FIRENZE CAPITALE
Nel 1859 i Lorena lasciarono Firenze. Con la seconda guerra di indipendenza,la Toscana si unì al Regno dei Savoia nell'Italia unificata, e Firenze divenne capitale per 5 anni, dal 1865 al 1870. Il centro storico urbano subì un complesso rinnovamento, che distrusse completamente il mercato vecchio ed il quartiere ebreo, vicino a Piazza della Repubblica. La Piazza rappresenta la distruzione di mille anni di stratificazione urbanistica, sostituiti da una disposizione geometrica anonima delle costruzioni, con alcuni monumenti lasciati intatti che emergono senza il collegamento con le costruzioni intorno loro.
Durante questo secolo, Firenze ha sofferto un processo di degradazione. La vecchia struttura non riusciva più a far fronte alle richieste della moderna vita urbana e la causa stava principalmente nel fatto che il nuovo contesto non era mai riuscito a raggiungere un equilibrio organico.
Con il progetto di Giuseppe Poggi per Firenze capitale d'Italia (1864-1870) - che provocò la demolizione delle Mura della città per la costruzione dei Viali di circonvallazione, la creazione del Viale dei Colli e Piazzale Michelangelo e lo sviluppo iniziale di nuovi quartieri residenziali sia all'interno dei Viali (il distretto della Mattonaia intorno a Piazza Indipendenza, il distretto di Maglio intorno a Piazza d'Azeglio) che all'esterno (Savonarola, San Jacopino, Piagentina) - e con la demolizione del centro urbano intorno al vecchio mercato (1885-1889) per la creazione della grande Piazza Vittorio Emanuele II (ora Piazza della Repubblica) e le costruzioni di edifici adibiti pricipalmente ad uso ufficio, cominciò la terziarizzazione del centro urbano, nei primi decenni del ventesimo secolo. In conformità con lo schema urbano di pianificazione di Poggi, la città si espanse velocemente fino ai colli vicini - via Vittorio Emanuele II all'ovest, Viale Volta all'est e Oltrarno lungo via Pisana oltre il Pignone, dove la fonderia ha rappresentato il primo nucleo industriale insieme agli alloggi degli operai.
Fino alla prima guerra mondiale, i problemi della città si accumularono senza un sostanziale intervento da parte dell'Autorità pubblica. Ad un livello sociale, il movimento operaio si sviluppò a difesa di una classe che viveva grandi difficoltà.
Fra il 1890 e il 1915, la popolazione crebbe fino a cinquanta mila. Fra il 1905 e il 1913, furono costruite 36.652 stanze e circa 2.000 dimore di basso-affitto. Le file di case a due piani delle Classi Medie erano conosciute come "trenini" e andavano da Ricorboli a San Gervasio, dalla valle del Mugnone a San Jacopino e Rifredi, provocando una versione in qualche modo provinciale della moderna architettura europea che, tuttavia, ora compare come non priva di qualità per bellezza e dignità soprattutto rispetto alle costruzioni di oggi.
Il carattere delle nuove zone residenziali della Classe Media emerge da questo passaggio da Aldo Palazzeschi: "Due mesi dopo, mi trovai nella parte opposta della città dove erano - ed ancora sono - i nuovi quartieri di Firenze alla Barriera delle Cure, conosciuto ai Fiorentini semplicemente come alle Cure. Qui il terreno coltivabile solo recentemente ha cominciato ad essere battuto, violato, sparso ed invaso dalle nuove costruzioni. Addio ai grandi e austeri palazzi signorili, all'architettura severa e magnifica, ai tetti a mensola, capitelli e cornici. Un'altra vita, un'altra luce, un'aria differente.
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