CATARI:
Derivazione della setta dei Bogomil che fece la sua comparsa nel X secolo in Bulgaria e si diffuse a Costantinopoli alla fine del XIsecolo.
Professano una dottrina religiosa dualista, predicano una assoluta purezza di vita e rifiutano i sacramenti fatta eccezione del Battesimo.
Per i Catari essenziale era liberare l’animo da potere del male che governava il mondo. Il loro messaggio era liberarsi dal potere e dalla ricchezza (che erano il male) . La chiesa avendo accettato il potere e le ricchezze era considerata il male
Il fascino della chiesa Catara era molto forte e fu dovuto al rigore morale che la distingueva dalla chiesa cattolica.
Fecero il concilio nel 1167 a Sant Felix De Caravan ( fondando il movimento evangelico Radicale anticlericale) . Furono sterminati come eretici nel 1208 .
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Seguaci del più vasto movimento ereticale del medioevo, originari della penisola Balcanica. Largamente diffusi tra il secolo XI e XIII, nell’Europa centro occidentale, specie in Francia (vedi Albigesi) e nell’Italia settentrionale professavano un rigoroso dualismo secondo cui la storia del mondo e della Chiesa sarebbe teatro del conflitto fra Dio e Satana. Ne conseguiva una svalutazione del mondo materiale, che li portò al docetismo ( dottrina ereticale,(di impronta gnostica, crede a determinate verità religiose e filosofiche, propugnando una concezione della conoscenza come illuminazione riservata a pochi iniziati, in virtù del quale essi sarebbero pervenuti alla visione del vero e a la loro salvezza) dei primi tempi cristiani, fondata sulla negazione della realtà umana e della materialità del corpo di Cristo, indicato, invece, come pura apparenza,senza sostanza di carne, allo stesso modo che semplici apparenze sarebbero state la vita, la morte e la resurrezione del cristo) e alla negazione della validità dei sacramenti cui i Catari contrapponevano l’unico rito iniziatici spirituale del consolamentum (imposizione delle mani e dei vangeli e tradizione del Pater Noster) , al quale talvolta faceva seguito la prassi dell’endura (morte volontaria per fame o per mano dei familiari di chi aveva ricevuto il consulamentum) un ascetismo severo comportante l’astensione dal matrimonio e dai cibi carnei e la rigorosa separazione della sfera mondana, con il disprezzo per la potenza e le ricchezze, il rifiuto di prestare giuramento o di usare violenza. Avversari intransigenti dell’istituzione eclesiastica, ritenuta demoniaca, e ribelli nei confronti dell’ordine costituito statale, i Catari dovettero perciò subire la dura e radicale repressione della Chiesa e dello Stato, che, coalizzati nella lotta contro l’eresia (inquisizione) , ne ottennero la dispersione e l’annullamento già entro il XIII secolo.
VALDESI:
Uno dei principali movimenti religiosi medioevali confluiti nella riforma protestante fatta da Martin Lutero nel 1517. Contestavano alla chiesa cattolica la vendita delle indulgenze, e negavano che la chiesa cattolica facesse da intermediaria fra Dio e l’uomo. I sacramenti erano il Battesimo e l’eucarestia (le principale chiese protestanti furono: luterana, calvinista e l’anglicana).
Fondatore di questo movimento fu il mercante VALDO che nel 1170-80 scelse la povertà evangelica costituendo il primo nucleo del movimento detto dei “Poveri di Lione”.
Furono scomunicati nel concilio di Verona (1184). Il movimento si diffuse nella Lombardia, nella Linguadoca, Provensa a fine secolo XII
Sino dagli inizi, il movimento si scontò con l’opposizione della Chiesa: al rifiuto del programma dei Valdesi da parte del III Concilio Lateranense (1179) seguì la scomunica del Concilio di Verona (1184) . Emarginati dall’istituzione ecclesiastica i Valdesi conobbero tuttavia una progressiva larghissima diffusione tra il secolo XIII e il XIV in Lombardia, in Linguadoca (su della Francia) e in Provenza (fine secolo XII) : elementi di predicazione dei Valdesi vennero recepiti da ambienti gia legati all’eterodossia (disconoscimento e rifiuto dei principi di una religione, in particolare quella cattolica, riconosciuti come veri dall’autorità che detiene il magistero dottrinale), dando luogo a un movimento religioso caratterizzato da una tendenza anti istituzionale particolarmente radicale e da una notevole capacità di espansione missionaria che portò i Vadesi, attraverso la Svizzera , l’Austria e la Germania , sino all’Ungheria e nella Boemia (dove considerevole fu l’apporto dei Valdesi alla rivoluzione Hussista ( movimento religioso-politico sviluppatori in Boemia intorno al predicatore Jan Hus, bruciato nel rogo,) del secolo XV) Altre aree di diffusione Valdesi furono le vallate Alpine del Piemonte occidentale, del Delfinato e, nell’Italia meridionale la Calabria e le Puglie. La strategia dell’autorità ecclesiastica non esclude tentativi, parzialmente riusciti, d’istituzionalizzazione monastica dei Valdesi (i poveri cattolici in Francia nel 1208, i i poveri riconciliati in Lombardia nel 1210) , tesa a neutralizzare la carica contestativi ma rimase essenzialmente repressiva.
