geronimo

martedì 30 marzo 2010

Comune di Brozzi



COMUNE DI BROZZI (1809 - 1928)

Il confine del Comune di Brozzi corrisponde ai borghi che fino al 1424 costituirono la podesteria di Brozzi divenuta comune nel 1809. Questi confini sono: S. Donnino, S. Andrea a Brozzi, San Martino a Brozzi, S. Lucia a La Sala, San Piero a Quaracchi, San Biagio a Petriolo, Santa Maria a Peretola.

CENNI DI STORIA

Brozzi fu comune autonomo dal fino al 1928, quando con il R.D. 2562 1/11/1928, che prevedeva l'espansione del territorio comunale della città di Firenze, fu suddiviso tra i comuni di.Firenze, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Signa
Il comune aveva un'estensione di circa 16 km² e, al momento della soppressione, circa 12000 abitanti ripartiti tra il capoluogo e le frazioni di San Donnino, Quaracchi, Petriolo, Peretola e La Sala. Lo stemma del comune, adottato al momento dell'Unità d'Italia, mostrava una palude con sullo sfondo delle montagne, due uccelli acquatici in volo e un cielo nuvoloso; immagine che si ispirava alla piana dell'Osmannoro, allora sotto la giurisdizione brozzese. Sempre al momento della soppressione, il comune di Brozzi confinava con quelli di Firenze,Casellina e Torri, Signa,Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino.
Brozzi aveva un'economia basata sull'agricoltura e sulla tradizionale lavorazione artigiana della paglia (cappelli), diffusa in tutta la piana fiorentina occidentale; rinomate erano le famose scope di saggina e il comune ospitò anche una grande industria chimica, l'Ausonia, nella frazione di San Donnino.
Il crescere delle attività artigianali e di un diffuso associazionismo popolare (Società di Mutuo Soccorso) fece sì che presto Brozzi fosse protagonista nelle lotte sociali e politiche: le "trecciaiole" di Brozzi furono protagoniste dello sciopero del 1896 grande partecipazione vide lo sciopero del pane del 1898 e nel 1909 fu eletto un sindaco socialista nella persona di Giuseppe Ceramelli. Il comune venne retto da amministrazioni di sinistra fino al 1923. Alle elezioni politiche del 1921 grande fu il successo delPCd’I ,divenuto partito di maggioranza relativa con circa il 36% dei voti anche se comunque il PSI riuscì a conservare la maggioranza in consiglio comunale alle elezioni amministrative.
La vita del comune di Brozzi si esaurì nel 1928 nell'ambito della generale riforma delle circoscrizioni comunali e provinciali attuata dal governo fascista: il capoluogo con le frazioni di Quaracchi,Petriolo e La Sala passò sotto il comune di Firenze; la piana dell'Osmannoro sotto Sesto Fiorentino; la frazione di San Donnino sotto Campi Bisenzio ed una piccola parte presso il fiume Arno sotto Signa
Monumenti
LaChiesa di San martino a Brozzi risale a poco dopo l'anno Mille, anche se l'aspetto attuale è rinascimentale, restaurata nell'Ottocento.
La chiesa S. Lucia alla Sala risale al XI secolo fu rifatte nel secolo XIII
La chiesa di S. Maria a Peretola ebbe origini dal secolo X
La chiesa di San Biagio a Petriolo ebbe origine nel secolo XI
La chiesa di San Piero a Quaracchi ebbe origine dal secolo VIII
La chiesa di Sant’Andrea in San Donnino ebbe origine nel XI secolo



Citazioni letterarie, musicali e televisive]

« Ma che? siccome ad un che sempre ingolladel ben di Dio, e trinca del migliore,il vin di Brozzi, un pane e una cipolla »

(Lorenzo Lippi, Il Malmantile racquistato)


« Nanni Russa del Braccio, ed Alticardoconducon quei di Brozzi e di Quaracchi,che, perché bevon quel lor vin gagliardo,le strade allagan tutte co' sornacchi. »

