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martedì 28 settembre 2010

GLI INDIANI


GLI   INDIANI

E’ possibile dire che l’India è allo stesso tempo il paese più antico ed il più nuovo. Molti storici infatti affermano che la civiltà indiana è fra le più antiche del mondo , ma essa ha fatto il suo ingresso nella storia solo nel XVI secolo , quando i conquistatori occidentali , di ritorno dai loro viaggi , rivelarono il favoloso mondo  di quella ineguagliabile terra. Fino a quel momento le vicende storiche del popolo indiano non erano state tramandate , sebbene le stupende opere d’arte, le tradizioni , i riti , le usanze di un popolo così ricco di umanità avessero in se sufficiente eloquenza per esprimere una cultura fra le più sconcertanti di tutti i tempi . Lo sterminato numero di divinità che popolano il suo firmamento religioso e le molte religioni che in millenni hanno trovato un fertilissimo terreno nell’anima indiana stanno a testimoniare lo spirito di tolleranza  e la sensibilità ai valori spirituali propri di questo popolo.
Alcuni ritrovamenti storici di estremo interesse avvenuti circa 50 anni fa  nel bacino dell’Indo diedero agli storici la possibilità di affermare che i primi insediamenti umani risalano in India al 3000 a.C. Essi erano localizzati specialmente  nella zona del Punjab . La parola di origine persiana significa “terra dei cinque fiumi” . La intersecazione di queste vie d’acqua  fu l’elemento principale che favorì lo stanziamento dei popoli primitivi e la loro conseguente trasformazione da nomadi ad agricoltori . L’esperienza vissuta dagli indiani antichi nella regione del Punjab può essere presa come esempio  del loro coraggio e della loro tenacia . Durante la stagione delle piogge i cinque fiumi con violenza inaudita straripavano travolgendo ogni tipo di vegetazione e riducendo la regione ad un acquitrino inabitabile.
L’evidente fertilità del terreno tuttavia richiamò fin dai tempi più remoti stuoli di bonificatori , i quali in secoli di lotta contro le forze naturali resero coltivabile tutta la regione.
I ritrovamenti archeologici nella zona del Punjab presentano delle sorprendenti analogie con quelle dei centri sumerici della Mesopotamia. Molti storici pertanto ritengono che le due popolazioni abbiano avuto una medesima origine . Vera o falsa che sia questa supposizione  è certo che entrambe pervennero  ad un grado di cultura assai elevato . La prova migliore è data dalla bontà  dei materiali usati nelle costruzioni , la razionalità dell’impostazione urbanistica , la grandiosità delle condotte di scarico cittadine , i numerosi ed eleganti oggetti di uso comune. Perfino le due scritture, quella sumerica e quella indiana , di natura pittografica, mista cioè della rappresentazione di oggetti reali e di segni simbolici , presentano caratteri affini. E’ ragionevole dunque pensare che tra i due popoli dovessero intercorrere rapporti culturali e scambi commerciali. La scrittura pittografica indiana conserva purtroppo  ancora tutto il suo segreto  in quanto non è stata decifrata.
Intorno ai due secoli che vanno dal XVIII al XVI a.C. si verificò una serie di spostamenti di popoli fra i più importanti e determinati della storia. Genti di origine nordica, caratterizzate dalla carnagione chiara , scesero pr successive migrazioni dalle loro terre di origine (Europa centrorientale) verso l’India occidentale . Quindi si stabilirono nella valla del Gange e poi sempre più a sud fino a diventare la stirpe dominante di tutta l’immensa penisola.
