ORTODOSSI
Ortodossia è il termine con cui
comunemente si designa nel suo insieme la Chiesa ortodossa, ossia la Chiesa una, santa,
cattolica e apostolica che è in Oriente e che esiste dal giorno della
Pentecoste.
Il nome ortodossia (dal greco orthòs:retto, e doxa : opinione) ha il senso di retta fede, retta glorificazione
(retto culto) .
Dopo lo scisma , o separazione,,
del 1054 la Chiesa
occidentale si fa chiamare cattolica, la Chiesa orientale preferisce chiamarsi , ortodossa , con particolare riferimento
all’insegnamento dei sette concili ecumenici celebrati tra il 325 e il 787. La
chiesa Ortodossa viene pure detta Chiesa orientale in riferimento alla sua diffusione nell’area
geografica del l’ex impero romano orientale , poi bizantino.
Le chiese che nei secoli V e VI,
dopo il concilio di Calcedonia (451) , si sono organizzate fuori dalla
comunione con la chiesa di cultura greco-romana vengono chiamate Chiese antiche
orientali , o precalcedonesi. Le due famiglie di Chiese orientali , calcedonesi
e precalcedonesi, hanno raggiunto convergenze in materia di fede e studiano la
modalità con la quale riprendere ufficialmente la comunione.
Il primo millennio della comune
storia cristiana è il periodo delle
persecuzioni, dell’espansione e dell’organizzazione della Chiesa. Esso registra
la formulazione della fede nei
dogmi dei sette concili ecumenici e la
definizione del culto, la formazione della pentarchia (struttura ecclesiale
costituita attorno a cinque sedi principali : Roma, Costantinopoli,
Alessandria, Antiochia, Gerusalemme) , uno stretto rapporto tra la Chiesa e l’Impero diventato
cristiano.
Lo scisma del 16.7.1054 fu il risultato di un processo di
estraniamento che cominciò nel secolo
VII. Nel 691-692 la Chiesa Bizantina
celebrò il concilio Trullano, che con i
suoi 102 canoni realizzò una vera e propria riforma, non recepita
dall’Occidente.
L’indebolimento dell’impero
bizantino di fronte all’avanzata degli arabi musulmani ne minò la funzione di
difensore dell’Occidente dalle invasioni. L’incoronazione (800) di Carlo Magno
a imperatore del Sacro Romano Impero, sorto in occidente anche in opposizione a
quello bizantino e che si riteneva
legittimo erede della romanità,
pose le premesse dello scisma, in quanto si rompeva l’unità politica della cristianità ed entrava in crisi la
concezione secondo la quale l’unico regno celeste doveva corrispondere un unico
regno terrestre.
Sul piano teologico lo scontro
Oriente Occidente si acutizzò con la questione
del Filioque. La differente visione della Trinità che la formula del
Ffilioque implicava pesò notevolmente anche nella bolla di scomunica di Papa Leone IX nel 1054 contro il patriarca
di Costantinopoli Michele Cerulario e i suoi fedeli , accusati di avere tolto
il Filioque dal Credo. Il patriarca a sua volta ritorse la scomunica contro la chiesa romana. Le
differenze teologiche invocate nel momento dello scisma furono il primato del papa. Il Filoque e il
Purgatorio, tuttora non riconosciuti dagli ortodossi; l’uso per l’eucarestia
del pane lievitato in Oriente e del pane azzimo in Occidente.
La separazione venne resa
definitiva dalla IV crociata del 1204,
dirottata contro Costantinopoli non solo per depredarla economicamente e
occuparla politicamente , ma anche per imporre il rito e la giurisdizione latina sulla chiesa bizantina, Le due parti del
mondo cristiano diventeranno due Chiese.
L’impero di Bisanzio incominciò
ad essere sottoposto alla terribile pressione dei turchi. In questi secoli di
difficoltà della Chiesa ortodossa, furono celebrati dei concili per ricomporre
l’unità tra le Chiesa greca e latina. I
più importanti furono i concili di Lione (1274) e di Ferrara Firenze
(1438-1439).Essi mostrarono che l’idea di una sola chiesa era ancora viva, ma il desiderio di
comunione non si realizzò, perché le
motivazione degli incontri erano politiche più che teologiche: ottenere aiuti
economici e militari per far fronte al pericolo turco. Ma gli aiuti non
arrivarono e Bisanzio fu sconfitta dall’impero Ottomano.
