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giovedì 30 settembre 2010

I GIAPPONESI


I   GIAPPONESI

La storia del Giappone , secondo le più antiche leggende , cominciò nel 660 a.C. con un imperatore di origine divina . Altri miti tradizionali ci danno a quel tempo il ciel e la terra uniti insieme ; poi la parte più leggera si separò formando il cielo , ‘altra cadde e divenne la terra . Spontaneamente nacquero gli dei : dapprima tre , poi sostituiti da altri due , infine dalle Sette Generazioni, costituite da sette coppie. Izanagi e Izanami formavano l’ultima e diedero vita all’arcipelago giapponese .La Dea Izanami orì bruciata dando alla luce il dio del fuoco , ma non poté rinascere , perché il marito recatosi  nell’oltretomba  per riportarla in vita , disubbidì agli ordini divini.
Da Izanagi nacque la dea Amaterasu , signora del sole , Take dio della tempesta  e Tusuky, dio della luna. La dea Amaterasu affidò a suo figlio il governo del Giappone , ma egli rifiutò perché l’arcipelago era popolato da gente bellicosa , non disposta ad accettare un capo , anche se di origine divina . Allora Amaterasu inviò il pronipote Jimmu Tenno , che fu il primo imperatore .  Jimmu Tenno ebbe in dono dalla dea i simboli del potere : uno specchio , una sciabola e una gemma . Secondo la tradizione , tutti gli imperatori giapponesi discendono da lui.
Queste, in breve, le leggende: in realtà non si trova traccia in Giappone di un vero e proprio stato nel periodo anteriore all’era volgare , ne gli archeologi hanno portato alla luce resti di civiltà paleolitiche . La storia del Giappone si può fare iniziare con gli Ainù . A differenza di altri abitanti dell’arcipelago , gli Ainù erano di razza bianca , per cui si è pensato  che fossero di provenienza europea. Vivevano come gli europei dell’età della pietra , in capanne costruite lungo i corsi d’acqua o vicino alla costa . La loro abitazione richiedeva un lungo lavoro perché bisognava dapprima scavare il terreno per una profondità di circa un metro, poi piantarvi attorno numerosi pali che venivano piegati verso il centro e bloccati. Il tetto era di paglia mentre il pavimento era di terra battuta .
L’interno delle case era costituito da pochi oggetti che servivano agli uomini per cacciare e da qualche mobile per riporre gli utensili . Gli Ainù vivevano riuniti in comunità , ma non c’era uguaglianza : i ricchi appartenevano a una classe superiore e godevano di molti privilegi mentre i poveri dovevano condurre una vita misera e adattarsi ai lavori più pesanti e umili.
Gli antichi Ainù non conoscevano l’agricoltura , per questo non coltivavano i campi e si nutrivano di frutti che la terra dava spontaneamente . In un successivo periodo , cominciarono a lavorare il terreno con mezzi molto primitivi  gli stessi che usavano per segare le piante e per tagliare la legna da bruciare nel focolare domestico. Gli uomini preferibilmente si dedicavano alla caccia  e alla pesca. Erano molto ghiotti della carne di cervo , di cinghiale e dei crostacei.
Gli Ainù conoscevano come animale domestico , solo il cane ma non si sa se lo usavano per la caccia; per questa sicuramente impiegavano delle tagliole. Le donne Ainù accudivano alle faccende domestiche , alla tessitura e curavano i figli. Non è stato facile stabilire quali dei adorassero gli Ainù e come l’immaginassero; qualche statuetta ci ha aiutato ad intuire che gli Ainù o Jomon adoravano sicuramente una dea ritenuta protettrice della terra, e un dio che può essere identificato con il sole, portatore di vita , calore e luce. La dea però era in maggiore venerazione , per cui si è pensato che anche le donne Ainù godessero di particolare rispetto ; anzi fossero loro a comandare in famiglia. Gli Ainù praticavano anche la magia e credevano nel potere degli stregoni , che curavano con riti strani.
Anche per quanto riguarda le armi , per difendersi e per procurarsi il cibo , gli Ainù sono paragonabili agli Europei dell’età della pietra: ciascuno se le fabbricava personalmente. Ed è per questo che le loro armi erano di forme tanto diverse . La caccia veniva praticata con un arco e frecce munite di punte di ossidiana.