(Lorenzo Lippi, Il Malmantile racquistato)
Nel 1593 il Collegio degli Osti di Firenze lanciava una scherzosa condanna contro gli Accademici della Crusca in cui si stabiliva che ai dotti linguisti non venisse servito altro che il pessimo vino delle "Cinque Terre di Toscana" ovvero Brozzi, Quaracchi, Peretola, San Donnino e Lecore, così chiamate in contrappasso alle celebri Cinque Terre liguri, produttrici di vini eccellenti. Il vino di queste terre, a detta degli osti era particolarmente cattivo e sapeva di botte, di secco, di muffa, di leno, di cuoio, di marcorella. Un proverbio tradizionale fiorentino assegna anche agli abitanti della zona un'imbarazzante nomea: "Peretola, Brozzi e Campi la peggio genia che Cristo stampi."
Per concludere le citazioni letterarie, Brozzi ed alcune sue ex frazioni vengono nominate da Aldo Palazzeschi nelle prime pagine del romanzo delle sorelle Materassi
In campo lirico, il compositore Gaetano Donizetti ambientò la sua opera Le convenienze e le inconvenienze teatrali (1827) in un teatro di Brozzi.
Nel 1963 Brozzi divenne famosa in tutta Italia grazie alla trasmissione della Rai Il Giocondo durante la quale Raimondo Vianello si cimentava nel personaggio di Osvaldo Bracaloni, un carrellista televisivo toscano che ripeteva sempre "Noi di Brozzi, più che tu ci sfotti e più che tu ci aizzi!".
Cittadini illustri]
Brozzi diede i natali a Sesto Caio Baccelli, detto anche "lo strolago di Brozzi", astronomo e cabalista vissuto nel XVI secolo e ideatore di un almanacco annuale per agricoltori che viene pubblicato ancora oggi. Nativo di Brozzi, secondo fonti coeve, è anche lo storico francescano Fra Niccolò Papini (1751-1834), Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali (1803-1809). Angelo Fagioli, antifascista
Quanto sotto scritto viene tratto dal Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana di
Emanuele Repetti, 1776- 1852
BROZZI nel Val D’Arno fiorentino: Varie Borgate lungo la strada Regia fra Firenze i il Poggio a Caiano portano il nome comune di Brozzi, le quali costituiscono la massima parte delle Comunità omonima, nella Giurisdizione e 4 miglia toscane all’incirca da Sesto, diocesi e compartimento di Firenze, da cui la pieve di Brozzi è 5 miglia toscane a ponente…Trovansi i borghi di Brozzi alla destra ripa dell’Arno in una bassa pianura, la quale sarebbe tuttora un pantano senza molti fossi e dogaje, che in tutte le direzioni l’attraversano per mantenerla asciutta. I nomi di padule, di Piscina, d’Isola, di Quaracchi e di Lecore, rimasti ad alcune campagne presso Brozzi,danno bastamente argomento per credere, che la pianura di che si tratta, anche nei secoli più remoti, fosse soggetta ad essere coperta o isolata dalle acque. Tutto ciò per altro non impedì agli uomini di fabbricare presso i vicini Paduli le loro abitazioni, raccolte in borgate nei posti più difesi dagli argini e dalle dogaje. Le memorie superstiti di Brozzi, di San Donnino, di Quaracchi, ed altri annessi, rimontano al secolo IX. La più antica di esse è datata in Quaracchi nell’anno 866. La pieve di Brozzi è citata in una bolla di Gregorio VI del 1046, relativa alla chiesa di San Donnino a brozzi, e in un istrumento del 1051 ( 25 luglio) , col quale uno dei Cattani di Cercina alienò varie corti, alcune delle quali erano poste nel piviere di Brozzi. (ARCH.DIPL.FIOR. Badia di Passignano).
Ardendo e rubando Campi e Brozzi, Quaracchi e tutte le villate d’intorno. (GIO:VILLANI, cronac.lib. IX, c. 316) Sino da questa suddetta età la Repubblica fiorentina aveva preso delle misure opportune a riparare, mediante la Dogana dell’Osmannoro, ai danni delle inondazioni della pianura di Brozzi, S. Moro e di Peretola: alla quale Dogana sotto il governo de’ Medici fu aggiunto il fosso Reale, in cui entra il fosso bandito o Macinante. D’allora in poi la contrada migliorò sempre più di condizione, e i borghi di Brozzi aumentarono vistosamente di popolazione.
COMUNITA’ DI BROZZI
Il territorio comunicativo di Brozzi occupa (Errata; una superficie di 14062) una superficie di 4749 quadrati, dei quali 352 quadrati sono occupati da fossi, dogaje, strade Regie e comunicative con una popolazione di 7816 abitanti (ERRATA; a ragione di 460 persone) a ragione di 1420 persone per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