La lenta invasione degli Ariani diede inizio alla storia vera e propria dell’India . Gli invasori parlavano il sanscrito, una lingua che conteneva in se elementi di greco,di celtico , di germanico. Sono riscontrabili, per esempio nel culto , delle affinità tra gli Ariani dominatori dell’India e i Persiani : molte divinità erano infatti venerate  da entrambe . Importantissimi per la ricostruzione storica  di quel periodo sono gli inni sacri , i Veda , composti dai sacerdoti addetti all’offerta dei sacrifici solitamente a base di latte e di un liquido inebriante . L’invasione ariana non ebbe uno svolgimento pacifico , anche se all’inizio si presentò più con caratteri di un immigrazione . A mano a mano però che si rendeva evidente l’intento oppressivo  degli Ariani , gruppi sempre più organizzati cercarono di ostacolare  i conquistatori . Questo dovettero pertanto  ingaggiare vere e proprie guerre contro gli oppositori locali . Lo testimoniano gli inni Veda , con cui gli Ariani invocavano gli dei  per ottenere aiuto in battaglia. In particolare era invocato il Dio Purandara , cioè “colui che sconvolge le città” .
Analogamente a molti altri popoli , anche gli Indù hanno poemi che descrivono le vicende eroiche della loro origine . I Mahabharata e il Ramayana sono le due grandi epopee che narrano con suggestiva efficacia il passaggio dalla primitiva società patriarcale dei pastori ariani seminomadi alla formazione di grandi regni indù.   
Al vertice vi era il principe , di solito si chiamava Raja . La sua potenza e la sua ricchezza erano in gran parte affidate  alla casta dei militari . Potentissima era anche la casta dei Brahmani  o sacerdoti che dirigeva quasi completamente  la politica in ogni sua espressione .  sudditi poi , la massa del popolo divennero via via soggetti  al volere del principe più che alle leggi . Nacquero così i governi dispotici che durarono fino al XIX secolo , e precisamente verso la fine del 1800 , quando l’India entrò  a far parte dell’impero britannico .
Con la parola casta , di origine portoghese e che sta ad indicare  la purezza della razza , venne iniziata quella divisione tra ceti sociali dell’india che permane tuttora quasi invariata.  Con  ogni probabilità la prima di queste divisioni nacque proprio dalla differenza di colore tra gli Ariani e i popoli sottomessi . Dopo diversi anni di severo e generale ossequio alle leggi ariane , che vietavano i matrimoni misti , iniziò quella mescolanza  dei conquistatori con la gente indigena che ebbe poi una lunghissima diffusione. Assieme alle razze in questo modo, si mescolarono anche gli usi e il patrimonio culturale.
Quegli Ariani , i meno, che non si mescolarono agli indigeni , e perciò secondo il loro concetto riuscirono a non “contaminarsi” , disponevano della maggiore autorità sociale e politica . Sebbene le caste siano diventate più innumerevoli, all’origine  potevano essere distinte in tre gruppi maggiori : i sacerdoti o brahmani , i guerrieri o kshatirya e i mercanti e borghesi  o vaisya, e i sudra, o lavoratori.
Dopo tanti millenni anche oggi ,specialmente nell’India meridionale, i membri dell’infima casta sono considerati inferiori ; un gradino appena al di sopra degli stessi animali. Sono i paria. . E’ loro negato qualsiasi diritto sociale o politico: non possono accostarsi ai membri delle caste superiori , prendere cibo con loro , parlare, avere anche i più elementari rapporti.
La religione indù non è soltanto un insieme di credenze  e di culti , ma soprattutto un modo di esistere che regola tutti gli aspetti della vita. Il sopravvivere di una religione di questo tipo dipese  molto dal fatto che essa  non rifiutava qualsiasi forma religiosa  nuova, ma tendeva ad incorporarla. L’induismo difatti non venne mai fissato in regole precise, in quanto appunto sottoposto a continue trasformazioni . Esso oscillò sempre da una forma di paganesimo elementare , per esempio l’adorazione di oggetti  o animali, a forme di spiritualità di alto valore morale. Nell’affollatissimo olimpo indù alcune divinità hanno comunque uno spicco particolare : Brahma ( da cui la definizione dell’induismo  come brahmanesimo) , il creatore Visnu la potenza vitale, Siva la potenza disruttiva
Il V secolo a.C. resta un periodo assai significativo  nella storia dell’India . Le cause di una tale particolarità  possono essere trovate in alcuni elementi che come avviene qualche volta  nella storia dei popoli , si fusero insieme : la vita e la predicazione  di Buddha e del suo grande contemporaneo Vardhamana fondatore del giainismo , la ricerca di forme più genuine di culto fnno di questo secolo uno dei iù determinanti per la fisionomia del’India .