Non conoscendo i metalli,affilavano il lato di un lungo pezzo di ossidiana per tagliarsi la carne degli animali catturati e segare la legna. Nessuna parte degli animali veniva trascurata : la carne serviva come cibo e la pelle, raschiata con un particolare arnese  fino a divenire liscia, era usata per ripararsi dalle intemperie.
Col passare del tempo gli Ainù progredirono e divennero ottimi artigiani. Erano infatti molto ambiziosi , per cui si dedicarono con grande cura e particolare impegno  alla fabbricazione di oggetti e utensili che potessero adornare la persona e abbellire le abitazioni . Non conoscendo il forno , erano costretti a cuocere le ceramiche su un semplice focolare, in cui veniva acceso un fuoco che non riusciva a dare il calore necessario . Per questo gli oggetti di ceramica  rimasero scadenti , pur mostrando l’abilità e l’originalità degli artefici.
Nei tempi antichi le isole nipponiche furono meta di popoli invasori, provenienti dal continente asiatico . Un primo afflusso fu di tribù mongole, che attraverso il mar del Giappone, si sistemarono nell’arcipelago. Più tardi si verificò un secondo spostamento di tribù dalle regioni marittime della Cina meridionale : appartenevano a diverse razze , infatti comprendevano Cinesi, Malesi, Indonesiani. Questi dovettero combattere contro i precedenti invasori mongoli, ma infine decisero di accordarsi con loro, per opporsi alla popolazione indigena, che infliggeva loro continue perdite. In seguito, per i gravi danni recati dalle guerre a entrambi i contendenti , invasori ed indigeni  cominciarono a fondersi .Così i Giapponesi , che erano molto arretrati , poterono apprendere nuove tecniche per lavorare i campi , svilupparono l’artigianato e cominciarono a stabilire rapporti con le popolazioni continentali.
Nei tempi più remoti i Giapponesi si organizzarono in tribù . Essendo il paese montagnoso e i rapporti con la gente vicina difficili, gruppi di persone si unirono per difendersi e per non vivere isolati. Con il passare del tempo alcune tribù divennero potenti e forti, così riuscirono ad avere il sopravvento su altre che vennero assorbite o spesso ridotte in schiavitù. Nelle tribù non vigeva la legge dell’uguaglianza : ciascuno doveva compiere il proprio lavoro come artigiano , agricoltore o schiavo. Coloro che riuscivano ad arricchirsi , ottennero ben presto  dei privilegi rispetto alla classe povera.
La classe più potente dava i giudici, preparava le armi, poteva accettare o respingere uno straniero, decideva circa i lavori dei campi. Superiore a tutti era il capo tribù, che era investito anche del potere religioso.
La prima organizzazione sociale è quindi la tribù . Tutta la storia giapponese si può dire fatta di clan che si installarono al governo del paese  a spese di altri gruppi di potere, a volte dopo lotte sanguinosissime.  
Agli inizi dell’VIII secolo si ebbe l’epoca Nara , chiamata così dalla prima capitale che il clan dei Fujiwara eresse nella regione dello Yamato . L’epoca Nara fu caratterizzata dalla assimilazione della cultura cinese : riforme agrarie , codici di leggi , scrittura ideografica . Ai Fujiwara succedettero i Minamato , che elessero capitale dell’impero Kamakura . In questo periodo fu creata una nuova istituzione , lo “ shogunato” , destinato a durare fino al secolo scorso .
Lo “Shogun “ era generalissimo , il comandante delle forze militari e politiche , mentre l’imperatore, pur se rispettato e venerato per la sua discendenza divina , perdeva ogni potere nella nazione e veniva considerato il capo religioso , il comandante supremo . La popolazione in quel periodo era così suddivisa in ordine di importanza: prima venivano i “ daimyo” signori feudali molto potenti , poi i mercanti , gli agricoltori, gli artigiani, ed ultimi venivano gli schiavi .
I daimyo , che gia godevano di parecchi privilegi , ad un certo punto manifestarono velleità di indipendenza , approfittando di ua lunga guerra che il paese aveva sostenuto contro i mongoli. Li ridusse a più miti consigli Ashikaga ,che si proclamò Shogun  diede inizio all’epoca Muromachi.