Nei secoli XV-XVIII , dopo la
caduta dell’impero Bizantino, le chiese Ortodosse risentirono l’oppressione di
uno Stato la cui fede era l’Islam. Il Patriarca ortodosso di Costantinopoli
venne nominato “etnarca “ cioè capo dei Cristiani considerati una sola nazione,
non per ragioni etniche, ma a causa dell’appartenenza alla stessa religione. La
chiesa assunse il compito di conservare la coscienza etnica dei popoli
ortodossi soggiogati ai turchi . Il regime islamico proibiva il proselitismo e puniva la conversione di un musulmano
al cristianesimo alla pena capitale . Ai cristiani invece si
chiedeva di rinnegare la propria
fede per potere occupare posti nell’amministrazione pubblica . Mentre
il patriarca di Costantinopoli acquistava prestigio, quelli di Alessandria,
Antiochia e Gerusalemme perdevano di importanza.
Anche i paesi ortodossi si confrontarono con la riforma protestante e con la Controriforma cattolica. Alcuni gruppi di fedeli ortodossi
vennero distaccati dalle loro chiese e formarono Chiese cattoliche di rito orientale o “
uniate” in Ucraina, Transilvania, Cecoslovacchia e nel patriarcato di
Antiochia.
Il risveglio delle nazioni nei
secoli XIX-XX non rimase senza conseguenze nella vita delle chiese ortodosse.
Nel 1821 i greci ottennero la liberazione dai turchi e rifondarono il loro stato.
Con il crollo dell’impero Ottomano e dell’impero Austro-Ungarico si formarono
nuovi stati, le cui chiese reclamarono la piena indipendenza ecclesiastica, o
autocefalìa,( caratteristica delle chiese
ortodosse orientali consistente nel fatto che sebbene in comunione con Costantinopoli, ogni chiesa
nazionale non ne è però dipendente ma è retta dal proprio sinodo) dal
Patriarcato di Costantinopoli.
A una difficile prova le chiese
ortodosse furono sottoposte quando dal 1917-18 nei paesi dell’Unione Sovietica,
e nel 1944-45 nei paesi dell’Europa orientale, quando si trovarono a
confrontarsi con l’ateismo di stato dei regimi comunisti. La situazione
generale, pur diversa da paese a paese fu caratterizzata da limitazioni della
libertà religiosa. Oppressione dei fedeli e del clero. La creazione nel 1948
del Consiglio Ecumenico delle Chiese, a cui nel 1961 aderirono anche le chiese
dell’Europa orientale, rese possibile la testimonianza della difficile
esperienza pastorale ortodossa.
Dopo il crollo dei regimi comunisti
nel 1989 le chiese ortodosse godono di libertà, ma hanno oggettive difficoltà
nello svolgimento della loro attività. Essi risentirono della crisi materiale
generale nei paesi passati dall’economia socialista a quello di libero mercato.
Non hanno l’esperienza necessaria per gestire la libertà, fanno fatica a
liberarsi della paura, ma hanno mostrato un vero fervore spirituale,
organizzativo e missionario.
Sono state rifondate strutture
annullate: diocesi, parrocchie, seminari, facoltà di teologia. Le Chiese
ortodosse, quali chiese nazionali, pur rispettando la formula bizantina della “
sinfonia” tra Chiesa e Stato, intendono affermare la loro autonomia per evitare
ingerenze dannose e limitanti.
Sul piano ecumenico si è
verificata una certa tensione, che si sta attenuando. Dopo avere collaborato
per l’abbattimento dei regimi comunisti, le diverse realtà religiose hanno
sentito il bisogno di affermare la propria identità e si sono trovate in
conflitto tra loro.