Confina con sei comunità. I limiti del suo territorio sono presso che in tutti i punti costeggiati da termini naturali. A scirocco si congiunge con la comunità del Pellegrino, mediante il torrente Mugnone a partire dall’imboccatura del fosso Bandito o Macinante, sino a che il Mugnone entra nell’ Arno. Lungh’esso ha di fronte la Comunità di Legnaia sino alla foce della Greve; al di sotto della Greve la comunità della Casellina e Torri. Alla Nave di brozzi lascia l’Arno per volgersi dopo 4 miglia toscane da astro a libeccio per la strada di S. Moro, quindi lungo l’argine sinistro del fiume Bisenzio, che lascia allo sbocco del fosso Reale, avendo costà di fronte la comunità di Signa, cui subentra alla strada Regia del Poggio a Caiano quella di Campi mediante il fosso di Dogana, che fronteggia dal lato settentrionale sino alla via della Forea. Costà incontra la comunità di Sesto mediante lo stesso fosso di Dogana, attraversando di conserva il palude del Pantano a settentrione dell’Osmannoro. Di là entra nello stradone di Castello, che percorre per breve spazio sino alla via dè Gondilogi, con la quale si volge a greco-levante per ritornare a confine con la comunità del Pellegrino, da promo per la via dell’Olmatello, poi per la strada Regia di Prato e Pistola, che incontra presso la chiesa di peretola, di dove si dirige nel fosso Macinante e con esso ritorna nel Mugnone al punto sopra indicato. Due strade Regie attraversano da levante a ponente il suo territorio; quella del Poggio a caiano, che passa in mezzo alle Borgate di Petriolo, di S. Donnino,di S. Andrea e di San Martino a Brozzi. L’altra è la strada postale di Prato e Pistola , la quale passa per il piano dell’Osmannoro nella direzione da scirocco a ponente-maestro. Fra le numerose vie comunicative rotabili, aperte in diversi punti del territorio di Brozzi sonovi quelle che guidano sulla sponda dell’Arno alle navi di Petriolo e di Brozzi, la via dè Mandri con le varie sue diramazioni, e la via Nuova che attraversa con quella del fosso Dogana: a occidente dal torrente Marina e dal fosso Reale, a levante dal Mugnone, a astro dall’Arno.
Quest’ultimo fiume davanti al borgo di S. Donnino e a quello di Sala formò nei tempi scorsi due alvei, cui fu dato il nome di Bisarno, sino che, ostruttosi il ramo destro, si unirono al continente di Brozzi alcune isolette, alle quali è restato il vocabolo d’Isole d’Arno.
I territori di questa pianura sono fertilissimi in granaglie, canape, saggina e fieni, in gelsi e in legname di pioppo. Non mancano tampoco gli alberi da frutto, meno l’ulivo. La vite produce assai vino, ma fiacco e snervato. Fornisce qualche risorsa alla classe minuta del popolo la manifattura delle granate, la pesca dei granchi e quella dè gamberi, di cui abbondano i fossi di questa e delle contigue comunità di Sesto e di Campi. Ma l’industria che recò agli abitanti di Brozzi istantaneo e vistoso profitto provenne dalle copiose ricerche e dalla vaga in cui salirono pochi anni fa i CAPPELLI DI PAGLIA, i quali sogliono dai Brozzesi fabbricarsi di qualunque finezza e con diligenza grandissima. In grazia di quest’utilissima manifattura, le borgate di brozzi sono da vent’anni quasi raddoppiate di abitazioni.
In mancanza di pietra sogliono costruirsi costà i muri con i così detti cantoni, specie di smalto impastato con melletta, ghiaja e poca calcina, ridotto in forme regolari. Un tal metodo economico di edificatoria concorre sempre più all’aumento e sollecita costruzione delle case nei borghi lungo le strade che fiancheggiano l’una e l’altra ripa dell’Arno sotto Firenze.
La pieve di San Martino a Brozzi ha suffraganei 5 popoli: 1. San Donnino a Brozzi, Prioria; 2.Sant’Andrea a Brozzi; 3. San Baiagio a Petriolo, prioria; 4. San Pietro a Quaracchi; 5. Santa Lucia alla Sala.
Risiede a brozzi una magistratura Comunicativa preseduta dal suo Gonfaloniere. LaPotesteria e la sua Cancelleria è in Sesto. L’Uffizio di esazione del registro, la Conservazione delle Ipoteche, la Ruota e gli altri Tribunali sono in Firenze.
POPOLAZIONE della comunità di BROZZI a tre epoche diverse.
-nome del luogo: Brozzi , titolo della chiesa : S. Martino (Pieve), abitanti anno 1551 n° 1110, abitanti anno 1745 n° 1310, abitanti anno 1833 nà 2128
-nome del luogo : BROZZI, titolo della chiesa: S. Andrea (Prioria), abitanti anno 1745 n°181, abitanti anno 1833 n° 340
- nome del luogo: Brozzi e S. Donnino, titolo della chiesa: S. Donnino (Prioria), abitanti anno 1551 n° 997, abitanti anno 1745 n° 875, abitanti 1833 n° 1680
-nome del luogo: Peretola, titolo della chiesa: S. Maria (Pieve) , abitanti anno 1551 n° 592, abitanti anno 1745 n° 771, abitanti anno 1883 n° 1271
-nome del luogo : Petriolo, titolo della chiesa: S. Biagio (Prioria), abitanti anno 1551 n° 682, abitanti anno 1745 n° 996, abitantianno 1883 n° 1460
- nome del luogo. Quaracchi, titolo della chiesa: S. Pietro (prioria), abitanti anno 1551 n° 230, abitanti anno 1745 n° 372 abitanti anno 1883 n° 501
- nome del luogo: Sala, titolo della chiesa : S. Lucia (Prioria), abitanti anno 1745 n° 338, abitanti anno 1833 n° 436
Totale abitanti anno 1551 n° 3611, totale abitanti anno 1745 n° 4843, totale abitanti anno 1833 n° 7816