Dapprima i giapponesi non conoscevano l’agricoltura. Impegnati a difendere il loro paese e a estendere i propri possedimenti  terrieri , divennero più tranquilli  grazie al contatto con altre popolazioni asiatiche , e cominciarono a praticare la coltivazione dei campi , anche se in forma molto rozza e primitiva. Nuoceva loro la mancanza di conoscenze astronomiche , e quindi di cognizioni  precise sul tempo della semina e del raccolto.
Ben presto , per mezzo dei cinesi , vennero a conoscenza del riso e lo coltivarono ; appresero come si potevano irrigare  i terreni ed inca lanare l’acqua . Da allora cominciò a fervere un proficuo e pesante lavoro : quasi tutti si dedicarono alla preparazione del terreno , scavando grandi vasche , verso cui diressero le acque incanalate, provenienti dai fiumi non sempre vicini .Il riso, che cresceva con una certa facilità e che tanto li soddisfaceva come cibo, tolse loro il timore delle carestie . Infatti, dopo la preparazione iniziale, le pianticelle di riso crescevano senza richiedere eccessivo lavoro.Una delle attività fondamentali del Giappone antico fu la pesca. Circondati da ogni parte dal mare , stretti tra i monti e brevi pianure, i Giapponesi incominciarono prestissimo a trovare nelle acque marine una fonte preziosa di cibo.
Il pesce era sempre abbondante nelle loro acque , non costava che la fatica di gettare le reti . Col tempo l’esperienza li fece sempre più abili . Impararono a costruire imbarcazioni adatte ad affrontare i flutti anche lontano dalla costa e si spinsero sempre più a largo in cerca di zone particolarmente pescose. Tuttavia nei tempi antichi i pescatori giapponesi non riuscirono mai ad arricchirsi , perché per smerciare i prodotti della pesca dovevano servirsi della mediazione dei mercanti , gli unici autorizzati a curare gli scambi.
Dopo gli schiavi, i mercanti erano gli uomini più disprezzati perché ritenuti venali . In un rimo tempo basarono i loro scambi sui prodotti naturali , in seguito sulla moneta . I mercanti incontrarono grandi difficoltà nello svolgimento del loro lavoro , infatti essendo il paese  molto montagnoso , i loro spostamenti erano difficili . Non di rado venivano derubati della merce e del denaro . Furono proprio questi uomini a favorire i rapporti tra le tribù primitive e furono oro a diffondere prodotti naturali sconosciuti e creazioni artigianali.
In questo senso furono ambasciatori di civiltà , mantennero infatti i rapporti sociali tra genti che non si conoscevano e conducevano una vita isolata.
In un secondo periodo si organizzarono per difendere meglio sia le persone sia le merci; così si spostavano a gruppi o si facevano seguire dai lavoranti  abili nell’uso delle armi. Decisero poi di organizzare fiere e mercati dove si svolgevano scambi; per questo nel paese vi fu una buona spinta economica. I Giapponesi antichi approfittavano di questi incontri commerciali  anche per organizzare spettacoli  e giochi, divertendo così i convenuti. I nobili ed i Samurai (classe sociale privilegiata di cui si parlerà più avanti) non potevano commerciare , però ricorrevano ai mercanti quando avevano bisogno di vendere  qualche oggetto per ricavare denaro.
L’ultima classe sociale era rappresentata dagli schiavi , che non avevano alcun diritto , anzi erano obbligati a lavorare la terra, a fare gli artigiani , a compiere servizi domestici , a fare i muratori e anche a combattere.
Dapprima vennero ridotte in schiavitù le tribù vinte in battaglia; in seguito si ricorse al rapimento dei contadini delle tribù vicine o dei loro figli ; non solo , ma fu permesso ridurre in schiavitù una persona per un debito non pagato  o per un delitto commesso . Gli schiavi che si allontanavano dal villaggio o fuggivano erano puniti con gravi pene.
