GLI EBREI
La storia del popolo ebraico , sia pure arricchita di leggende e di simboli, è contenuta nella Bibbia , il libro sacro. Secondo la tradizione , Abramo, capostipite del popolo ebraico proveniva dalla città di Ur. Narra la Bibbia che Dio ordinò ad Abramo “Parti dal tuo paese, dalla casa di tuo padre , e và nella terra che io ti mostrerò”. E Abramo partì con la famiglia ed il gregge , e errò a lungo nelle aride steppe e altipiani , finché arrivò nella lontana terra di Palestina , abitata dai Cananei.
Allora Dio gli disse “Io darò questa terra alla tua progenie” , e Abramo si fermò. Da questo momento la storia della civiltà ebraica si fa più sicura, esce dai veli della leggenda per essere suffragata da numerose prove , anche archeologiche.
Le tribù dei nomadi che giunsero nella terra di Canaan erano povere e rozze , stremate dal lungo peregrinare . Ogni sera drizzavano le tende di pelli e ogni mattina le smontavano e le caricavano sugli asini, per guidare il gregge per cercare nuovi pascoli. Quando giunsero nella “ terra promessa” iniziò per questi uomini una lenta trasformazione , che li portò a diventare una popolazione di tipo sedentario. I pascoli, qui, erano molto ricchi . Non occorreva più spostare di continuo le greggi affrontando ogni giorno lunghi viaggi. Non era più necessario, perciò, smontare ogni mattina la tenda. Gli accampamenti divenero stabili , si fissarono in località prossime a una sorgente, furono recintati.
I nomadi cominciarono ad apprezzare le comodità della vita sedentaria . Di fronte a loro si ergevano le città dei Cananei , in gran parte ancora indipendenti , con le quali incominciarono a intrattenere rapporti dapprima diffidenti , poi sempre meno ostili. Più tardi arrivarono perfino ad allearsi con loro per combattere altre tribù di nomadi che minacciavano di invadere il territorio. Dai Cananei impararono a coltivare la terra e a non esere più soltanto pastori . In una cosa furono assolutamente intransigenti : nel mantenere intatto il loro credo in un Dio unico ed eterno, padrone di tutte le cose.
I nomadi ebrei credevano in un solo Dio , terribile e vendicativo , che non voleva ne templi , ne altari. Jahvé, questo era il suo nome, dimorava sulle vette più alte dei monti e si manifestava con il fulmine e l’uragano. In suo potere erano le sorti di ogni uomo , come dell’universo intero. Egli poteva creare o distruggere ogni cosa . Questo dio aveva mostrato una predilezione per il popolo ebraico scelto fra tutti quelli della terra, e lo aveva legato a se con un rigido patto d’alleanza . Perciò il popolo ebraico si considerava “ il popolo eletto”.
Narra la bibbia che Giuseppe , figlio di Giacobbe, fu venduto dai fratelli invidiosi a lui ad alcuni mercanti , i quali lo portarono in Egitto. Qui, egli conquistò rapidamente la fiducia del Faraone, tanto da ottenere un alta carica dello stato. Più tardi fu raggiunto da tutta la sua famiglia , che si stabilì in Egitto. Ma qui gli Ebrei crebbero rapidamente di numero e caddero in disgrazia: si temeva che questi stranieri potessero usurpare il potere legittimo del faraone. Furono quindi ridotti in condizioni di semischiavitù . Ma Dio decise di accogliere le loro preghiere e sotto la guida di Mosé, li portò fuori dall’Egitto , verso l’antica patria , la terra di Canaan. La storia di Mosé riassume tutta la fiducia degli Ebrei nel loro Dio, che aveva promesso di non abbandonarli in nessuna occasione.
