geronimo

martedì 18 marzo 2014

CALVINISMO

CALVINISMO
Confessione cristiana che ha in Giovanni Calvino l’esponente principale. Il calvinismo è una forza storica di notevole consistenza e di proporzioni oggi mondiali, sorta come articolazione della Riforma Protestante: ha svolto un ruolo di primo piano non solo nel rinnovamento della cristianità del XVI secolo, ma anche nella formazione del mondo moderno, europeo e nordamericano. Il calvinismo è, dunque, un particolare tipo di protestantesimo, di cui Calvino è senza dubbio l’esponente principale e più influente , ma che egli non ha creato, dato che è sorto prima e indipendentemente da lui, e alla cui costruzione hanno contribuito molti altri teologi che hanno preceduto o affiancato la sua opera.
Il termine stesso calvinismo sembra essere stato forgiato con intenti polemici da un teologo luterano , Joachin Westphal, tra il 1549 e il 1555, nel tentativo di screditare questo tipo di protestantesimo (che in più luoghi stava soppiantando il luteranesimo) e di arginare l’espansione in Germania. Calvino rifiutò di chiamare calvinismo la riforma della chiesa  che ha in lui l’esponente di maggior spicco , ma nonostante questa sua opposizione il termine si affermò rapidamente, anche fuori dagli ambienti luterani che lo hanno creato. E’ dunque, significativo che nessuna delle chiese nate dalla Riforma di cui Calvino fu il protagonista  si sia chiamata calvinista. Si sono chiamate e si chiamano “riformate” (sottintendendo: secondo la parola di Dio, cioè secondo le Sacre Scritture dell’Antico e del Nuovo testamento) oppure, negli Stati Uniti e in molte chiese sud americane, africane e asiatiche nate da iniziative missionarie statunitensi “presbiteriane” (per l’importanza che l’ordinamento ecclesiastico calvinista  ha il  “presbiterio” , cioè un gruppo di comunità vicine strettamente collegate  tra loro così da costruire un unità e un soggetto ecclesiale di base), oppure  ancora “ evangeliche”  (come la chiesa evangelica Valdese in Italia) . Vi sono poi chiese calviniste  che rinunciano a qualunque qualifica  particolare (come la chiesa di Scozia) . Come s’è detto: nessuna chiesa calvinista si chiama così.
L’elaborazione del Calvinismo:
Il tipo di cristianesimo e di protestantesimo comunemente chiamato calvinismo fu in realtà concepito ed elaborato nelle sue linee di fondo a Zurigo da U. Zwingli (1484-1531) e dal suo successore H. Bullinger (1504-75) ; a Basilea da J. Houschein (1482-1531): a berna da B. Haller (1492-1536) e V. Capitone (1478-1541), ma anche dal francese G.Farrel (14891565) , che operò soprattutto inSvizzera romanda; dal polacco G. Lasco (1499-1560)  che operò in diversi paesi europei; dall’italiano Pietro martire Vermigli (1500-62),esule dal 1542 prima a Strasburgo, poi in Inghilterra, infine a Zurigo; dallo scozzese John Knox (1505-72). Discepolo di Calvino; dagli svizzeri G. Vadiano (1483-1551), riformatore di S. Gallo, e P. Viret (1511-71), attivo a Losanna prima e in Francia meridionale poi; e da molti altri.
Questa lista di nomi che potrebbe essere facilmente allungata, dimostra che il protestantesimo chiamato (più o meno propriamente) “ calvinismo” nacque prima di calvino nella svizzera tedesca  nel decennio 1520-30) e divenne ben presto un fenomeno europeo. A questo contribuì in maniera determinante Calvino  con un progetto originale di riforma che, pur ponendosi in sostanziale continuità con quelli di Lutero e di Zwingli, si discosta da entrambi su più punti, mentre accoglie diversi elementi del riformatore Martin Bucer (1491-1551) appresi e gia messi in opera durante il soggiorno a Strasburgo (1538-41).
Il credo delle Chiese3 “riformate” è esposto in una serie di documenti ormai classici come : La Fidei ratio di Zwingli (1530), indirizzata all’imperatore  Carlo V; la Fidei exspositio (1531), ancora di Zwingli indirizzata a re di Francesco I ; le due confessioni di fede della chiesa di Basilea (1534 e 1536); la confessione di fede della chiesa di Boemia, in seguito adottata anche dai calvinisti polacchi (1535) ; il catechismo di Ginevra (1537(; il consenso di Zurigo tra le chiese di Ginevra e di Zurigo sulla comprensione della Cena del Signore (1549); le confessioni di fede della chiesa di Francia (gallicana 1559), dei Paesi Bassi (Bellica 1559), di Scozia (Scotica 1560), della Svizzera (Helvetica posterior 1566), di Polonia (Consenso di Sendomir 1570), d’Inghilterra (Westmister,1646), il Catechismo di Heidelberg (1563).
La fede cristiana riceve, nel calvinismo una forte impronta confessante  e militante. Anche nel 900 il protestantesimo riformato  ha prodotto numerose “confessioni di fede” nei più svariati contsti storici e culturali, in particolare nel Terzo Mondo. In Europa è da segnalare la Dichiarazione Teologica di barman (1934), con cui la Chiesa confessante tedesca oppose resistenza al movimento fiolonazista dei “cristiano tedeschi” : questo importante documento teologico politico, che reca una forte impronta riformata, fu redatto, nelle sue linee essenziali, dal calvinista Karl Barth.
Le caratteristiche principali del Calvinismo possono essere così individuate:
Mentre Lutero ama opporre Evangelo e Legge, Calvino e il calvinismo sottolineano di più il valore positivo della Legge sostenendo che l’Evangelo è il contenuto della Legge e che quest’ultima  è la forma dell’Evangelo. Calvino ha molto insistito sull’unità dei due Testamenti (Antico e Nuovo) e sulla continuità del Patto di Dio con il suo popolo.
Non stupisce quindi che in ambito calvinista, prima che in ogni altra confessione cristiana, ci sia resi conto del legame profondo esistente fra Israele e la Chiesa e come questo rapporto vada recuperato, perché la chiesa l’ha rimosso fin dai primordi della sua storia.
Mentre Lutero mette al centro di tutto l’amore incondizionato di Dio che giustifica gratuitamente il peccatore e lo salva senza meriti per pura grazia, Calvino, che condivide e ribadisce questo Evangelo, ne prolunga le linee insistendo sulla necessaria santificazione del credente giustificato. La riforma è, si, riforma della dottrina, ma anche della vita.
Con Calvino, in maniera più marcata  che con Lutero , avviene quella che è stata chiamata la “ secolarizzazione della santità” , cioè la trasposizione della intera sfera dell’esistenza umana nel quadro della santificazione divina e della consacrazione umana. E’ questa santificazione  della vita, di cui la santificazione del lavoro è il pilastro principale, che diede un impronta particolare ai seguaci di Calvino. Il calvinismo ha dato vita a quella “ascesi intramondana” che, da un lato, ha accelerato il collasso delle strutture economiche feudali, e dall’altro, ha introdotto nei processi produttivi atteggiamenti e comportamenti che hanno favorito, senza determinarlo, lo sviluppo del capitalismo. Sia rimuovendo remore e ostacoli (come per esempio il rifiuto di produrre ricchezza perché considerata peccaminosa in se) , sia incoraggiando virtù sociali come la vita parsimoniosa, l’austerità dei costumi, la santificazione del lavoro manuale vissuto come vocazione, la diligenza e la perizia professionale, la creazione di ricchezza non da consumare ma da reinvestire. Tutto questo ha contribuito molto a modellare la moderna società occidentale e ad animare interiormente quella che è stata chiamata la “civiltà del lavoro”.
Il credente calvinista  può investire le sue energie morali e spirituali migliori nel mondo, non dovendole investire nella ricerca o costruzione della propria salvezza: questa è tutta e solo opera e dono di Dio, che fin dall’eternità elegge e destina gli eletti alla salvezza.
La dottrina della predestinazione non occupa in Calvino il posto centrale che occuperà nel calvinismo, di cui divenne in qualche modo e per un certo tempo la bandiera. Il sinodo di Dordrecht (1618-19) segnò la vittoria dei fautori della predestinazione contro i suoi critici chiamati “arminiani” . Nel 900 K. Barth ha ripensato e fondato questa dottrina, ribadendone il significato evangelico come dottrina d’elezione, ma abbandonando totalmente la teoria della “ doppia predestinazione”, secondi cui alcuni sono dannati dall’eternità per decreto divino. Il no di Dio è caduto su Cristo, che lo ha cancellato per sempre.
Le chiese calviniste o riformate seguono i quattro principi che riassumono il messaggio della Riforma protestante: sola fide( per sola fede), sola gratia (per sola grazia) , sola scriptura (solo la scrittura) , solus Christus (solo Cristo) . Sul piano etico esse sottolineano  il valore dei 10 Comandamenti, riassunti nel doppio  comandamento dell’amore di Dio e del prossimo e insistono sulla libertà e responsabilità di ogni credente davanti a Dio per le scelte concrete.
Sul piano organizzativo, le Chiese calviniste adottano l’ordinamento sinodale: il sinodo, costituito dai deputati (pastori o laici) delle Chiese locali o dei sinodi regionali, è la massima autorità terrena della Chiesa. A livello locale la chiesa con i suoi ministri si autogoverna sotto l’unica autorità della Parola di dio..
Le chiese calviniste o riformate d’Europa vivono dal 1973 in piena comunione ecclesiale con le chiese luterane grazie alla Concordia di Leunberg. L’Alleanza Riformata Mondiale esiste dal 1875 (con sede a Ginevra)  e raggruppa 175 Chiese in 84 paesi del mondo, con 65 milioni di membri. Il calvinismo è in forte espansione in alcuni apesi del terzo mondo (in Corea specialmente9 e ha dato e continua a dare un grande e convinto contributo al movimento ecumenico.

