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lunedì 20 agosto 2012

Storia di Genova


GENOVA


Storia

Fondata dai Liguri, florido centro di traffici già nel secolo IV  a. C. , fu distrutta dai Cartaginesi (205 a. C. )  per essersi alleata con i Romani durante le guerre puniche. Più tardi divenne municipio romano (Genua) . Sede vescovile dal secolo III, fu conquistata dai Goti di Teodorico; ripresa da Belisario durante la guerra greco.gotica, Genova era diventata  il più importante centro dell’omonima provincia. Nel 569, fuggendo i Longobardi, vi trovò rifugio Onorato , vescovo di Milano, e la sede episcopale milanese vi rimase almeno fio al 643, quando Rotari , re dei Longobardi, conquistò la città facendone capitale del ducato di Liguria . Dopo la conquista franca (774), Genova divenne contea; nel 845 fu saccheggiata dall’imperatore Lotario, che la tenne soggetta fino all’850. Nel secolo seguente fu incorporata nella marca degli Obertenghi, che vi inviarono un loro rappresentante. La necessità di difendersi dalle scorrerie dei Saraceni fece si che i genovesi, attaccati nella loro stessa città (saccheggio del 935) , si arroccassero in una forte cerchia di mura e si stringessero attorno al vescovo, acquistando gradatamente una salda coscienza cittadina. Passarono poi all’offensiva e, insieme coi Pisani, tra la fine del secolo X e gli inizi del secolo XI, scacciarono i Saraceni dalla Corsica e dalla Sardegna. Nel secolo XI la città, retta dal vescovo, creò un organismo nuova, un’associazione di marinai, armatori e commercianti, la Compagna. Nata con i fini economici, la Campagna si allargò e acquistò ben presto un peso determinante nella vita politica della città, divenendo un’entità di carattere pubblico, sempre sotto il patrocinio del vescovo, e nella seconda metà del secolo XI furono da essa eletti i primi consoli. Genova, divenuta così un potente comune, iniziò una politica estera più ambiziosa, contribuendo al trasporto e al vettovagliamento dei crociati (1099) e ottenendo numerosi scali marittimi e privilegi commerciali in Oriente. Contemporaneamente impose la sua supremazia sulle Riviere, scontrandosi in quella di Levante con Pisa, contro la quale lottò a lungo per il possesso della Corsica, dove i Genovesierano penetrati dal 1132. Nel 1158 alla Dieta di Roncaglia il console genovese Caffaro Caschifellone  otenne da Federico Barbarossa l’esenzione della città dal tributo e, tre anni dopo, la concessione delle regalie. Seguì un nuovo periodo di lotte con Pisa, che terminò con la precaria Pace di pavia (1175)  L’ascesa politico economica della città, il prevalere sui nemici esterni e la grande prosperità determinarono all’interno lotte fra le grandi famiglie guelfe e ghibelline , che portarono alla nomina di un podestà forestiero, il bresciano Menegoldo del Tettoccio (1191) .
Il prevalere  dei guelfi determinò la sua cacciata e il ritorno temporaneo al sistema consolare. Genova rifiutò di piegarsi a federico II, ma nel 1241 la sua flotta fu sconfitta presso l’isola del Giglio. La ricca borghesia intanto premeva per avere parte nella cosa pubblica e nel 1257 ottenne la creazione, accanto al podestà, di un capitano del popolo, nella persona di Guglielmo Boccanegra, che fu però costretto nel 1262 dai nobili ad abbandonare la carica.  Solo nel 1270 Oberto Doria e Oberto Spinola riuscirono a imporre l’autorità del capitano del popolo, scalzando il podestà . A un periodo di flessione economica, provocato dalla grande affermazione della rivale Venezia, nel commercio del levante, coincidente con l’impero latino di Costantinopoli (1204-61)  seguì per la città un periodo di alta prosperità grazie ai vantaggi ottenuti dall’imperatore Michele Viii Paleologo restauratore dell’impero bizantino (trattato di Ninfeo, 1261) Ripresa la lotta con Pisa, Genova la sconfisse nel 1284 alla Meloria, ottenendo una supremazia nel Mediterraneo che le fu contesa senza tregua da Venezia. Nel 1298 Genova riportò a Curzola una grande vittoria su Venezia. . Questa vittoria, la prosperità negli affari (formazione delle maone e della società dei Giustiniani) , l’ampliamento della città furono l’ultima stagione  felice per Genova: ben presto ripresero le lotte intestine tra i nobili guelfi (Fieschi, Grimaldi, Montaldo) e quelli ghibellini (Doria, Spinola, Fregoso)  Il partito borghese cercò, con la creazione del Dogato e l’esclusione dei nobili dal governo, di pacificare la città.
