CAMPANIA
Preistoria:
I reperti più antichi della
regione provengono dall’isola di Capri, dove è stato rinvenuto un giacimento
del Paleolitico inferiore attribuibile ad una fase dell’Acheuleano
medio-superiore. Nella zona di marina di Camerota, in tre località costiere ,
Cala d’Arconte, Capo Grosso e Cala Bianca, sono conservati depositi con
industrie riferite a due distinte fasi dell’Acheuleano. In numerose grotte
costiere sono presenti depositi con
industrie musteriane. Nella Grotta del Poggio e nella Grotta Taddeo sono stati
rinvenuti alcuni denti, un astragalo e
un frammento di femore neandertaliani . Una mandibola frammentaria di un
bambino neandertaliano di circa 3-4 anni di età è stata rinvenuta nel riparo
del Molare. Industrie del Paleolitico superiore
sono note fra l’altro, nella grotta di
Castelcivita , nei dintorni di Palinuro (in superficie e in numerose grotte
costiere) e nella Grotta La Porta a circa 40 chilometri da Salerno.
A Capri la Grotta delle Felci
ha restituito notevoli prodotti ceramici neolitici. . L’età del rame è
rappresentata dalla facies culturale del Gaudo, alcuni importanti abitati
dell’antica e media età del Bronzo, come Palma Campania e La Starza (dove è
documentata una ricca stratigrafia con materiali che vanno dal neolitico alla
tarda Età del Bronzo), presentano evidenti tracce di una fine improvvisa, dovuta a una
periodica attività vulcanica. Alla fase iniziale della media Età del bronzo
vanno anche riferiti i resti di edifici e complessi artigianali di Buccino e le
fasi di massima fioritura dell’abitato sorto sull’isola di Vivara, dove recenti
campagne di scavo hanno permesso di recuperare grandi quantità di ceramiche
egee. Alla facies culturale appenninica si data, infine, la stipe rinvenuta nella grotta di Pertosa. Nell’età del ferro,
in cui predomina il rito funerario dell’inumazione, è possibile distinguere
alcune necropoli a incinerazione (capua , Pontecagnano, Sala Consilina) i cui
materiali mostrano parentele con quelli della facies culturale villanoviana.
Storia:
Il nome Campania comparve in
età antichissima (secolo V-IV a.C.) a designare il fertile territorio
pianeggiante intorno a Capua (ager
campanus) bagnato dal mar Tirreno e delimitato dal monte Massico, dal
subappennino e dalla penisola Sorrentina.
Nel secolo VIII a.C. giunsero coloni greci sulla costa; in seguito
gli Etruschi che nel secolo VI si
stabilirono nell’entroterra . Dopo la decisiva sconfitta di questi ultimi subita a Cuma nel 474 a.C. a opera dei Greci,
giunsero i Sanniti, che assimilarono
usi e costumi etruschi . Seguirono i romani
(secolo IV a.C.) la cui pacifica dominazione durò sette secoli e fu raramente
turbata ; a loro si devono importanti opere pubbliche. Nel 90-89 a.C. fu
concessa la cittadinanza romana. Nell’ordinamento augusteo la Campania felix fu compresa nella prima
regione che, col nome di Latium Campania, abbraccia anche il
Sannio occidentale, il paese dei Picentini ed il territorio dal Garigliano al
Tevere.
La Campania fu sconvolta dagli
avvenimenti che seguirono la caduta dell’impero romano d’Occidente (476
d.C.) con la successiva occupazione da
parte degli Eruli prima, dei Goti e dei Bizantini poi, conservando
tuttavia l’unità amministrativa ereditata dai Romani. Seguirono i Longobardi (secolo VI) , i ducati di
Salerno, Benevento e Capua , trasformati più tardi in principati .
Napoli intanto sottrattasi
all’influenza bizantina , sotto la dinastia dei Sergi (secolo IX) raggiunse una
posizione di notevole pregio. La vita politica e la fiorente attività economica
e commerciale si spostarono verso la Sicilia con l’arrivo dei Normanni che
tendevano ad espandersi verso l’Oriente (periodo delle Crociate). La Campania
divisa nei giustizierati di terra di lavoro, Ducato di Amalfi e Principato di
Salerno, perse oltre alla sua unità anche autonomia e prestigio entrando nel
sistema amministrativo generale
dell’Italia meridionale. Solo Salerno e Napoli conservarono alcuni
privilegi con la concessione di Tancredi (secolo XII). Sia i Normanni sia gli Svevi
(subentrati a questi nel 1194) lottarono contro ogni interferenza del papato, i
grandi feudatari e le velleità autonomistiche delle città. Essi costituirono
uno stato che per ordinamenti e concezioni fu uno dei più moderni del tempo.
Con la morte di Federico II di Svevia, lotte sanguinose infransero tragicamente
il sogno di dominio dei suoi eredi. Nelle battaglie di benevento (1266) e di
Tagliacozzo (1268), Manfredi e Corradino furono sconfitti a opera di Carlo
d’Angiò, capostipite degli Angioini , che portò la capitale da Palermo a Napoli
nel 1282. Con i suoi eredi la Campania conobbe un periodo di benessere, fino
alle lotte tra Angioini e Aragonesi, che dominarono dal 1443 al 1504. La
discesa di Carlo VIII e l’intervento di Ferdinando d’Aragona fecero della Terra
di Lavoro il teatro di continue battaglie finché la Spagna con la conquista di
Napoli nel 1503 rimase padrona del regno, che a partire dall’anno seguente fu
affidato al governo di un viceré. La situazione interna, prospera all’inizio,
peggiorò a poco a poco con l’indebolimento della Spagna dovuto alle continue
guerre da essa sostenute; il regno oberato di balzelli andò impoverendosi,
generando malcontento negli strati popolari, la cui manifestazione più
clamorosa fu la rivolta del luglio 1647, guidata da Masaniello. La situazione migliorò
quando venti anni di dominio austriaco la corona passò a Carlo di Borbone
(1734) i cui discendenti regnarono fino al 1860, salvo le due interruzioni del
1799 (Repubblica Partenopea) e del 1806-15 (regni di Giuseppe Bonaparte e di
Giocchino Murat). L’azione riformatrice di Carlo III (1734-59) e del Tanucci
durante la minorità di Ferdinando IV giovarono soprattutto alla Campania, sede
della capitale, che beneficiò anche delle grandiose opere pubbliche innalzate.
Caduto Murat, i Borbone esuli in Sicilia tornarono: essi non seppero
comprendere lo spirito dei tempi nuovi e generarono malcontento.
Sorse la carboneria che in
Campania trovò ampia diffusione; da Nola partì la rivoluzione del 1820; nel
Cilento si ebbero i moti del 1828 e anche nel 1848 fu Napoli la prima città di
terraferma che insorse e obbligò Ferdinando II a concedere la Costituzione ,
che però ebbe breve vita. La spedizione dei Mille vide la Campania accogliere
trionfalmente Garibaldi , la cui vittoria nella battaglia del Volturno
(ottobre 1860) segnò la fine della dinastia borbonica .
Durante la seconda guerra
mondiale gli alleati utilizzarono la Campania come la loro massima base
logistica in Italia anche dopo che si erano aperti la via di Roma.
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