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domenica 8 dicembre 2013

IL CRISTIANESIMO

CRISTIANESIMO

La religione che trae la sua origine dalla predicazione della buona novella (evangelo)  di Gesù Cristo e che ha caratterizzato la civiltà occidentale. E’ quindi una dottrina  che non scaturisce da un complesso di credenze religiose quali l’animismo o l’induismo, ma da un fondatore, il quale ha provocato  una svolta rispetto al giudaismo.
Fondatore del Cristianesimo e autore della buona novella, Cristo è anche Dio e però oggetto del culto cristiano. Per questa sua intrinseca partecipazione alla natura divina.. Egli è in grado di dare ai suoi fedeli una conoscenza diretta sulla vita intima della divinità e di plasmare su di essa la sua chiesa, perché in ogni momento essa senta crescere la sua vita nella luce e nella sostanza della grazia, il misterioso alimento che dall’alto scende a corroborare la vita della Chiesa. Ma Cristo si completa nella sua chiesa non solo come luce e vita dell’anima: Egli è Dio incarnato per adempiere alla sua missione di Salvatore del genere umano.  E’ il momento più alto della vita di Cristo, quello in cui si manifesta il suo amore per gli uomini: all’abisso d’iniquità del mondo Egli commisura l’abisso del suo amore, annunziando la sua morte redentrice e svelando nel contempo la fonte  della vita divina, che è amore infinito che lega il Padre al Figlio nella persona dello Spirito Santo . Su questa tipologia si impernia tutta la vita del Cristianesimo  che nell’amore di Dio abbina quello del proprio prossimo transustanziando la relazione  umana nel fuoco dell’amore: Cristo  quindi non si esaurisce nel suo momento  storico, ma si perpetua nella sua chiesa con una presenza sempre attuale e inesauribile . Il Cristianesimo è altresì una religione del libro: infatti come punto di riferimento degli scritti sacri , la Bibbia , nella quale anno il loro minimo comune denominatore tutte le “ denominazioni cristiane, al di là di differenze  e divergenze talvolta rilevanti. Oggi, in senso lato, le maggiori chiese cristiane sono la Cattolica Apostolica Romana, l’Ortodossa (Chiesa orientale)  e quelle di derivazione protestante , quel gruppo cioè di denominazioni e di sette che ruotano attorno alle dottrine di Lutero, di Calvino e di altri riformatori religiosi.  Fin dal messaggio evangelico (quello cioè riportato dai 4 Vangeli ) la concezione cristiana trova la sua più pregnante espressione nell’unica preghiera raccomandata da Gesù, il Padre Nostro (vangelo di Matteo, cap:VI, 9-13) e nelle cosiddette otto beatitudini ( M tra il 1294 e il 1448atteo cap:V 13-12; Luca, cap VI 20-22) . Dalla predicazione di Gesù risulta con evidenza che la relazione uomo Dio è sentita altresì con un forte senso comunitario che si esprime fin dalle origini con un rito tangibilmente cristiano, quello cioè della Santa Cena . E’ chiaro che una caratterizzazione dell’essenza del cristianesimo comporta inevitabilmente un’interpretazione del Cristianesimo stesso. C’è tuttavia una serie di punti che sono nel cristianesimo  irrinunciabili: la predicazione del regno di Dio e del suo avvento ; l’asseverazione di un Dio personale che particolarmente nel Nuovo Testamento , è sentito come padre; un’interpretazione altamente spirituale della dignità dell’uomo (anima, spirito) e un’aspirazione  rivoluzionaria , ma pacifica, a una migliore giustizia; la centralità e la necessarietà dell’amore: “ Il compimento della legge  è l’amore” , dice Paolo nell’Epistola ai Romani (13-10).
La fede appunto dei primi cristiani è centrata sulla credenza nella resurrezione corporale di gesù Cristo. Poiché nella storia il messaggio di Cristo si è configurato  in Chiese, importante è il concetto neotestamenterio  di ekklesìa , un termine che trova chiara trattazione nelle lettere paoline. L’unità della Chiesa è una formulazione tipica del cattolicesimo, la cui ecclesiologia si colloca fin dagli inizi polemicamente rispetto ad altre concezioni volte di più in direzione profetico spiritualistica (richiamo diretto allo Spirito Santo)
Cenni Storici:
Seguendo la partizione degli storici Bihlmeyer e Ttuechle, dividiamo la storia del cristianesimo nei seguenti periodi storici : antichità (fino al secolo VII), Medioevo, epoca delle Riforme (con epicentro nel secolo XVI), epoca moderna, epoca contemporanea.