I conflitti più dolorosi sono
stati creati dal proselitismo delle sette occidentali o asiatiche, che trattano
i paesi dell’Europa dell’Est come terra di missione, come se paesi con regimi
comunisti tutta la gente fosse diventata atea. I primati ortodossi, riuniti a
Costantinopoli , il 5.3.1992 hanno protestato contro questa attività
missionaria che va a “ detrimento dell’anelato cammino verso l’unità dei
cristiani”:
Oggi la chiesa Ortodossa si
presenta organizzata in 15 chiese indipendenti fra di loro, che confessano la
stessa fede, celebrano la stessa liturgia e si organizzano secondo gli stessi
principi canonaci. Appartengono alle culture greca, slava, romena, araba e si
inseriscono sempre di più nelle culture dei paesi occidentali dove si
organizzano come diaspora.
Patriarcato di Costantinopoli:
Con sede a Fanar-Istambul, in Turchia. Occupa il primo posto di onore tra le
Chiese ortodosse, conformemente ai canoni 3 del concilio ecumenico di
Costantinopoli (381) e 28 del concilio ecumenico di Calcedonia (451). Ha
giurisdizione su metropolie in Turchia, nel Dodecaneso e nel Monte Athos, in
Europa, America, Asia, Australia, Nuova Zelanda ed Estremo Oriente, con 42
diocesi, 105 metropoliti e vescovi (nel 1955) , circa 1500 sacerdoti e circa
3.500.000 fedeli. Nella liturgia utilizza
la lingua greca.
Patriarcato greco ortodosso di
Alessandria: Con sede in Alessandria d’Egitto. Occupa il secondo posto
di onore tra le Chiese ortodosse, conformemente al canone 28 del concilio di
Calcedonia (451). Ha giurisdizione su metropolie in Egitto e in tutta l’Africa
con 13 diocesi, 18 metropoliti e vescovi, 160 parrocchie e 350.000 fedeli .
Molto vive le missioni in Sudan, Libia , Camerun, Tanzania, Sudafrica, Uganda,
Kenia, Zaire e Ghana. La liturgia viene celebrata in greco, arabo e nelle
lingue africane.
Patriarcato greco ortodosso di
Antiochia: Con sede a Damasco in
Siria. Menzionato dai canoni 6 del concilio di Nicea (325), 3 del concilio di
Costantinopoli (381) e 28 del concilio di Calcedonia ($%!) Ha giurisdizione in
Siria, Libano, Irak, Kuwait, Stati Uniti, America Meridionale. Uuropa, con 17
diocesi, 34 metropoliti e vescovi, 520 parrocchie , circa 1.500.000 fedeli.
Patriarcato di Gerusalemme:
Con sede in Israele. Elevato alla dignità patriarcale dal Concilio di Calcedonia
(451). Ha giurisdizione in Palestina, Giordania e sul monastero di S. Caterina
del Monte Sinai, con 3 diocesi, 21 metropoliti e vescovi, 60 parrocchie 2
260.000 fedeli, in maggioranza arabi. Lingue liturgiche: greco e arabo.
Patriarcato di Mosca: Con
sede a Mosca in Russia. Chiesa diventata autocefala nel 1448 è stata elevata
alla dignità patriarcale nel 1589. Soppresso da Pietro il Grande, che mise a
capo del santo sinodo un rappresentante dello stato, il patriarcato russo viene
ripristinato nel 1917-18. Ha giurisdizione in
Russia e sulla chiesa autonome dell’Ucraina, Bielorussia, Estonia, Lituania ,
Kazakistan e in diaspora, con circa 120 diocesi, 150 metropoliti e vescovi
14.000 parrocchie, circa 120.000 fedeli. La lingua liturgica: lo slavo ecclesiastico,
ma anche le lingue dei diversi popoli.
Patriarcato di Serbia: Con
sede a Belgrado. In seguito alla guerra balcanica del 1877-78, nel 1879 diventa
chiesa autocefala e nel 1920 viene elevato alla dignità patriarcale. Ha
giurisdizione sui serbi ortodossi in Serbia, Bosnia, Croazia e diaspora, con 36
diocesi, 35 metropoliti e vescovi, 2270 parrocchie, circa 10 milioni di fedeli.
Nella liturgia utilizza lo slavo ecclesiastico, il serbo e le lingue
occidentali.
Patriarcato di Romania: Sede
Bucarest. Chiesa autocefala dal 1885, elevata alla dignità patriarcale nel 1925. Ha giurisdizione in
Romania e su fedeli rumeni in : Repubblica Moldava, Ungheria, Iugoslavia,
Europa, USA e Canada, con 24 diocesi, 32 metropoliti e vescovi, 85.000
parrocchie , 19.800.000 fedeli. La lingua liturgica è il rumeno.
