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domenica 9 gennaio 2011

DOMENICO DI GUZMAN

DOMENICO  DI  GUZMAN  ( San Domenico )

Domenico Guzman, nato a Caleruega Spagna 1170 e morto a Bologna 1221, è il fondatore dell’ordine dei monaci Domenicani , in origine chiamati predicatori, nel 1215. L’obbiettivo era quello di sopperire con la predicazione alla miseria spirituale del popolo  cristiano, oltre che a combattere l’eresia.
Compiuti gli studi filosofici e filosofici a Palencia, entrò nel 1199 nella comunità dei canonici  della nativa diocesi di Osma, fra i quali vigeva la regola di San Agostino d ne divenne presto la guida. Ma due viaggi nell’Europa settentrionale  compiti nel 1203 e nel 1205-6 al seguito del suo Vescovo, gli fecero prendere coscienza dello stato reale della chiesa, e in modo particolare del grave problema rappresentato dagli Albigesi. Da questo periodo cominciò per Domenico un’attività di predicazione antiereticale intensissima, che lo avrebbe impegnato per il resto della sua vita.
Nel 1206 su incarico papale, intraprese una missione di predicazione contro gliAlbigesi e nel loro territorio , a Prouille (Pirenei) fondò nel medesimo anno un centro missionario e una congregazione femminile che fossero punti di riferimento per la lotta contro l’eresia. Bandita nel 1208 da papa Innocenzo III la crociata contro gli Albigesi nei sette anni di guerra che seguirono, Domenico impiegò tutte le sue energie per riportare gli eretici in seno alla Chiesa, o , quanto meno , per bloccare gli effetti della stessa eresia. Nel 1215 il gruppo di religiosi formatosi sotto la sua guida fu riconosciuto dal Vescovo di Tolosa e l’anno successivo Domenico, recatosi a Roma, ottenne dal papa una sanzione formale del nuovo ordine, con la garanzia di parecchi privilegi. Negli anni successivi D viaggiò senza sosta in Italia in Spagna (1218) e a Parigi (1219), predicando e impegnandosi a fondo nell’opera di organizzazione dei domenicani.
Nel 1221 il Domenico partì per un viaggio di predicazione nell’Ungheria, ma si ammalò; fu costretto a ritornare a Bologna dove morì il 6 Agosto dello stesso anno Fu canonizzato da papa Gregorio IX nel 1234.