Antichità: dall’epoca evangelica al sinodo trullano del 692. In questo arco di tempo, fondamentale è l’anno 313 (Editto di Costantino), in quanto il Cristianesimo diviene religio lìcita e si appresta a sostituirsi definitivamente al paganesimo.
In questi primi secoli il Cristianesimo si diffonde in Oriente, nell’Africa settentrionale e nell’Europa mediterranea.
Nato in Palestina, il Cristianesimo viene portato in occidente soprattutto ad opera di Paolo di Tarso (secolo I) . La sua rapida diffusione  è favorita dall’unità politica, culturale, economica dell’Impero Romano. Come tutte le religioni e le ideologie il Cristianesimo concentrandosi nella chiesa, si trova ad affrontare tendenze rigoriste e radicali tra cui ricordiamo quelle dello gnosticismo ,(Atteggiamento o dottrina di chi sostiene l’inconciliabilità di tutto ciò che non è verificabile sperimentalmente. Astenersi dal prendere posizione  di fronte a un problema.). del manicheismo (tendenza a vedere nella realtà in genere  o in una particolare situazione , tutto il male solo da una parte, tutto il bene solo dall’altra, religione fondata dal persiano Mani in Mesopotamia, 216 0 217) con tutte le loro implicazioni, del montanismo ( dal nome di Montano, Movimento cristiano di carattere apocalittico, sorto in Frigia , secolo II,  dal profetiamo di Montano che intese richiamare la chiesa  annunciando la prossima fine del mondo ecc…)  con tutte le loro implicazioni millenaristiche.
In questi primi tre secoli , scontrandosi con la religione di potere   (paganesimo romano) , i cristiani sono più volte perseguitati , donde  tutta la letteratura  apologetica , la quale con la teologia  dei padri della chiesa , soprattutto  di Ambrogio, Girolamo, Agostino, è alla base della dottrina  cristiana . Il trasferimento del centro imperiale a Costantinopoli  fa di questa città , il centro della cristianità orientale . L’editto  di Teodosio , De fide catholica (380)  fa in pratica del cristianesimo  la religione di stato  e da allora esso si espande via via fino al secolo VII,  nel mondo allora conosciuto , ostacolato verso la fine dall’islamismo.
 In quest’epoca  si sviluppano le controversie trinitarie  e cristologiche che vengono dibattute  nei primi grandi concili ecumenici . Infine di fondamentale importanza , anche per l’influsso che ebbe sulla spiritualità medioevale , è il diffondersi del monachesimo , di cui fu iniziatore  in Italia Benedetto da Norcia .
Medioevo:  Nell’alto medioevo  (fino al secolo XI) il cristianesimo si diffonde  tra i popoli germanici e slavi . Purtroppo lo scisma greco del 1054 sanziona la divisione tra Chiesa Latina e Chiesa Orientale .
Nel basso medioevo (secolo XI-XII-XIII) dopo la decadenza  dei secoli X e IX , si assiste ad una ripresa del Cristianesimo. Momento tipico della cristianità occidentale di questi secoli è il conflitto tra Stato e Chiesa con le relative degenerazioni  in teocrazia  e cesaropapismo, di cui un aspetto drammatico è rappresentato dalla lotta  delle investiture.
L’espansione cristiana  vede inoltre due fenomeni  ben diversi: uno esterno trionfalistico  nelle crociate, l’altro interiore e spirituale nella fioritura degli ordini monastici, soprattutto nella fondazione  e affermazione di due grandi ordini mendicanti: francescani e domenicani .Rilevante  per il suo carattere emblematico  di contestazione anticlericale è il moltiplicarsi di correnti religiose condannate come eretiche  ( catari e albigesi, patari, valdesi, spirituali) , nelle quali sono presenti motivazioni sociali  e pauperistiche (rinuncia a tutti i beni terreni , professione di la povertà) .
La teologia scolastica  fa da supporto culturale e filosofico alla civiltà cristiana del Medioevo; nel suo ambito particolare va menzionato il pensiero di Tommaso d’Aquino e della Scolastica.