Con il termine Samurai ci si riferì nei tempi antichi a soldati-contadini che accompagnavano in guerra il loro daimyo , ricevendo in cambio il sostentamento  in natura . In seguito vennero a formare una casta militare , votata esclusivamente al mestiere delle armi. Essi seguivano un sistema di norme , ideali, principi morali: la rettitudine , il disprezzo per il pericolo , l’insensibilità verso il dolore fisico caratterizzarono questi guerrieri che possono essere paragonati ai nostri cavalieri medioevali. Il samurai in qualsiasi situazione doveva mostrarsi coraggioso , audace, fedele, padrone di sé, capace di prendere decisioni immediate , compresa quella di darsi la morte, se disonorato. Per questo portava sempre due spade : una lunga per difendere il proprio onore contro qualunque nemico e una corta per uccidersi , nel caso che non fosse uscito vincitore dalla lotta e avesse dovuto purificarsi . I samurai non si dedicavano ad attività commerciali o ad altri lavori venali , perché ritenuti non dignitosi , mentre potevano scrivere componimenti letterari sui loro combattimenti.
Per avere l’onore di appartenere alla loro casta era necessario ricevere un’educazione molto rigida. Il fanciullo iniziava a fare esercizi atletici da piccolo . Quando compiva 5 anni veniva ammesso nel gruppo dei soldati per abituarsi a non avere paura di niente. Per questo l’educazione dei samurai era molto simile a quella militaresca ricevuta dagli Spartani.
I fanciulli venivano portati di notte nei luoghi bi e anche nei cimiteri : dovevano trascorrere molte ore all’aperto, sia col freddo che con il caldo e dovevano tutto sopportare senza mai lagnarsi . Ciascuno doveva eccellere nell’uso delle armi , soprattutto della spada e dell’arco, doveva sapere cavalcare con abilità e destrezza.
Lo shogun come abbiamo visto era un generalissimo che governava di fatto il paese mentre l’imperatore continuava a mantenere il proprio carattere divino senza esercitare alcun potere. Lo shogun governò spesso contro la volontà imperiale : per questo vi furono guerre cruente, vinte sempre da questi abili generali che furono utili , in certi periodi della storia , quando la corte era corrotta e si disinteressava sia della popolazione sofferente, sia del paese invaso. Il titolo divenne ereditario , per evitare contese alla morte di ogni shogun. Appena nominato , il generale formava un governo militare da affiancare a quello imperiale , per controllarlo e riscuotere le imposte . I primi shogun fecero risorgere l’antico spirito guerriero giapponese , sottomisero i nobili , imposero loro pesanti obblighi per renderli estranei al potere politico , fecero riforme , svilupparono la cultura , mantennero rapporti con paesi continentali , favorirono l’espansione commerciale.
Anche i Giapponesi ebbero eroi che dedicarono tutta la vita a combattere per l’unificazione del paese . Tra questi eroi  anticipatori per genialità dei tempi moderni, emerge Nobunaga.    
Perduti i genitori a meno di 20 anni , cominciò subito con il combattere e vincere alcuni vassalli ribelli delle sue terre. La sua forza e abilità divennero in poco tempo talmente note da essere chiamato a corte dall’imperatore che si trovava in difficoltà per la ribellione di alcuni nobili . Nobunaga depose Yoshiaki , l’ultimo shogun degli Ashikaga e assediò i daimyo nei loro castelli, costringendoli in breve tempo alla resa . Poi volle conquistare la parte occidentale  del paese ed in pochi anni vi riuscì , abbattendo senza pietà tutti coloro che gli si ergevano contro.
Gli imperatori giapponesi , consapevoli della superiorità del continente , vi inviarono giovani per studiare e soprattutto per apprendere nuovi metodi con cui amministrare il paese, che ebbe da allora una efficiente burocrazia.
Si decise poi di dividere il tempo  in anni e mesi ; si apprese l’esistenza dell’astronomia : presto vennero inaugurati osservatori  astronomici. Infatti mentre i giapponesi curavano la medicina e la chirurgia , trascuravano la matematica e le materie affini. Con l’avvio agli studi stellari , molti giovani si dedicarono alla geometria , all’algebra e all’aritmetica . Si apprese l’uso della bilancia , delle misure e delle monete.