domenica 28 marzo 2010

Cammino cristiano


DOMENICA DELLE PALME

Dal libro del Profeta Isaia

Il signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perchè io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perche io ascolti come i discepoli. Il signore Dio mi ha aperto l'orecchio ed io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il signore Dio mi assiste , per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.

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Cristo è il servo del Signore che si offre vittima volontaria per tutti gli uomini suoi fratelli, abbandonandosi con fiducia alla vlontà del padre.


COMMENTO


A mio parere Isaia ci indica la strada verso il signore, con le nostre incertezze e paure, ma avendo sempre la consapevolezza che dalla nostra parte ci sarà sempre Dio. Basta saperlo accettare. Bisogna percorrere la nostra strada di credenti con fierezza e nel rispetto di quanti non condividono il nostro cammino. Ma questo non ci esime ad andare avanti a testa alta incuranti delle offese che ci vengono rivolte nella cosapevolezza che un giorno arriveremo, se Dio vorrà, al suo cospetto, ed allora saremo ricompensati per quanto ognuno di noi avrà fatto nella propria vita.


Evy

domenica 21 marzo 2010

L' ADULTERIO Dal vangelo di Giovanni

V Domenica di quaresima (GESU' DISSE ALL'ADULTERA )



Il vangelo di Giovanni ci propone l'episodio dell'adultera: gli scribi e i farisei tendono un tranelo a gesù per poterlo accusare. Ma, inaspettatamente, la trappola non riesce e , anzi da accusatori, i farisei diventano accusati. Con il suo comportamento, Gesù smaschera le ipocrisie, le ingiustizie, i pregiudizi e mette ognuno di fronte alle proprie responsbilità. Nessuno può ergersi a giudice degli altri e ritenersi esente da colpa. Chi meglio di Cristo poteve dare un giudizio equo e condannare la donna ? Eppure nemmeno Lui lo fa, anzi, invita i presenti a riflettere sulla propria vita, a considerare i propri errori e , a poco a poco, quanti si erano riuniti intorno all'adultera per lapidarla se ne vanno.
Gesù allora, lascia andare la donna e la esorta a non peccare più. Ella comprende che Cristo non è venuto per condannare, ma per salvare quanti soffrono sotto il potere del peccato. Egli è il liberatore, colui che solo può offrire all'uomo il riscatto dalla schiavitù del male e del maligno. Gesù è venuto a togliere il peso alle pietre che avrebbero segnato la nostra condanna, affidando all'uomo un invito radicale: Va' e d'ora in poi non peccare più

Nicola Gori

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Commento

Il vangelo di oggi appare come un magnifico invito all'uomo a non giudicare se poi non vuoi tu stesso essere giudicato, aggiungo io.

Sopra si parla dell'adultera ma a parere mio si interpreta come l'adulterio dell'uomo (sia uomo che donna) sia perennemente perpetrato nei confronti di Dio.