Epoca delle Riforme: Tra il 1294 e il 1448  il cristianesimo subisce un travagliato  processo critico . Con la morte di papa  Bonifacio VIII (1303) sotto il quale  la teocrazia aveva raggiunto il suo acme, assistiamo alla cattività avignonese  (1309-77)  e allo scisma d’occidente .
Il centralismo romano deve affrontare l’assalto dei fautori del conciliarismo  e dei cosiddetti preriformatori ; è inoltre scosso  da preoccupanti  tendenze ecclesiastiche  centrifughe ( tipica quella del gallicanesimo) . Particolarmente incisivi sono i movimenti “ ereticali” che fanno capo a J. Wycliffe e a J Huss. Inoltre , mentre in epoca carolingia  e con le crociate  la cristianità si era validamente difesa dagli attacchi dell’islam, ora la minaccia turca  si fa preoccupante. Nel 1453 avviene la catastrofe della caduta di Costantinopoli. Nel secolo XVI le esigenze di riforma religiosa si concretizzano in modo decisivo. Rimaste isolate o inascoltate le istanze spirituali del domenicano Girolamo Savonarola e di altri sensibili prelati ortodossi , nonostante gli ammonimenti presaghi di un Erasmo da Rotterdam, nei primi decenni del secolo XVI si hanno la radicale contestazione dei riformatori protestanti e lo scisma anglicano: Roma corre ai ripari con il concilio di Trento (provvedimenti dottrinali e disciplinari)  e reagisce con la Controriforma ( rilancio spirituale con l’azione di nuovi ordini quale la Compagnia di Gesù; reazione politico militare)..
Si restringono le aree territoriali  protestanti, ma la teologia  cristiana viene assorbita dalle grandi tematiche  care ai protestanti :libertà-grazia; autorità-obbedienza; repressione-libertà  di coscienza. Nell’ambito dell’incipiente protestantesimo ,poi,  si profilano tendenze  a carattere profetico-spiritualistico  (anabattisti, , antitrinitari,  spirituali liberi ) .
Per quanto riguarda l’spansione  del cristianesimo nel mondo , va positivamente considerata  l’attività , che diventerà presto  imponente, delle missionio cattoliche , e ciò in concomitanza  con le scoperte geografiche  e lo sfruttamento  delle nuove grandi linee commerciali .
Epoca Moderna:  Dal cinquecento in poi , in occidente il Cristianesimo,  si frantuma in un pluralismo  di grandi chiese  e di numerose correnti e sette religiose. Oltre al cattolicesimo  e alle Chiese orientali  si vanno formano, sulla scia  della contestazione protestante , le cinque denominazioni “ evangeliche” : Anglicani, Luterani, Riformati, Metodisti, Battisti.
Nel settecento , l’illuminismo tende a sostituire i valori tipicamente cristiani  del medioevo altri valori “ laici” e una nuova visione etica e culturale del mondo , che sfocerà nella rivoluzione francese. Dopo la rivoluzione , nonostante la reazione  del Congresso di Vienna  e la restaurazione ( che è caratterizzata dal connubio tra trono e altare ), il cattolicesimo  si trova a operare  su un piano difensivo , non esente da un certo spirito aggressivo .
 I papi Pio IX (1846-78) e Leone XIII (1878-1903)  attaccano aspramente le ideologie l’ideologie dominanti dell’800 ( liberalismo, con la libertà di coscienza, di stampa, socialismo, comunismo) , vedendo nella rivoluzione francese e, più a monte , nella riforma protestante  le radici di tutti i mali : la causa cioè della dissoluzione della civiltà cristiana . Nel 1869-70 il Concilio Vaticano   I sancisce  il principio dell’infallibilità pontificia ( in fide et moribus , cioè nelle questioni di fede e del costume).
All’asseverazione intransigente  del primato papale ( che rimane un ostacolo  non indifferente al movimento ecumenico ) si accompagna paradossalmente  la fine del potere temporale  della Chiesa Romana , il che schiude la possibilità  di un più proficuo dialogo fra le varie confessioni  cristiane. D’altro canto il cattolicesimo ottocentesco vede un notevole rilancio spirituale e devozionale  accompagnato da vaste attività missionarie, a opera di nuove congregazioni. Per quanto riguarda l’area cristiana  non cattolica gli “ evangelici “ , seguendo i classici tre modi d’organizzazione del presbiterianesimo, dell’episcopalismo e del congregazionalismo, si distinguono per una particolare rinascita spirituale. Anche i protestanti  si dedicano ad attività missionarie e con successo; infatti le confessioni anglosassoni d’origine calvinistica sostengono le loro missioni con tutto il peso della loro economia capitalistica ( la ricchezza come impegno civile e religioso) .