DOMENICO E I FRATI PREDICATORI
( E’ tempo di convertire i cristiani )
Lo stesso periodo di Francesco d’Assisi, e gli stessi pontefici: Innocenzo III e Onorio III. Gli stessi problemi: la decadenza della Chiesa che incoraggia e giustifica i movimenti ereticali.  Gli ordini monastici tradizionali sono insufficienti a fronteggiare la crisi: Bisognava suscitare  nella chiesa forme nuove di apostolato, basate sulla povertà e proiettate fuori dai monasteri e delle chiese. Un concilio ecumenico (il Lateranense IV, del 1215) detterà dall’alto le regole della nuova riforma. Ma il lavoro è cominciato già dal basso, all’inizio del secolo . Innocenzo  e Onorio, che danno il via a Francesco d’Assisi, aprono pure la strada ad un altro tipo di frati “mendicanti”  quelli che si chiameranno Predicatori . Il problema è la rievangelizzazione per tutti. Ma in particolare i Predicatori vanno a curare una specifica piaga del clero, figlia della corruzione : l’ignoranza.
 Padre di un nuovo ordine è un casigliano che ha pochi anni più di Francesco: Domenico de Guzman, nato verso il 1175, iniziato dapprima alle arti liberali e più tardi alla teologia sistematica. Al tempo in cui Francesco canta ancora le sue canzoni provenzali in Umbria (1201) , Domenico è già vice priore nel capitolo della cattedrale spagnola di Osma. All’inizio , egli è un contemplativo, dedito al silenzio e alla preghiera. Ma nel 1203, uscito occasionalmente da questa pace appartata, egli si trova in brusco contatto con la realtà del mondo cristiano. E qui comincia il suo secondo periodo  della sua vita, qui prende forma il suo progetto: ritorno all’ideale apostolico nella forma integrale e genuina, cioè ripresa dell’annuncio evangelico alla stessa maniera dei primi cristiani, con la parola e la testimonianza.
Il vescovo Osma, Diego de Acebes , condivide il nuovo orientamento di Domenico. Anzi, vi si impegna di persona, andando con lui da papa Innocenzo III a chiedere il permesso d’iniziare una attività missionaria in Europa  orientale, in mezzo ai Cumani, una popolazione ancora pagana venuta a stanziarsi in Bulgaria e Romania. Papa Innocenzo sconsiglia  l’iniziativa: è tempo di andare missionari fra i cristiani, dice. Domenico e il vescovo Diego, invece di partire per l’oriente, si dirigono verso la Francia meridionale, per avviare una campagna missionaria ben più dura.. Da un lato ci sono i Catari, nemici della Chiesa,; dall’altro, c’è un clero in buona parte impigrito e diffidente verso i nuovi venuti. Il vescovo Diego, ormai vecchio, rimase con lui un solo anno, e poi torna in Spagna per morirvi.
La campagna di Domenico, iniziata nel 1206, finisce nel 1209, ed è un lungo elenco di paesi e città raggiunti a piedi, di prediche e di dispute con i Catari, di notti trascorse dormendo all’aperto, di cibo ottenuto per carità. Ottiene qualche successo, mescolato però a molti fallimenti. Certo egli si presentava in modi umili e cordiali, predicava la povertà, testimoniava di persona la fedeltà più rigorosa al Vangelo . Ma questo non era sufficiente a fermare l’ondata di avversione alla chiesa. Da questa sua battaglia, tuttavia, nasce il nuovo Ordine.
Domenico avvia centri dinamici di lavoro apostolico che chiame semplicemente “ predicazioni “ : i loro componenti devono ispirarsi alle prime comunità cristiane in particolare a quella di Gerusalemme. Il quartiere generale è fissato a Toulouse , che diviene la vera culla dei frati predicatori, ai quali  il vescovo Locale, Folco, da questa consegna: < Estirpare la perversità eretica, scacciare la corruzione, riproporre agli uomini la fede genuina e comunicare ai fratelli un’autentica santità di vita> Così, dagli sforzi dei due uomini che camminavano a piedi nudi nella polvere della regione Linguadoca, ha preso vita un altro movimento di riforma religiosa. Ha preso vita là, in mezzo all’insuccesso momentaneo, al quale doveva seguire la stagione cruenta e atroce della “ crociata contro gli Albigesi” , contro quei Catari che, convinti o no dall’eloquenza di Domenico, ne rispettavano tuttavia l’integra testimonianza , vedendolo attraversare cantando i villaggi, inseguito spesso da minacce e da derisioni, o lo trovavano a dormire di notte sul ciglio di una strada.
La morte di papa Innocenzo III (1216) e l’elezione di Onorio III segnano il passaggio alla tersa fase dell’opera di Domenico. Giungono i primi riconoscimenti ufficiali, ed   egli sollecita con sagacia approvazione che spianino il terreno all’azione dei suoi frati. Con una chiaroveggenza che sfiora l’audacia, egli dissemina i primi seguaci per l’Europa: a Bologna e a Parigi innanzitutto: La sua opera si muove ormai lungo due precise coordinate, la cui validità gli era stata confermata dai drammatici inizi in Francia: povertà e studio. Il movimenti spirituali sorti per reagire all’opulenza  della chiesa Istituzionale (dai fastosi cortei dei prelati allo sfarzo della curia romana) gli hanno impartito una inequivocabile lezione: occorre praticare la povertà nelle sue forme estreme; Roma  stessa dovrà rendersene conto. E proprio da Roma, nel 1219, Domenico otterrà la Magna charta  del nuovo regime di vita. Nel cuore della primitiva legislazione domenicana brilla quest’affermazione: < Noi rifiutiamo , nel modo più assoluto, qualsiasi  proprietà e rendita> .
Domenico dà l’esempio: dallo squallore della veste all’austerità del cibo, all’angustia dei conventi e delle chiese, per le quali nessuna veste liturgica dovrà essere di porpora o di seta, ne per i ministri né per l’ornamento dell’altare, e nessun vaso dovrà essere d’oro o d’argento. La povertà vissuta viene intesa come concezione indispensabile per rendere credibile il Vangelo.
Ma nel suo itinerario apostolico ha più volte sperimentato l’altra grave lacuna del clero: l’ignoranza. Di qui, l’innovazione più originale nella storia della chiesa. Il suo quarto successore , Umberto di Romans (1277) , scriverà: < Fu  l’Ordine che per primo integrò lo studio alla propria struttura> . I predicatori (così li definirà la bolla papale di Onorio III nel 1217) faranno dello studio lo strumento specifico dell’apostolato : < Il nostro studio deve principalmente, con ardore, con ogni energia, mirare a renderci utili ai nostri fratelli>. Nel 1220 e 1221 a Bologna , sua patria adottiva, Domenico celebra i due capitoli dell’Ordine, presenti ormai i rappresentanti delle comunità domenicane più remote, dall’Inghilterra alla Polonia, dall’Ungheria alla Danimarca.
Logorato dalla fatica, Domenico muore il 6 agosto 1221 a Bologna, disteso sulla nuda terra: Non ha ancora cinquant’anni.
Gregorio IX, col quale egli ha condiviso a lungo la missione in Lombardia, potrà dire di lui: < In Domenico ho trovato un uomo che ha integralmente attuato la vita degli Apostoli>.

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