movimento a Dante fornì il pretesto a un appassionata dimostrazione di italianità.
La città fu ricongiunta all’Italia nel 1918. nel periodo 1943-45 fu di fatto staccata dalla Repubblica di Salò e annessa alla Germania nazista.

Trentino Alto Adige


TRENTINO  ALTO  ADIGE

Preistoria:

Recenti scoperte accertano la presenza dell’uomo poco dopo la scomparsa delle masse glaciali del Pleistocene: nell’alta valle Travignolo si è individuato un insediamento epipaleolitico di carattere perilacustre. Consistenti stratigrafie di grande importanza per tutta la preistoria dell’Italia settentrionale, con reperti che dal Mesolitico giungono all’età del Bronzo e oltre, sono quelle evidenziate in Val d’Adige nella zona di Romagnano, con culture Neolitiche  molto documentate , e al Riparo Gaban: in quest’ultima stazione preistorica di particolare rilievo alcuni rarissimi oggetti d’arte neolitici. Resti di Forni fusori e di statue-stele indicano una certa fioritura delle culture eneolitiche.
A un momento iniziale dell’Eneolitico sembrerebbe appartenere anche il cadavere mummificato rinvenuto, insieme a manufatti in bronzo e osso, sul ghiaccio del Similaun. Di elevato interesse anche la testimonianze dell’Età del bronzo, tra cui primeggiano i resti degli insediamenti di natura palustre di Ledro e di Fiavè, poco lontani dal bacino del benaco, da cui provengono reperti fittili, metallici, ossei e strutture lignee che consentono la ricostruzione ideale delle abitazioni palafitticole.
Con l’età del ferro appaiono numerosi castellieri, disposti di regola su sommità collinari in posizioni difese naturalmente, alle quali, specialmente nella zona atesina, si aggiunsero opere di protezione muraria con valli di cinta.

Storia:
Occupata dai Romani tra il secolo II e il I a. C. aggregato da Augusto nel 14 a. C.  alla X regio (venetia) seguì le vicende del resto d’Italia  passando dagli Eruli (antica popolazione germanica di cui le prime notizie si hanno nel secolo III d.C.) agli Ostrogoti, ai Bizantini , ai Longobardi , ai Franchi . fece parte del Regno d’Italia  dall’epoca di Pipino  a quella di Berengario II. Ottone I staccò la valle dell’Agide  dal regno e l’aggregò alla Baviera  (952), per assicurarsi il libero passaggio  per l’Italia . Da allora il Trentino fece parte del regno di Germania  e fu assegnato ad un vescovo conte (inizio secolo XI) .
Il feudi si estendeva fino alla chiusa di Verona . I vescovi del Trentino nelle lotte tra papato e impero generalmente patteggiarono  per quest’ultimo , più tardi dovettero difendersi  dalle ambizioni dei conti del Tirolo. Dal 1239 al 1255 il paese fu occupato da Ezzellino da Romano che, stretta alleanza con Alberto del Tirolo , fece si che quest’ultimo ottenesse il predominio del principato. La potenza dei vescovi fu stroncata dal conte  Mainardo II il quale introdusse nel trentino un’amministrazione secolare. Estintasi la famiglia del Tirolo (1363), la regione passò a Rodolfo IV d’Asburgo e al principe vescovo rimase solo una parvenza d’autorità . nel 1516 l’imperatore Massimiliano ottenne dai veneziani Ala, Avio, Brentonico, Mori, Rovereto e Ampezzo. Così il principato si trovò completamente circondato dai territori di casa  d’Austria .
Nel periodo della riforma  i contadini parteciparono alla guerra dei contadini  (1525) , ma furono schiacciati dai feudatari sostenuti da Lutero.
All’inizio del secolo XVII sempre più palesi furono i segni della decadenza : direttamente coinvolto nella guerra di successione spagnola, il Trentino soffrì, specialmente  per le distruzioni dell’esercito del Vendome in ritirata (settembre 1703) .
Attribuito all’Austria nel 1801, passò nel  1806 alla Baviera, poi nel febbraio 1810 al regno Italico costituendo il dipartimento dell’alto adige.Riconquistato dalle truppe austriache sul finire del 1816 alla contea del Tilrolo e legato nell’aprile del 1818  alla confederazione germanica, il Piloro partecipò alle lotte per l’unità del 1848-49) insorgendo nel il 19 marzo 1848, insorgendo il 19 marzo 1848. centro di una forte corrente irredentista , nel 1855 vi fu fondata la società “ Pro Patria”. Invano richieste dal governo italiano nel 1914-15 quale compenso per l’occupazione austriaca  della Serbia, alla fine della prima guerra mondiale fu preso dalle truppe Italiane (novembre del 1918).



