VENETO
Preistoria:
Le più antiche tracce di
frequentazione della regione sono state rinvenute nelle cave di Quinzano (Verona) dai ciu livelli
inferiori provengono materiali del Paleolitico inferiore di tecnica clactoniana; seguono nello stesso giacimento
industrie su scheggia con tecnica
Levallois, tipicamente attribuibile alla fine del Paleolitico inferiore
o alla fase di transizione col medio. Industrie musteriane di età wurmiana
sonoattestate, oltre che nei levelli più alti di questa stessa cava, in diverse
località per lo più in provincia di Verona (fra le più importanti ricordiamo il
Riparo Tagliente e quello di Fumane) e di Vicenza (Grotta del Broion con
datazioni comprese tra 46.000 e 40.000 anni da oggi, grotta di san Bernardino)
La lunga serie del citato riparo Tagliente prosegue con livelli
dell’Aurignaziano (una fase antica del quale è stata recentemente rinvenuta anche al Riparo di
Fumane) e termina con livelli dell’Epigravettiano finale datati tra 11400 e
10000 anni da oggi. Numerose le manifestazioni di arte mobiliare con motivi di
animali (stambecco,bisonte, bovidi, un felino ) astratti e incisi su pietra,
cortice di selce e osso. A questa stessa epoca
( 14:10090 a. C.) risale la sepoltura rinvenuta da A. broglio nei Ripari
di Villabruna (Belluno) , sulla quale è
stata ritrovata una pietra con una raffigurazione simbolica dipinta. Piuttosto
frequenti sono i rinvenimenti di industrie del Sauveterriano e del
Castelnoviano attribuibili all’Olocene antico. Di particolare importanza il
sito di Mondeval de Sora (Belluno) dove gli scavi di A. Guerreschi hanno messo in luce una sepoltura di un
cacciatore mesolitico con ricco corredo funebre di manufatti litici, in osso e
in corno, datata intorno al 7300
a . C. Al Neolitico appartengono invece i resti di
numerosi insediamenti tra cui quello di
Ripoli in Val d’Adige, altri dei Lessini, degli Euganei e dei Berici,
specie nell’alveo dell’antico lago di Fimon
e in Valpantena.
All’età del Rame appartengono sia
siti della facies di Remedello sia del bicchiere campaniforme; nella successiva
Età del Bronzo, accanto al perdurare
della tradizione degli abitati palafitticoli si formano, nella parte
sud- occidentale della regione insediamenti affini alle terramare emiliane.
Particolarmente importante è l’abitato
di Frattesina di Fratta Polesine, vero e proprio terminale, nell’età del Bronzo
finale, di traffici tra la penisola, il mondo transalpino e il Mediterraneo
orientale. A partire dalla prima Età del Ferro appare la facies atestina, che
ha nei materiali di abitato e, soprattutto, di necropoli di Este e Padova le
sue più importanti manifestazioni. Il punto più alto di queste civiltà è
certamente rappresentato dalle splendide sicule in bronzo istoriate dei secoli
VII e VI a. C. al centro di una Koine artistica che coinvolge Hallstatt e tutto
l’arco alpino sud-orientale.
Storia:
I Veneti (latino Venéti)
, antica popolazione, parlante un linguaggio indeuropeo , stanziata
probabilmente già prima del 1000 a:C. nell’attuale Polonia da dove si
spostarono successivamente, dirigendosi
in parte verso i Balcani e l’Asia Minore e in parte verso la Gallia.
Dai Balcani si mossero, forse nel secolo X i gruppi di
Veneti che occuparono , nell’Italia Settentrionale, la zona tra le Alpi
orientali e l’Adige. I Veneti emigrati in Gallia si stanziarono nell’Aremorica,
tra la Loira e la Senna , con centro a
Darioritum (oggi Vannes, nel dipartimento del Morbihan, in Bretagna). Dediti ai
commerci anche per mare e civilmente assai evoluti, i Veneti erano in via di
assimilazione con i Galli quando Cesare, cui si erano tenacemente opposti, li
sconfisse (56 a .
C.) inglobandoli col loro territorio nella provincia della Gallia Transalpina.
Con contorni più precisi, in quanto ne sono rimaste cospicue testimonianze, è
la civiltà dei Veneti dell’Italia settentrionale; nella pianura in cui
risultano stanziati in età storica i Veneti avevano assimilato l’evoluta
civiltà degli Euganei e loro centri principali furono, oltre a Este e Padova,
verona, Vicenza, Oderzo, Belluno: popolazione progredita e pacifica,
praticavano largamente i commerci. Famosi i loro allevamenti di cavalli.
Difesesi con successo dagli
Etruschi insediatesi ad Adria, porta d’ingresso dei prodotti dell’arte
greco-occidentale, e dai Galli insediatisi specialmente attorno al Garda e
nella Carnia, i Veneti instaurarono poi rapporti amichevoli con Roma cui furono
d’aiuto durante l’invasione galica della penisola nel 225 a . C., rimanendole fedeli
anche nel corso della discesa di Annibale in Italia. Dal secolo II a.C. i Romani penetrarono nel
loro territorio creando la colonia di Aquileia contro l’Istria e dirimendo poi
contese territoriali tra città venete. Inglobati gradualmente nello stato
romano, i Veneti fruirono tuttavia di larghe autonomie locali. Ottennero i diritti latini dopo la guerra
sociale (89 a .
C. ) e, da Cesare, nel 49 a .
C., la cittadinanza romana.
La romanizzazione del territorio,
cominciato attorno al secolo III, fu poi intensa. Brutalmente saccheggiato dai
barbari, la sua vita sociale si spostò per necessità , lungo la costa. Nel
secolo VI la guerra Greco-Gotica e l’avvento dei Longobardi trasformarono il
Veneto in un campo di battaglia, con la distruzione dei maggiori centri e
l’accentramento dei commerci nell’orbita veneziana. Ma i centri maggiori
(Padova,Treviso,Vicenza,Verona) si eressero in comuni, in lotta con l’impero.
Si susseguirono quindi le
signorie degli Scaligeri, dei Carraresi, dei da Camino, tutti appartenenti a
nobili e ricche famiglie che si lanciarono in imprese di conquista scontrandosi
con i potenti stati vicini, tra cui
Venezia. La Serenissima
tuttavia non assorbì nella propria macchina statale i nuovi domini di terra, ma
fu largamente tollerante e rispettosa degli ordinamenti locali, riuscendo a
dare una struttura unitaria alla regione. Dal 1797 il Veneto fu immesso nella
corona Austriaca: dal 1805 al Regno d’Italia, dal 1815 al Lombardo-Veneto e dal
1866 al regno d’Italia dopo la III
guerra d’Indipendenza.
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