INQUISIZIONE
Il Tribunale dell’Inquisizione fu creato nel basso medioevo per castigare l’eresia e gli altri delitti contro la fede cristiana (apostasia, falsi miracoli, profanazione dell’eucarestia, stregoneria, superstizione); la sua storia va articolata in due distinti momenti: quello medioevale e quello moderno, ossia posteriore alla riforma protestante.
Tribunali del genere sorsero nel secolo XII, solo eccezionalmente nell’XI, in più luoghi dell’occidente europeo, talvolta su richiesta o con l’appoggio del potere civile, detto “Braccio Secolare” , essendo considerata la disubbidienza al sovrano anche un delitto religioso in virtù del non est potestas nisi a Deo ( non è potestà di nessuno a parte Dio). Ma nel secolo XIII l’impetuoso svilupparsi in Italia settentrionale e nella Francia meridionale di moti neo-manichei di rivolta religioso politico sociale ( Catari, Albigesi, Valdesi ecc.) che predicavano l’impeccabilità dei perfetti, la sicura dannazione dei ricchi, l’Ilegittimità di ogni autorità religiosa e politica, la peccaminosità del matrimonio ecc.. , indusse papa Innocenzo III a inviare sul posto speciali giudici legati, come il cistercense Pierre de Castelnau (assassinato nel 1208 da uno scudiero del conte di Tolosa) , e quindi lo spagnolo Domenico di Guzman( frate Domenicano e futuro San Domenico), col compito di inquisire (indagare) , predicare e in caso disperato, consegnare gli eretici alle autorità civili. Filippo Augusto, re di Francia, approfittò della circostanza per invadere il Meridione del paese e ne nacque la sanguinosa “crociata” guidata da Simon de Montfort (1209-18) con la conseguente confisca a favore dei conquistatori dei beni degli Albigesi. Fra 1220 e il 1227 l’imperatore di Germania Federico II assunse l’iniziativa della lotta contro l’eresia decretando che ogni eretico, riconosciuto tale dal Vescovo della propria diocesi, sarebbe stato arso vivo dall’ “Autorità Secolare” (1224) I Papi ed in particolare Onorio III , che riconobbe l’ordine dei Domenicani , incaricato dell’attività inquisitiva, e Gregorio IX che ribadì nel 1231 il diritto esclusivo della Chiesa di condannare gli eretici, tentarono ripetutamente di sottrarsi alla pesante e non disinteressata “ collaborazione” dei sovrani; ma poiché i vescovi e le popolazioni locali erano legati più da vicino ai Re che al Papa, si ebbero frequenti scontri fra i sovrani e gli inquisitori domenicani, che invece dipendevano direttamente da Roma. Frequenti furono anche i conflitti fra inquisitori e Vescovi. L’inquisizione medioevale non operò quindi in modo univoco e sempre coerente, ma con discontinuità e continui compromessi circostanziali. Pressoché assenti in alcuni paesi, quali l’Inghilterra e la Spagna , oltre che in Francia, nell’Italia settentrionale, in connessione con la lunga guerra della Chiesa contro Federico II di Svevia e i ghibellini, spesso eretici veri o presunti, che lo sostenevano (specie dopo l’uccisione dell’inquisitore Pietro da Verona, avvenuta presso Milano nel 1252) nelle Fiandre, in Germania , Boemia e Ungheria. Oltre ai Catari , praticamente scomparsi all’inizio del secolo XIV vennero sottoposti ai rigori dell’Inquisizione i Valdesi, i francescani dissidenti (gli spirituali), gli Ebrei convertiti che continuavano a praticare il loro culto in segreto, i templari, processo apparentemente religioso , ma in realtà politico, come poi quello di Giovanna d’Arco, gli Hussiti e i satanismi dei secoli XV e XVI. Famoso, nella Firenze dell’ultimo Quattrocento, il processo contro Girolamo Savonarola, legato anch’esso a circostanze politiche e locali..