Alle soglie soprattutto del nostro secolo  si affermano movimenti religiosi  particolari quali per esempio, gli Avventisti, i Pentecostali, i Testimoni di Geova e il noto esercito della Salvezza.
Epoca contemporanea: Se si osserva complessivamente la situazione del cristianesimo nel mondo contemporaneo, occorre riconoscere che esso attraversa una crisi che peraltro rispecchia il carattere di transizione  tipico del secolo XX . Del resto fin dagli inizi dell’Ottocento  si era fatto palese come l’industrializzazione  portasse le masse proletarie  al di fuori dell’alveo cristiano . I metodisti inglesi, sulla scia di J. Wesley (1703-91) , avevano con preveggenza  affrontato l’incipiente  fenomeno di secolarizzazione che oggi ormai investe  perfino la stessa teologia cristiana . In poco più di un secolo la società industriale  raggiungendo notevoli traguardi  economici ( consumismo, benessere  diffuso, neocapitalismo) ha irrimediabilmente dissolto quella società arcaica  cristiana che aveva il suo punto di riferimento in un ambiente tradizionalmente agricolo ( una constatazione questa, particolarmente valida per le aree cattoliche). Al processo di cristianizzazione  delle masse proletarie  hanno contribuito inoltre ideologie politiche di tipo socialistico ( marxismo- leninismo) , il soggettivismo  e il relativismo in campo culturale  e artistico ( si consideri la filosofia esistenzialistica) e infine la crisi dei valori  morali provocata da due esiziali guerre mondiali  a da fenomeni aberranti  e inumani quali quello del nazismo.
Nel proporre rimedi a quello che appare come un declino  della validità stessa del messaggio cristiano, i cristiani più impegnati sono divisi  anche all’interno delle singole chiese (nel mondo cattolico, polemica fra cattolici “inquietanti” o critici  del dissenso, e cattolici tradizionalisti ; nel mondo protestante, polemica attorno alle proposte della cosiddetta “ teologia radicale”  o “ della morte di Dio” ; impatto e dialogo  tra cristiani e marxisti).
Nella chiesa cattolica , fino dal 1891, con la lettera enciclica Rerum Novarum, sulla questione sociale, Leone XIII aveva iniziato il recupero delle masse proletarie che sembravano sfuggire  alla sfera spirituale cattolica. Pio X (1903-14) , pur avendo compiuto notevoli riforme, affrontò con durezza la crisi della cultura cattolica scoppiata agli inizi del secolo (il modernismo)  sì da bloccare per lungo tempo ogni sincero tentativo di apertura e di adeguamento  culturale-religioso.
Nel periodo 1920-50 la religione cattolica perde grandi territori (Europa orientale, Cina ecc..) ma acquista maggior prestigio in Occidente. Per quanto riguarda l’Italia, i Patti Laterarensi risolvono la pericolosa diatriba tra Stato e Chiesa e il grave dissidio tra coscienza nazionale e coscienza religiosa. Il pontificato di Pio XII (1939-58) si è contraddistinto per la rigorosa neutralità osservata nell’ultimo conflitto e, poi, per la decisa condanna del comunismo (viene coniato il termine di “ Chiesa del silenzio”  a indicare la chiesa perseguitata nelle terre a regime comunista). Interessanti sono , sempre nel pontificato pacelliano, alcune grandi manifestazioni  del mondo cattolico; quelle per esempio, dell’anno santo (1950) e dell’anno mariano (1954)  . D’altro canto la promulgazione  del dogma dell’Assunzione corporea di Maria in cielo (1950)   ha lasciato sconcertate quelle chiese protestanti che rimangono ancorate alla più rigorosa cristologia. Nel 1958 è eletto papa Giovanni XXIII , che convoca il Concilio Vaticano II (1962-65)  per affrontare le grandi tematiche della Chiesa, della Rivelazione, della Liturgia e soprattutto quella delicatissima  dei rapporti Chiesa mondo contemporaneo.
