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domenica 8 gennaio 2012

FIRENZE i grandi Nomi del Sedicesimo Secolo

I GRANDI NOMI DEL SEDICESIMO SECOLO
Leonardo, anche se divenne famoso alla corte dei Medici, dove la famiglia gli aveva commissionato dei lavori per portare gloria al loro nome, effettuò le sue prime esperienze artistiche a Firenze, dove rimase fino al 1482, quando lasciò Firenze per Milano, non soddisfatto di rimanere presso i Medici, incapace di conformarsi alla filosofia della corte. Al suo ritorno nel 1500 la città era ancora Repubblicana, ma non per molto tempo (1512). La neo-platonica ideologia vaga ed evasiva era ora stata sostituita dalla concezione empirica del Machiavelli dello Stato moderno. Michelangelo e Raffaello avevano già creato una differente atmosfera artistica a Firenze e, mentre Leonardo fu accolto da Milano, Michelangelo si mosse alla volta del centro artistico di Roma nel 1504.
I grandi Mecenate di questo periodo furono i Papa Clemente VII, Giulio II e Leone X. Raffaello arrivò a Firenze da Urbino lo stesso anno della partenza di Michelangelo da Roma. Vi rimase quattro anni, abbastanza a lungo per lasciare una traccia della sua diversa concezione dell'arte: mezzo che giustifica le sue finalità e adempia alla ricerca della perfezione tecnica e della forma ideale. Questa concezione dell'arte, insieme alla complessa e drammatica eredità lasciata da Michelangelo e all'agitata e raffinata sensibilità di Leonardo, costituiscono la base del Manierismo.
Michelangelo tornò da Roma nel 1516 per progettare la facciata della chiesa di San Lorenzo su richiesta del papa Leone X, della famiglia de' Medici. Questo progetto fu successivamente annullato e rivolto alla Sagrestia della Chiesa per le tombe di Giuliano e Lorenzo de' Medici. Nella stanza principale e nel corridoio della biblioteca Laurenziana, con la dominante scala centrale, che dà l'impressione di un'onda che segue una cascata, sostenuta da un lato dalla balaustra e dall'altro dalla spessa linea degli alti gradini, Michelangelo anticipò le caratteristiche dello stile Barocco, con lo spazio forzato verso l'interno.
A seguito dell'assedio di Firenze da parte degli Spagnoli nel 1529 e la caduta della Repubblica, nel frattempo ristabilita dal Duca Alessandro de' Medici, Michelangelo fu costretto nuovamente a lasciare Firenze. Nel 1534 fu richiamato a Roma per iniziare gli affreschi della Cappella Sistina. Nel frattempo l'aspetto della città di Firenze, fino ad allora composto da vie e palazzi del quindicesimo e sedicesimo secolo, con cortili e giardini interni, cominciò a tendere verso piazze spaziose, dove iniziarono incontri e rappresentazioni teatrali. Giorgio Vasari, pittore, architetto, storico d' arte, trasformò il Palazzo degli Uffizi in un grande corridoio che attraversa la città. Bartolomeo Ammannati, scultore ed architetto, trasformò Palazzo Pitti in un'edificio dalla grande facciata. Bernardo Buontalenti che succedette l'Ammannati come architetto alla Corte della famiglia de'Medici, è un esempio vivace della versatilità della cultura di quel periodo. Questo carattere straordinario fu capace di riconvertire la progettazione urbanistica della città di Livorno, come di progettare i gioielli per la Duchessa o preparare i progetti per il Forte Belvedere.

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