TORINO
Storia
Centro del popolo Celtico (o
Ligure) dei Taurini, nel 221 a . C. venne assediata e
presa da Annibale. Passata quindi ai Romani, vi fu successivamente dedotta una
colonia che assunse il nome di Julia
Augusta Taurinorum . Sede vescovile
dal secolo V e importante base militare bizantina divenne capitale di ducato
con i Longobardi (568) e di contea con i Franchi (774) . Dopo essere stata
governata dai Supponidi, passò con re Ugo agli Arduinici. A metà del secolo X
fu costituita la marca di Torino ( chiamata anche marca d’Italia) , per ordine
di Berengario II, organizzata da Arduino Glabrione cui succedette (975)
Manfredi I (m. 1001) che ampliò la stessa marca. Il figlio Olderico Manfredi
(m.1034) la resse con molta abilità. Morto Olderico, l’effettivo governo della
marca fu tenuto da Adelaide. Alla morte (1091) i Savoia cercarono
d’impossessarsi della marca, ma furono contrastati dai vescovi e dallo sviluppo
delle autonomie cittadine. Dopo una lunga serie di lotte la città fu concessa
ai Savoia da Federico II, bisognoso del
loro aiuto, ma essa si ribellò subito dopo (1255) reggendosi di nuovo a comune
indipendente. Passata quindi agli Angioini (1270) e a Guglielmo VII di Monferrato (1266-70 e
1274-80) , ritornò infine ai Savoia (1280) che la resero poi stabilmente con la linea di Acaia .
La pace di Torino , pose fine
(1308), con la mediazione di Amedeo VI di Savoia, alla disastrosa guerra di
Chioggia iniziata nel 1378 tra Genova e Venezia. Il trattato impose a Venezia
alla rinuncia della Dalmazia ed alcuni possedimenti di terra ferma.
Estintosi il ramo cadetto nel 1418, Torino
passò allora ad Amedeo VIII che fece di essa il centro della sua attività politica e militare al di qua delle Alpi.
Occupata dai francesi dal 1536 al
1562 , fu restituita a Emanuele Filiberto che ne fece la capitale del ducato .
Assediata ed espugnata dai Savoia (1639)
durante la guerra civile per la reggenza dello stato conferita a
Cristina di Francia, nel 1713 divenne capitale del regno di Sardegna.
Durante la guerra di successione
di Spagna, dopo un primo attacco a Torino nel settembre del 1705 le truppe
francesi al comando del La
Feuillade cinsero d’assedio la città (1706). La difesa
constava di 10 mila uomini e otto battaglioni di milizie cittadine. I Francesi
mossero più volte all’attacco ma furono sempre respinti e un tentativo si
sorpresa effettuato il 30 agosto fu sventato dal sacrificio di Pietro Micca. Le
forze di Vittorio Amedeo II uscite dalla città si riunirono a un esercito di
soccorso guidato da Eugenio di Savoia, costrinsero le truppe francesi a
togliere l’assedio e a fuggire presso Pinerolo. A ricordo della battaglia
Vittorio Amedeo fece costruire la basilica di Superga.
Durante la rivoluzione francese fu unita alla
Francia sotto un governo provvisorio ( 1798-99)
e dal 1800 al 1814 fu capoluogo
del dipartimento del Po .Nel 1814
ritornò ai Savoia e, divenuta negli anni successivi alla restaurazione uno dei
popoli dell’agitazione patriottica
italiana, dopo il 1848 si trasformò in punto d’arrivo dell’emigrazione politica
proveniente dagli altri stati della
penisola. Capitale infine del nuovo regno d’Italia (1861), perdette tale ruolo
nel 1865. Si trasformò allora in un importante centro industriale e agli inizi
del 1900 vide, insieme allo sviluppo della Fiat, la nascita della
confederazione dell’Industria ( a opera di L. Craponne) e di un forte movimento
operaio (costituzione della F.I.O.M. e della Confederazione Italiana del Lavoro
, 1907) che dopo gli scioperi del 1913-14 e le manifestazioni contro la guerra
del 1917 culminò nell’occupazione delle fabbriche del 1920 in cui fu presente il
movimento ordinovista di A. Gramsci. Duramente provata dai bombardamenti
dell’ultima guerra, fu tra le città protagoniste della resistenza armata contro il
Nazi-fascismo.
Trattati di Torino:
Diversi furono i trattati firmati
nel capoluogo piemontese. Il 26 agosto 1696 il Piemonte e la Francia firmarono un
trattato che confermava il ritorno di Pinerolo agli stati Sabaudi, sanciva il
matrimonio della figlia di Vittorio Amedeo II, Adelaide, con Luigi duca di
Borgogna, e segnava l’allineamento
completo del Piemonte con Luigi XIV. L’8 novembre 1703 Leopoldo I d’Asburgo e
Vittorio Amedeo II di Savoia, nel quadro della guerra di successione spagnola,
siglarono un trattato con il quale il Piemonte
si impegnava ad abbandonare la precedente alleanza con Luigi XIV e otteneva in cambio il futuro dominio sulla
Lomellina, la Valsesia ,
Valenza e Alessandria, il Monferrato e i feudi delle Langhe. Articoli segreti
assegnavano inoltre a vittorio Amedeo il territorio di Vigevano , alcune terre
del Novarese e le eventuali conquiste in Provenza e nel Delfinato. Il patto di
alleanza tra il Piemone e la Francia
stipulato in funzione antiaustriaca durante la guerra di successione polacca,
firmato il 26 settembre 1733, assegnava , assegnava a Carlo Emanuele III il
comando delle truppe franco-piemontesi operanti in Italia e, in caso di
occupazione, il futuro possesso della Lombardia. Il trattato rimase però senza
effetto in seguito agli accordi di Madrid tra la Francia e la
Spagna.
Il 18 gennaio 1859 la Francia e il Piemonte
stipulavano un trattato che confermava sostanzialmente gli accordi di Plombiéres dell’anno precedente. Napoleone III
prometteva aiuto militare contro
l’Austria per la costituzione di un “
Regno dell’Alta Italia” ed il Piemonte
assicurava la cessione alla Francia del
ducato di Savoia e della provincia di Nizza. Il 24 marzo 1860 all’indomani dei
plebisciti nell’Italia centrale fu firmato quello che stabilì, in conformità
agli accordi segreti precedenti , la
cessione di Nizza e della Savoia alla Francia.
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