Il primo Doge fu Simone Boccanegra (1339), che cinque anni  dopo, per il perdurare dei disordini , dovette dimettersi (1344) . Poco dopo iniziò per Genova  le serie delle signorie  straniere :quella Milanese (1353-56) e quella francese (1396-1409) , che furono inframmezzate dal nuovo dogato del Boccanegra(1356-63) . nel periodo francese fu istituito il Banco di San Giorgio (1407).
Ad affrettare il declino politico della città ligure seguì la ripresa del conflitto con Venezia (guerra di Chioggia, 1378-81).
Nel secolo XV Genova dopo essersi data in signoria  a teodoro II del Monferrato (1409.13) ebbe una serie di dogi incapaci di imporsi sulle fazioni, finché nel 1421 la città e l’intera Liguria vennero unite al ducato di Filippo maria Visconti. Una rivolta nel 1436 affidò la città ai “ capitani della libertà” e si riprese l’elezioni dei dogi. Seguì un confuso periodo di congiure e di ribellioni, mentre la Repubblica perdeva quasi tutte le colonie in Oriente e i centri rivieraschi.
Dal 1458 al 1460 la città fu sotto Carlo VII di Francia; dal 1464 al 1478 e, dopo una breve parentesi di libertà, dal 1487 al 1499, sotto gli Sforza, duchi di Milano; quindi di nuovo sotto un re di Francia, Luigi XII (1499-1507) . Così indebolita e coinvolta nelle lotte franco spagnole per il predominio in Italia, Genova fu saccheggiata dalle forze imperiali di Prospero Colonna nel 1522e fu sul punto di perdersi definitivamente, schiacciata dalle due potenze rivali. La salvò dall’estremo pericolo l’ammiraglio Andrea Doria che, passando improvvisamente dal servizio di Francesco I alla parte imperiale, ottenne il riconoscimento dell’autonomia della città (1528) ed emanò una nuova costituzione che assicurò ai nobili quasi tutti i poteri. Neppure così però, la città ritrovò la sua pace. Perdute le colonie e diminuita di molto l’attività marinara fu contemporaneamente turbata dalla congiura dei Fieschi (1547) e da quella di Giulio Cybo (1548) , dall’insurrezione corsa di Sampietro d’Ornato da bastelica (1564-67) e dalle feroci lotte tra nobili antichi e nobili nuovi. Il secolo XVII segnò un ulteriore decadenza. La deviazione delle correnti del commercio verso l’America inaridì molte fonti di ricchezza e indebolì la città. Ne approfittarono i duchi di Savoia tentando di impadronirsi del suo porto nel corso della guerra della Valtellina e poi con le congiure di Genova Cesare Vachero (1628) e di R. della Torre (1672) che fallirono però miseramente . Riuscì invece a sottometterla Luigi XIV di francia che, dopo averla bombardata nel maggio del 1684, costrinse il Doge a umiliarsi ai suoi piedi e ad accettare una sorta di protettorato in realtà alquanto oneroso.
Ritrovò ancora momenti di gloria quando, occupata da truppe austriache, insorse con un violento moto popolare iniziato dal leggendario Balilla (dicembre 1746) . Ma fu un breve episodio. La città  era di fatto ormai entrata nell’orbita della politica  francese, tanto che nel 1768, assillata da gravi difficoltà finanziarie, fu persino obbligata a cedere a Luigi XV la Corsica, in perpetua rivolta, per la somma di 40 milioni di lire.
Scoppiata la rivoluzione francese , dopo inutili tentativi di rimanere neutrale, nel 1796 fu costretta ad accogliere l’armata napoleonica e a trasformarsi poco dopo (giugno 1797)  in repubblica democratica e giacobina.
Tra l’aprile ed il giugno 1800  sostenne agli ordini di A. massena il terribile assedio degli Austro-Russi che permise a napoleone la vittoria di marengo. Nel 1805 entrò a far parte integrante dell’imero francese e dopo il Congresso di Vienna fu assegnata al Regno di sardegna: decisione fieramente avversata dai genovesi, ma che fu d’altra parte all’origine del rinnovamento economico della città, messa così in comunicazione con un ampio e sicuro retroterra. Focolaio di propaganda rivoluzionaria durante il risorgimento, fu sede di carbonari, cospiratori e patrioti di ogni genere che fomentarono le insurrezioni del 1821 e del 1849, ma diedero anche notevoli contributi alla causa monarchico costituzionale.
Durante la seconda guerra mondiale fu sottoposta a numerosi bombardamenti che provocarono gravissimi danni alle attrezzature portuali e all’abitato. Centro attivissimo di organizzazione partigiana fu la prima città dell’Italia settentrionale a insorgere contro i nazifascismi (24 aprile 1945), ottenendo la liberazione prima dell’arrivo degli Alleati.
Genova è medaglia d’oro della Resistenza.


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