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domenica 10 agosto 2014

IL CANONE DELLA BIBBIA

IL CANONE  DELLA BIBBIA
Per gli Ebrei e per i Cristiani.

Dalla originaria designazione di “ strumento di misura” il canone (dal greco Kanon, asta di misurazione)ha assunto il significato di “elenco”, “ norma” . In questa eccezione il canone indica la raccolta degli scritti biblici riconosciuti come ispirati da Dio e normativi per la vita e la fede degli Ebrei e dei Cristiani.
Il canone degli ebrei è limitato al solo Antico Testamento, che si compone di 39 libri (gli ebrei non riconoscono il Nuovo Testamento). Poiché sette libri dell’Antico Testamento erano stati scritti in greco, le autorità religiose ebraiche non li accettarono nel loro canone. Questi libri sono : Tobia, Giuditta, Sapienza, Siracide, Baruc, Primo e Secondo libro dei Maccabei.
La chiesa cattolica, invece li ha accolti  chiamandoli deuterocanonici, cioè accolti in un “ secondo” (in greco deuteros) “canone” (in greco Kanon) e cos’ i libri dell’Antico Testamento nella Bibbia sono 46.
Il Canone dei Cristiani oltre ai 46 libri dell’Antico Testamento, comprende anche i 27 libri del Nuovo Testamento . La fissazione del canone dei libri del Nuovo testamento non fu facile, perché alcuni libri ( come la lettera di Giacomo. La prima lettera di Pietro, la seconda lettera di Giovanni) non compaiono nei primi elenchi dei libri accolti dalla chiesa.
L’elenco ufficiale e definitivo dei libri canonici sia dell’Antico Testamento (46 libri) sia del Nuovo Testamento (27 libri) fu stabilito dal concilio di Trento (1546), che ne fissò il numero, il nome e l’ordine.
Le chiese Protestanti accolgono invece il canone degli ebrei per l’Antico Testamento (39 libri) e chiamano i sette libri deutorocanonici (che non riconoscono) con il nome di “ apocrifi (cioè libri da tenere “nascosti” e da non leggere in pubblico.



LIBRI DEL NUOVO TESTAMENTO

I LIBRI DEL NUOVO TESTAMENTO (La buona notizia di Gesù
 La seconda grande parte in cui è suddivisa la Bibbia è costituita dal Nuovo Testamento. Sono 27 i libri che lo compongono e il loro contenuto verte sulla persona di Gesù e la sua predicazione (i Vangeli), come pure sulla predicazione degli apostoli ( ricordiamo soprattutto le 13 lettere di San Paolo, che ogni domenica vengono proclamate) e sulla vita delle prime comunità cristiane (gli Atti degli Apostoli, e l’Apocalisse, che descrivono l’attualità missionaria agli inizi della chiesa, e il destino di sofferenza e di gloria riservato al cristiano e ala sua comunità di fede).
I vangeli ci sono giunti lungo un ampio arco di tempo che abbraccia tre tappe: la predicazione di Gesù (che non ha lasciato nulla di scritto), la predicazione degli apostoli (centrata sull’annuncio fondamentale della passione.morte-resurrezione di Gesù) e l’opera degli evangelisti che hanno fissato nello scritto la predicazione e i miracoli di Gesù, a partire presumibilmente dall’anno 70 d.C..
Sebbene il Vangelo (termine greco che significa “buona notizia”, da preferire a “buona novella”) sia uno solo, tuttavia esso ci è giunto attraverso lo scritto di quattro evangelisti: Matteo, Marco, Luca, Giovanni.
Il Vangelo secondo Matteo presenta Gesù Cristo come il nuovo Mosé, che dona all’umanità la nuova legge del Vangelo, e vede nelle opere e nelle parole di Gesù Cristo il compimento delle promesse messianiche e delle benedizioni bibliche. Si compone di 28 capitoli e risale all’anno 80 d.C. circa.
Il Vangelo secondo Marco lungo 16 capitoli che lo compongono delinea l’identità di Gesù: è il Messia (o il Cristo, cioè il “Consacrato”) e il figlio di Dio. E’ stato scritto dopo il 70 d.C..
Il Vangelo di Luca è particolarmente attento all’universalità della salvezza offerta da Gesù e alla sua grande misericordia verso i peccatori, i poveri e i malati. La composizione dei suoi 24 capitoli risale agli anni 80/90 d.C.
Il Vangelo secondo Giovanni è chiamato “il Vangelo spirituale”, a motivo dell’approfondimento delle parole, dei segni e dei simboli che caratterizzano la predicazione di Gesù Si compone di 21 capitoli, databili 90/95 d.C.