Bisogna riuscire a capire gli altri, di qualsiasi condizione sociale, religiosa, di razza o sessuale. Questo è possibile solamente se l'uomo impara a dialogare con il prossimo. Solo attraverso il dialogo si instaura un rispetto reciproco senza pregiudizio. Quando non si conoscono le cose e le persone, è probabile che se ne abbia paura, ma se piano piano impariamo a conoscerle nel rispetto reciproco, e dialogando fino allo sfinimento, saremo, un giorno, in grado di non giudicare più il prossimo, ma solamente a rispettarlo secondo gli insegnamenti che ci ha dato Gesù.


Evy

venerdì 19 marzo 2010

Saggezza indiana 2

"Quando siete giunti in questo continente avete trovato un popolo di pelle rossa. Era in armonia con tutti gli esseri viventi. Ma voi non avete visto la sua bellezza sul cammino della vostra civiltà', guardate ora la disperazione che gli ha dato l'avervi conosciuto. E in quella disperazione ammirate quella che ogni giorno date a voi stessi."

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Invito tutte le persone che riusciranno ad entrare in questo blog a commentare quanto sopra
C' è molto da meditare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sono pensieri di un popolo che rimarrà sempre orgoglioso di se stesso, che è stato distrutto dalla cosiddetta civiltà bianca, ma vivrà in eterno in armonia con se stesso in quanto avevano ragione in tutto. Loro erano le persone civili. Loro erano La Civiltà, l'armonia e la giustizia.
Grazie di esistere e di averci fatto riflettere
Evy

Saggezza Indiana (da Geronimo)

SAGGEZZA INDIANA
Ci sono quattro strade che possono portarti dove vuoi andare. La prima ti conduce dove ti manda il tuo primo pensiero. Non è la strada giusta. Rifletti un poco. Affronti allora la seconda. Rifletti nuovamente ma non scegli ancora. Finalmente, alla quarta riflessione tu sarai sulla strada giusta. Così non rischierai più nulla. Qualche volta, lascia passare una giornata prima di risolvere il tuo problema. (Diablo)
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Gli anziani meritano il massimo rispetto, perché ci hanno tramandato le tradizioni, la cultura e la Lingua. Essi ancora oggi, con la loro saggezza, ci aiutano a rendere migliore la nostra vita.(Sinta Glesha)
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martedì 16 marzo 2010

Misericordia S. Martino a Brozzi


Dal primo verbale del gruppo, nel luglio 1971 , si legge che in una riunione presso la parrocchia di San Martino a Brozzi, viene deciso di dar vita al Gruppo Donatori di Sangue, con l'intenzione di poter effettuare i prelievi nel paese stesso e stimolare sopratutto i giovani a fare qualcosa per amore verso il prossimo.I partecipanti alla riunione decidono di costituirsi in un gruppo organico, facente capo alla Misericordia di Sesto Fiorentino.
La prima donazione fu effettuata il 21 novembre 1971, con molto entusiasmo e pochi mezzi a disposizione. I prelievi, che furono 17, furono effettuati servendosi dell'autoemoteca di Sesto Fiorentino, nella piazza I maggio. Fino dagli inizi il gruppo usufruì della preziosa opera del dott. Ridi, il quale, dalla seconda donazione fino al maggio 1973, oltre alle sue capacità mediche, mise a disposizione anche il suo ambulatorio e la sua casa. Il 18 gennaio 1973 fu costituito il Gruppo Donatori Fratres Brozzi, direttamente dipendente dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia e dei Gruppi di Donatori Sangue Fratres.Dal maggio 1973, il comune di Firenze autorizzò il Gruppo ad usufruire degli ambulatori comunali di Brozzi. Dal 1993 il gruppo si avvale degli ambulatori della Misericordia di San Martino Firenze Ovest, situati a Brozzi, in via Pistoiese n. 378.
Il gruppo, in questi anni si è organizzato tecnicamente sempre meglio, avvalendosi della preziosa collaborazione di medici, tecnici ed infermieri e donatori. Durante questi anni, il Gruppo ha provveduto a vivacizzare la sua attività con varie iniziative rivolte a far conoscere l'importanza della donazione di sangue, tra cui la Sagra del Ranocchio.
Sprone a tutte queste attività è stato Giancarlo Manetti che ha ricorperto per anni la carica di presidente della nostra associazione, a cui il Consiglio ha voluto dedicare il Gruppo Fratres di Brozzi.