Gli Ebrei sono da molto tempo in Egitto e i faraoni dapprima benevoli verso di loro, li stanno ora perseguitando sempre più duramente . Un faraone, per sterminare la razza, ordina di uccidere tutti i bambini ebrei, ma uno di questi si salva e viene addirittura allevato alla corte del faraone. Si chiama Mosé cresce, conosce la raffinatezza della corte Egizia, ma un giorno Dio lo chiama e gli ordina di portare in salvo il suo popolo: “ Tu andrai dal Faraone e gli ordinerai a mio nome di lasciar partire la mia gente”. Il faraone dapprima resiste, poi li lascia partire. E gli ebrei si mettono in marcia, guidati da Dio che indica loro il cammino di giorno con una bianca nuvola e di notte con una colonna di fuoco. Giunti sulle rive del Mar Rosso, Dio divide le acque perché possano passare,ma nel deserto del Sinai, poco lontano dalla terra promessa, lo stesso Dio impone loro una sosta di quaranta anni nel deserto: dovranno purificarsi prima di entrare nella terra di Canaan. E’ qui che Mosè riceve da Dio sul monte Sinai le tavole della legge.
I primi sacerdoti ebraici erano indovini e veggenti e predicavano il volere di Dio ed erano particolarmente numerosi nella città di Silo, dove era custodita l’Arca Santa. Era questa un rozzo trono portatile, di legno, costruito appunto durante la lunga marcia che in quaranta anni aveva portato gli Ebrei dall’Egitto fino alla Palestina, attraverso il deserto del Sinai. Nell’arca erano conservate gelosamente le tavole della legge, unico riferimento materiale al Dio in cui gli Ebrei credevano . L’arca veniva esposta al pubblico solo in occasioni eccezionali; di solito era custodita nel sancta sanctorum.
Le tribù nomadi giunte nella terra di Canaan impiegarono circa 300 anni a fondersi con i Cananei e formare un popolo unico con essi: verso il 1000 a .C. il processo di fusione era compiuto. Fino a quel momento non si può dire che esistesse un vero stato ebraico : questo popolo che aveva ancora nel sangue l’istinto nomade non aveva confini segnati nettamente; soprattutto non sentiva il bisogno dell’unità, e le varie tribù avevano conservato ciascuna una propria autonomia.
Quando il processo di fusione con i Cananei fu completo, il nuovo popolo sentì tuttavia il bisogno di darsi un capo che lo governasse e che avesse giurisdizione su tutte le tribù. L’idea non nacque subito. Dapprima le tribù nominarono dei giudici con la funzione di capi supremi dell’esercito, in occasione di incursioni nemiche ; poi i giudici conservarono il loro potere anche in tempo di pace. Qualcuno ebbe addirittura tanta autorità da riuscire a riunire sotto il suo comando tutte le tribù di Israele.
Il vero atto di nascita della nazione ebraica fu segnato dal grande sacerdote Samuele, che la bibbia esalta come uno dei maggiori personaggi di tutta la storia ebraica . Siamo nel XI secolo a:C. e sulla terra d’Israele si profila un ennesima minaccia d’invasione. Questa volta la minaccia viene dai Filistei, un popolo laborioso e intraprendente che ha i suoi centri maggiori sulla costa mediterranea. Gli Ebrei sono in un periodo di crisi , di rilassatezza , e vengono in breve clamorosamente sconfitti. Quasi tutte le loro terre passano in mano ai Filistei. Allora interviene Samuele, con il suo prestigio morale, a scuotere le tribù. Ispirato da Dio, egli nomina Saul capo supremo dell’esercito ebraico, con l’autorità su tutte le tribù, lo unge con l’olio sacro e lo proclama re. Ma Saul non si mostra all’altezza del compito ; anzi , dopo i primi successi , subisce una sconfitta dietro l’altra, e muore con tre dei suoi figli in una definitiva sanguinosa battaglia .Samuele unge David nuovo re Alla testa dell’esercito, David porta alla riscossa Israele. Di vittoria in vittoria giunge sotto le mura di Gerusalemme , una città che mai gli Ebrei erano riusciti ad espugnare: la conquista e ne fa la capitale. Qui, egli, regnò poi per quaranta anni, dal 1013 al 973 avanti Cristo.
