PROTESTANTI
Accanto all’ortodossia e al
cattolicesimo romano, il protestantesimo è la terza grande famiglia e comunione
cristiana sin qui apparsa sul
palcoscenico della storia ; è un modo di essere cristiani, un tipo particolare
di cristianesimo storico. Ques’ultimo sta del resto vivendo nel nostro tempo
nuovi processi di inculturazione nelle culture africane e asiatiche, da cui
sicuramente emergeranno, in n futuro più
o meno prossimo, tipi di cristianesimo diversi da quelli fin qui conosciuti. Il
cristianesimo è uno ma fin dall’inizio molteplice: unità e diversità lo
caratterizzano già nel secolo apostolico.
Il protestantesimo è anch’esso,
come il cristianesimo, multiforme. E’ sostanzialmente unitario nei principi
costitutivi della fede e nelle linee di
fondo della vita cristiana personale e
comunitaria , ma esiste in una pluralità di chiese o” denominazioni” (così
vengono tradizionalmente chiamate nel mondo anglosassone , soprattutto
americano) , autonome sul piano organizzativo ma variamente collegate le une
alle altre mediante consigli di chiese regionali o nazionali, oltre che nelle
rispettive alleanze o federazioni confessionali, e nel consiglio ecumenico
delle Chiese con sede a Ginevra..
Il termine protestantesimo
deriva dalla protestatio (latino: protesta, rimostranza) elevata nel corso
della seconda dieta (parlamento) dell’impero, convocata da Carlo V a Spira
nell’aprile del 1529, quando venne revocata la decisione della dieta precedente ( anch’essa avvenuta a Spira, tre
anni prima, nel 1526) di lasciare
l’autorità politiche di ciascun territorio dell’impero in attesa della
convocazione di un consiglio generale, libere di autorizzare oppure no la
predicazione evangelica e di attuare le riforme che essa comportava. Cinque
principi elettori e i rappresentanti di 14 città che avevano aderito alla Riforma protestarono per ben tre
volte ( ma invano: le loro dichiarazioni scritte vennero tutte respinte) contro
la revoca decisa dalla dieta. Nella terza dichiarazione del 29 aprile 1529 si
legge tra l’altro: “… Nelle cose che riguardano la gloria di Dio e la salvezza delle
nostre anime e la beatitudine eterna, ciascuno deve stare davanti a Dio e
rendergli conto per se stesso…Poiché questa terza notificazione delle nostre
vibrate rimostranze non trova possibilità di accoglienza, noi protestiamo e attestiamo davanti a Dio…e altresì davanti
a tutti gli uomini e a tutte le creature
, che noi non consentiamo e non accettiamo
in alcun modo , tanto per noi quanto per i nostri (sudditi) , la
delibera proposta e a tutte quelle cose
che sono contrarie a Dio , alla sua santa Parola, alla salvezza e alla buona
coscienza di noi tutti e anche al decreto della dieta imperiale di Spira citata prima…”.
Dal noi protestiamo pronunciato a
Spira nel 1529 proviene il termine protestantesimo, che descrive dunque un
atteggiamento di resistenza e opposizione sia
a leggi, norme o volontà che pretendano coartare o violare la coscienza
dei singoli in materia di fede negando
la sua autonomia davanti a Dio, al quale solo ciascuno deve rispondere, sia a
forme ecclesiastiche o civili di governo che limitino la libertà della Parola
di Dio vietandone l’annuncio o non si sottomettano alla sua autorità,
aggirandola in un modo o nell’altro.
Questo atteggiamento di
resistenza a un imposizione ritenuta ingiusta è lo stesso che tenne Lutero alla
dieta di Worms nel 1521. All’imperatore e alle massime autorità politiche e
religiose dell’Europa d’allora che gli imponevano di ritrattare , egli rispose:” A
meno che io non venga contraddetto con testimonianze della scrittura o evidenti
argomenti di ragione , poiché non credo al papa o ai concili soltanto, essendo
chiaro che essi si sono sovente
sbagliati e contraddetti, sono soggiogato dalle parole della Scrittura che ho citato . E fino a che la
mia coscienza è prigioniera della parola di Dio non posso ene voglio ritrattare
, perché è sconsigliabile e pericoloso per la salvezza fare qualcosa contro la
coscienza. Dio m’aiuti . Amen”
Questa dichiarazione di Luteropuò
essere considerata l’atto di nascita del protestantesimo. Ma quella che a Worms
era la protesta solitaria di una persona è diventata a Spira una voce corale di
una comunità di Chiese. Queste chiese, un anno più tardi presenteranno
all’imperatore Carlo V, nella dieta di Augusta del 1530, la loro confessione di
fede (perciò chiamata Augustana), scritta da Melantone .
Ma nella dieta di Augusta vennero
presentate all’imperatore altre due confessione di fede protestanti: : la fidei
ratio di Zwingli, riformatore di Zurigo, e la Tetrapolitana di Bucero, riformatore di Strasburgo, insieme
ad altre città della Germania meridionale. Come si vede, il protestantesimo
nascente assunse fin dall’inizio forme e
fisionomie diverse , con diversi profili teologici.
Su qualche punto le differenze
divennero anche divisioni: sulla questione della cena del Signore, per esempio, Lutero e Zwingli
diedero spiegazioni divergenti su come Cristo è presente nella cena e, dopo un
tentativo non riuscito di giungere ad un accordo con il colloqui di Marburgo
del 1529, si separarono. Solo nel 1973, con la concordia di Leuenberg, i loro
discendenti, cioè le chiese Luterane e riformate d’Europa , hanno ritrovato e
ristabilito tra loro la piena comunione ecclesiale..