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Oggi la Fraternita di Misericordia San Martino A Brozzi- Firenze Ovest (associazione ONLUS) svolge le seguenti attività:

ASSISTENZA Aa malati e persone bisognose;

TRASPORTO per analisi, visite, terapie e quant'altro di bisogno;

TRASFERIMENTI ORDINARI a mezzo ambulanza;

ATTREZZATURE per infermi e tramautizzati (sono disponibili letti tipo ospedaliero, carrozzine e stampelle) ;

AMBULATORIO MEDICO , INIEZIONI INTRAMUSCOLARI, MISURAZIONE PRESSIONE ARTERIOSA ED SERVIZI FUNEBRI.

Per chi necessita informazioni deve telefonare alla sede di via S. martino a Brozzi 6 (tel 055/307330) ed ambulatori posti in via Pistoiese 378 (tel 055/319033).

Inoltre esiste un POLIAMBULATORIO in via Pisoiese 378 con le seguenti attività:

Cardiologia- Elettrocardiogrammi- ECO

Chirurgia generale

Dermatologia- Diatermocoagulazione

Ecodoppler carotideo-Ecocardiografia

Ginecologia- Pap test- Geratria- Eco

Oculistica

Ortopedia

Otorinolaringoiatria

Psicologia

Reumatologia - MOC

Servizio infermieristico ambulatoriale per iniezioni intramucolo misurazione di pressione arteriosa dalle ore 18,00 alle ore 19,00.

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Per i suddeti servizi si ricercano volontari disposti a dedicare una piccola parte del proprio tempo per i più bisognosi. Fare volontariato vuole dire entrare in un mondo inimmaginabile. Tante persone hanno bisogno di aiuto. Pultroppo le lacune mostrate dalla nostra società possono essere colmate solamente dalla buona volotà dei singoli. La mia piccola esperienza di volontario, in erba, è stata a dir poco gratificante. L'umanità e l'umiltà ricevute dalle persone bisognose sono state qualcosa di indescrivibile. Devo dire con sincerità che è molto più quello che ho ricevuto, rispetto a quello che ho dato ,nel fare volontariato.

Così dice il signore: " OGNI VOLTA CHE FATE QUESTO AD UNA DI QUESTE PERSONE, L'AVRETE FATTO A ME.
Evy




domenica 14 marzo 2010

Parabola

IV domenica do Quaresima

La liturgia di questa domenica è caratterizzata dalla parabola del padre misericordioso, o del figliol prodigo.
L'evangelista Luca, in questo brano, mette in evidenza due elementi fondamentali: la misericordia del padre e la sofferenza del figlio .Dopo aver dilapidato i beni paterni ricevuti, il giovane si trova di fronte alla dura realtà: non ha più niente, è rimasto solo e sente nostalgia della famiglia. Con atto di umiltà e fiducia, trova il coraggio di tornare dal padre.
E' disposto ad afforontarele reazioni del genitore e la giusta condanna che vorrà infliggergli. Al suo arrivo a casa, inaspettatamente, il Padre non solo non lo condanna, ma ordina di fare festa. Il giovane rimane, allora, meravigliato, sente di essere importante per qualcuno e percepisce l'affetto del genitore. La parabola ha un messaggio: quel giovane siamo noi ogni volta che riconosciamo i nostri errori e i nostri peccati e torniamo con umiltà a Dio. Quel padre è Dio, ricco di misericordia, che attende con pazienza il nostro ritorno, senza conservare rancore, anzi, ordina di festeggiare e di rallegrarsi. Riflettiamo quanto possiamo far gioire Dio, quando ritorniamo a Lui dopo aver riconosciuto il nostro peccato.
NICOLA GORI

COMMENTO PERSONALE
Questa parabola è per noi un grande insegnamento di vita e ci indica quale è la retta via nel porsi nei confronti dei nostri fratelli e con Dio. E' importante riconoscere i propri errori ed il sapere perdonare quanto viene fatto contro di noi. Come Dio è pronto a perdonarci, noi dobbiamo sapere perdonare il nostro prossimo in qualsiasi momento. Come peccatore sono grato a Dio di aver potuto ascoltare la sua parola attraverso il Vangelo. Certo metterla in pratica appare molto difficile, ma se terremo un atteggiamento d'amore verso il prossimo, tutto può essere possibile.
Evy

venerdì 12 marzo 2010

storia di un borgo


La madonna del Pozzo Patrona di Brozzi viene venerata dal lontano 1584. L'immagine della vergine affrescata su frammento murario è conservata nella cappella a Lei dedicata in via di Brozzi 466.

