RELIGIONE ASSIRO-BABILONESE
- A Babilonia la religione, che
era alla base stessa della vita della città, era più o meno quella degli
antichi Sumeri. Il nuovo popolo semitico che si era sovrapposto alla loro
civiltà l’aveva rispettata al punto da conservare per le pratiche religiose la
stessa lingua dei Sumeri, mentre per gli atti pubblici si usava ormai soltanto
l’accadico. Tuttavia a capo dei moltissimi dei locali i Babilonesi avevano
posto Marduk, il loro dio
nazionale..
Presso i babilonesi si sviluppò un
concetto nuovo nel rapporto tra dio e gli uomini: si credeva cioè che il dolore
fisico o morale fosse provocato dagli dei, attraverso potenze malefiche , per
punire l’uomo delle sue colpe. Si faceva strada quindi l’idea dell’esistenza di
demoni, di forze del male, che potevano anche essere evocati da uomini dotati
di poteri sovrumani: i maghi e le streghe. Da questa credenza si svilupparono
pratiche di esorcismo, per allontanare le forze malefiche, e si cercò di
assecondare il volere degli dei tentando di interpretare la volontà in ogni
occasione. Nasceva così la pratica della divinazione, esercitata da una
categoria di sacerdoti specializzati. Questi sacerdoti-indovini esprimevano i
loro giudizi dopo avere interrogato le forze della natura, e soprattutto dopo
un’attenta osservazione degli astri, poiché proprio la loro posizione nel cielo
poteva rappresentare un messaggio degli dei.
Assidui osservatori del cielo, i
Babilonesi già duemila anni prima di Cristo riuscivano a preparare una carta
molto precisa della volta stellata. Essi erano stati i primi a capire la
differenza tra le stelle ed i pianeti, e avevano segnato con precisione nelle loro mappe le orbite di ogni pianeta
conosciuto del sistema solare, le congiunzioni e le eclissi. Furono pure i
primi a precisare le date degli equinozi e dei solstizi, quindi a stabilire con
esattezza la durate delle stagioni. Individuarono nelle costellazioni i vari
gruppi dello zodiaco e predisposero insomma le basi per le ulteriori più
approfondite conoscenze astronomiche. A loro va pure il merito di avere
adottato il sistema di numerazione sessagesimale, ancor oggi in uso in
geometria e in astronomia, perché una tale numerazione è facilmente divisibile
sia per due sia per tre sia per quattro. In base alla numerazione sessagesimale
divisero il cerchio in 360 gradi , e l’anno in 360 giorni: l’ora in sessanta
minuti e m il minuto in sessanta secondi. L’anno fu inoltre diviso dai Babilonesi in 12 mesi, di quattro
settimane ciascuno, secondo le quattro
fasi lunari. I loro calcoli sul tempo erano così avanzati che introdussero
anche l’uso di aggiungere qualche giorno
supplementare, alla fine di ogni anno , per colmare il divario tra
l’anno solare e quello di 360 giorni.
I Babilonesi avevano ereditato
dai Sumeri la scrittura cuneiforme, sillabica e abbastanza semplice in quanto
composto di soli 300 segni . I testi e le registrazioni delle operazioni
commerciali si scrivevano incidendo i caratteri cuneiformi con uno stilo
appuntito su tavolette di argilla tenera, Se si trattava di testi importanti,
che dovevano essere conservati le tavolette in un secondo tempo venivano cotte.
Negli scavi archeologici sono state ritrovate
intere biblioteche formate da
migliaia e migliaia di tavolette, che ci
hanno permesso di conoscere a fondo la storia di questo popolo.
In Mesopotamia, al tempo degli
Assiro-Babilonesi, esistevano palazzi e templi grandiosi, vere città nelle
città. Le case private invece si allineavano lungo le strade e avevano più o
meno tutte la stessa pianta: alla base di un alto muro si apriva l’unica porta
sulla strada, che dava accesso ad un ampio cortile interno, tutto attorno al
quale si aprivano le camere e le stanze di soggiorno, che erano dotate di
mobili e di utensili assai confortevoli.
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