geronimo

giovedì 7 novembre 2013

SAN GIOVANNI NON VUOLE INGANNI

San Giovanni un vole inganni!!!!
L'arte del cambio era una delle sette arti maggiori a Firenze. Il lavoro dei Mercanti del Cambio, gli attuali banchieri, sostanzialmente si divideva in due attività: il presto e il cambio.
Il presto consisteva nel prestito di somme di denaro da restituire in un tempo determinato con l'aggiunta di interessi preventivamente concordati.
Famosa a tal proposito era la ricchissima famiglia Stozzi, i cui componenti, abili e senza troppi scrupoli, si resero celebri proprio a causa degli altissimi interessi che pretendevano in cambio di somme di denaro.
Il popolo fiorentino, giocando sul nome della famiglia e sul senso di soffocamento che gli alti interessi provocavano, aveva coniato il termine "strozzino".
Il cambio consisteva invece nella trasformazione delle varie monete "straniere" in quella fiorentina, vale a dire il "fiorino" .
Per poter compiere correttamente questa operazione i banchieri effettuavano una caratteristica operazione: battevano le monete da cambiare su di un tavolo di marmo per poterne sentire il suono e per poterne valutare l'autenticità.
Il tavolo di marmo si chiamava "banco" e proprio da questo nome è derivato il termine moderno di "banca" che poi si è esteso in tutto il mondo nelle diverse espressioni ( baca, banco,bank, banque) per identificare un istituto bancario.
L'unica moneta che non veniva mai "battuta sul banco" era proprio il fiorino; non ce n'era bisogno, la moneta era talmente solida e affidabile che rappresentava il maggior elemento di scambio in Europa.
Il fiorino aveva su un lato l'immagine del giglio fiorentino e sull'altro l'immagine del protettore della città : San Giovanni e proprio per questo motivo deriva il detto " San Giovanni non vuole inganni".
Il fiorino d'oro era ovviamente quello più prezioso, ma spesso usciva dalla zecca fiorentina con delle piccole ma preziose imperfezioni.
Il bordo non era completamente liscio come nelle monete odierne, ma presentava delle piccole scaglie d'oro che restavano attaccate ai bordi delle monete.
Per questo motivo i fiorentini  che avevano la fortuna di entrare in possesso di fiorini d'oro, grattavano queste piccole liste per impossessarsi delle minuscole particelle d'oro.
Da qui il verbo "grattare" nel senso di rubare, sottrarre, impossessarsi con astuzia o dolo.

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