geronimo

domenica 19 giugno 2011

GLORIA AL PADRE E AL FIGLIO E ALLO SPIRITO SANTO

                                                          Santissima Trinità

La solennità odierna ci provoca in vari modi: la prima provocazione riguarda la conoscenza stessa di Dio. Approfondire il mistero di Dio è impegno inderogabile del credente.
C'è poi la seconda provocazione: dare la propria risposta a Dio Amandolo con tutto il cuore, la mente, la volontà, le forze. La terza provocazione riguarda l'apertura alla dimensione ecumenica del nostro credere: l'odierna celebrazione  è l'occasione per unirci nella stessa lode a ebrei e musulmani che nel monoteismo proclamano la grandezza di Dio.
Il brano dell'esodo (I lettura) ci rivela un Dio che cede alle supliche di Mosé e si mostra come è veramente: un Dio di Bontà e tenerezza infinita. Si tratta di un incontro previo con la divina misericordia che traboccherà nel dono del Figlio.
San Paolo (II lettura) conclude la sua lettera ai cristiani di Corinto con una benedizione ricolma di gioia, poiché dal padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo ci giungono la salvezza e ogni altro dono. Durante il colloquio con Nicodemo (vangelo) Gesù rivela che l'amore di Dio raggiunge l'umanità peccatrice nel dono che il padre ci ha fatto del Figlio unigenito.

Domenico Brandolino

Chi Crede in Me ha la Vita

Gesù da la vita che è anche luce. " In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini". Egli invera la profezia: " e tutti saranno istruiti da Dio. Si è presentato agli uomini con queste parole: " Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". Luce e vita sono interconnesse. Nel brano di Giovanni la parola di Dio e l'Eucarestia sono due aspetti inscindibili l'uno dell'altro: il pane della vita è il pane della parola e contemporaneamente il pane eucaristico. C'è un unica mensa: la mensa della Parola e dell'Eucarestia.
Sono proprio le parole di Gesù, definite da Pietro "parole di vita", che si rivelano parole di luce. Infatti gesù è la rivelazione del padre. " Solo colui che viene da Dio ha visto il padre". " Dio, nessuno lo ha mai visto; il Figlio unigenito , che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. " Cristo, proprio rivelando il mistero del padre e del suo amore, svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione".
Cristo è luce perché ci rivela chi siamo, da dove veniamo, dove siamo diretti; ci rivela che esistiamo in quanto amati da Dio, amati da sempre e per sempre. Amati, e quindi salvati dal dono della vita.
Chi si taglia fuori dalla Parola del Signore, brancola nelle tenebre, perde il senso della vita, smarrisce le coordinate dell'esistenza.
Mons. Giuseppe Greco

venerdì 10 giugno 2011

Le BEATITUDINI

                                                             Le   Beatitudini
Gesù disse ai suoi discepoli:
Beati i poveri di spirito,
perchè di esi è il regno dei cieli,
Beati gli afflitti,
 perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia,
 perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
 perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
 perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi,
quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

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Leggendo il vangelo di Matteo e specificatamente quanto Gesù disse, enunciando le beatitudini, è un insegnamento costante nella vita di noi cristiani. Certo leggendo tanti commenti sui giornali e l'odio di tante persone che hanno nei confronti della chiesa e di Gesù (e verso chi si professa cristiano) ,a maggior ragione il suo insegnamento è , e rimane, una meravigliosa luce di speranza per il nostro futuro.
Noi come cristiani dobbiamo certamente dare l'esempio senza mai scoraggiarsi, anche quando saremo, o siamo, perseguitati ed insultati da tutte quelle persone che ritengono di avere la verità assoluta.
Certo è che essere cristiani non vuole certamente dire  essere stupidi. Nel porgere sempre l'altra guancia, ci dobbiamo comunque avvalere delle leggi vigenti per fare rispettare ciò in cui crediamo, nella certezza che nel nostro cammino saremo sempre accompagnati da Gesù. Questo cammino sarà tortuoso, pericoloso e di sofferenza, ma all'arrivo ci sarà una ricompensa enorme, la vita eterna insieme al nostro maestro e sua madre Maria.
Chi crede in Gesù, deve sempre rispettare il prossimo, operare per la giustizia e la pace, salvaguardare la vita umana da chi crede in facili scorciatoie, (leggasi aborto) rispettare la dignità umana senza accanimento terapeutico, salvaguardare la famiglia e la scuola come strumenti essenziale di educazione.
La nostra guida è ,e sarà , sempre il Vangelo e non ci potrà mai essere nessuna legge fatta dall'uomo che ce lo potrà vietare.
Una parola di pace e di speranza la voglio spendere per tutte quelle persone che fanno parte della chiesa cattolica ed operano con enormi sacrifici, spesso rimettendoci la vita, portando ed annunciando il vangelo in tutto il mondo. Questi operatori di pace e portatori d'amore verso il prossimo devono rimanere un''esempio per tutti noi. Ed a quella piccola parte di cristiani, che discreditano tale fede con i loro comportamenti scellerati (leggasi pedofili) e gettano fango verso la chiesa e verso tutti i suoi fedeli, voglio ricordare che quando giungeranno al giudizio finale, per loro saranno dolori perché chi li dovrà giudicare sarà un giudice implacabile che sicuramente non guarderà che tessera di partito avrai in tasca per assegnare la giusta pena!!!
Infine dobbiano combattere, con l'arma dell'amore e del convincimento, tutti quei politici che governano solamente per il materialismo, per il proprio interesse a scapito della collettività; a chi ci vuole convincere che la famiglia non è necessaria , che la scuola di stato è la sola verità di educazione  ,che l'aborto, tutto sommato ,sia il male minore,che la risoluzione alla sofferenza sia l'eutanasia.
 Bè , se la civiltà deve essere tutto questo io preferisco essere incivile.
Evy