E’, tra l’altro,  a cominciare da questo secolo che gli storici riescono a stabilire  un ordine cronologico degli avvenimenti . Elemento comunque determinante  fu la trasformazione del sentimento religioso . La religione indù era in crisi gravissima  in quanto era passata dalle semplici credenze  Veda , basate su un elementare sentimento di culto verso gli dei , a un complicatissimo rituale che solo i brahmani conoscevano, e che pertanto si era inevitabilmente staccato dai sentimenti spirituali  del popolo . Era tempo di ritornare a forme  più mistiche e genuine . Ad interpretare il sentimento religioso della stragrande maggioranza dei credenti indù si alzò una voce che del popolo seppe  cogliere gli accenti  più profondi . La rigenerazione che molti  avevano desiderato trovò il modello più alto  di perfezione in Gotama Buddha che visse dal 483 al 520 circa a. C.
Di lui poco si conosce del periodo giovanile ; molto nota è la sua vicenda umana che ebbe inizio con la prima virilità . In quel tempo egli decise  di rinunciare completamente  al mondo per dedicarsi alla ricerca della verità  seguendo la via della meditazione e della penitenza . Proprio gli elementi che l’anima  profondamente religiosa  del popolo aveva mostrato di desiderare trovarono  in Buddha l’apostolo di un messaggio eccezionalmente suggestivo e convincente.
L’efficacia del messaggio di Buddha va ricercato nel fatto che egli non propose una nuova dottrina , ma interpretò nel modo più vicino all’animo popolare la religione indù. Egli fu dunque un grande riformatore che alla base del suo messaggio  poneva due idee fondamentali : il bisogno di spiritualità e il dovere di fratellanza .
I fondamenti del suo insegnamento possono essere ridotti a quattro “nobili verità” : l’esistenza è sofferenza ,l a sofferenza nasce dal desiderio , il desiderio cessa quando si consegue il bene sommo, il nirvana .
Con Buddha , la religione si fece più vicina alle vicende dell’uomo. Carica di un profondo senso di carità e di spiritualità , venne accettata con entusiasmo da un numero sempre maggiore di animi sinceramente religiosi, e specialmente da coloro  che appartenevano alle caste più umili. Tipica espressione della riforma Buddista fu la fondazione di ordini monastici, sconosciuti fino ad allora . Per quanto riguarda la diffusione delle nuove regole religiose  c’è da precisare che molto essa dpese dalla conversione di numerosi principi. Fu proprio l’ideale  di uguaglianza e fratellanza  però che dapprima insospettì e poi pose in un preciso atteggiamento di antagonismo alla riforma buddista  le caste superiori  ed in particolare quella dei brahmani . Mai si era prima di allora sentito per esempio, che avrebbero potuto diventare sacerdoti  (bonzi) anche coloro che appartenevano alle caste inferiori . Durante la diffusione del buddismo si manifestò la tendenza sul piano politico alla formazione di grandi stati. La capitale di uno di questi , cioè del Magadha , fu Pataliputra fondata da un discepolo di Buddha , i cui discendenti regnarono per ben 150 anni.
Durante il periodo dei grandi stati, ed esattamente nel 327 a.C. , Alessandro il macedone , seguendo il corso del fiume  Kabul, penetrò nell’India anche grazie alla complicità di un re indigeno. Era sua intenzione coronare  l’opera di conquista della Persia  aggiungendo alla sua gloria militare l’immenso territorio dell’India . In ciò era già stato  preceduto  da Dario, che nel 516 a.C. aveva conquistato tutta la regione del Punjab. La battaglia campale  tra l’esercito di Alessandro  e quello del re Paurava ebbe momenti epici.