La procedura inquisitoria, fissata attraverso una serie di bolle papali e decisioni conciliari, dalle Decretali di Gregorio IX (1230) , venne riassunta in vari manuali, fra cui la celebre Pratica Inquisitionis del domenicano Bernardo di Guido (1320) Essa stabiliva un previo “tempo di grazia” (da 15 giorni a un mese) nel quale l’eretico spontaneamente denunciatosi avrebbe avuto lievi pene preghiere, opere pie, pellegrinaggi) , anche segrete , se la colpa non fosse stata pubblica. Trascorso il termine, il Tribunale procedeva, citando l’indiziato o chiedendo alle autorità civili di operarne l’arresto ; di regola due testimoni “onorevoli” (quasi mai messi a confronto con l’accusato) erano sufficienti per una condanna; in qualche caso veniva ammessa l’assistenza di un avvocato noto al Tribunale come non sospetto d’eresia. Il regime penitenziario durava a volte degli anni e la pratica della tortura, per estorcere la confessione era ammessa citra membri diminutionem et mortis periculum ( salvo mutilazione e pericolo di morte) . La sentenza (previo consenso del Vescovo, secondo disposizione di papa Innocenzo IV e da Bonifacio VIII) veniva letta durante un pubblico “sermone generale” ( chiamato poi in Spagna autodafé, atto di fede) e poteva essere l’assoluzione, preceduta da abiura, la detenzione parziale o perpetua e la morte sul rogo, l’esecuzione di quest’ultimo era affidata al “ braccio secolare” , la prigionia perpetua e il rogo comportava al confisca dei beni; qualche pena più lieve (per esempio il pellegrinaggio a un santuario) poteva essere riscattata col versamento di elemosine. La condanna al rogo poteva essere inflitta anche post mortem (veniva bruciato il cadavere).
Prima della sentenza il reo poteva appellarsi al papa che di fatto intervenne in più casi , anche destituendo giudici troppo severi caratteristiche particolari assunte dalla Inquisizione in Spagna, a partire da Isabella di Castiglia , che nel 1478 chiese ed ottenne dal papa Sisto IV l’istituzione di un tribunale speciale per punire i discendenti di Ebrei e di Mori convertiti al cristianesimo e praticanti in segreto la loro religione. Poiché i Re Cattolici vennero autorizzati a scegliere gli inquisitori, di fatto l’Inquisizione spagnola divenne un tribunale per la difesa dello Stato punendo anche i reati che poco o nulla avevano di specificatamente religioso (persino, in qualche caso, il contrabbando). E siccome i conversos, chiamati anche dal popolo “cristiani nuovi” e ancor più spregiativamente marranos (porci) erano spesso ricchi e operosi (commercianti, banchieri, industriali professionisti) e la condanna inquisitoriale comportava la confisca dei beni e un premio per il delatore, ne vennero non solo condanne ingiuste e persecuzione interessate, ma anche l’abbandono, da parte dei “cristiani vecchi” che temevano di essere scambiati per “nuovi”, di molte attività produttive, con disastrose conseguenze per l’economia del paese. Altrettanto e più gravi furono le conseguenze sul campo spirituale e culturale, giacché non solo venne soffocato sul nascere ogni genere di pensiero non-conformista ( e non necessariamente eretico) , come l’eramismo (da Erasmo da Rotterdam, teologo e umanista, 1466; scisse opere sulla moralità, gli abusi eclesiastici, alle astruserie dogmatiche, all’ignoranza, all’intolleranza e alla eimposture ecc..) e lo spiritualismo degli ”Alumbrados” (illuminati - setta eretica cristiana a indirizzo mistico che fiorì in Spagna nel secolo XVII. Fondamento della loro dottrina è l’affermazione che il cristiano, anche durante la sua vita terrena, può gia attingere la visione beatifica di Dio e che in tal stato di perfezione annienta la propria personalità e perde ogni libertà; di conseguenza dei peccati che ancora dovesse commettere, e d’altra parte non gli sono più necessari l’orazione vocale e i sacramenti, essendo tutto abbandonato alla contemplazione di Dio). Ma si resero difficili o addirittura impossibili più originali sviluppi della cultura e della scienza spagnole nei secoli iniziali dell’età moderna. Altrettanto accadde in Portogallo e negli immensi imperi coloniali spagnolo e portoghese, dove l’Inquisizione venne trapiantata ( come del resto in Sicilia e Sardegna durante la dominazione spagnola) . Forse in America le vittime dell’Inquisizione furono nel complesso meno numerose che nella penisola Iberica ( si parla per esempio di 39 esecuzioni capitali in 277 anni, nella Nuova Spagna) ; ma ciò più che altro per ragioni pratiche. Abolita solo dalle Cortes di Cadice nel 1813 ( ma già nel secolo XVIII la sua azione si era molto allentata per il diffondersi dello spirito “illuminato” e la scarsa simpatia dimostrata dalla nuova dinastia borbonica) , l’Inquisizione spagnola fece certamente meno vittime di quanto non le abbiano attribuito la “ leggenda nera” e i romanzieri d’appendice. Tuttavia J. A. Llorente, suo primo storico laico, registra un totale di 31912 arsi vivi e di 291450 condannati al carcere; cifre peraltro ritenute esagerate. Innegabile è, comunque, che i non molti processi inquisitoriali finora pubblicati dimostrino in quasi tutti i casi la scarsa fondatezza delle accuse (pochissimi furono i veri eretici nel mondo iberico) e d’altra parte la relativa moderazione delle condanne spesso pronunciate. Essi però confermano anche che si trattò soprattutto di un istrumentum regni, quasi interamente asservito al potere politico e ai suoi interessi contingenti.