venerdì 3 giugno 2011

Il Piede Aliprando

Il Piede Aliprando

Tre sono le porte del “ Bel San Giovanni” , il Battistero di Firenze; la porta nord e quella est, meglio conosciuta come “ Porta del Paradiso”, sono opera di Lorenzo Ghiberti, mentre la porta sud, quella che si affaccia sulla loggia del Bigallo, è opera di Andrea Pisano.
Osservando proprio quest’ultima porta, si possono notare due colonne che la affiancano e la abbelliscono.
Guardando attentamente la colonna di destra si può scorgere un bassorilievo dalla forma rettangolare; si tratta dell’unità di misura che doveva mettere fine a tutta quella miriade di lunghezze e di confusione che si era creata in Italia dopo la fine dell’Impero Romano e dopo il disuso del   Piede Romano”.
Questo formato venne usato a Firenze a partire dal dodicesimo secolo e prese il nome di “ Piede Aliprando” , o Liutprando, dal nome del re longobardo che ne aveva concepito l’idea e l’uso pratico.
La misura venne anche detta “ Piede della Porta” perché ne era stata affissa una analoga presso la porta San Pancrazio, poi andata distrutta.
In realtà anche sulla colonna di sinistra esiste un bassorilievo simile, però dalle dimensioni più ridotte; sembra che si tratti del “ Piede Fiorentino “ ( da non confondere con il braccio fiorentino) che continuò a coesistere con quello Aliprando per un lungo periodo.

mercoledì 1 giugno 2011

Il Miracolo dell'Albero Rifiorito

Il Miracolo dell’Albero rifiorito

San Zanobi, il grande santo, primo vescovo di Firenze vissuto fra il quarto ed il quinto secolo, era amatissimo dal popolo fiorentino al punto che le sue spoglie erano state sepolte in pompa magna nella chiesa di San Lorenzo, all’epoca fuori dalle mura.
Dopo molti anni si decise però che il luogo più consono per la sepoltura di un vescovo dovesse essere la Cattedrale e pertanto si decise di trasferirne  il corpo in Santa Reparata.
Era gennaio e faceva un gran freddo; il corteo funebre era partito dalla chiesa  ed aveva percorso Borgo San Lorenzo, aveva oltrepassato l’antica Porta Aquilonia snodandosi poi sul prato che costeggiava le antiche mura all’interno della città, attraverso gli alberi spogli che circondavano il Battistero, tra due ali di folla che assisteva all’evento pregando in religioso silenzio.
Fu a quel punto che la bara, portata a spala, sfiorò una di quelle piante, un vecchio olmo, e l’albero come per incanto mise le foglie e rifiorì.
I fiorentini accorsero da tutta la città e dal contado per ammirare quel prodigio straordinario e molti di loro colsero un  ramoscello fiorito in onore del Santo Vescovo ed anche come segno augurale.
In ricordo dell’episodio oggi sorge in quel luogo una colonna, detta appunto di San Zanobi, sormontata da una croce di marmo con una ghirlanda in ferro battuto; nel fusto è incastonato un ramo di albero in bronzo ed ogni anno, il 26 gennaio, in ricorrenza di quel miracolo la base della colonna viene addobbata con corone di fiori.
La colonna che vediamo oggi con le iscrizioni commemorative è stata posta nel XIV secolo, quella originale infatti, datata intorno al 430, venne spazzata via dalla tremenda alluvione del 1333.