GIOVANNI   CALVINO

Nome italianizzato del riformatore francese Jean Cauvin (Noyon 1509-Ginevra 1564) . Di formazione umanistica (a 23 anni commentò il Dea clementia di seneca), laureato in giurisprudenza, Calvino aderì alla Riforma in circostanze tutt’ora non chiarite, tra il 1533 e il 1534, con una “ conversione improvvisa” (come egli stesso la chiama) , e si mise prontamente  al servizio della fede e della comunità riformata (soprattutto francese, già duramente perseguitata dal re Francesco I). Scrisse, perciò nel 1535 e pubblicò a Basilea nel 1536 l’Istituzione della religione cristiana, preceduta da un importante lettera al re di Francia, per indurlo a desistere dal perseguitare gli “ evangelici” , ingiustamente accusati   di sedizione. L’istituzione, apparsa prima in latino e poi in francese, crebbe con il passare dagli anni iniziali 6 capitoli agli 80, suddivisi in quattro libri, dell’ultima edizione curata da Calvino nel 1559, diventando così, nella letteratura religiosa del XVI secolo la più organica e complessa esposizione della fede riformata, un’opera di importanza decisiva per l’autocomprensione del protestantesimo e per la sua diffusione in Europa e nel Nuovo Mondo.
Il nome di Calvino è indissolubilmente legato a quello di Ginevra, la città che con lui divenne la “ capitale” del protestantesimo non luterano, la principale città di rifugio per innumerevoli protestanti esuli per motivi di fede (tra questi numerosi italiani) , e, tanto più dopo la creazione dell’Accademia nel 1559, il maggiore centro propulsore del protestantesimo “ riformato” (quello cioè di tipo Zwingliano-calviniano) in vari paesi d’Europa. Calvino è stato, tra i più grandi riformatori del XVI secolo, il più Europeo . Su Calvino pesa l’ombra di aver mandato al rogo lo spagnolo Michele Servito (1511-53), pensatore non conformista e intellettuale itrepido, che coltivò svariate discipline e sfidò, in più campi, le opinioni tradizionali: la negazione della Trinità gli fu fatale. I “ figli di Calvino”, cioè i ginevrini, compirono nel 1903 un gesto riparatore, tardivo ma significativo, nei confronti di Servito e della sua memoria, erigendo nel luogo del suo supplizio un monumento espiatorio.

