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giovedì 24 ottobre 2013

Mazdeismo

MAZDEISMO

Religione (dal nome della divinità Ahura Mazdah) dell’Iran preislamico , sviluppatasi probabilmente attorno al secolo VII a.C. e chiamata anche zoroastro, dal nome del suo fondatore Zoroastro (Zarathustra) . Pur monoteista , il mazdeismo contiene forti elementi di dualismo , per la contrapposizione fra il bene luce (il dio Ahura Mazdah) e il male tenebra (Angra Mainyu o Arimane): Ahura Mazdah ha creato l’uomo per farsene un alleato nella lotta contro Arimane , Libro sacro è l’Avesta . Diffusosi in tutto l’impero achemenide, con l’appoggio della corte imperiale, e dotatosi di un influente clero addetto ai riti sacri  (i cosiddetti “Magi”), il mazdeismo subì l’influsso ellenistico con la conquista di Alessandro Magno . Sotto i Sassanidi (secolo III-IV) divenne religione di Stato. La conquista islamica della  Persia portò  però alla sua scomparsa nella regine , mentre nell’area indiana permangono a tutt’oggi piccole minoranze zoroastriane (i Parsi).  

forma grecizzata del persiano Zarathustra , colui a cui la tradizione fa risalire la fondazione del mazdeismo perciò detto anche zoroastrismo dal suo nome. Di Zoroastro non si hanno reali testimonianze storiche tanto che gli studi più recenti (M.Molé) vedono in lui non un uomo veramente vissuto bensì un personaggio mitico fenomenologicamente definibile come un “eroe cultuale” .
Nella lettura del suo mito , poi, si potrà scorgere il senso di questa presenza , sia che essa significhi l’azione liturgica  o il sacerdozio prototipico ( come è stato detto) sia che significhi altro. Sta di fatto che Zoroastro risulta un essere preesistente alla nascita materiale , inviato sulla terra come un fuoco celeste (da cui resta gravida la donna che lo partorirà) da Ahura Mazdah  per predicare agli uomini la vera religione.

AVESTA’

libro sacro del mazdeismo , il libro sacro del mezdeismo . Il nome Avestà deriva dal pahlavico Apastak ( testo fondamentale ) contrapposto allo Zand  (commento) che l’accompagna.
Quale ci è stato tramandato dalla tradizione zoroastriana .L’avestà non costituisce un opera unitaria , ma un copleso di libri liturgici e rituale, redatti in un dialetto iranico nord-orientale (avestico) , databili dal periodo achemenide (secolo V-VI a.C.) all’inizio dell’era volgare. L’avestà completo sarebbe stato composto , secondo la tradizione , di 21 libri, perduti in seguito alla conquista di Alessandro Magno ; attualmente ci resta solo una piccola parte , tramandata oralmente per molti secoli e messa per iscritto  con un alfabeto di origine semitica  nel secolo V d.C. . Essa consta di quattro parti fondamentali: gli Yasna (preghiera, celebrazione), comprendenti le preghiere che il sacerdote recitava nella preparazione  e nell’offerta dell’ Haoma, la bevanda sacrificale  degli Irani; il loro nucleo più antico è costituito dalle Gàthà, diciassette inni sacri redatti in una lingua più arcaica  delle altre parti e contenenti la dottrina originale di Zarathustra ; il Visprat (tutti i giudici) , che comprende il complesso di formule integrative  degli Yasna ; il Videvdat ( la legge contro i demoni) , che contiene le regole della purificazione ; il Khwartak Apastak (piccolo avestà) , una sorta di estratto dell’avestà per il servizio divino ordinario . Di esso fanno parte  gli Yast , inni dedicati a singole divinità , che costituiscono una preziosa raccolta di miti prezoroastriani.

PARSI

Nome dei membri di una comunità etnico-religiosa d’origine persiana (donde il nome , che in persiano indica appunto il popolo omonimo), stanziatisi in India, nel secolo X . La comunità conta tutt’oggi oltre 100.000 individui nella regione di Bombay e professa una religione, detta carsismo, che è uno sviluppo locale del mazdeismo iranico. Dopo la conquista araba della Persia e la sua islamizzazione, un folto gruppo di fedeli volendo mantenere la propria fede si rifugiò in India.
Il mazdeismo dei Parsi, privato della sua base sociale e nazionale, ha subito inevitabili trasformazioni schematicamente riconducibili a un impoverimento dottrinale e a una contaminazione con la tradizione religiosa indiana .

Fino a quando essi poterono mantenere i contatti con i nuclei mazdei rimasti in Persia, riuscirono a mantenere intatta la propria fede , ma alla fine del secolo XVIII  con la conquista di Kirman da parte degli Afgani e la conseguente eliminazione di ogni residuo mazdeo  in Persia, i Parsi rimasero completamente isolati e divennero incapaci persino di comprendere la lingua dei loro testi  sacri che venivano recitati meccanicamente , quasi con formule magiche , durante le azioni culturali . Coinvolti inoltre nella politica religiosa di Akbar, che cercò di formulare un sincretismo solare capace di riunire la fede islamica, e la tradizione induista dei suoi sudditi, essi vi aderirono con entusiasmo per i molti elementi mazdei che questa formulazione conteneva. In realtà però, più che una conversione degli Indiani alla fede mazdea, si trattò della conversione di questi mazdei trapiantati alle suggestioni  del nuovo ambiente culturale. Ciò che restò di una grande tradizione religiosa fu soltanto un complesso ritualismo , in funzione del quale fu conservata,  ancorché divenuta incomprensibile , quella parte dell’Avestà che proprio per il suo uso liturgico  viene detta Yasna ( persiano, celebrazione) E’ la cerimonia più importante del Carsismo : viene compiuta da almeno una coppia di sacerdoti , un “recitante” (zòt) e un assistente (ràspì)  dopo varie azioni preliminari si passa alla consacrazione dell’haoma, una bevanda ricavata dai rami  pestati di un’efedracea, che costituisce la materia del sacrificio ; la consacrazione è fatta sostanzialmente mediante la recitazione dei 72 capitoli dell’Avesta  che vengono chiamati Yasna . Tutto il culto dei Parsi si muove nella dialettica fra puro e impuro : il fine è sempre quello di evitare  l’impurità  o di ristabilire la purità . In questa dialettica si spiega la nota  e caratteristica usanza funeraria delle cosiddette  “torri del silenzio” , ossia di quelle torri in cima alle quali vengono esposti i cadaveri perché siano scarnificati dagli avvoltoi ; si evita così di contaminare  il fuoco, la terra e l’acqua, rispettivamente con la cremazione , l’inumazione o l’abbandono dei corpi nei fiumi , usanze tutte note nell’ambiente indiano . Una ripresa del carsismo  in senso dottrinario si è avuta dopo l’esplosione di studi mazdei da parte degli occidentali in seguito alla scoperta dell’Avestà  a opera di Anquetil Duperron (secolo XVIII) . In un certo senso i Parsi hanno accolto gli studi occidentali come si accoglie una teologia ; hanno appreso da essi  i fondamenti dottrinali  della propria religione . Il che ha condotto anche una specie di azione modernista del carsismo , realizzatasi in due direzioni: l’insorgenza di formule teosofiche capaci d’inserirsi nella religiosità occidentale , e una produzione di scritti apologetici  per tener testa , nell’ambito di questa religiosità , al cristianesimo. La politica nazionalista dell’Iran sotto i Pahlavì portò al riconoscimento della cittadinanza iraniana per i Parsi desiderosi di stabilirsi nella loro patria originaria.

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