Nel territorio che costituì l'antico comune di Brozzi il culto della Madonna assunse una devozione particolare. L'immagine di Maria è rafigurata in quasi tutti i tabernacoli: a Lei sono dedicati la chiesa di Peretola e i diversi oratori dellazona. Infatti a quello della Madonna del Pozzo fanno corona la Cappella Bargiacchi, la Madonna del Terrazzo, la SS.Vergine della Pietà alla Cupolina, la compagnia della SS: Annunziata a Peretola e la Mdonna del piano in Val di Rose (nel comune di Sesto F.no) Oratori e Tabernacoli custodivano propri ulti e tradizioni: Si tramanda come nelle solenni ricorrenze di queste espressioni di culto popolare, il trato distrada prospiciente l'oratorio della Madonna del Pozzo venisse coperto con un grande telo: Alla Cupolina la processione dell'8 settembre traversava l'oratorio per tornare alla parrocchia. Più significativa la tradizione riguardante il grande tabernacolo mediceo a Peretola detto " la Madonna delle Palle" ove una volta l'anno veniva approntato un altare nella strada per celebrare la messa. Ogni oratorio ha la sua leggenda riguardante la fondazione sempre ritenuta miracolosa ma scaturita da un principio di verità.

L'origine dell'oratorio della Madonna del Pozzo inizia da un curioso episodio tramandato dalla memoria popolare e storicizzato da un pievano di S. Martino a Brozzi. Lungo l'antica strada che da Firenze conduce al mare, nel tratto oggi via di Brozzi, esisteva un pozzo ad uso pubblico che, per la sua posizione, permetteva di rinfrancarsi a viandanti, pellegrini e bestie da tiro. Presso questo pozzo, durante un gioco che comportava l'uso di sassi circolari detti " murielle" uno di questi finì nel pozzo dalla cui profondità si levò un lamento; la cosa tanto incuriosì i Brozzesi che, asciugato il pozzo, ebbero la sorpresa di rinvenire un pezzo di muro con sopra dipinta l'immagine della Madonna con Gesù bambino. La cronaca ci tramanda le difficoltà del recupero della sacra immagine, pesante un quintale e mezzo, che godè subito di particolare venerazione tanto che venne alloggiata in un tabernacolo appositamente costruito presso il pozzo ove era stata rinvenuta.

Dalla conaca dell'evento, redatta dal pievano Domenico Ghisi negli anni 1623-1651, sappiamo essere il pozzo annesso alla casa di Bernardo Paoli con tutto ciò che ne seguì fino alla realizzazione dell'oratorio attuale.

Correva l'anno 1584 quando nel giorno dell'Assunzione, l'immagine si rivelò miracolosa: Alcuni frati francescani di passaggio si fermarono al pozzo per rinfrescarsi e, dopo avere dedicato la consueta devozione al tabernacolo si accorsero come i gigli che lo adornavano, nonostante la calura estiva, si mantenessero freschi emettendo un profumo soave; passata la voce iniziò un pellegrinaggio che coinvolse anche i paesi circostanti frutando in elemosine 800 scudi, sufficienti ad erigere un oratorio a protezione del tabernacolo; ma il progetto venne rimandato.

Il problema della costruzione di un oratorio si ripresentò negli anni 1593-1609 quando al pievano Girolamo Incontri si avvicendò suo nipote Guglielmo Mannini il quale fece erigere, a protezione del tabernacolo, una primitiva cappella assai modesta che occupava la sede stradale sporgendo braccia 3 (centimetri 180) per una larghezza di braccia 6. Pozzo e Tabernacolo, poichè erano allineati sul filo stradale, non permettevano la possibilità di realizzare un oratorio di firma diversa come precedentemente era stato fatto per quelli della Madonna del Terrazzo, di Sant'Anna e della Cupolina, costruiti sulla sede stradale. Inoltre un oratorio in senso classico avrebbe anche precluso l'accesso al pozzo e pertanto è facile ipotizzare un primitivo oratorio, privo della consueta profondità, qualcosa più simile ad una loggetta. Di tal forma e con analogo fatto è l'oratorio della madonna a Piè di Piazza a Pescia.

Nel 1612 alla pieve di Brozzi si avvicendò Pier Lorenzo Zaffini il quale trovò la piccola Cappella in completa rovina, tanto che si fece carico di prograrmarne la ricostruzione. La vicenda la troviamo conclusa nel 1630 quando il già citato pievano Domenico Ghisi raccolse e scrisse le notizie alle quali ci siamo attenuti.