 Portato a termine dal successore Paolo VI  (1963-78) , il Vaticano II appare oggi più un punto di partenza che un punto d’arrivo, anche perché le inquietudini  del nostro tempo rendono quanto mai arduo ogni tipo di analisi del presente e del futuro. Paolo VI che ebbe il gravoso compito di gestire il post-concilio , si mosse con prudenza  non disgiunta da ripensamenti (problema del controllo delle nascite; ubbidienza; celibato ecclesiastico; ecumenismo ; ecc.) .
Con il pontificato di Giovanni Paolo II, il polacco Karol Wojtyla (ottobre  1978) , la chiesa accentua l’attenzione ai problemi dell’Est europeo giocando indubbiamente un importante ruolo nel processo di democratizzazione della Polonia e, più in generale, dei paesi comunisti. Ma la figura di questo pontefice si è anche caratterizzata in un forte impegno teso a rilanciare il ruolo universale della chiesa , testimoniato da numerosi viaggi pastorali , in particolare nel terzo mondo  e da numerosi richiami al valore fondamentale della pace .
 Significativi gli interventi  sui problemi della decadenza del costume indotta da un forsennato consumismo .
 Da segnalare infine , una rinnovata attenzione ai problemi sociali  e del mondo del lavoro  con  la pubblicazione (maggio 1991) dell’enciclica Centesimus Annus .
In campo protestante  si è andato accentuando  il frazionamento determinato dallo stesso impegno individuale e personale e dal porsi in un rapporto immediato con il divino. In Italia nel 1967 il movimento protestante  ha creato un consiglio federale delle Chiese Evangeliche, di cui fanno parte la Chiesa Evangelica Valdese, L’Unione delle Chiese  Evangeliche Battiste , la Chiesa Evangelica metodista d’Italia , l’associazione Missionaria  Evangelica Italiana , la Chiesa Evangelica Luterana  d’Italia , l’Esercito della Salvezza . A tale consiglio aderiscono poi : le Assemblee di Dio in Italia, l’Unione delle Chiese Italiane Avventiste, la Chiesa Cristiana dei Fratelli, la Chiesa Apostolica, i Pentecostali.
Interessante in Europa è stato il cammino del protestantesimo tedesco  in questi ultimi due secoli. Sulla scia di F.D. E. Schleiermacher , Albrecht Ritschl (1822-1889) ha sviluppato un sistema teologico  con un accentuazione in senso critico-storico e biblico. Egli ha creato in seno alla cosiddetta “ teologia liberale”  una scuole, che nel periodo della I guerra mondiale  era una delle più considerate in Germania (ricordiamo il periodico Christliche Welt). E’ da questo ambito che è venuto il grande studioso tedesco A. von Harnack. Oggi le chiese territoriali luterane tedesche sono unite nella Evangeliche Kirche in Deutschland (formatasi  a Eisenach nel 1948) .
 Questa chiesa luterana conclude, per così dire,  la lunga storia del luteranesimo tedesco che vide sia la formazione di una chiesa Evangelica Tedesca (1933) , che aderì al nazismo, sia la reazione della Bekennende Kirche (Chiesa confessante) , sorta sotto l’influenza  del pensiero teologico  di K. Barth . Un discorso storico  sul cristianesimo merita  di essere concluso  con la menzione di  A. Schweitzer , fondatore della cosiddetta scuola escatologica ( J. Weiss, A. Loisy ) . Schweitzer ,  ha sentito l’esigenza  di riproporre tangibilmente e concretamente il messaggio cristiano al nostro mondo travagliato , quasi che anche il più rigoroso discorso culturale sia oggi insufficiente.
 Su queste carenze anche nel mondo protestante è in atto un dibattito fortemente condizionato dalle sempre più forti istanze politiche e sociali.
 Tra i vari teologi in vista meritano una citazione O. Cullmann (osservatore protestante al Concilio Vaticano II) e R. Bultmann, il quale tenta di salvare la realtà del soprannaturale con una tesi di sapore esistenziale che è molto combattuta da altri teologi cristiani. Secondo stime recenti le grandi Chiese cristiane  contano i seguenti membri: Cattolici 952 milioni; protestanti 556; ortodossi 162; copti ca. 30 (C. e filosofia) .