Trieste


TRIESTE

Storia:

Centro dei Galli Carni, fu occupata dai romani intorno al 178 a. C.. Saccheggiata dagli Istri (52 a. C.)   e fortificata da Augusto (33 a. C.) , fiorì sotto Traiano.
Nel medioevo fu soggetta a Odoacre (476-489), agli Ostrogoti (489-539) ,  ai Bizantini  (539-751), ai Longobardi (751-774) e quindi ai Franchi dal 787.
Alle dipendenze del regno d’Italia nel corso del secolo X ed elevata a feudo vescovile da Lotario II (948), dal 1139 cominciò a darsi liberi ordinamenti comunali che si svilupparono col progressivo indebolirsi del potere dei vescovi finché nel 1295, fu completamente libera.
Nonostante l’appoggio alterno  dei patriarchi di Aquileia  dei conti di Gorizia e dei duchi d’Austria , l’espansionismo veneziano  la costrinse però a frequenti atti di sottomissione  per cui nel 1382 preferì darsi definitivamente  a Leopoldo III d’Asburgo per conservare almeno la propria autonomia  amministrativa . Da allora le sue condizioni economiche andarono peggiorando e dopo una nuova guerra  con Venezia (1463)  decadde. Rifiorì solo nel Settecento quando Carlo IV d’Asburgo la dichiarò porto franco (1719) e Maria Teresa le concesse immunità e franchigie , istituì una borsa di commercio e una scuola nautica e cercò in ogni modo  di incrementare le industrie . La città divenne allora il primo emporio  dell’Austria , triplicò la popolazione nel giro di sessant’anni , si arricchì dei più begli edifici  e visse il suo periodo forse più prospero.
Dopo una parentesi di decadenza  sotto i francesi , tornò all’impero Austriaco  che ne potenziò notevolmente il porto, le industrie e le società di navigazione .
Nel 1850 ebbe uno statuto autonomo  di città provincia che conservò fino alla prima guerra mondiale .
Passata all’Italia nel 1918 , con l’armistizio del 1943 fu occupata dalla Germania , nel 1944 subì gravi bombardamenti alleati e nel 1945 venne presa  con l’area circostante  dagli Iugoslavi , il ché aprì una questione di Trieste risolta definitivamente 30 anni dopo.
Tra il 30 aprile e il 1 maggio 1945 gli Iugoslavi occuparono Trieste. In seguito a fortissime pressioni degli Alleati  furono però costretti ad abbandonare la città (9 giugno 1945). Un confine provvisorio di occupazione , chiamato linea Morgan dal nome del generale inglese da cui fu negoziato, lasciò così la città in possesso degli Anglo-Americani e la maggior parte della penisola istriana sotto controllo Iugoslavo.
Dopo lunghi contrasti si decise poi (3 luglio 1946) che tutti i territori  a Est di una nuova linea passassero alla Iugoslavia mentre quelli a Ovest avrebbero dovuto formare il territorio Libero di Trieste. Il trattato di pace di Parigi (10 febbraio 1947) confermò l’esistenza di questo territorio Libero, diviso in una zona A sotto occupazione Anglo-Americana  e in una zona B sotto occupazione Iugoslava.
L’occupazione avrebbe dovuto essere solo temporanea, finché il Consiglio di Sicurezza dell’ONU avesse nominato un governatore neutrale con giurisdizione  su tutto il territorio, ma poiché non si raggiunse mai un accordo sulla persona da designare si protrasse in realtà per anni.
Con il memorandum d’Intesa, poi (5 ottobre 1954), la zona A passò sotto l’amministrazione civile italiana e la zona B, leggermente ampliata sotto l’amministrazione iugoslava. Il 10 novembre 1975 era infine firmato il trattato di Osimo l’accordo fra Italia e Iugoslavia per il quale la zona A veniva a cadere sotto la sovranità italiana e la zona B sotto quella iugoslava. Con la dissoluzione della Iugoslavia (1991), è subentrata la Slovenia nel controllo della zona B.