Se con l’istituzione Calvino ha fornito alla cristianità riformata un pensiero teologico robusto, ben strutturato e molto limpido, quindi particolarmente adatto alla testimonianza di una comunità militante , con le Ordonnanaces ecclesiastiques (ordinamenti ecclesiastici) del 1541 egli ha letteralmente riformato la Chiesa,  cioè ne ha ridisegnata la forma: scomparsa la figura del vescovo, ogni comunità è retta collegialmente da quattro ministri (pastore, dottore, anziano e diacono) , coordinati tra loro ma nessuno subordinato agli altri. Con Calvino nasce un nuovo modello di Chiesa.

giovedì 6 marzo 2014

CATARI

CATARI

Il termine (dal greco Katharoi: i puri) , affiora nel secolo XII a designare alcune tendenze religiose caratterizzate da un radicale impegno ascetico e da una visione  fortemente dualistica , basata sull’esistenza  di due principi originari, quello del Bene e quello del Male. L’espansione dei Catari, detti anche bulgari , concorenzensen, pubblicani, patarini, albigesi , si verificò soprattutto a partire dal XII secolo in Italia settentrionale, in Toscana, in Svizzera, nella Francia meridionale, nelle Fiandre e in Germania.
La dottrina catara : convinzioni basilari dei Catari erano : l’idea di Dio considerato eterno e onnipotente, creatore di ogni cosa a partire non dal niulla ma dalla propria sostanza; il convincimento sulla presenza  nel tempo di una radice del male in grado  di inficiare ogni manifestazione originariamente buona; la persuasione circa la mancanza di libertà nella creatura e circa la negatività della materia, irrimediabilmente caduca e impura, specie nelle sue manifestazioni corporee; infine l’interpretazione della figura di cristo alla stregua di un angelo, adottato da Dio, che aveva assunto le parvenze  umane, e la cui missione non consisteva nell’espiare i peccati e nel salvare il mondo, ma nel richiamare  il principio della bontà presente nel cielo e del pari intrinseco in ogni uomo . La traduzione associativa di simili idealità determinò una bipartizione in seno ai gruppi che in varia misura le condividevano. Centrale, restava al loro interno, un’accolta di profeti , o apostoli, gerarchicamente distinti in vescovi e diaconi. Essi erano incaricati della predicazione  e dovevano condurre una vita scetica , caratterizzata dalla rinuncia al matrimonio e alla proprietà di beni  e da rigorose interdizioni alimentari. Un lungo periodo di addestramento precedeva l’ingresso fra i perfetti, celebrando mediante il rito del consolamentum, cioè con la solenne imposizione delle mani e con la consegna del  Pater noster. La massa dei credenti, detti auditores o credentes, non erano tenuti alle severe norme morali dei perfetti e inoltre potevano rimanere esternamente uniti alla Chiesa ; ricevevano comunque, prima della morte, il consolamentum, indispensabile per la salvezza.
La repressione del movimento Cataro:

Le notevoli proporzioni assunte dal movimento nel sud della Francia, dove i catari vennero denominati Albigesi, da Albi, il centro della loro più decisa affermazione, indussero i vescovi e papi a impostare un opera di contenimento, confutazione, repressione. L’iniziativa di celebri predicatori, tra questi spiccò S. Domenico, venne presto affiancata dall’intervento militare, che diede origine nel 1209 alla crociata, detta appunto albigese, nella quale motivi religiosi si intrecciarono a quelli politici. L’aspro conflitto terminò dopo vent’anni con la sconfitta del moto cataro. Esso tuttavia non si estinse, ma continuò a vivere in piccoli cenacoli, presi di mira dall’Inquisizione, che da allora si andò efficacemente organizzando.

ESERCITO DELLA SALVEZZA

ESERCITO DELLA SALVEZZA

L’Esercito della Salvezza ( in inglese: Salvation Army) , è un movimento religioso caritativo fondato nel 1865 dall’ex pastore metodista William Booth (Nottingham 1829-Londra 1912) nello scenario fortemente degradato dei sobborghi proletari di Londra questi alternò l’organizzazione di mense e dormitori per i poveri alla predicazione, attenendosi al puro testo biblico e rigettando invece ogni apparato dottrinale e ogni pratica sacramentale per puntare su un volontarismo che, nello stile di assoluta probità e nel forte impegno personale di annuncio e servizio, rendesse testimonianza  dell’avvenuta conversione del credente  a seguito dell’intervento salvifico  di Dio.

Booth organizzò con criteri  militari l’attività dei suoi seguaci, incentrata sulla promozione di adunate  all’aperto, richiamate con l’ausilio di inni e bande musicali e caratterizzate poi dalla semplicità del linguaggio e dal forte coinvolgimento emotivo del pubblico. Diffusosi dopo il 1880 in Nordamerica, l’Esercito della Salvezza è presente oggi in circa 70 nazioni con 17000 centri  evangelici e oltre 3000 istituti sociali (mense, dormitori, ospedali, scuole), retti da volontari di ambo i sessi, che agiscono in condizioni di assoluta parità, motivo questo non secondario del successo del movimento. Presente in Italia fin dal 1886, fu duramente perseguitato dal regime fascista. Risorto nel secondo dopoguerra, conta al, 1996 ,34 ufficiali in servizio e gestisce 8 centri di servizio sociale.

mercoledì 5 marzo 2014

HUSSITI

HUSSITI

I seguaci del riformatore religioso boemo Jan Hus. Il movimento Hussista iniziò a costituirsi già durante la vita di Hus, ma dilagò dopo il suo martirio. Le fiamme del rogo acceso dal Concilio di Costanza incendiarono gli animi di molti in Boemia e Moravia: ne nacque un vasto movimento riformatore in campo religioso, politico e sociale, con una forte ala radicale e rivoluzionaria. All’inizio il termine utraquista ( colui che pratica la comunione eucaristica sub utraque specie, sotto le due specie) designava tutto il movimento Hussista ( benché Hus non abbia personalmente praticato la comunione sotto le due specie); più tardi invece, gli utraquisti costituiranno soltanto un’ala del movimento, quella moderata, legata all’alta nobiltà e all’università di Praga.
L’hussitismo è dunque un fenomeno storico molto variegato, che ha dato vita a una chiesa nazionale autonoma da Roma nel cui ambito si affermarono con forte anticipo diversi temi che più tardi caratterizzarono la Riforma di Lutero. Così i Quattro articoli di Praga del 1419 affermavano la libertà di predicazione della Parola di Dio e, a partire da essa, esigevano la pubblica condanna dei peccati commessi dal clero e dai detentori del potere, la comunione sotto le due specie, l’espropriazione dei beni del clero (da destinare ai fini caritativi) e l’abolizione del potere secolare della Chiesa. L’ala radicale e rivoluzionaria dell’Hussitismo costituita dai taboriti (così chiamati dalla città fortezza di Tabor costruita su un’alta collina nel sud della Boemia) , fu avversata dagli stessi utraquisti e, ovviamente, dal papato che le indisse contro diverse crociate. La visione taborita della storia nella prima fase della loro vicenda (intorno al 1420), è di tipo apocalittici: la fine imminente azzera le differenze sociali, annulla le servitù feudali, emancipa i poveri e promuove tutti alla stessa dignità di figli e sacerdoti di Dio. I Taboriti si opposero  ai Compactata del 1433 con cui il concilio di Basilea, non però il pontefice romano, riconobbe la comunione sub utraque e la secolarizzazione dei beni ecclesiastici, lasciando però inevase le altre richieste contenute  negli articoli di Praga. Nel 1434, a Lipany, una coalizione di nobili cattolici e utraquisti inflissero ai taboriti una sconfitta dalla quale  non si ripresero più. Nel 1452 l’Hussitismo rivoluzionario scomparve definitivamente. I rapporti fra utraquisti e cattolici vennero regolati dal trattato di Kutna Hora (1485) nel senso di una libertà religiosa reciprocamente riconosciuta. Nel frattempo i superstiti fra i taboriti, gruppo di valdesi boemi e numerosi utraquisti diedero vita a una nuova comunità, l’Unitas Fratrum (l’Unità dei Fratelli) costituitasi intorno al 1458 , sulla quale esercitarono influssi determinanti Pietro Chelcicky (m. nel 1460) e più tardi, Luca di Praga (1460-1528).

