Nel
Giappone del VII secolo d.C. il principe Shotoku emanò, la cosiddetta
Costituzione dei diciassette articoli (604 d.C.) nella quale si affermava che :
“ Le decisioni in merito a questioni importanti non dovrebbero essere lasciate
a una sola persona, bensì discusse tra molti”.
Già
in quell’epoca si era capito l’importanza della discussione fra tutti contro l’imposizione
di pochi. Ecco perché oggi giorno diviene importante, per la democrazia, che le
decisioni riguardanti il bene comune siano prese dal popolo dopo ampia discussione
(attraverso referendum) e non lasciarle in mano solo ai nostri rappresentanti.
Nel
XVI secolo Akbar, il grande imperatore Moghul, formulava le sue dichiarazioni
sulla necessità della tolleranza religiosa e politica in India, e quando era
impegnato a organizzare incontri tra esponenti di fedi diverse ( indù,
musulmani, cristiani, parsi, janisti, ebrei e persino atei), in Europa l’inquisizione
era ancora molto attiva. Nel 1600 a
Roma, Giordano Bruno fu arso vivo per eresia, proprio mentre Akbar predicava la
tolleranza e la necessità di dialogare oltre i confini delle religioni e delle
etnie.
Ecco
perché la democrazia, o perlomeno alcune sue forme, non sono appannaggio dell’occidente
ma venivano cercate nei vari paesi del mondo, salvo poi perderle per la sete di
potere di pochi.
E’
dalla storia che ci viene un grande insegnamento di come ricercare la
democrazia, la tolleranza e la nostra libertà.
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