Un nuovo capitolo della storia della Inquisizione si apre con la cosiddetta Inquisizione romana, nell’età della controriforma. Già nel 1532 papa Clemente VII nominava un Inquisitore Generale per tutta l’Italia, nella persona dell’agostiniano Callisto da Piacenza; dieci anni dopo papa Paolo III creò la Congregazione cardinalizia del Santo Uffizio ( sacra congregatio romanae et universalis inquisitionis seu Sancti Officii) , presieduta dal Cardinale Giapietro Carafa, poi papa Paolo IV. La bolla papale Lict ob inizio (21 luglio 1542) ne centralizzava il potere e le funzioni escludendo ogni possibilità d’intervento da parte dei Vescovi e dell’autorità laica e dando mandato a sei cardinali inquisitori di designare tutti i funzionari dipendenti senza limiti di giurisdizione, con facoltà di incriminare chiunque, principi e prelati compresi. Dapprima l’Inquisizione si limitò a perseguire i libri “ eretici” , pubblicandone vari “indici” ma Papa Pio IV con le costituzioni Pastoralis officii (14 ottobre 1562) e Romano Pontifex (7 aprile 1563) accrebbe le competenze dell’Inquisizione. Infine con la costituzione Immensa (22 gennaio 1588) papa Sisto V le diede il primo posto fra le Congregazioni romane. Le repressioni violente e spesso cruente avevano già portato persino alla persecuzione di prelati cattolici, come i cardinali Pole e Moroni (quest’ultimo imprigionato per due anni) . Particolare risonanza ebbero poi anche i processi contro intellettuali, come Giordano Bruno e Galileo Galilei. Conseguito in tal modo il controllo della vita religiosa e spirituale in Italia, la funzione dell’Inquisizione romana venne restringendosi un po’ alla volta alla cura di questioni di vita interna alla Chiesa, sino a che il 29 giugno 1908 con la bolla Sapienti Consilio di San Pio X, il termine di Inquisizione scomparve; rimasero la Congregazione del Santo Ufficio e l’Indice dei Libri proibiti . Infine dopo il concilio vaticano II e riflettendo ulteriori modificazioni della situazione della chiesa, il Santo Ufficio ha assunto la denominazione di Congragazione per la dottrina della fede (7 dicembre 1965), e l’Indice di fatto, è venuto meno. Se da un lato l’attività della Congregazione si è venuta restringendo a questioni intraeclesiastiche , d’altro canto, è per lo stesso motivo, ha esteso e internazionalizzato il proprio ambito, il che non era riuscito se non frammentariamente all’Inquisizione romana: la nuova congregazione esercita il proprio controllo sull’intera Chiesa cattolica. In virtù del Codice di diritto canonico, essa è nel tempo stesso organo amministrativo e giudiziario; giudica tutti i delitti relativi alla dottrina cattolica, alla fede e la morale,decide circa lo scioglimento del matrimonio per privilegio Paolino e gli impedimenti matrimoniali di cultus disparitas e mixta religio, nonché circa la dispensa degli stessi impedimenti; conosce inoltre tutte le cause matrimoniali in cui una delle parti non è cattolica, quando queste vengono deferite al giudizio della Santa Sede.
Gli Eventi
Nel XII secolo , il riemergere dell’eresia in forma organizzata spinse la Chiesa ad azioni repressive coordinate ed incisive. Nel sinodo di Verona del 1184 il papa Innocenzo III scomunicò i Catari e i “ poveri di Lione” ( Valdesi) e decretò contro gli eretici la scomunica e il bando dall’Impero.
I tribunali dell’Inquisizione episcopale furono istituiti formalmente nel 1199 da Innocenzo III, che nel 1209 lanciò la crociata contro gli Albigesi: Il concilio Lateranense IV (1215) unificò l’ordinamento processuale dell’inquisizione episcopale: Gregorio IX, nel 1224, introdusse la condanna al rogo e tra il 1231 e 1235 istituì l’inquisizione papale, riducendo il potere di intervento dei Vescovi; i tribunali furono affidati ai domenicani e dal 1246 , Innocenzo IV, anche ai francescani. La bolla papale Ad extirpanda del 1244 introdusse la tortura.
L’Inquisizione spagnola, introdotta nel 1481 dai re Ferdinando e Isabella, diresse i propri sospetti contro gli ebrei e i musulmani convertiti. Con la diffusione in Italia della riforma protestante fu istituita da papa Paolo III, nel 1542, l’inquisizone romana.
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