HUS   JAN
Riformatore religioso Boemo (Husinec 1369-Costanza 1415) . Decano della facoltà di filosofia dell’università di praga, fu un predicatore molto popolare, grazie ai suoi sermoni in lingua volgare, nei quali la critica al potere temporale della Chiesa si univa all’esaltazione del sentimento nazionale Boemo in chiave antitedesca. Apprese le dottrine del riformatore inglese John Wyclif ne condivise pubblicamente gli attacchi alla gerarchia ecclesiastica e il riconoscimento del valore di legge alla solo Sacra scrittura direttamente letta dal fedele, ma non il rifiuto del dogma della transustanziazione. Con l’appoggio del re Venceslao V, nel 1409 fu nominato rettore dell’università, abbandonata per questo dai professori e studenti tedeschi, sin li gruppo accademico dominante. Scomunicato nel 1411, dopo una violenta campagna contro la predicazione delle indulgenze a pagamento, si rifugiò a Tabor, nel sud della Boemia, dove scrisse la sua opera maggiore De ecclesia (1413). Recatosi al concilio di Costanza per discutere le sue posizioni (1414) venne imprigionato e accusato di eresia; rifiutandosi di ritrattare, fu arso vivo

IL LUTERANESIMO

IL LUTERANESIMO

Il luteranesimo è, con calvinismo, la maggiore confessione in cui si articola il protestantesimo, cioè il cristianesimo rifondato e rimodellato dalla Riforma del XVI secolo . Nato in Germania dalla predicazione di Martin Lutero  , è oggi diffuso in tutto il mondo con circa 70 milioni di fedeli.
Come le altre grandi confessioni cristiane storiche è in espansione nelle chiese del cosiddetto Terzo Mondo, mentre subisce un certo ridimensionamento numerico nelle Chiese d’Europa e nel Nordamerica.
Il luteranesimo ha dato e continua a dare contributi rilevanti sia alla testimonianza e missione cristiana nel mondo, sia al movimento ecumenico, sia alla riflessione teologica. Luterani erano E. Troelsch, A. Schweitzer, N. Soderblom, Reinhold e Richard Niebuhr, D. Bonhoeffer, M. Niemoller, P. Tillich , per limitarci  a qualche personaggio del 900 .
Ma non solo il cristianesimo, anche la cultura ha ricevuto molto dalla comunità luterana. Luterani, per menzionare solo i più grandi, erano Bach, Kant, Hegel,Kierkegaard, Thomas Mann, Hammarskjold.
Il luteranesimo è la confessione che si rifà alla riforma di Lutero portandone anche il nome, nonostante il parere contrario di Lutero stesso, dichiarato fin dal 1522 in una Sincera ammonizione a tutti i cristiani, in cui chiedeva di non citare il suo nome e di non dirsi luterani ma cristiani; infatti “ Chi è Lutero? Come potrei accettare… che il mio misero nome venga attribuito al figlio di Cristo? No, cari amici! Adoperiamoci piuttosto ad estirpare le partigianerie e chiamandoci discepoli di Cristo, dal quale viene il nostro insegnamento”. Effettivamente nel corso di tutto il XVI secolo le Chiese nate dall’iniziativa  di Lutero non si chiamarono luterane ma evangeliche oppure Chiese della confessione di Augusta. E’ solo a partire  dal XVII secolo , quando la coscienza della propria identità si accentuò e irrigidì in ciascuna confessione cristiana, che l’aggettivo “luterana” comparve come qualifica di una chiesa, affiancandosi ad evangelica. Il nome ufficiale di gran parte delle chiese figlie della riforma di Lutero divenne “ evangelica-luterana” e tale è oggi ancora. Il numero di queste chiese è nel mondo all’incirca 150. La maggior parte è raccolta nella Federazione Luterana Mondiale creata nel 1947, con sede a Ginevra.
La tipologia delle Chiese luterane è molto varia. Alcune, come quelle scandinave, sono fin dai tempi della riforma e oggi ancora Chiese di Stato, alle quali appartiene la quasi totalità della popolazone; esse hanno conservato l’ordinamento episcopale  che avevano quando accettarono la Riforma. Insieme ad altre Chiese luterane episcopali (ma non di stato), come quelle dei paesi baltici, nel settembre 1996 hanno istituito, grazie all’accordo di Porvoo, la piena comunione ecclesiale, quindi l’unità sostanziale (pur restando distinti i diversi corpi ecclesiastici), con la chiesa Anglicana d’Inghilterra e d’Irlanda. Altre chiese luterane in Germania specialmente, sono territoriali, (landeskirchen) e di popolo (Volkskirchen) ,cioè a larga base popolare (perciò dette anche multitudiniste) e hanno quasi tutte un ordinamento sinodale.. Sempre in Germania , patria del Luteranesimo, le più grandi Chiese territoriali ( quelle della Renania e della Westfalia) sono unite, cioè comprendono comunità sia luterane, sia riformate.. Le chiese luterane fuori dalla Germania  e dalla Scandinavia  sono indipendenti dallo stato e vivono in condizioni di minoranza, in contesti sociali, culturali e politici diversissimi.
Così all’interno di una stessa famiglia confessionale coesistono esperienze di fede, vita e testimonianza estremamente diversificate: questo può talvolta  creare tensione, ma alla fine arricchisce il patrimonio spirituale comune di una confessione.
La prima apparizione ufficiale del luteranesimo nella storia Europea può essere ravvisata nella presentazione della Dieta di Augusta (1530)  indetta dall’imperatore Carlo V, di una confessione di fede redatta da Zelantone, amico e collaboratore di Lutero, e sottoscritta dai principi dei territori che avevano accolto la predicazione di Lutero e attuano le riforme che essa implicava.
I principi evangelici e le Chiese da essi rappresentate intendevano con questa confessione documentare l’ortodossia cristiana delle dottrine  da loro professate e la legittimità evangelica  delle riforme da loro attuate , ponendosi così in continuità con la grande tradizione della Chiesa e in comunione  reale, anche se critica, con la parte della Chiesa d’Occidente rimasta fedele al papa.. La proposta del protestantesimo nascente fatta alla Dieta non era di separazione, ma di unità nella diversità. I principi chiedevano che, sulla basedi quella che poi verrà chiamata la Confessione di fede di Augusta (o Augustana) , le Chiese “luterane” potessero continuare a far parte della Chiesa d’Occidente, senza imporre le loro scelte a tutta la Chiesa e allo stesso tempo senza rinunciare alle riforme adottate .Se questa proposta fosse stata accettata, la Chiesa d’Occidente  sarebbe rimasta unita , pur differenziandosi  al suo interno in un area  tradizionale e una riformata. .
Le cose andarono diversamente: La confessione di Augusta venne confutata dai teologi del papa e respinta nel suo insieme (solo alcuni articoli vennero approvati), la proposta di unità nella diversità cadde nel vuoto , la condanna delle dottrine luterane venne ribadita, e in questo modo la divisione divenne ineluttabile. Ne le Chiese che avevano accettato la Riforma erano disposte a ritornare indietro abiurando, ne la Chiesa di Roma era disposta a vivere in comunione con Chiese che essa giudicava “ eretiche”