Presso il fiume Jhelum i massicci, ma lenti elefanti indiani non poterono sostenere  l’impeto della mobilissima  cavalleria macedone . Alessandro fu magnanimo col vinto che nominò suo luogotenente.
La morte di Alessandro provocò l’insurrezione del Punjab , che vide alla sua testa un principe della dinastia  Maurya di Pataliputra . Egli consolidò il suo potere e fondò un grande impero  che ebbe fama soprattutto per merito di Asoka , suo figlio . Costui fu un personaggio grande sia nel male che nel bene. I documenti storici infatti o descrivono come un crudele guerriero , che causò con le sue guerre la morte di centinaia di migliaia di uomini . Ma la vista di un campo di battaglia seminato di innumerevoli soldati caduti fini per provocare in lui una sconvolgente crisi di coscienza. Dopo un travaglio spirituale profondo ed intenso egli si convertì al Buddismo , rinunciò ad ogni forma di violenza e decise di governare secondo l’insegnamento morale di Buddha . La sua conversione portò al buddismo un gran numero di proseliti , tanto che esso divenne la religione  ufficiale dell’impero. Il convertito Asoka spese cosi il resto della sua vita nello sforzo di affermare i principi morali del grande maestro.
Alla morte di Asoka (231 a.C.) , si aprì un lunghissimo periodo di crisi politica , che in quasi cinque secoli vide uno straordinario numero di invasioni straniere. Esse iniziarono con i Greci Seleucidi , che pressati dal nord  dagli Sciti , si insediarono nello Punjab . Nel 160 a. C. un’altra invasione greca non ebbe successo. Verso il 138 a.C. Mitridate , re dei Parti , occupò il regno di Taxila . Proveniete dall’Asia centrale , un popolo di invasori , i Kushan , fuse insieme le diverse genti che si erano fra loro sovrapposte durante le lunghe dominazioni  dell’India  L’unico principe di questo periodo  che sia degno di nota fu Kaniska , che visse tra il 120 e il 162  dopo cristo.
Egli pose la capitale a Peshawar e governò un regno che per estensione si avvicinava  a quello di Asoka . Fu un grande imperatore e un magnifico protettore delle arti , che proprio in quel tempo ebbero uno sviluppo  ed un rinnovamento imponente . Le opere di pittura, scultura e architettura indiane antiche restano ancora oggi testimonianza di una grande civiltà . Ne sono esempi stupendi , in modo particolare , le opere di significato religioso e sacro.
I numerosi principi che con le invasioni stranire avevano visto diminuire  la propria potenza , vero la fine del  II  secolo d.C. si coalizzarono in una riscossa nazionale che trovò la sua conclusione nella costituzione dell’impero Indù. , il cui capostipite fu Chandra Gupta . La sua opera fu completata dal figlio che allargò i domini  conquistando tutta l’India settentrionale . Fu proprio durante questa dinastia che il buddismo, già in crisi, conobbe un periodo di abbandono in quanto risorse e rifiorì l’induismo.
La vecchia religione dei Brahmani finì con l’avere il sopravvento e relegò il messaggio  di elevazione morale di Buddha in un ambito di culto assai ristretto. L’unica dinastia che dopo i Gupta ebbe sprazi di vero splendore fu quella iniziata da Harsha, , che nel 613 d.C. riuscì a diventare signore di buona parte dell’India settentrionale . In una cosa egli differì dalle dinastie Maurya e Gupta , e cioè per l’estremo rigore  della sua autorità . Alla morte di Harsha  (647) il suo impero cadde nel caos più assoluto .
