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giovedì 3 ottobre 2013

Religione degli Aztechi

RELIGIONE DEGLI    AZTECHI
E’ la religione della popolazione amerindia degli Aztechi, gli ultimi e più noti dominatori dell’altopiano del Messico, prima della conquista spagnola del 1519-1521.
La religione azteca rientra nel novero delle religioni messicane e delle religioni indiane d’America. Le tribù degli Aztechi, in origine nomadi e cacciatori, nel corso del XIII secolo si stabilirono, assieme ad altre tribù Nahua, alle quali appartenevano, sull’altopiano messicano, trasferendosi dalla mitica  regione di Aztlàn (da cui il nome della popolazione), situabile nel Messico Nordoccidentale.
Tra il XIV e il XV secolo essi diedero vita a un potente regno con capitale Mexica-Tenochtitlan, fondata nella prima metà del XIV secolo sulle isole del lago Texcoco (oggi prosciugato), la dove ora sorge Città del Messico.
Intorno al 1430, la tribù principale, sotto la guida del loro quarto sovrano, Itzcoatl (1428-1440), rese tributarie le altre tribù e fondò una lega imperniata sulle tre città di Tenochtitlàn, Texcoco e Tlacopàn. In seguito Montezuma II (1502-1520) ampliò ulteriormente il territorio del regno, finché, nel 1519, sbarcarono i conquistadores spagnoli, guidati da Herman Cortes, in cui gli Aztechi cedettero di identificare il re divinizzato Quetzalcoatl. La tradizione del culto di questa figura si basava su precedenti miti tolte chi (messicane, religioni), in base ai quali gli aztechi veneravano Quetzalcoatl (serpente dalle piume preziose).
La parola Teotl (in cui teo – era  la radice e –tl il suffisso che formava il sostantivo), in atzeco significava duraturo, potente, di pietra, e indicava generalmente la divinità.
Nella teologia atzeca , un posto preminente era certamente occupato dagli Dei solari , della pioggia e del vento.
Huitzilopochtli (colibrì di sinistra ossia colibrì del sud, dato che il sud si trovava a sinistra del sole, quando sorge) era il Dio del Sole che proteggeva la tribù e la spingeva alla guerra per procurare vittime umane da sacrificare . Gli Aztechi erano convinti che questo dio li avesse assistiti nella loro migrazione da Aztlàn verso Messico. Da allora egli divenne il protettore del regno, e nella consacrazione del suo tempio principale, nell’anno 1486, gli vennero sacrificati 70.000 prigionieri di guerra.
Tezcatlipoca (specchio fumante), dio dell’Orsa maggiore, era anche signore dell’inverno, dei freddi del nord e della morte. Egli era detto anche Titlacahuan (noi siamo i suoi schiavi) , perché veniva onorato soprattutto dagli schiavi che solo dalla sua onnipotenza potevano aspettarsi un cambiamento della loro condizione. Nell’iconografia veniva generalmente rappresentato con una gamba sola. Egli era inoltre patrono dell’educazione impartita  ai ragazzi delle classi inferiori nelle telpochalli  (case dei giovani), e in suo onore si celebrava la festa di Toxcate.
Altre divinità astrali erano invece il Dio solare Tonatiuh (vai per illuminare e per scaldare), detto anche Pilzintecutli, e le divinità delle stelle e del cielo del sud, i Centzon Uitznahua ( i quattrocento del sud), nemici di Huitzilopochtli .
Divinità del cielo più alto era la coppia di genitori divini composta da Tota (padre nostro) e Totan (madre nostra), chiamati anche Ometecutli e Omecihualt (rispettivamente signore e signora dell’aldilà), oppure Tonacatecutli  e Tenacacihuatli  (rispettivamente signore e signora della nostra carne) La madre degli dei era invece Teteo Innàn (madre degli dei, chiamata anche Tonantzin (nostra piccola madre). Sul luogo del suo tempio principale, a Tapeyacac (cima della montagna) sorge oggi il santuario cristiano della Madonna di Guadalupe.
