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lunedì 12 marzo 2018

L'idea della Giustizia 3


Sulla questione della democrazia si è creata molta confusione a causa della retorica in cui è stata immersa. Non si può pretendere di concepire la Democrazia come imposizione da parte dei paesi occidentali nei confronti dei paesi che avversano tale imposizione. La Democrazia deve essere ricercata non imposta.
Un noto politico inglese asseriva che : “ la democrazia è il governo per mezzo della discussione, ma funziona solo se si riesce a far smettere la gente di discutere”.
Ecco come vogliono imporre la Democrazia, senza sapere il vero significato della parola.
Sulla questione della democrazia si è creata molta confusione a causa della retorica in cui è stata immersa. Non si può pretendere di concepire la Democrazia come imposizione da parte dei paesi occidentali nei confronti dei paesi che avversano tale imposizione. La Democrazia deve essere ricercata non imposta.
Un noto politico inglese asseriva che : “ la democrazia è il governo per mezzo della discussione, ma funziona solo se si riesce a far smettere la gente di discutere”.
Ecco come vogliono imporre la Democrazia, senza sapere il vero significato della parola.


C’è chi sostiene che alla base di un comportamento corretto vi sarebbe la fondamentale considerazione del tornaconto personale. Il desiderio di concepire la società come equo sistema di cooperazione, trova senz’altro riscontro. L’idea di cooperazione contiene l’idea del vantaggio, o del bene razionale di ciascun cooperante e l’idea di vantaggio razionale individua ciò che i soggetti impegnati nella cooperazione stanno cercando di promuovere dal punto di vista del proprio bene.

Nella società , devono essere messe da parte tutte le scelte rivolte all’interesse personale , secondo la teoria della scelta razionale, in quanto appare palese che le persone non possono che riconoscere di non poter conseguire ciò che desiderano senza il concorso degli altri; cosicché il comportamento collaborativo è eletto a norma di gruppo per il bene di tutti, con la scelta condivisa di termini che ogni partecipante può ragionevolmente accettare  purché tutti gli altri facciano lo stesso.

Non ci sono dubbi che, per comprendere le società e i loro successi e fallimenti, sia di notevole aiuto l’idea di una cooperazione sociale, e, per suo tramite, di una moralità sociale e di una vita politica, improntata al calcolo e basata, in ultima istanza, sul mutuo beneficio.

La giustizia come equità ci porta a pensare che prima di formare le istituzioni giuste si debbano formare persone giuste. Persone che facendo parte di una comunità, lavorino ed operino, non per se stesse, ma per l’intera comunità, attraverso una cooperazione di tutti i cittadini. Attraverso l’apporto di tutti, ognuno per le proprie capacità, si costituiranno Istituzioni giuste. Se  riusciremo a capire che nella  società non vi può essere spazio per” l’io” ma solamente per il “noi”, questo ci porterà a comprendere l’utilità della cooperazione fra tutti i cittadini. Gli uomini non sono fatti per stare da soli, ma per vivere in comunità. Tutti devono partecipare a scrivere le regole di comune convivenza , ed in questo modo , tutti le approveranno. Bisogna però partire dal basso  nella consapevolezza che eliminando tutte le povertà e dando dignità a tutta la comunità, ci porterà verso una giustizia più equa.


La comprensione degli obblighi legati a quello che oggi viene chiamato l’ambito dei diritti umani e civili, ma che per molto tempo è stato conosciuto sotto svariate denominazioni si è sempre distinta per una forte componente di riflessione sociale.
Cosa significano i diritti umani? Quale definizione dare alle libertà di tutti gli individui e dei relativi diritti di tutti gli esseri umani? Quali sono gli obblighi, per chi detiene il potere effettivo, di promuovere la libertà di ogni individuo?
La risposta a queste domande devono essere formulate dall’intera comunità, ma non come parere personale, ma come riflessione che coinvolga il bene collettivo.
La domanda da farsi è: Quale è il bene di un determinato gruppo di persone che pensano che alcune leggi siano discriminatorie nei loro confronti? Se queste leggi, se pur condivise da altri cittadini, non ledono minimamente i propri diritti ma solamente i propri principi si deve poter effettuare una riflessione collettiva e non personale che permetta di indicare che l’unica strada per una convivenza civile è modificare tali leggi anche se di principio non si è d’accordo.
Questo significa che solamente  attraverso il dialogo costante fra tutti i componenti della comunità, si possono risolvere civilmente tutti i problemi legati a l’idea personale che diamo alla Giustizia.




In una società dove si percepisce la volontà a dividere invece che ad unire, l’unica domanda da porci è: “ chi sono io per giudicare?” Se invece di un giudizio si comincia ad ammettere che l’unica risposta da dare è il dialogo, allora la  comunità percepirà la volontà di tutti i componenti alla risoluzione di qualsiasi problema. Il giudizio personale, se pur legittimo, deve essere inserito all’interno del giudizio della comunità. Dalla comunità intera, all’interno della quale vengono portati i vari giudizi, deve sorgere una riflessione  che porti a scelte condivise .



La libertà è preziosa per almeno due ragioni. Anzitutto perché ci offre maggiori opportunità per perseguire i nostri obbiettivi, ovvero ciò a cui diamo valore. Accresce , per esempio la nostra facoltà di scegliere lo stile di vita che desideriamo e di realizzare i fini che vogliamo promuovere.
Ma noi abbiamo la libertà? Come facciamo a sapere se la nostra libertà è reale o apparente?
 Una cosa però è certa, tutti noi dobbiamo partire con gli stessi mezzi ed avere le stesse opportunità e probabilità  di arrivare a destinazione. Solo così la nostra libertà non sarà effimera.

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