La cultura, anche se limitata alle classi più elevate , si diffuse rapidamente: vennero aperte scuole di specializzazione nelle varie discipline e inaugurata una università alla quale potevano accedere solo 400 ragazzi appartenenti all’aristocrazia . Anche le ragazze ebbero il permesso di studiare e di partecipare alla vita pubblica . Sostennero così esami di concorso per avere un incarico a corte.
I concorsi dovevano selezionare i migliori , ma di fatto le cariche erano assegnate a seconda della famiglia e della classe sociale a cui si apparteneva.
La religione giapponese più antica è lo shintoismo , che significa “ via degli Dei” . Dapprima venne praticata in luoghi tranquilli e silenziosi come i boschi e le selve dove ciascuno poteva meditare e riflettere ; in seguito si costruirono templi , dove vennero poste le statue delle divinità adorate. Prima di celebrare le loro funzioni , gli shintoisti praticavano riti purificatori , per presentarsi agli dei privi di ogni macchia , poi pregavano , facevano offerte e danzavano . Le loro offerte consistevano soprattutto in cibi .
Molto importante era la meditazione , per conoscere se stessi e ascoltare nel proprio cuore la voce di Dio. I sacerdoti shintoisti ricevevano tale titolo per eredità e si distinguevano dal resto della popolazione solo al momento di celebrare  i riti religiosi , allorché indossavano un abito particolare.
Questa religione influì profondamente sul popolo giapponese perché condannava ogni forma di impurità mentre invitava ad onorare gli avi della famiglia . Inoltre si adoprò perché fosse sempre assai vivo  l’amore per la patria . Caratteristica ei templi shintoisti è uno specchio , simbolo del cuore umano , al quale l’uomo deve essere simile per castità e nitore (splendore, lucentezza).
Il Buddismo , che è una religione di origine indiana , passò poi in Cina e da qui in Giappone , dove fece moltissimi proseliti . Certo all’inizio la nuova dottrina dovette superare gravi difficoltà ; infatti proprio mentre essa cominciava a diffondersi , il paese fu colpito da malattie che decimarono la popolazione . Gli antibuddisti ne approfittarono per spargere la voce che gli dei giapponesi si vendicavano e non avrebbero tolto la punizione se prima la nuova religione non fosse stata del tutto bandita . Ci fu una rivolta popolare e si decise di bruciare i templi buddisti . Quando la situazione interna migliorò , il buddismo riprese a diffondersi , anzi trovò protezione da parte di nobili e di principi parenti dell’imperatore.
L’eccessiva diffusione nocque alla religione buddista , che si divise in numerose sette, in contrasto fra loro , pur se riconoscendo un unico fondatore.
Con la divisione , i bonzi rinnegarono, in parte, quei valori morali che avevano attratto tanta gente e si volsero ad attività economiche ; addirittura arruolarono truppe mercenarie per combattere contro altre sette.
I Giapponesi insoddisfatti del comportamento dei loro sacerdoti , si ribellarono e cercarono di appagare il vuoto interiore accettando l’amidismo; esso invitava alla continua meditazione e proponeva un Buddha  misericordioso , che si manifestava nella coscienza individuale e premiava , alla morte tutti i fedeli con un luogo di felicità e di gioia.
 Se noi fossimo entrati in una casa giapponese circa 2500 anni fa , di mattina, prima che le persone si recassero al lavoro, avemmo con stupore scorto tutti i componenti in atteggiamento di preghiera . Non pregavano i loro dei , ma gli avi della famiglia. Dapprima non pare che venissero costruiti altari, ma in seguito fu dedicato un angolo della casa alla devozione: qui era l’altare , attorno al quale tutte le persone della famiglia si riunivano per pregare , invocando la protezione  degli avi, affinché venisse tento lontano il male; offrivano cibi  che potevano essere graditi ai defunti , cioè pesce, riso e the . L’altare veniva ornato di fiori , attorno a esso si bruciava l’incenso e la sera si accendevano luci.
Il culto degli avi trovava giustificazione non tanto nella richiesta di benefici , quanto nel rispetto filiale e nella interiore consapevolezza dei valori da loro personificati. Oltre alla devozione per gli antenati della famiglia vi era quello per il primo imperatore che era di discendenza divina.

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