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domenica 5 agosto 2012

Storia del Veneto


VENETO

Preistoria:

Le più antiche tracce di frequentazione della regione sono state rinvenute nelle cave  di Quinzano (Verona) dai ciu livelli inferiori provengono materiali del Paleolitico inferiore di tecnica  clactoniana; seguono nello stesso giacimento industrie su scheggia con tecnica  Levallois, tipicamente attribuibile alla fine del Paleolitico inferiore o alla fase di transizione col medio. Industrie musteriane di età wurmiana sonoattestate, oltre che nei levelli più alti di questa stessa cava, in diverse località per lo più in provincia di Verona (fra le più importanti ricordiamo il Riparo Tagliente e quello di Fumane) e di Vicenza (Grotta del Broion con datazioni comprese tra 46.000 e 40.000 anni da oggi, grotta di san Bernardino) La lunga serie del citato riparo Tagliente prosegue con livelli dell’Aurignaziano (una fase antica del quale è stata  recentemente rinvenuta anche al Riparo di Fumane) e termina con livelli dell’Epigravettiano finale datati tra 11400 e 10000 anni da oggi. Numerose le manifestazioni di arte mobiliare con motivi di animali (stambecco,bisonte, bovidi, un felino ) astratti e incisi su pietra, cortice di selce e osso. A questa stessa epoca  ( 14:10090 a. C.) risale la sepoltura rinvenuta da A. broglio nei Ripari di  Villabruna (Belluno) , sulla quale è stata ritrovata una pietra con una raffigurazione simbolica dipinta. Piuttosto frequenti sono i rinvenimenti di industrie del Sauveterriano e del Castelnoviano attribuibili all’Olocene antico. Di particolare importanza il sito di Mondeval de Sora  (Belluno)  dove gli scavi di A. Guerreschi  hanno messo in luce una sepoltura di un cacciatore mesolitico con ricco corredo funebre di manufatti litici, in osso e in corno, datata intorno al 7300 a. C. Al Neolitico appartengono invece i resti di numerosi insediamenti tra cui quello di  Ripoli in Val d’Adige, altri dei Lessini, degli Euganei e dei Berici, specie nell’alveo dell’antico lago di Fimon  e in Valpantena.
All’età del Rame appartengono sia siti della facies di Remedello sia del bicchiere campaniforme; nella successiva Età del Bronzo, accanto al perdurare  della tradizione degli abitati palafitticoli si formano, nella parte sud- occidentale della regione insediamenti affini alle terramare emiliane. Particolarmente importante  è l’abitato di Frattesina di Fratta Polesine, vero e proprio terminale, nell’età del Bronzo finale, di traffici tra la penisola, il mondo transalpino e il Mediterraneo orientale. A partire dalla prima Età del Ferro appare la facies atestina, che ha nei materiali di abitato e, soprattutto, di necropoli di Este e Padova le sue più importanti manifestazioni. Il punto più alto di queste civiltà è certamente rappresentato dalle splendide sicule in bronzo istoriate dei secoli VII e VI a. C. al centro di una Koine artistica che coinvolge Hallstatt e tutto l’arco alpino sud-orientale.

Storia:

I Veneti (latino Venéti) , antica popolazione, parlante un linguaggio indeuropeo , stanziata probabilmente già prima del 1000 a:C. nell’attuale Polonia da dove si spostarono  successivamente, dirigendosi in parte verso i Balcani e l’Asia Minore e in parte verso la Gallia.
Dai Balcani  si mossero, forse nel secolo X i gruppi di Veneti che occuparono , nell’Italia Settentrionale, la zona tra le Alpi orientali e l’Adige. I Veneti emigrati in Gallia si stanziarono nell’Aremorica, tra la Loira e la Senna, con centro a Darioritum (oggi Vannes, nel dipartimento del Morbihan, in Bretagna). Dediti ai commerci anche per mare e civilmente assai evoluti, i Veneti erano in via di assimilazione con i Galli quando Cesare, cui si erano tenacemente opposti, li sconfisse (56 a. C.) inglobandoli col loro territorio nella provincia della Gallia Transalpina. Con contorni più precisi, in quanto ne sono rimaste cospicue testimonianze, è la civiltà dei Veneti dell’Italia settentrionale; nella pianura in cui risultano stanziati in età storica i Veneti avevano assimilato l’evoluta civiltà degli Euganei e loro centri principali furono, oltre a Este e Padova, verona, Vicenza, Oderzo, Belluno: popolazione progredita e pacifica, praticavano largamente i commerci. Famosi i loro allevamenti di cavalli.
Difesesi con successo dagli Etruschi insediatesi ad Adria, porta d’ingresso dei prodotti dell’arte greco-occidentale, e dai Galli insediatisi specialmente attorno al Garda e nella Carnia, i Veneti instaurarono poi rapporti amichevoli con Roma cui furono d’aiuto durante l’invasione galica della penisola nel 225 a. C., rimanendole fedeli anche nel corso della discesa di Annibale in Italia.  Dal secolo II a.C. i Romani penetrarono nel loro territorio creando la colonia di Aquileia contro l’Istria e dirimendo poi contese territoriali tra città venete. Inglobati gradualmente nello stato romano, i Veneti fruirono tuttavia di larghe autonomie locali.  Ottennero i diritti latini dopo la guerra sociale (89 a. C. ) e, da Cesare, nel 49 a. C., la cittadinanza romana.
La romanizzazione del territorio, cominciato attorno al secolo III, fu poi intensa. Brutalmente saccheggiato dai barbari, la sua vita sociale si spostò per necessità , lungo la costa. Nel secolo VI la guerra Greco-Gotica e l’avvento dei Longobardi trasformarono il Veneto in un campo di battaglia, con la distruzione dei maggiori centri e l’accentramento dei commerci nell’orbita veneziana. Ma i centri maggiori (Padova,Treviso,Vicenza,Verona) si eressero in comuni, in lotta con l’impero.
Si susseguirono quindi le signorie degli Scaligeri, dei Carraresi, dei da Camino, tutti appartenenti a nobili e ricche famiglie che si lanciarono in imprese di conquista scontrandosi con i potenti stati  vicini, tra cui Venezia. La Serenissima tuttavia non assorbì nella propria macchina statale i nuovi domini di terra, ma fu largamente tollerante e rispettosa degli ordinamenti locali, riuscendo a dare una struttura unitaria alla regione. Dal 1797 il Veneto fu immesso nella corona Austriaca: dal 1805 al Regno d’Italia, dal 1815 al Lombardo-Veneto e dal 1866 al regno d’Italia dopo la III guerra d’Indipendenza.

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