L’occidente cristiano si divise in tre confessioni maggiori: cattolicesimo, luteranesimo, calvinismo.. Il primo riconoscimento giuridico ufficiale del luteranesimo si ebbe con la pace di Augusta del 1555 , che sancì il principio del cuius regio eius religio,in base al quale i sudditi di un determinato territorio dovevano seguire la confessione religiosa di colui che li governava. L’unità religiosa dell’impero venne infranta e l’Europa  divenne confessionalmente pluralista, anche se ogni singolo Stato rimase al suo interno  religiosamente omogeneo. Solo con la pace diWestfalia del 1648, al termine della Guerra dei trent’anni, il principio del cuius regio eius religio venne esteso anche alla confessione calvinista o riformata.
La storia successiva del luteranesimo segue le grandi tappe della storia del protestantesimo. Tra il XVI e il XVII secolo è il tempo dell’ortodossia luterana , caratterizzata, da un lato, dallo sforzo di costruire un organico sistema dogmatico (il cui cemento era la dottrina dell’ispirazione verbale, cioè alla lettera, della Sacra Srittura e, dall’altro, da un accentuata confessionalizzazione della propria teologia, contrapposta vivacemente sia a quella cattolico-romana, sia a quella calvinista..
Nel 1675 venne pubblicato il celebre manifesto del pietismo ( i pia Desideria di I Spener) , che è stato nel protestantesimo continentale una specie di seconda riforma  nel segno della santificazione ( il cui corrispondente nel mondo Anglosassone è stato il metodismo.. Altri eponenti di primo piano del pietismo sono A. Franche, grande promotore in seno al luteranesimo  del lavoro sociale, che conoscerà poi una straordinaria fioritura, e L. Von Zinzendorf che con la comunità di Hernhut diede impulsi decisivi all’opera missionaria.
Il luteranesimo subì , come tutto il cristianesimo, i contraccolpi dell’illuminismo. Il cristianesimo , i contraccolpi dell’illuminismo: gli interessi dogmatici cedevano il posto a quelli storici, la ragione diveniva apertamente o segretamente sovrana anche nei confronti della Rivelazione, il pensiero critico entrava nella cittadella della fede e cominciava ad esercitarsi nei confronti di tutta la tradizione cristiana (Bibbia, dogmi, storia della Chiesa) . Esponenti di spicco di questa revisione sono J.S. Semler e H.S. Reimarus  e in modi diversi, ma nello stesso versante culturale, G.E. Lessino e I. Kant. Successivamente la teologia romantica superò la crisi provocata dall’illuminismo , detronizzando, per così dire , la ragione,con la quale, secondo i romantici, la religione non ha nullam a che fare , perché è completamente autonoma  sia rispetto alla metafisica , sia rispetto alla morale , essendo fondata soltanto  sul sentimento e sulle facoltà intuitive  dell’anima. Preparata in parte almeno da J.G. Herder, la teologia romantica ha il suo massimo esponente in F. Schleiermacher (che però era riformato, non luterano, ma si adoprò molto per il progetto di unione delle due confessioni). Nel XIX secolo anche il luteranesimo venne rianimato dal Risveglio, da cui si sprigionarono nuove energie spirituali investite specialmente nelle missioni estere, nell’evangelizzazione interna, nella creazione di molte opere sociali e nella nascita di due movimenti: quello del cristianesimo sociale  e quello del socialismo cristiano. Tra i teologi del Risveglio spicca A. Tholuch.
In teologia si fronteggiavano una tendenza conservatrice “neoluterana” e una progressista costituita dalla teologia liberale, che ebbe rappresentanti illustri come A. Harnach. La prima guerra mondiale seppellì sotto le macerie il sogno, coltivato dai liberali, di un progresso ininterrotto e di una civiltà cristiana che avrebbe dovuto conquistare  il mondo. Durante il regime nazista il luteranesimo tedesco espresse luminose figure della Resistenza, come M. Niemoller e D. Bonhoeffer, e una minoranza partecipò alla testimonianza della Chiesa  confessante ma la maggioranza non seppe opporsi (come non lo seppero le altre Chiese cristiane)  con sufficiente determinazione e coraggio ne alla dittatura politica, ne allo sterminio degli ebrei. Nel secondo dopo guerra il rinnovamento biblico e teologico legato al nome di K. Barth (che era riformato) ha avuto anche numerosi esponenti luterani che hanno contribuito alla rinascita della vita delle Chiese e a una intensa e proficua rivisitazione del pensiero di Lutero( con G. Ebeling, in particolare) . Il luteranesimo si rinnova riprendendo il suo cammino in stretto collegamento  con il movimento ecumenico.
La fede dei luterani è la fede cristiana espressa dalla Riforma protestante, con quattro capisaldi: sola Scriptura (solo la Bibbia ha l’autorità normativa per la fede e la vita; tutte le altre autorità, concili,sinodi, pastori, teologi, i grandi riformatori stessi, le sono subordinati) ; sola Fide (la salvezza è un puro dono di Dio; le opere non servono per essere salvati, ma sono indispensabili per manifestare la salvezza ricevuta); sola Gratia (siamo salvati dai meriti di Cristo, non dai nostri; la salvezza è grazia immeritata e incondizionata); solus Christus (Cristo è l’unico mediatore tra Dio e l’umanità; la sua mediazione è sufficiente, le altre sono superflue). Come tutta la riforma protestante, i luterani si sono posti in continuità non solo con la fede biblica, ma anche con quella della Chiesa antica. Ecco perché l’elenco dei “ testi simbolici” , che orientano e nutrono la loro teologia  e ispirano la loro testimonianza (pur essendo subordinati  dall’autorità superiore  della Sacra Scrittura),  inizia con tre confessioni della Chiesa antica (il Credo detto apostolico, il Niceno costantinononopolitano e l’Atanasiano) , dopo vengono il piccolo e il Grande Catechismo di Lutero (1529), la Confessione di Augusta (1530) e la sua Apologia (1531) entrambe di Melantone , gli articoli di Smalcalda (1537) di Lutero, il trattato sul potere e il primato del papa (1537) di Melantone , la Formula di concordia (1577) con la quale i teologi luterani raggiunsero un consenso su alcune questioni controverse.
Il culto luterano, che conserva alcune antiche parti liturgiche cantate dal pastore, ruota intorno alla predicazione  dell’Evangelo, accompagnata dalla celebrazione dei due sacramenti: il battesimo e la cena del Signore (eucaristia). Molto ricca e sostanziosa, nel passato e nel presente è la produzione di inni e canti comunitari. Alcuni dei più noti furono composti dallo stesso Lutero, secondo il quale la musica è, dopo l’Evangelo, il più bel dono fatto da Dio all’uomo.