I motivi fondamentali del valdismo medioevale risiedevano in una prassi che univa la predicazione itinerante del Vangelo al popolo con la povertà di vita. Di qui derivò la divisione tra ministri itineranti ( distinti secondo i tre ordini dell’episcopato, del presbiteriato e del diaconato) e semplici fedeli, nonché la costituzione di strumenti di collegamento (rettori, capitoli annuali). La predicazione dei valdesi sostenuta da una estesa attività di volgarizzazione della Scrittura, si arricchì di motivi esplicitamente antitradizionali (negazione del purgatorio e delle messe per i defunti, della validità dei sacramenti amministrati dai sacerdoti indegni; riduzione del numero stesso dei sacramenti al battesimo, all’eucarestia e alla penitenza; rifiuto della gerarchia ecclesiastica e dei tradizionali ruoli di culto) Verso l’ordinamento civile (nonché ecclesiastico) del tempo i Valdesi erano apertamente contestatori rifiutando il giuramento e la violenza. Nel secolo XV i Valdesi di Boemia si unirono gli ussiti e confluirono nella Unitas Fratrum , quelli di lingua neolatina aderirono nel secolo XVI alla Riforma protestante , adottando le Ordonnances ecclesiastiche ginevrine. Dalla metà del secolo XVI in poi , la storia dei Valdesi è un alternarsi di persecuzioni e di effimere tregue, ottenute grazie alla resistenza armata e alla coesione sociale dei Valdesi delle valli come alla solidità della loro nuova organizzazione calvinista. Nel1551 i Valdesi delle valli ottennero da Emanuele Filiberto di Savoia il riconoscimento di una relativa libertà di culto. Nel secolo successivo, la persecuzione antivaldese ebbe i suoi momenti culminanti nel 1655, allorché furono compiute le stragi note come le Pasque piemontesi ( eccidi di Valdesi stanziati nelle Alpi Cozie compiute dalle truppe sabaude di A. Gastaldo) , e nel 1683-85 quando i Valdesi vennero espulsi dalle valli e costretti a un esilio che li portò nella Svizzera e nella Germania meridionale: ritornarono nel 1689 e furono reintegrati nei loro territori. Furono loro riconosciute le libertà di culto e la pienezza dei diritti civili durante l’età napoleonica. Poterono così dedicarsi ad un attività di evangelizzazione, che ne estese la presenza nel corso della seconda metà del secolo XIX in numerose città e centri minori della penisola italiana . Attualmente la chiesa Valdese è presente con circa un centinaio di comunità ( il nucleo più numeroso permane nelle valli del Pinerolese) e attività di carattere culturale e sociale. E’ stata inoltre attuata l’integrazione tra la chiesa valdese e la chiesa Evangelica metodista d’Italia. Le varie comunità si sono formate inoltre nella Svizzera in Francia negli Stati Uniti , in Uruguaj e in Argentina
ALBIGESI:
Corrente ereticale medievale derivata dai Catari I primi gruppi di questi eretici provenivano dalla penisola Balcanica e si fissarono nella Francia meridionale con centro nella regione di Albi (dandone il nome) organizzandosi nella diocesi di Lobers, Tolosa, Carcassonne, Val d’Aran, Agen, Razes tra la fine del secolo XII e l’inizio del XIII secolo.
Fondamento della loro dottrina era un dualismo (Bene-Male) di tipo manicheo, da quale però deducevano una forte tensione per la vita morale e spirituale. Si trovarono subito in netta opposizione con la corruzione e il male del mondo e in particolare del clero cattolico, alla mondanità del quale opponevano una vita austera ed esemplare, una predicazione che bollava ogni cedimento ai vizi e alle mollezze, una sfida aperta a ritornare allo spirito originario del Vangelo. Il disprezzo della materia, come naturale dimora del male, li portava a condannare tutto ciò cheserviva al corpo, come il mangiare, il lavorare, il matrimonio ecc.
Ai principi evangelici si accompagnavano quindi istanze pauperistiche, che suonavano poco ortodosse tanto al potere civile che a quello religioso . La chiesa fece vari tentativi fra il 1170 e il 1208 per riportare gli Albigesi, nel suo seno con la predicazioni di legati pontifici e di monaci cistercensi, ma la loro resistenza, appoggiata da Raimondo VI di Tolosa, e da ultimo l’assasinio del legato pontificio Pietro di Castelnau (gennaio 1208) indussero papa Innocenzo III a proclamare contro di loro la crociata,sotto la guida di Arnoldo, abate di Citeaux (marzo 1208) . Filippo Augusto di Francia adducendo a pretesto i suoi precari rapporti con l’Inghilterra e l’impero non aderì, ma permise che v’intervenissero i suoi Vassalli. Nel 1209 i crociati misero a ferro e fuoco il meridione della Francia, espugnando Beziers, Carcassonne, e Narbonne: Il comando venne allora affidatoa Simon de Montfort, un feudatario dell’Ile de France, che sconfisse nuovamente Raimondo IV a Muret (1213) diventando il signore di Tolosa. La potenza militare di Raimondo VI non era stata però intaccata, anche se questi aveva dovuto sacrificare una parte delle sue terre, per cui papa Innocenzo III nel Concilio Lateranense IV (1215) cercò di accordare le esigenze di Simon de Montfort (a cui riconobbe il possesso delle terre occupate, previa investitura del Re di Francia) e di Raimondo IV (riconoscendolo signore legittimo delle terre rimastegli) . Nel 1218 Simon de Montfort morì all’assedio di Tolosa e Luigi VIII di Francia ne approfittò per occupare tutto il territorio degli Albigesi . Dopo la sua morte (1226) gli Albigesi si ribellarono e tennero in scacco le truppe reali per due anni, ma nel 1229 Raimondo VII (figlio di Raimondo VI) , al quale era succeduto nel 1222 venne a patti con il Re di Francia Luigi IX e gli cedette la bassa Linguadoca, cimentando la pace con il matrimonio di sua figlia Giovanna con il principe reale Alfonso. Nonostante l’annientamento della loro forza militare e le persecuzioni dell’Inquisizione , gli Albigesi tentarono ancora (nel 1240, nel 1242 e nel 1245) d’insorgere, ma furono presto domati e il movimento si andò così esaurendo.
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