FRIULI VENEZIA GIULIA
Preistoria:
Di grande importanza per il
Paleolitico inferiore italiano è il sito
di Visogliano (comune di Duino Aurisina) , in corso di scavo da parte di C. Tozzi, dove è stata messa in luce una
sequenza del Pleistocene medio , con industrie
su ciottoli e su scheggia
riferite a varie fasi del
Tayaziano . Un molare e una mandibola frammentaria umani, rinvenuti in una
breccia prossima al riparo e in associazione con industria arcaica, sono stati
attribuiti a Homo erectus .
Il Paleolitico medio è
rappresentato in alcuni giacimenti in grotta Pocala, nota dalla fine del secolo
scorso, la grotta San leonardo e la grotta Cotariova, quest’ultima con
Musteriano charentiano di tecnica Lavallois . Mentre mancano giacimenti
attribuibili con certezza alle fasi più arcaiche del Paleolitico superiore, sotto meglio note
le fasi finali dell’Epigravettiano, tra circa 11000 e 10000 anni fa, nelle
Grotte Verdi di Pradis, a Piancavallo e nel riparo di Biarzo.
Il Mesolitico è altrettanto ben
rappresentato in numerosi ripari sotto roccia del Carso triestino. Nel
territorio friulano si sono rinvenuti, inoltre, resti fittili di epoca
neolitica, ma più abbondanti sono le testimonianze riferibili all’Età del
Bronzo con armille, fibule, armi e oggetti ornamentali provenienti in buona
parte, da necropoli del territorio cividalese. Alla stessa età risalgono anche
pani di rame provenienti da Castions di Strada , nonché una spada di origine
cretese-micenea che potrebbe dimostrare
l’esistenza di traffici con le genti del mediterraneo orientale.
Storia:
Nel secolo V a.C. il territorio
del Friuli fu invaso dai Carni (antica popolazione delle Alpi Carniche, di
origine Celtica, il cui nome è rimasto nell’odierna Carnia , provincia di
Udine) e agli inizi del secolo II dai Galli, contro i quali i Veneti
chiesero l’intervento dei Romani: questi debellarono gli invasori e nel 181 a . C. fondarono la
colonia di Aquileia che, divenuta ben presto una delle più fiorenti
dell’Impero, riuscì a respingere le invasioni dei Cimbri (101 a . C.) , dei Quadi e dei
Marcomanni (167 a .C.)
.
Superstite alle devastazioni
germaniche dei secoli successivi, Aquileia fu però saccheggiata e quasi
completamente distrutta da Attila nel 452. I Longobardi, che presero possesso
del territorio friulano tra il 568 e il 570, posero la loro capitale a Forum
Iulii, l’odierna Cividale, che nel secolo VII fu gravemente danneggiata dalle
incursioni degli Avari e degli Slavi.
Carlo magno annesse la regione
alla Marca d’Austria, suddivisa nel 828 nei quattro margraviati di verona o del
Friuli, di Istria Carniola, di Corinzia e della Bassa Pannonia: nel 1077 Enrico
IV affidò il governo del margraviato al patriarca di Aquileia, coadiuvato da un
parlamento di Laici ed ecclesiastici e di rappresentanti dei Comuni. Nella
prima metà del secolo XIII il patriarca Bertoldo di Andechs fondò Udine : la
rivalità con Cividale sorse ben presto e culminò nel 1382, quando udine chiese
l’aiuto di Venezia a sostegno del patriarca Filippo di Alecon. Nel 1419
Cividale capitolò a Venezia, di cui in seguito il Friuli seguì le sorti: nel
1797 il Trattato di Campoformio lo assegnò con l’Istria all’Austria.
Parte del regno Italico dal 1805
al 1814, con la restaurazione tornò all’Austria, a cui restò fino al 1918,
tranne la provincia di Udine che fu riconquistata dall’Italia nel 1866.
Durante la seconda guerra
mondiale gli Slavi occuparono Trieste, Gorizia e l’Istria: il trattato di pace
del 1947 assegnò alla Iugoslavia le provincie di Fiume e di Pola e gran parte
di quella di Gorizia e costituì il Territorio Libero di trieste. Nel 1947 il
Friuli è stato incluso nella regione amministrativa Friuli-Venezia-Giulia.
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