MARTIN LUTERO
Nome italianizzato del riformatore tedesco Martin Luteher (Eisleben 1483-1546) . Nacque da famiglia contadina (sono un figlio di contadini, il bisnonno , mio nonno e mio padre sono stati veri contadini diceva di se) , si fece monaco agostiniano nel 1506 e nel 1512 divenne professore di Sacra Scrittura, che insegnò per tutta la vita presso l’università di Wittemberg. A partire dal 1517 avviò un movimento di riforma della chiesa che, strenuamente avversato da Roma , sfociò nella nascita del protestantesimo e cambiò il volto della cristianità occidentale e dell’Europa  religiosa del tempo, dando vita ad una nuova cultura cristiana . Oggi Lutero è unanimemente riconosciuto come uno dei grandi teologi cristiani, ma fu anche predicatore instancabile e di grande efficacia, autore di una traduzione della Bibbia largamente utilizzata ancora oggi, fondamentale per la formazione della lingua tedesca, grande comunicatore dell’evangelo (specialmente con il piccolo e il grande Catechismo, entrambi del 1529) , musicista e innologo di talento, pastore. Fu anche marito e padre di famiglia sensibile ed affettuoso (lo attestano le sue lettere alla moglie ed ai figli) : si sposò relativamente tardi (nel 1525), a 42 anni, con Caterina von Bora, che gli diede sei figli ( dopo la parola non esiste tesoro più prezioso di un santo matrimonio. Il dono più grande di Dio sulla Terra e una moglie pia, allegra, che teme Iddio, capace di amministrare  la casa…) . La sua attività principale fu di spiegare la Bibbia. Scrisse una serie di grandi commentari, che lo introdussero nel cuore del messaggio biblico: ai Salmi (1513-15; 1519-21) alla lettera ai Romani (1515-16); alla lettera ai Galati (1516-17 ;1519-23- 1531) , alla lettera agli Ebrei (1517), al Deuteronomio (1523-25), all’Ecclesiaste (1526) e a vari altri libri dell’Antico e del Nuovo Testamento, fino al monumentale commento sulla Genesi, al quale dedicò gli ultimi dieci anni della sua vita (1535-45).
Chinandosi  sul testo biblico e scandagliando a fondo nelle lingue originali con grande passione filologica (la grammatica applicata al testo sacro, è la vera teologia egli diceva) , sorretta da un’intelligenza spirituale fuori del comune, Lutero scoprì l’evangelo della sola grazia  di Dio, che divenne l’anima di tutta la Riforma protestante .L’evangelo della sola grazia e l’annuncio elementare , ma salutare, che il peccatore è perdonato da Dio  gratuitamente, senza meriti suoi ( i meriti sono tutti di Cristo) e senza condizioni preventive (il perdono è dono assoluto, pura grazia, che la fede riceve non perché suffragata da evidenze morali o razionali o da garanzie ecclesiali, ma in forza della sola promessa di Dio contenuta nella sua parola) . Questo Vangelo metteva ovviamente in crisi irreversibile l’intero sistema penitenziale  della Chiesa del tempo e il clero che lo gestiva . L’obbiezione principale mossa da Lutero  alla chiesa gerarchica (di cui peraltro riconosceva ancora fino al 1520 l’autorità) era di avere in larga misura trasformato l’Evangelo in legge , imbrigliando nella rete di innumerevoli precetti il libero corso della grazia divina, e così imprigionando le coscienze invece di liberarle. “Liberare le coscienze e renderle certe nella fede””: questo, diceva Lutero, è il compito della Chiesa, che può svolgerlo in un modo soltanto: predicando fedelmente e instancabilmente l’Evangelo della grazia. E’ nell’annunzio del perdono gratuito che avviene la comunicazione della salvezza. La parola da quello che dice, crea quello che annuncia. Anche nei sacramenti è la Parola l’elemento costitutivo: ciò che li istituisce e rende efficaci non è il sacerdote in virtù dei poteri ricevuti con l’ordinazione, è la parola in virtù dei poteri che Dio le conferisce: “Tutta la vita e la sostanza della Chiesa sta nella Parola di Dio”. Il baricentro della fede si sposta quindi da sacramento alla parola. I poteri un tempo attribuiti al sacerdote vengono ora riconosciuti come appartenenti alla Parola , il cui servizio diventa il compito principale del mistero cristiano.
La rottura con la chiesa di Roma: Con le 95 tesi “per accertare l’efficacia delle indulgenze” (ottobre novembre 1517) affisse sulla cattedrale di Wittemberg, Lutero sollevò il problema della vera penitenzae denunciò il carattere non evangelico della prassi penitenzialecorrente perché generava false sicurezze nei fedeli  e favoriva una gestione  a buon mercato, cioè senza la predicazione della croce, della grazia divina. Era però inevitabile che dalla questione delle indulgenze la disputa si spostasse presto sul terreno dell’autorità  della Chiesa: già con l’incontro col Cardinale Caetano (1518) e poi nella disputa di Lipsia  con il teologo curiale Eck (1519) , Lutero affermò l’autorità della Scrittura come superiore a quella della Chiesa, del papa e degli stessi concili. Il 1520 è l’anno cruciale : da un lato il progetto di riforma della Chiesa si precisò in alcuni scritti programmatici (l’appello alla nobiltàcristiana della nazione tedesca; La cattività babilonese della Chiesa; La libertà del cristiano) , dall’altro a Roma venne stilatala bolla papale con la quale Lutero era minacciato di scomunica  se non avesse ritrattato entro due mesi: invece di ritrattare, Lutero bruciò pubblicamente la bolla insieme al Codice di Diritto canonico e ad alcune opere di teologia scolastica. Nell’aprile del 1521, a Worms, Lutero rifiutò di trattare anche davanti all’imperatore e alla Dieta: venne perciò messo al bando dall’impero.
Scomunicato dalla Chiesa e bandito dall’Impero, Lutero proseguì la sua battaglia che si ampliò contemporaneamente su diversi fronti, anche interni al campo della Riforma. I principali interlocutori di Lutero, in rapporto ai quali si sviluppò la sua iniziativa,furono, oltre alla teologia scolastica, (Disputa di Heidelberg, 1518) , al papato ( il papato di Roma, 1520)  e alla chiesa di Roma (Gli articoli di Smalcalda, 1537; Sui concili e le chiese, 1539) ; Carlostadio  e la sua dottrina dello spirito (Contro i profeti celesti, 1525) ; Erasmo da Rotterdam e la sua concezione della libertà umana  davanti a Dio ( il servo arbitrio, 1525); Muntzer, con il suo rifiuto dello stato e la sua teologia della rivoluzione  (Esortazione alla pace, 1525 e altri scritti) ; Zwingli e la sua interpretazione simbolica della Cena (la cena di Cristo, confessione, 1528) . Lutero scrisse anche sui Turchi, vedendoli come giudizio di Dio sull’Europa scristianizzata ; sugli “ epicurei” , cioè sull’umanesimo che sfociava sull’ateismo ; e sugli ebrei, a proposito dei quali ripetè i pesanti e fatali pregiudizi di una secolare cultura antiebraica di matrice cristiana (Gli ebrei e le loro menzogne, 1542) : in questo campo non fu per nulla riformatore.
Morì nella sua città natale il 18.11.1546. Le sue ultime parole furono: “ Siamo mendicanti” s’intende della grazia divina, “questo è vero” . In effetti egli ha capito e spiegato meglio di chiunque altro l’Evangelo della giustificazione  gratuita e incondizionata  del peccatore . Malgrado la divisione della chiesa seguita alla sua scomunica , il cristianesimo  occidentale nel suo insieme ha tratto grande beneficio dall’iniziativa di Lutero, rinnovandosi profondamente , anche se in maniera differenziata, in tutte le sue espressioni.
Riforma Protestante:
Il termine Riforma, affermatosi in sede storeografica è ormai entrato nell’uso corrente, non è forse il più idoneo a descrivere quanto è accaduto nella cristianitàeuropea occidentale nella prima metà del secolo XVI. Le nozioni di riforma e persino di continua riforma, sono legate a quelle bibliche di rinnovamento, rinascita, conversione e sono perciò ricorrenti nella storia del cristianesimo, particolarmente in quello occidentale , tenute vive soprattutto (ma non solo ) dalla tradizione monastica. Lo stesso monachesimo può essere considerato una riforma del cristianesimo (una delle prime), e non è un caso che Lutero fosse un monaco. Eppure quanto accadde nel XVI secolo e che abitualmente viene rubricato come Riforma  non rassomiglia a nessuna  delle riforme precedenti  e a nessuna di quelle successive , La chiesa del XVI secolo non l’ha riconosciuta come riforma, anzi l’ha condannata come “  eresia”.
La riforma è stata sicuramente qualcosa di più e di diverso da una semplice riforma, volle essere una rifondazione e risostanziazione biblica della fede e della vita cristiana. Lutero, professore di Bibbia all’università di Wittemberg, intese rimettere in luce , attingendo dalla Sacra Scrittura il significato originario e autentico di categorie cristiane fondamentali come penitenza, peccato, perdono, giustizia di Dio, grazia, libertà, battesimo, sacerdozio. Ne nacque una comprensione del cristianesimo e una visione delle Chiese diverse  da quelle tradizionali , che nel corso dei secoli si erano venute progressivamente distanziando  dai modelli biblici. E’ comprensibile che quando Lutero e gli altri riformatori affermarono  e attuarono con rigore il principio del primato della Scrittura nei confronti della Tradizione, sia del Magistero, dando forma a un cristianesimo  rimodellato secondo il parametro biblico , la Chiesa del tempo non vi si riconobbe. Questo tipo di cristianesimo, nuovo rispetto alla tradizione ecclesiastica  medioevale, ma dal cuore antico, rispetto alla parola biblica  che gli diede vita, si chiamò “ protestante” a partire dal 1529. La Bibbia è stata la norma  e la sostanza della riforma  protestante  e anche la forza che l’ha generata. La Riforma è stata un’opera capillare di alfabetizzazione biblica della fede.
Contrariamente ad un opinione molto diffusa, la Riforma protestante fu un fenomeno europeo e non nazionale: essenzialmente tedesco, in seguito esportato altrove. Si manifestò contemporaneamente in forme diverse e in diversi paesi europei. L’iniziativa di Lutero costituì il detonatore di un imponente processo  che ebbe molti alrti protagonisti, e coinvolse con esiti diversi l’intera cristianità dell’Europa occidentale, Inghilterra compresa  e di quella centrale. Nel ventennio successivo all’affissione delle 95 Tesi (1517) con cui Lutero avviò ufficialmente la protesta contro la chiesa romana, uno sguardo d’insieme sulla Riforma in Europa rivela che oltre a Wittemberg con martin Lutero e i suoi primi compagni e seguaci come Filippo Melantone , N. Amsdorf (1483-1535) , J Jonas (1493-1555) , G. Spalatin (1484-1545), vi furono altri epicentri della riforma come Strasburgo con l’ex domenicano Martin Bucero e tanti altri.In Boemia e in Moravia il pensiero della riforma  s’incontrò con quella dell’Unità dei Fratelli, erede (con gli utraquisti)  dell’hussitismo del XV secolo : l’unità subì l’influsso della riforma pur conservando una fisionomia spirituale propria..
Anche in Italia la riforma ebbe numerosi seguaci. Come altri paesi europei all’inizio si fece sentire l’influenza di Lutero, poi prevalse quella di Calvino . Nel Veneto ci fu una notevole influenza anabattista  (nel 1559 a Venezia ebbe luogo un sinodo con 60 delegati) , in seguito annientata dall’Inquisizione. La diffusione del pensiero della Riforma in Italia fu preparata specialmente dal cenacolo napoletano di Juan de Valdes <81498-1541) , e in generale da quello che si usa dire l’evangelismo cattolico , presente fino alla sua repressione da parte di Papa Paolo IV anche in alcuni alti esponenti della gerarchia ecclesiastica. Una presenza protestante si manifestò in quasi tutte le regioni d’Italia: in diverse località ( Lucca,Chieri,Faenza ecc)  sorsero vere e proprie comunità riformate. L’intera comunità protestante italiana subìla repressione dell’inquisizione, che la cancellò del tutto (con l’unica eccezione delle Valli Valdesi) .
Dalla riforma  italiana propriamente detta va distinto un cospicuo gruppo di credenti eterodossi che furono dall’Inquisizione accomunati ai protestanti come “ eretici”, ma che sostenevano posizioni assai diverse, in quanto criticavano non solo la tradizione cattolica, ma anche i dogmi della chiesa antica condivisi  da tutto il protestantesimo . In particolare essi rifiutavano il dogma trinitario e la divinità di Cristo, di cui valorizzavano l’insegnamento morale, soprattutto il sermone sul monte vissuto alla lettera; furono inoltre fra i primi sostenitori della libertà di coscienza. Espulsi dall’Italia e anche da Ginevra, trovarono una seconda patria in Polonia, dove fondarono una chiesa poi chiamata “unitariana”. I principali esponenti italiani dell’antitrinitarismo del 500 furono Gian Pietro Alciati,Giorgio Blandrata, Matteo Gribaldi , Valentino Gentili e soprattutto Lelio Sozzini e suo nipote Fausto che diedero vita al socinianesimo.
Le questioni storiografiche aperte:
Le questioni storiografiche aperte sulla Riforma protestante sono numerose tuttavia due sono quelle di fondo. La prima si interroga sulle ragioni per cui, nonostante la scomunica papale e la messa al bando imperiale, la Riforma si è così largamente diffusa in Europa, mettendo radici profonde nel popolo, così da diventare, per circa metà della cristianità europea una scelta irrevocabile. Si possono dare due risposte. La prima è che un’adesione così massiccia e convinta dipese dalla sensazione di molti che la Riforma era la risposta adeguata all’esigenza universalmente avvertita di un rinnovamento profondo e generale della Chiesa. La seconda è che la forma (fedeltà alla Sacra Scrittura) e la sostanza (annuncio della grazia immeritata e incondizionata) del messaggio della Riforma affrancavano le coscienze cristiane da molte ansie e inquietudini , rendendole sicure e libere nella fede.
Alla domanda se fu la Riforma oppure il suo rifiuto a causare la rottura dell’unità della Chiesa d’Occidente (del resto già seriamente incrinata dalle dissidenze valdese e Hussita, si può rispondere osservando che la scomunica (probabilmente affrettata e troppo sbrigativa)  di Lutero senza dubbio complicò una situazione gia difficile rendendo del tutto problematica  una soluzione positiva della crisi. D’altra parte nel conflitto tra Roma e Lutero le divergenze erano profonde. Per Lutero , in particolare,  l’esperienza di fede si basa sulla Scrittura. La parola biblica che risuona nella Sacra scrittura era (ed è) l’autorità immediata e ultima della fede della Chiesa. In queste condizioni la rottura, allora, non poté essere evitata.
Oggi nel dialogo ecumenico , c’è consenso tra le chiese nel riconoscere in primo luogo che la Bibbia è il canone fondamentale  della Chiesa, cioè la misura, la regola e il nutrimento della sua fede, e in secondo luogo che nella definizione della verità cristiana entrano in gioco, insieme alla Sacra scrittura, anche la tradizione e il magistero (nelle varie forme in cui sono intesi e vissuti nelle diverse chiese e confessioni) . Non c’è però ancora un consenso ecumenico che illustri in modo soddisfacente per tutti il primato, cioè la canonicità, della Scrittura rispetto alla tradizione e al magistero. Tutte le Chiese cristiane riconoscono l’importanza primordiale della Sacra Scrittura e il suo valore unico per la fede, esse però non traggono ancora da questo riconoscimento le stesse conseguenze.