Patriarcato della Bulgaria:
Sede a Sofia. Chiesa autocefala dal 1872, elevata al rango di patriarcato nel 1953. Ha giurisdizione in
Bulgaria e sui bulgari della diaspora con 13 diocesi, 25 metropoliti e vescovi,
circa 9 milioni di fedeli. Utilizza nel culto
lo slavo e il bulgaro.
Patriarcato della Giorgia: Sede
a Tiblisi. Chiesa fondata nel secolo V nell’orbita di Antiochia, con
autocefalia riconosciuta nel 556, nel 1953 dal Patriarcato di Mosca e nel 1990
dal patriarcato di Costantinopoli; è stata elevata a patriarcato nel 1918. E’
organizzata in 15 diocesi in Georgia e nella diaspora, con 15 metropoliti e
vescovi, 80 parrocchie e 3 milioni di fedeli. Celebra in Georgiano e talora in
slavo ecclesiastico.
Chiesa di Cipro: Sede a
Nicosia . Chiesa autocefala dal
431, elevata al concilio di Efeso (431)
al rango di arcidiocesi. Organizzata in 6 diocesi, con 7 metropoliti e
vescovi 650 parrocchie e 445.000 fedeli.
Chiesa di Grecia: Sede ad
Atene. Autocefala dal 1850. organizzata in 82 diocesi, con 98 metropoliti e
vescovi e 9 milioni circa di fedeli in Grecia. I greci di Creta e della
diaspora si trovano sotto la giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli.
La liturgia è il greco ecclesiastico.
Chiesa ortodossa di Polonia:
Sede a Varsavia,Riconosciuta autocefala nel 1924 dal Patriarcato di
Costantinopoli e nel 1948 dal Patriarcato di Mosca. Ha giurisdizione in Polonia
e nella diaspora, con 6 diocesi, 6 metropoliti e vescovi, 250 parrocchie e
circa 1 milione di fedeli . Lingue liturgiche: lo slavo e il polacco.
Chiesa della Cechia e della
Slovacchia: Sede a Praga. Riconosciuta autocefala nel 1923 da
Patriarcato di Costantinopoli e nel 1951 dal Patriarcato di Mosca . Dopo la
separazione tra Cechia e Slovacchia nel 1993, in ognuno dei nuovi
stati si organizza una metropolia con due diocesi ognuna sotto la guida del
metropolita di Varsavia. Il totale dei fedeli è stimato in cira 150.000. Nel
culto utilizza le lingue: slava, ceca, slovacchia, ucraina.
Chiesa di Albania: Sede a
Tirana. Autocefala dal 1937, abolita con tutte le realtà religiose dal regime comunista nel 1967, è stata
restaurata nel 1991. Organizzata in 4 diocesi, con un metropolita greco e circa
6000.000 fedeli.
Chiesa ortodossa della Fillandia:
Fondata in seguito all’opera missionaria di monaci russi del monastero di
Valamo, nel 1923, divenne autonoma sotto la giurisdizione del Patriarcato di
Costantinopoli, situazione riconosciuta nel 1958 anche dal patriarcato di
Mosca. Organizzata in 3 diocesi , con 4 metropoliti e vescovi e circa 60.000
fedeli. Negli incontri ecumenici i
rappresentanti di questa Chiesa autonoma appaiono fra quelli delle chiese
autocefale.
Chiesa ortodossa della Macedonia:
Sede a Skoplie. Organizzata in 5 diocesi, una delle quali in Australia,
con 7 metropoliti e circa 2 milioni di fedeli, si è staccata dal patriarcato
serbo e si è dichiarata autocefala nel 1967, ma non è ancora riconosciuta tale
dall’insieme delle Chiese Ortodosse.
Chiesa ortodossa d’ America: Non
è riconosciuta ufficialmente dall’insieme delle chiese ortodosse, ma è stata
dichiarata autocefala nel 1970 dal patriarcato di Mosca. Ha sede a New York ed
è organizzata in 13 diocesi, compresa una di albanesi, una di bulgari, e una di
romeni, con un totale di circa 1 milione di fedeli.
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