La nuova Cappella fu ricavata da una comune abitazione di proprietà di Elena Bonsi, donna devota che abitava in una villa a Quaracchi, la quale si appropriò dell'oratorio e della venerata immagine facendone uso privato. Finalmente nel'anno 1637, dopo continue richieste dei parrocchiani, fu possibile rendere accessibile l'oratorio grazie alla disponibilità di Francesco Bonsi, il quale a proprie spese, realizò l'altare in pietra che attualmente racchiude la Madonna del Pozzo, patrona di Brozzi, collocata al centro di un dipinto di Alfonso Boschi raffigurante San Martino e San Carlo Borromeo sormontati da un gruppo di angeli. Nel frontone l'altare reca la scritta " refugium peccatorum". Ai Bonsi si deve anche la realizzazione del portale sormontato dal loro stemma gentilizio: L'oratorio restò a lungo sotto il patronato di questa famiglia e solo nel 1847 lo troviamo passato dal cavalier Lorenzo Bonsi al principe Mori Ubaldini.

Molti furono i miracoli attribuiti alla Madonna del Pozzo, ne riportiamo alcuni a suo tempo pubblicati da Mons. Carlo Celso Calzolai, che molti ricorderanno giovane cappellano in San baigio a Petriolo. Michele Guidi di Castello, da trent'anni ammalato di " umidezza" tornò guarito dopo aver venerato la madonna del Pozzo. Matteo di Iacopo Paoli Sammoro, Andrea Moschini,Tesso di Ripoli e Bastiano Batocchi di San Donnino riacquistarono la vista.

Come abbiamo detto sul portale dell'oratorio campeggia lo stemma dei Bonsi raffigurante una ruota, tanto che furono detti anche Bonsi Della Ruota. Tracce di questacasata sono ancora identificabili sul territorio circostante Brozzi: la ruota campeggia nell'architrave di un camino del secolo XV in una casa in via di Peretola 94, stemma che ritroviamo scolpito nel cartiglio di volta di un portale seicentesco al numero 61 di detta via dove, all'interno di questa casa, sul lavabo è ripetuta la ruota sormontata dalle seste ad indicare l'origine del Sesto della famiglia. I Bonsi, molto religiosi, furono patroni anche dell'oratorio della Madonna del Pianto ae alcuni ebbero la dignità cardinalizia. La loro cappella cittadina è nella chiesa di San Gaetano.

Leopoldo II, detto Canapone, quando nel 1825 volle assistere alla processione del Corpus Domini a Brozzi: "... destava meraviglia vedere le campagnole prodemente vestite, l'ornamento loro di seta, le perle che portavano al collo " . Questo flash di prosperità locale fu dovuto all'industria della paglia che proprio in quegl'anni raggiunse il massimo della sua prosperità.

L'oratorio della madonna del Pozzo è dotato di sagrestia e di un piccolo campanile a vela, si presenta nell'aspetto dato nel secolo XVII; il tutto, ben conservato, costituisce tutt'oggi riferimento nel borgo di Brozzi. In documento del 20 gennaio 1809, redatto dal pievano Giuseppe Beni e conservato nell'archivio di stato si legge: " portai al nuovo palazzo della Comune di Brozzi situato in luogo detto in faccia alla Madonna del Pozzo".

Il pozzo situato sulla destra della facciata dell'oratorio era inglobato nella casa confinante e si poteva attingere l'acqua mediante un'apertura a mò di finestra ma demolito negli anno sessanta del secolo scorso.

Alla Madonna del Pozzo, patrona di Brozzi, è dedicata una rarissima immagine votiva stampata nel 1921 dalla prestigiosa tipografia del Collegio Francescano di San Bonaventura a Quaracchi; un esemplare di questa immagine, forse più antica, è conservata dalla famiglia Cherubini a Brozzi e in questa si documenta lo stato del dipinto prima del restauro.

Tratto dalla ricerca storica di Marco Conti


PREGHIERA


O Maria, che col titolo " Madonna del Pozzo" il pololo di Brozzi da secoli ti onora e ti venera, volgi su di noi il tuo sguardo benigno.

Proteggi le nostre famiglie e fa che sempre più amino e seguono il tuo figlio e Salvatore nostro Gesù.

pensiero

Io sono nato nelle praterie dove il vento soffia libero e non c'è nulla che ferma la luce del sole. Io sono nato dove non c'erano costrizioni.
Non posso pensare che siamo inutili o che Dio non ci abbia creati: C'è un solo Dio che guarda giù su noi tutti: Non siamo i figli di un unico Dio: Il sole, il buio, il vento stanno ascoltando che cosa abiamo da dire.