MENNONITI

MENNONITI


Chiesa sorta nel XVI secolo nel quadro della corrente radicale della Riforma protestante, detta anche “ala sinistra della Riforma”. Il nome deriva da Menno Simons (1496-1561), sacerdote della Frisia separatosi dalla Chiesa romana nel 1536, attratto dal mondo anabattista per il suo radicamento biblico e il suo rigore etico. Lo scritto principale di Simons è il fondamento della dottrina cristiana del 1539. Simons non fu il fondatore ma l’animatore e l’organizzatore di una cospicua area dell’anabattismo europeo, che dopo la tragica esperienza millenarestica di Munster col tentativo, fallito e duramente represso, di costruire in terra la Gerusalemme celeste (1535), ritrovò nella pacata meditazione del Discorso della montagna di Gesù l’originaria vena pacifista e ripudiò per sempre ogni forma di violenza. Anche i fermenti millenaristi, presenti in certi settori dell’anabattismo, svanirono. I tratti salienti della comunità mennonita erano e sono il rifiuto della guerra, dell’esercito e del servizio militare, della pena di morte e del giuramento. I mennoniti sono una delle tre chiese pacifiste storiche: i Quaccheri e la Chiesa dei Fratelli statunitense sono le altre due. Comune a tutta la Riforma radicale  è la pratica del battesimo dei credenti e il parallelo rifiuto del battesimo dei bambini. Dopo ripetute persecuzioni, i mennoniti furono tollerati in Olanda a partire dal 1572, dove crearono un seminario teologico e organizzarono missioni in Estemo Oriente  (Giava e Sumatra) , in Svizzera in alcune città della Germania del Nord, in America settentrionale , in Russia chiamati da Caterina II (dalla Russia molti emigrarono negli Stati Uniti, quando nel 1874, venne introdotto il servizio militare  obbligatorio per tutti) . Attualmente i mennoniti nel mondo sono circa mezzo milione di persone.