Dea della fertilità era invece Tlazolteotl (dea dell’immondizia), chiamata anche Tlaelquani (divoratrice dello sporco): ai suoi sacerdoti si poteva confessare i peccati di adulterio. Anche Xipe Totec (nostro signore lo scorticato) era un dio della fertilità. Per celebrare la primavera e il germogliare della semina, venivano offerti a questa divinità sacrifici umani, durante i quali alla vittima veniva strappata la pelle, indossata poi dal sacerdote.
L’alimento principale nell’America Centrale precolombiana era indubbiamente costituito dal Mais, e Centeotl (dio del mais) era appunto la divinità di questo cereale, così come Chicomecoatl (sette serpenti).
Xechiquezatl (fiore che sta eretto) era invece dio dei fiori, dei giochi e dell’amore, mentre Xochipilli ( principe dei fiori) era dio, oltre che dei fiori, anche delle feste, della gioia e della musica.
Diversamente Coatlicue (colei che ha una veste di serpenti) era una dea della terra, madre di Huitzilopochtli. Essa veniva raffigurata appunto come una madre con un bambino in braccio.
Chihucoatl (signora serpente) era invece dea della terra e della nascita, mentre Xolotl (gemello deforme) era ritenuto il fratello gemello di Quetzalcoatl e, come dio dei neonati deformi, veniva raffigurato con una testa di cane. Agli dei della pioggia apparteneva invece Tlaloc (colui che fa germogliare), che era anche signore dell’aldilà, e aveva per simbolo l’albero della vita.
Sorella e compagna di Tlaloc era la dea dell’acqua corrente, dei fiumi dei laghi , nota come Chalchiutlicue (colei che porta il perizoma di giada). Essa era sposa di Xiuhtecutli (signore del fuoco), il quale, oltre che dio del fuoco e della pioggia, era anche la più importante divinità rituale del calendario. Egli era chiamato anche Ueueteotl (dio vecchio) e i suoi minuscoli aiutanti erano noti come Tlaloque.
Mitlontecutli (signore del luogo dei morti) e la sua sposa Mictlancihuatl (signora del luogo dei morti) dominavano invece sul mondo sotterraneo, mentre Yacatecutli (signore e capo) era il patrono dei commercianti e dei diplomatici che viaggiavano in luoghi lontani, e che egli proteggeva precedendoli nei loro viaggi. Secondo gli Aztechi il cielo era articolato in 13 parti, ognuna sede di una divinità, e gli inferi in 9. Il cielo più alto detto Omeyocan (luogo della dualità), era abitato dalle già citate divinità genitrici Ometecutli e Omecihualt.
In base alla loro visione del mondo, il cielo e gli inferi costituivano due enormi e altissime piramidi, i cui vertici erano agli antipodi, e in cui la superficie di contatto delle rispettive basi veniva a coincidere con la superficie terrestre, che altro non era se non un disco piatto, circondato dalle acque.
Per quanto riguarda il mondo dell’aldilà, gli Aztechi credevano nell’esistenza di tre differenti regni dei morti  Nel primo, chiamato ichan tonatiuh ilhuicac (casa del sole nel cielo) , dimoravano tutti coloro che venivano uccisi  nei sacrifici, così come i caduti in battaglia e le donne morte di parto.
 Nel secondo regno, noto come tlalocan  , e corrispondente al regno  del dio della pioggia Tlaloc, trovavano eterno riposo  tutti gli annegati e coloro  che erano stati colpiti da fulmini , nonché i lebbrosi  e i paralitici. Infine, tutti gli altri morti  finivano nel terzo regno , detto mictlan (luogo dei morti) , e corrispondente al regno sotterraneo  del dio Mictlantecutli.