FRIULI  VENEZIA  GIULIA


Preistoria:

Di grande importanza per il Paleolitico inferiore italiano  è il sito di Visogliano (comune di Duino Aurisina) , in corso di scavo da parte  di C. Tozzi, dove è stata messa in luce una sequenza del Pleistocene medio , con industrie  su ciottoli e su scheggia  riferite a varie fasi  del Tayaziano . Un molare e una mandibola frammentaria umani, rinvenuti in una breccia prossima al riparo e in associazione con industria arcaica, sono stati attribuiti a Homo erectus .
Il Paleolitico medio è rappresentato in alcuni giacimenti in grotta Pocala, nota dalla fine del secolo scorso, la grotta San leonardo e la grotta Cotariova, quest’ultima con Musteriano charentiano di tecnica Lavallois . Mentre mancano giacimenti attribuibili con certezza alle fasi più arcaiche  del Paleolitico superiore, sotto meglio note le fasi finali dell’Epigravettiano, tra circa 11000 e 10000 anni fa, nelle Grotte Verdi di Pradis, a Piancavallo e nel riparo di Biarzo.
Il Mesolitico è altrettanto ben rappresentato in numerosi ripari sotto roccia del Carso triestino. Nel territorio friulano si sono rinvenuti, inoltre, resti fittili di epoca neolitica, ma più abbondanti sono le testimonianze riferibili all’Età del Bronzo con armille, fibule, armi e oggetti ornamentali provenienti in buona parte, da necropoli del territorio cividalese. Alla stessa età risalgono anche pani di rame provenienti da Castions di Strada , nonché una spada di origine cretese-micenea  che potrebbe dimostrare l’esistenza di traffici con le genti del mediterraneo orientale.

Storia:

Nel secolo V a.C. il territorio del Friuli fu invaso dai Carni (antica popolazione delle Alpi Carniche, di origine Celtica, il cui nome è rimasto nell’odierna Carnia , provincia di Udine) e agli inizi del secolo II dai Galli, contro i quali i Veneti chiesero l’intervento dei Romani: questi debellarono gli invasori e nel 181 a. C. fondarono la colonia di Aquileia che, divenuta ben presto una delle più fiorenti dell’Impero, riuscì a respingere le invasioni dei Cimbri (101 a. C.) , dei Quadi e dei Marcomanni (167 a.C.) .
Superstite alle devastazioni germaniche dei secoli successivi, Aquileia fu però saccheggiata e quasi completamente distrutta da Attila nel 452. I Longobardi, che presero possesso del territorio friulano tra il 568 e il 570, posero la loro capitale a Forum Iulii, l’odierna Cividale, che nel secolo VII fu gravemente danneggiata dalle incursioni degli Avari e degli Slavi.
Carlo magno annesse la regione alla Marca d’Austria, suddivisa nel 828 nei quattro margraviati di verona o del Friuli, di Istria Carniola, di Corinzia e della Bassa Pannonia: nel 1077 Enrico IV affidò il governo del margraviato al patriarca di Aquileia, coadiuvato da un parlamento di Laici ed ecclesiastici e di rappresentanti dei Comuni. Nella prima metà del secolo XIII il patriarca Bertoldo di Andechs fondò Udine : la rivalità con Cividale sorse ben presto e culminò nel 1382, quando udine chiese l’aiuto di Venezia a sostegno del patriarca Filippo di Alecon. Nel 1419 Cividale capitolò a Venezia, di cui in seguito il Friuli seguì le sorti: nel 1797 il Trattato di Campoformio lo assegnò con l’Istria all’Austria.
Parte del regno Italico dal 1805 al 1814, con la restaurazione tornò all’Austria, a cui restò fino al 1918, tranne la provincia di Udine che fu riconquistata dall’Italia nel 1866.
Durante la seconda guerra mondiale gli Slavi occuparono Trieste, Gorizia e l’Istria: il trattato di pace del 1947 assegnò alla Iugoslavia le provincie di Fiume e di Pola e gran parte di quella di Gorizia e costituì il Territorio Libero di trieste. Nel 1947 il Friuli è stato incluso nella regione amministrativa Friuli-Venezia-Giulia.