David morì dopo un lungo regno, ma funestato da numerose tragedie familiari. Gli successe uno dei figli, Salomone, che in precedenza era stato unto re dai sacerdoti. Cresciuto in una reggia in un ambiente fastoso, Salomone aveva un grande amore per il lusso. Il suo regno fu splendido, perché amò circondarsi di tutto ciò che di meglio offriva il mondo antico. L’impresa più memorabile di Salomone fu la costruzione del tempio di Gerusalemme, il primo in muratura eretto dagli Ebrei al loro Dio. Egli diede inoltre un grande sviluppo ai commerci, ma oberò di tasse gli agricoltori e gli artigiani, tanto da provocare malcontento e ribellione. Quando morì, nel 935 a .C., il regno tanto faticosamente consolidato da David si scisse in due: da questo momento gli Ebrei saranno divisi nei due regni di Giuda e di Israele.
Durante il regno di Salomone si era diffuso presso gli Ebrei il gusto per il lusso, e un eccessivo attaccamento per i beni terreni. Si era ormai ben lontani dalla povertà pastorale che aveva caratterizzato la vita degli Ebrei nomadi nel deserto. Qualcuno però sentiva l’esigenza di tornare alle origini, di liberare il popolo da tutte le contaminazioni pagane che la ricchezza aveva portato con sé.
Appaiono così alcuni uomini che si dicono ispirati a Dio e che predicano il ritorno alla povertà, in nome delle antiche gloriose tradizioni: sono i profeti. Si tratta in genere di conservatori intransigenti, che rifiutano non solo la ricchezza, ma anche ogni innovazione, rifiutano cioè in blocco il progresso. La loro predicazione fu spesso contrastata, ma aiutò a mantenere e consolidare la coscienza nazionale anche nei periodi più neri della storia d’Israele..
Alla morte di Salomone, il regno d’Israele riuscì a mantenere la propria indipendenza fino al 725 a .C., mentre il regno di Giuda continuò a difendersi dai nemici esterni fino al 586. In questo anno però dovette soccombere alle potenti schiere dell’esercito Babilonese. Gerusalemme fu invasa e rasa al suolo dai vincitori. Anche il meraviglioso tempio di Salomone fu distrutto dalle fondamenta.
Fu un colpo terribile per gli Ebrei, che si vedevano così abbandonati da Dio. Secondo l’uso del tempo, la popolazione superstite della Palestina fu deportata. Gli Ebrei dovettero subire un lungo esilio a babilonia, dove erano costretti a lavorare come schiavi. Ma i profeti mandati da Dio li aiutarono a mantenere vive le usanze dei padri, infondendo negli animi la speranza di un prossimo riscatto. E il riscatto venne infatti, meno di cinquant’anni dopo la disfatta: gli eserciti Babilonesi furono sconfitti da Ciro, re dei Persiani, il quale conquistò Babilonia e lasciò gli Ebrei liberi di tornare nella loro terra lontana.
Dopo l’esilio babilonese, gli Ebrei si dedicarono alla ricostruzione del tempio di Gerusalemme. Il loro capo Neemia innalzò nuove mura intorno alla città. Tuttavia l’esperienza della deportazione aveva prostrato gli Ebrei, che non riuscirono più a ricostruire lo stato forte e indipendente di u7na volta . Qualche tempo dopo Alessandro Magno annetteva la loro terra al suo già vasto impero. E anche quando questo impero si sfasciò, la Palestina passò sotto il protettorato degli Egizi, poi sotto quello dei Seleucidi di Siria.
Nel 63 a .C. Pompeo vi portò infine le legioni romane, e ridusse la Palestina al semplice rango di provincia. Vi fu, è vero, al tempo della nascita di Gesù , l’effimero regno di Erode, ma questo re era solamente un vassallo di Roma, senza alcuna autorità propria. Più tardi , per motivi religiosi e politici, gli Ebrei tentarono un insurrezione contro Roma e fu la fine. Tito venne con un forte esercito, e dopo un lungo assedio prese Gerusalemme e la fece incendiare e radere al suolo senza pietà (70 d.C.).
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