Durante il periodo di estrema decadenza politica e sociale iniziarono alla morte di Harsha , e che durò diversi secoli, altri stati dell’India seppero comunque trovare  momenti di equilibrio o addirittura di floridezza. Fu anzi in questa fase della storia indiana che cominciarono ad assumere un sempre maggiore peso gli stati del sud che in passato erano rimasti come isolati ed estremamente arretrati.
Dinastia di particolare spicco fu, a partire dal secolo IX quella dei Rajput  o “ figli di re” , che per l’apparato cavalleresco  e militare di cui si circondarono , possono essere paragonati  a feudatari medievali europei . I regni dell’india meridionale , favoriti dalla posizione geografica particolarmente felce , si arricchirono ben presto di una flotta mercantile  e da guerra tale da poter competere con quelle europee . Spezie, pietre preziose , riso avorio , stoffe divennero la loro preziosa merce di scambio con i paesi mediterranei . Come ai feudatari europei fu fatale la discordia, nel medesimo modo la mancanza di una coesione politica  favorì la decadenza dei feudatari indiani rajput, che non seppero contrastare  la massiccia e decisa invasione islamica.
La predicazione di Maometto , che infiammava l’animo dei suoi seguaci per la guerra santa contro tutti gli infedeli , trovò in India un terreno di facile conquista . Si può dire che l’indomani della morte del profeta Maometto si verificò la prima spedizione araba. Ma fu all’inizio del 700 che iniziò la vera e propria penetrazione arabo islamica  dell’India . Muhammad  ibn Kasin , il ventenne conquistatore dal comando travolgente , occupò in breve tempo un esteso territorio del nord .
I più tremendi propagatori dell’islamismo furono proprio i Turchi , che iniziarono la conquista vra e propria dell’India verso la fine del 900 , sotto il comando di Sabuktigin. Questi lasciò in eredità al figlio  Mahmu un potentissimo esercito e una grande tradizione militare . Si narra che avesse giurato di compiere una spedizione contro gli indiani , adoratori di falsi dei . Forse si tratta di una leggenda , ma è certo che solo quattro anni dopo la morte del padre egli iniziò una serie di guerre che lo videro costantemente vittorioso . Al termine di ogni battaglia , i massacri dei vinti assumevano proporzioni da ecatombe . Fedele fanatico del messaggio maomettano  di guerra santa egli fu sempre divorato dall’odio contro i nemici, dei quali non rispettò nemmeno le più sacre tradizioni . Nel 1024 con una marcia gigantesca attraversò il deserto , polverizzando gli eserciti coalizzati dai principi rajput . Al termine della battaglia 50.000 indù sconfitti furono massacrati e altre migliaia annegarono in mare nel tentativo di fuggire. La sua morte fu l’unica vittoria che egli concesse ai nemici. L’India del secolo XVI vie l’inizio dell’ultima gloriosa dinastia indiana, quella dei Moghul o Mongoli. Essi erano di origie turco-mongola ed erano i discendenti diretti  dei guerrieri di Gengis Kan  e di Tamerlano . Fu proprio un discendente di questi grandi condottieri  che iniziò la dinastia Moghul ; il suo stesso nome era una promessa di vittoria : Bahur , il leone .
Nel 1526 , con solo 12.000 uomini sconfisse 100.000 nemici  e occupò Delhi . La battaglia che si era svolta a Panipat aveva visto la prima vola l’uso di una nuova arma micidiale , sconosciuta in quelle terre : il cannone . A soli 47 anni , questo grande condottiero  morì senza avere potuto  superare la diffidenza  e la ripugnanza  che egli ancora aveva verso  il paese che aveva conquistato.
Pacificaore fra Musulmani e Indù , conciliatore delle diverse fedi religiose, Akbar fu l’ultimo dei grandi sovrani Moghul . Splendido mecenate , protettore delle arti  e delle scienze nonostante non sapesse né leggere e né scrivere , viene ritenuto da alcuni storici il più grande sovrano della storia indiana .


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