Tra i valori etici, gli Aztechi attribuivano importanza primaria all’amore per la verità, all’onestà, alla fedeltà alla monogamia , e alla parità di diritti tra i due sessi.
La trasgressione di un precetto veniva duramente punita presso i nobili, mentre da coloro che appartenevano a livelli sociali più bassi veniva scontata in forma più mite. La pena di morte era riservata ai colpevoli di alto tradimento, furto, truffa e adulterio. Caratteristica degli Aztechi era poi la pratica di severe mortificazioni della carne, come ad esempio perforarsi le orecchie, trafiggersi le unghie.
I rituali del battesimo in acqua dei bambini e della confessione, così come la pratica di banchetti sacri e l’uso simbolico della croce, indussero i conquistatori spagnoli a ritenere che gli Aztechi professassero una sorta di deformazione “diabolica” del Cristianesimo. Il sospetto era accresciuto anche dal sistematico ricorso degli Aztechi alla pratica dei sacrifici umani, che nulla aveva a che fare col sacrificio di Cristo, ma si ricollegava invece alla loro concezione dell’universo e del tempo.
Gli Aztechi infatti possedevano vari calendari. Ve ne era uno rituale, detto tonalpohalli, di 260 giorni, suddiviso in 13 mesi di 20 giorni ciascuno, ed uno solare (Xiutl) di 365 giorni.Questo secondo calendario, suddiviso in 18 mesi e di 20 giorni (i mesi erano detti metztli, cioè lune) , con in più 5 giorni intercalari, detti nemontemi, esigeva che ad ogni ventesimo giorno, e quindi 18 volte all’anno, venissero celebrate grandi festività, ma soprattutto richiedeva che, per assicurare il giro del sole nella sua orbita giornaliera, si offrisse durante tali cerimonie, del sangue umano alle divinità solari.
Senza questi sacrifici, gli Aztechi ritenevano che la vita sulla terra si sarebbe estinta. Al sacrificio umano erano generalmente deputati i prigionieri di guerra, e di conseguenza, per procurarsi sempre nuove vittime, gli Aztechi intraprendevano continue campagne militari contro i loro vicini, imponendo loro regolari tributi umani, attraverso la pratica dello xochiyaoyotl (guerra dei fiori).
Le forme di sacrificio del corpo umano erano varie. In primo luogo figurava la cerimonia dell’offerta del cuore, che veniva strappato dal corpo vivo della vittima. Vi erano poi cerimonie di immolazione col fuoco, nonché sacrifici gladiatori. Infine vi erano pratiche di scorticamento  durante le quali alle vittime  veniva levata la pelle  mentre erano ancora in vita . Tra i sacrifici incruenti erano molto apprezzate le offerte di fiori di incenso o di frutti vari.
Un valore rituale aveva anche  il gioco della palla Ollama, disputato nei pressi dei templi. A esso era attribuito  un significato simbolico , in rapporto al moto del sole. Nella gerarchia sociale , articolata in sacerdoti , nobili, liberi, servi della gleba  e schiavi , il vertice era costituito , oltre che dal re, da due sacerdoti di maggiore dignità , che si occupavano , rispettivamente, di Huitzilopochtli  e del tempio di Tlaloc, e che godevano entrambi del titolo di Quetzalcoatl.
I centri culturali erano detti teocalli (casa divina), e comprendevano tutta l’area del tempio piramidale, il calmecatl (casa dei sacerdoti), le abitazioni dei giovani nobili, e i luoghi destinati al gioco sacro della palla.
Il tempio piramidale, a gradoni, si ergeva su un alto basamento. Sulla sua sommità si trovavano per lo più due sacrari, generalmente con le facciate  rivolte verso occidente , nonché il cippo sacrificale . Spesso, due scaloni paralleli, estremamente ripidi, conducevano alla sommità della piramide. Nei sacrari vi erano due stanze: una anteriore, per i sacerdoti, e una posteriore, che custodiva l’immagine della divinità.


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