GUELFI E GHIBELLINI
Il periodo di pace che seguì l'installazione del governo sotto un podestà non durò a lungo. Il 1216 segna l'inizio degli scontri che afflissero la società fiorentina per l'intero secolo, dividendo i cittadini fra Guelfi e Ghibellini. Nel 1244 i nobili Ghibellini, che erano al potere, decisero di estendere la base sociale del governo, in modo da ottenere il favore del Classe media mercantile. Fu il preludio del periodo che doveva essere conosciuto come "Primo Popolo". Solo alcuni anni più tardi, nel 1250, commercianti e artigiani riuscirono a usurpare il potere dei nobili Ghibellini e ad iniziare una nuova Era politica.
Il militum Societas fu abolito, nelle speranze di calmare l'arroganza dei nobili ed impedire il loro ritorno al potere. Così tutte le torrette dovettero essere ridotte ad un'altezza di 29 metri. Era l'inizio di un altro periodo di pace e prosperità, dove si affermò il potere economico e finanziario della città. La prova di questa eccezionale espansione economica fu la coniatura, nel 1252, del Fiorino d'oro, che si aggiunse al Fiorino d'argento, coniato fin dal 1235. Durante il periodo "del Primo Popolo" crebbe la popolazione della città e si svilupparono nuove costruzioni pubbliche. Nel 1255 iniziò la costruzione di quello che doveva essere il Palazzo del Popolo, oggi Bargello, eretto per alloggiare i Consigli del comune. Con la sua forma imponente e la merlatura di torrette superò tutte le altre torrette della città. Era l'espressione dell'architettura della nuova Era politica.
Alla battaglia di Montaperti, però, nel 1260, i Fiorentini furono sconfitti dai Senesi, e questi iniziarono a cancellare tutto quello che la Classe media mercantile aveva costruito politicamente. Quando i Ghibellini ripresero il potere e ristabilirono le vecchie istituzioni, decretarono la distruzione dei palazzi e delle torrette e delle case di proprietà degli esponenti principali del partito dei Guelfi nella città e nei dintorni. La città fu coperta di pietriccio, e 103 palazzi, 580 case e 85 torrette furono completamente demoliti, altrettanti edifici furono danneggiati. Per sei anni Firenze fu costretta a subire gli oltraggi dei Ghibellini e sarebbe stata distrutta se non fosse stato per la difesa impavida di Farinata degli Uberti alla convenzione di Empoli. I Ghibellini, che temevano il potere della gente furono costretti ad accettare che il Papa Clemente IV facesse da mediatore di pace fra le opposte fazioni. Il Papa favorì apertamente la fazione dei Guelfi, che riuscirono così a riconquistare il potere e a reintrodurre le istituzioni politiche abrogate dai Ghibellini.
Nel frattempo, due nuovi partiti cominciarono a ricevere consenso fra la gente: i "Magnati" o imprenditori (persone i cui gli obiettivi furono ritenuti pericolosi per la popolazione nel suo insieme, in altre parole per i nobili Guelfi e i rimpatriati Ghibellini, principalmente grandi proprietari di case e terre) e i "Popolani" o operai (commercianti ed artigiani organizzati nelle cooperative ed alternativamente divisi nei "grassi" e nei "minuti", secondo l'ampiezza dei loro interessi economici). Nel 1293, il processo storico cominciato nel dodicesimo secolo doveva raggiungere la relativa conclusione naturale - ai Magnati fu proibito di partecipare alla vita politica della città. Nell'ultima parte del tredicesimo secolo Firenze raggiunse lo zenith del suo sviluppo economico e demografico. In questo periodo furono fatte grandi opere nei campi dell'architettura e dell'urbanistica, e questo fu reso possibile dalla formidabile accumulazione di capitale derivata dall'espansione delle attività commerciali e finanziarie. La popolazione continuava ad aumentare, e nuove Mura erano necessarie. Così, nel 1282, fu progettata una cinghia lunga 8.500 metri, che includeva una superficie di 430 ettari, cinque volte quella dell'area urbana precedente. Questo sesto ed ultimo cerchio di Mura, furono l'impegno finanziario più grande mai intrapreso dal Comune fiorentino. Per questo motivo il lavoro procedette molto lentamente, fu interrotto più di una volta a causa della guerra e non finito fino al 1333. Gran parte delle Mura furono demolite nel diciannovesimo secolo e soltanto alcuni tratti, Oltrarno e le Porte principali ancora esistono.
Alla fine del tredicesimo secolo Firenze poteva giustamente considerarsi la città principale dell'Occidente. Gli imprenditori allora al potere, decisero di costruire due edifici che simboleggiassero la ricchezza e il potere della città: la nuova cattedrale ed il Palazzo della Signoria. Arnolfo di Cambio fu l'eccezionale figura che progettò entrambe le costruzioni, come pure tutti gli altri lavori importanti promossi dal governo delle cooperative, compreso le nuove Mura. Nel 1296 cominciò la ricostruzione della vecchia cattedrale di Santa Reparata. La nuova costruzione, non più dedicata al Santo palestinese, ma alla Madonna, subì diversi cambiamenti nella grandezza e nella forma, nel corso della costruzione che durò quasi un secolo. Il progetto dell'Arnolfo fu mantenuto basicamente. La costruzione della grande chiesa franciscana di Santa Croce è, anch'essa, attribuita all'Arnolfo di Cambio e rappresenta uno dei monumenti più prestigiosi eretti alla fine del tredicesimo secolo.
Quando la città e la campagna furono organizzate in distretti, nel 1292 e la costruzione di nuove Mura della città cominciarono, una nuova serie di misure urbane fu intrapresa. Le numerose torrette furono fiancheggiate da palazzi che i commercianti della Classe Media dei Mercanti costruirono come simbolo e segno visibile della loro ricchezza e del loro potere.
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