Tra i molti problemi che il cristianesimo porta con se in sede filosofica, emerge anzitutto il rapporto tra verità cristiana e verità filosofica.
 Il cristianesimo infatti pur non essendo una filosofia ne riducendosi a una dottrina, ha elementi che necessariamente vengono in rapporto con la filosofia.
Nasce di qui il problema, a lungo dibattuto e mai compiutamente risolto, della legittimità di una filosofia cristiana; per esempio San Tommaso subordinava la filosofia alla teologia; Feuerbach sostiene l’impossibilità di una filosofia cristiana ; Hengel l’identifica il contenuto della filosofia  con quello del cristianesimo.
 In generale  si può affermare  che il cristianesimo ha recato  contributi (l’università della fratellanza, il valore della sofferenza, il primato della coscienza e dell’intenzione , il peccato  come rottura di un rapporto personale di amore e non come infrazione a una legge)  e posto problemi (rapporto ragione fede) che anche sul piano strettamente filosofico non si possono trascurare.
 Di qui i problemi del rapporto del cristianesimo  con la filosofia classica. (considerata  come esempio di ciò a cui la ragione  non illuminata dalla grazia può giungere  e quindi espressione , la più completa, della potenza di una ragione puramente naturale) e con tutta la successiva filosofia sorta indipendentemente  o in polemica con il cristianesimo.
 E’ innegabile inoltre che lo stesso tentativo di tradurre  in formulazioni precise  (dogmi) le verità del cristianesimo non è indipendente  dall’assunzione di una determinata prospettiva  culturale. Il tomismo è sembrato  per lungo tempo offrire in questo senso  l’appoggio più saldo e sicuro.
 Un ultimo problema infine  concerne il rapporto  del cristianesimo con la storia . E’ sembrato talora che la dimensione escatologica del cristianesimo lo obbligasse a una netta separazione  tra spirito e carne e segnasse una pessimistica condanna  della carne, del mondo e di ogni autonomo impegno umano. Sono scaturite di qui due opposte forme d’integrismo: una, che chiameremo  monastica, che induce il credente  al disinteresse per il mondo: l’altra che chiameremo politica, che induce al tentativo d’impossessarsi e di cristianizzare tutte le strutture mondane per salvarle ( il tentativo teocratico nel Medioevo di  creare una res publica christiana ).
E’ tuttavia sempre rimasta chiara, al di là  di queste interpretazioni, l’esigenza di cogliere la prospettiva  escatologizzante  del cristianesimo che proprio per la sua dimensione di trascendenza, conosce la radicale  relatività di ogni assoluto puramente  umano, ma che al tempo stesso conosce l’obbligo di realizzare attraverso il dato  umano il regno di Dio.
 Nel campo  pedagogico il cristianesimo si è sempre fondato  sull’insegnamento del Cristo, il qualecoepit facere et docere, prima cioè diede ai suoi discepoli l’esempio con la sua vita e poi formulò le linee del suo insegnamento .
 Nella chiesa la tematica dell’imitatio Christi è sempre stata il punto di forza della sua pedagogia e se ha raccolto i più ampi frutti nel campo più particolarmente religioso, ha dilatato il suo orizzonte  anche all’insegnamento delle discipline profane, vedendole come manifestazioni della sapienza divina e quindi finalizzandole alla conoscenza di Dio; altro elemento è l’evidenza data dalla volontà, come elemento essenziale dell’opera di rigenerazione dell’uomo e nel suo perfezionamento: è la volontà che infatti opera sullo stesso  piano della grazia e che diventa  protagonista della salvezza dell’uomo .
 Nella prassi educativa cattolica generale però il principio d’autorità ha prevaricato il  rapporto  con cui il Cristo aveva risolto  il dualismo maestro-scolaro : rapporto cioè fondato  tanto sulla superiorità del  maestro quanto sull’amore scambievole tra lui e il discepolo; infatti mentre il Vangelo di San Matteo presenta  Gesù come uno che insegna “ con autorità” , il Vangelo di San Giovanni lo mostra  nell’atto di lavare i piedi ai suoi discepoli, e a San Pietro, che ne schermisce, il Maestro risponde che se non vi avesse consentito, avrebbe rotto l’intima unità che fino al quel momento lo aveva legato a lui e che era tale da durare in eterno.




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