I simboli dei quattro evangelisti sono: Matteo (angelo); Marco (leone); Luca (bue); Giovanni (acquila). Questi simboli sono impressi nella decorazione marmorea del Tempio di San paolo , Alba (CN).

APRITI ALLA VERITA'

“APRITI ALLA VERITA’. PORTERAI LA VITA”
Vocazioni, testimonianza della verità

Domenica 11 maggio 2014 celebriamo  la 51° Giornata Mondiale do Preghiera per le Vocazioni. Il tema proposto, Vocazioni, testimonianza della verità, insieme allo slogan Apriti alla Verità, porterai la vita, sono un invito a considerare ogni vocazione come testimonianza, vissuta in modo originale e personale della verità assoluta che è Dio, e della verità della vita.
“ Se l’eucarestia è… corpo spezzato e sangue versato per la salvezza dell’umanità,  anche la vita del credente è chiamata a modellarsi sulla stessa correlazione di significati: …bene ricevuto che tende, per natura sua, a divenire bene donato… E’ la verità della vita, d’ogni vita”
La verità della vita (bene ricevuto, bene donato) è il progetto fondamentale che Dio ha posto nel cuore di ogni uomo, perché ciascuno possa camminare verso la realizzazione di se e della propria vocazione, della propria verità! Alla chiesa è richiesta la consapevolezza di dover compiere una missione di verità , in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura d’uomo, della sua dignità, della sua vocazione.
Siamo chiamati a pregare perché ogni persona si apra ai donoi di Dio, Verità assoluta, possa scoprirli nel suo cuore e vi riconosca la propria vocazione.



APOCALISSE

Un linguaggio da decifrare

Caratterizzato dal ricorso alle visioni e ai simboli, alle immagini e ai fenomeni naturali, il linguaggio dell'apocalittica (da cui deriva il termine apocalisse) , si è sviluppato nell'ambiente ebraico, e in seguito a quello cristiano, fra il III secolo a.C. e il II secolo d. C.
nella sua origine greca, il termine apokalypsis (apocalisse) significa rivelazione, svelamento, manifestazione .
Con il linguaggio apocalittico, particolarmente usato nei momenti più drammatici della storia del popoplo biblico e delle prime comunità cristiane perseguitate, ci si proponeva infatti di " rivelare" le parole confortatrici rivolte da Dio ai suoi fedeli e di rassicurali che il suo intervento avrebbe riportato la vittoria del bene sul male.
Il ricorso a questo linguaggio cifrato, particolarmente presente nei libri profetici della Bibbia e in diversi scritti del Nuovo Testamento (pensiamo solo al libro dell'Apocalisse) , era motivato dal fatto che chi scriveva voleva evitare ogni riferimento diretto ai personaggi e alle vicende narrate, per non rischiare di esporre maggiormente al pericolo la vita delle singole persone e delle comunità coinvolte.
I simboli e le immagini più frequenti nella letteratura apocalittica si ispirano al mondo dell'uomo (le parti del suo corpo, le vesti, il sangue, le armi) e al mondo degli animali (descritti ora come immagini di ferocia violenza, ora come rappresentazione dei persecutori e dei nemici, o come strumenti di punizione dell'uomo: vedi il libro di Daniele e l'Apocalisse.
Come pure si ispirano al simbolismo dei colori (il bianco, il rosso, la luce, le tenebre, il buio) e ai fenomeni atmosferici e naturali (il fuoco, la tempesta, il terremoto,, il fumo, i fulmini, il mutamento degli astri, del sole e della luna)
Nel leggere la Bibbia occorre saper decifrare questo linguaggio, per non correre il rischio di interpretare le immagini e i simboli alla lettera e così trasformare il messaggio di consolazione e di vittoria che essi trasmettono in una visione catastrofica del mondo e della storia. E' ciò che il termine "apocalisse" non intende dire, anche se oggi questo è il significato che erroneamente e senza fondamento si è maggiormente diffuso.