Nel XVI secolo il protestantesimo
prese corpo in due confessioni distinte: quella
luterana e quella Zwinggliana-calviniana
(detta riformata) . Ma accanto e insieme a loro e con loro variamente collegati
e intrecciati si manifestarono più o
meno contemporaneamente altri due tipi
di riforma religiosa (che possono anche essere considerate due forme sui
generis di protestantesimo ) l’anglicanesimo, cioè la riforma
inglese , in cui operano molti fermenti calviniani , anche se la struttura
della chiesa è rimasta episcopale e se, sul piano liturgico , il culto e la
pietà hanno largamente conservato le
loro forme tradizionali ; e l’anabbattismo
, cioè la Riforma
radicale, che in nome di una fedeltà anche alla lettera della Scrittura
esigeva una rottura netta con la
tradizione cristiana medioevale (espressa con il rifiuto di praticare il
battesimo dei bambini) e una dissociazione completa della “ società cristiana”
con tutte le sue ambiguità (espressa con il rifiuto di ricoprire cariche
pubbliche e di assumere impegni politici come cristiani) Il rapporto fra cattolicesimo,
luteranesimo e calvinismo da un lato, e anabattismo dall’altro, fu
conflittuale: gli anabattisti furono perseguitati da tutti e il numero dei loro
martiri fu elevato.
Nel XVII secolo il
protestantesimo dette vita al grande fenomeno
puritano , dalla cui matrice particolarmente feconda germinarono diversi
importanti movimenti (che presto divennero chiese) . come quello battista, quello congregazionalista e, benché di proporzioni più ridotte, quello quacchero . Nel XVIII secolo fiorì il metodismo, che con la sua passione, per
l’evangelizzazione popolare e per la formazione e mobilitazione del laicato, si
è diffuso a macchia d’olio in tutto il mondo anglosassone. L’Ottocento
protestante fu caratterizzato da un lato
dal fenomeno del “ Risveglio” manifestatosi, con effetti più o meno dirompenti,
in tutte le chiese, e dall’altro da un forte impulso all’azione missionaria su
scala mondiale.
Nel XX secolo sono sorti in seno
al protestantesimo due grandi movimenti che fino a oggihanno seguito percorsi
paralleli, diventando però entrambi realtà ormai presenti su scala mondiale: il
movimento ecumenico e il movimento pentecostale.
Il protestantesimo non ha dato
vita soltanto a un nuovo modello di Chiesa cristiana, ha anche svolto
direttamente o indirettamente un ruolo
di primo piano nella formazione del mondo moderno. Calvino è stato chiamato,
non a torto, fondatore di una civiltà. In altre parole: il protestantesimo è
certo anzitutto un movimento di fede e una confessione religiosa, ma è anche un
fenomeno storico più vasto e complesso, una cultura, potremmo dire, capace di
forgiare i caratteri delle persone (mentalità, atteggiamento, comportamenti,
che persino in contesti sociali secolarizzati possono agevolmente essere
individuati e ricondotti alla loro matrice protestante) e di permeare intere comunità e società. In
questo quadro, due questioni in particolare
possono essere menzionate: il rapporto tra protestantesimo e
capitalismo, e quello tra protestantesimo e democrazia.
Riguardo alla prima, è senz’altro
plausibile la tesi secondo cui, mutatis mutandis, Calvino è stato per la borghesia emergente del XVI e XVII secolo
qualcosa di analogo a quello che Marx è stato per il proletariato industriale
del XIX secolo: uno e l’altro, benché in modi profondamente diversi, hanno dato
alle due “nuove classi” dell’Europa moderna coscienza del loro fondamentale
ruolo storico. Il puritanesimo poi, con il suo rigore etico, la sua concezione
vocazionale del lavoro e il suo stile di vita austero e frugale, senza sprechi
ne lusso, incline al risparmio ma non al consumo, produttore di ricchezza non
da scialare ma da investire , ha senza dubbio contribuito ad accelerare la
crisi definitiva del sistema economico feudale e ha favorito la vittoria del
capitalismo, agendo soprattutto sul suo “ spirito”.
Per quanto concerne invece il
nesso tra protestantesimo e democrazia, è particolarmente evidente nel calvinismo; il cui ordinamento
ecclesiastico (detto “ presbiteriano” nel mondo anglosassone, essendo il
presbiterio , cioè l’organo responsabile di un gruppo di comunità vicine, la
sua unità di base) prevede soltanto
forme di governo collegiali sia a livello sociale (concistoro) sia a livello
regionale e nazionale (sinodo): il potere non risiede più nel ministro ma
nell’assemblea dei credenti che in ubbidienza alla Parola di Dio, è in prima
persona responsabile della vita della Chiesa in tutti i suoi aspetti. Anche sul
piano dottrinale il protestantesimo esclude una concezione autoritaria della
verità cristiana. Non c’è un magistero infallibile, c’è lo spirito che guida la Chiesa e la comunità
raccolta intorno alla Parola di Dio, in tutta la verità, suscitando per così
dire dal basso, attraverso l’ascolto
condiviso della Scrittura e il
confronto reciproco , il consenso della fede , Ha luogo insomma una sorta di democratizzazione del sapere evangelico.
La fede protestante, infine è
quella forgiatasi nell’esperienza della Riforma del XVI secolo , arricchita dai
vari apporti maturati lungo la sua
storia ( in questo secolo soltanto ci
sono stati quelli decisivi di Barth, Tillich e Bonhoeffer, per limitarci ai
maggiori) , ed è oggi vissuta nell’orizonte della pratica e della speranza
ecumenica.
I protestanti nel mondo sono
circa 300 milioni e in Italia vive quella che può essere considerata la Chiesa protestante (essendo
nata nel XII secolo) più antica del mondo: la
chiesa Valdese.
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