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martedì 2 ottobre 2012

Firenze



FIRENZE


Storia:

Quando nel 187 a. C. la via Cassia fu prolungata da Arezzo a Bologna , sorse sulla riva destra dell’Arno , dove esisteva un guado , un posto di guardia romano .
 Al tempo di Silla , quando l’agro fiesolano  fu colonizzato, il territorio della futura Firenze  fu assegnato alla tribù Scaptia  che governava il municipio di Fiesole , ma il piccolo centro  non ebbe importanza fino alla metà del secolo successivo  , quando assunse l’aspetto di città romana  in miniatura, col foro, il campidoglio, l’anfiteatro , le terme, l’acquedotto.
 Si presume dai primi santi protettori, Miniato e Reparata, che il cristianesimo sia stato portato a Firenze da mercanti orientali .
 Si sa inoltre che fu sede  di un vescovo della prima metà del secolo IV . Poco si sa dell’età barbarica : la distruzione da parte di Totila re dei Goti (541-552) è pura leggenda; tanto meno probabile è il passaggio di Attila menzionato da Dante .
Certamente vi dominarono i Bizantini, come si deduce dal ritrovamento di un pavimento della primitiva cattedrale; di una dominazione longobarda  dopo il 574 fanno fede alcuni reperti archeologici.
Carlo Magno, durante la seconda discesa, celebrò a Firenze  il Natale del 776, MA è leggenda che abbia ricostruito la città o qualche parte di essa. Retta da conti imperiali e da vescovi-conti poi, per concessione di Ottone I di Sassonia, Firenze fra i secoli X e XI fu centro di lotte contro il clero simoniaco (S. Giovanni Gualberto contro il vescovo Pietro Mezzabarba)  e di lotte per le investiture da parte dei marchesi di Toscana e in special modo della contessa Matilde.
 Fu in questo periodo che il popolo fiorentino acquistò coscienza del proprio potere. La concessione di una certa autonomia da parte della contessa Matilde, fautrice  del papato, e l’insieme dei rapporti che legavano i banchieri e i mercanti fiorentini alla curia romana, fecero si che Firenze, da tempo in condizioni di inferiorità rispetto a Pisa, solido porto commerciale, e a Lucca, sede del marchesato, divenisse e rimanesse città Guelfa e lottasse quindi contro le città Ghibelline, soprattutto per motivi economici.
 Una delle prime manifestazioni dell’ormai libero comune fu la guerra contro Fiesole, vinta definitivamente nel 1125, contro Siena, Pisa e i feudatari del contado, come i potenti Cadolingi.
L’impossibilità del nuovo imperatore Lotario II di intervenire subito in Italia favorì il rafforzarsi della magistratura consolare, sostenuta dalla nobiltà cittadina, dagli ecclesiastici e dai mercanti di Calimala, specialmente dopo la battaglia di Legnano (1176), che pose fine alla rinnovata minaccia di un intervento imperiale.
La natura dei rapporti di Firenze guelfa con le città vicine (Arezzo, Siena, Pistoia, Lucca, la Romagna e Pisa) si andò man mano modificando e divenne una vera egemonia, mentre la costituzione del governo cittadino da magistratura consolare si trasformava in signoria retta da un unico podestà.
 Più tardi quando stavano per esplodere le lotte civili tra guelfi e ghibellini, venne chiamato al governo un podestà forestiero per garanzia di imparzialità fra le fazioni.
 La vittoria dei guelfi segnò anche il trionfo del popolo delle Arti (primo popolo o popolo vecchio), che partecipò al potere pubblico contro i feudatari ghibellini. Firenze guelfa inoltre, poté instaurare una sempre più sicura egemonia, sulle città ghibelline.
 Questo processo fu interrotto due volte, per pochi anni, dall’intervento di Federico II e di suo figlio Manfredi. Dopo la morte di Fderico II (1250) le compagnie delle Arti insorsero contro gli Uberti e richiamarono i guelfi fuoriusciti. In quegli anni, caratterizzati dalle vittorie su Volterra e su Pisa, fu coniato per la prima volta  il fiorino d’oro che sarebbe divenuto una delle monete più pregiate  d’Europa.
Dopo la sconfitta di Benevento  e la morte di Manfredi (12669 , i guelfi ripresero il sopravvento  e i ghibellini furono cacciati  definitivamente.
 La nuova costituzione fu detta del “secondo popolo” , con nuovi magistrati  (capitani di parte) , mentre la signoria formale veniva affidata per dieci anni a Carlo d’Angiò . Da questo momento la storia di Firenze  divenne quanto mai convulsa , fra tentativi di pacificazione e mutamenti di costituzione: I 12 “buono uomini”  che si affiancarono al podestà e al capitano del popolo; i priori delle Arti, e infine gli ordinamenti  di giustizia del priore  Giano della Bella (1293) ; l’istituzione del gonfaloniere di giustizia al quale era demandato il potere esecutivo; la scissione del partito guelfo nelle due fazioni dei Bianchi e dei Neri , l’una guidata dai Cerchi e costituita  dal “popolo grasso” (banchieri e grandi mercanti) e da una parte dei nobili; l’altra capeggiata dai Donati e costituita dai nobili contrari agli Ordinamenti e dal “popolo minuto” (borghesia artigiana e del medio commercio).
 La lotta fra le due fazioni costituisce quasi una storia a parte: anche Dante e il padre del Tetrarca furono costretti all’esilio quando i Neri ebbero buon gioco (1302) col favore di Bonifacio VIII .
 In questo periodo Firenze riuscì ad estendere il suo predominio  su varie parti della Toscana  ( Siena, battaglia di Colle Val d’Elsa, 1269; Arezzo, battaglia di Campaldino, 1289; Pisa, Pace di Fucecchio, 1293; Pistoia, 1306, e gran parte del Mugello)Nella prima metà del trecento il Comine fiorentino fu costretto per due volte  a chiamare al governo signori stranieri per far fronte alle minacce esterne : nel 1325 (Carlo di Calabria) e nel 1342 (Gualtiero di Brienne). In una alternativa quasi ininterrotta di conquiste territoriali, di patti di alleanza e di lotte con le città ghibelline , Firenze continuò per tutto il secolo  la sua politica di predominio .
Verso la fine del trecento scoppiarono fieri contrasti  fra le classi sociali e per la prima volta comparve il nome della famiglia de’ Medici , destinata ad assumere la Signoria della città, con Salvestro, gonfaloniere di giustizia, che presentò infatti nel 1378 alcune proposte contro le grandi famiglie  che capeggiavano la parte guelfa  (Albizi, Strozzi, ecc.) . Tuttavia le riforme scontentarono tutti: esplose allora il tumulto  dei Ciompi e fu instaurata una nuova signoria a carattere popolare, che dopo i primi successi fu sopraffatta dal popolo grasso che riprese il potere e lo conservò fino al tempo dei Medici.
Agli inizi del secolo XV Firenze fu minacciata dalla pressione espansionistica di Gian Galeazzo Visconti, che terminò con la morte del duca. Dopo la conquista di Pisa (1406), Firenze ebbe il dominio su tutta la Toscana, eccettuate Lucca e Siena. La minaccia milanese si ripeté più tardi per opera di Filippo Maria Visconti, e Firenze oltre ad assoldare truppe mercenarie , dovette allearsi con Venezia per cercare di contrastarla (1425) .
Dal 1434 ha inizio la Signoria de’ Medici  che parve necessaria a causa dei gravi disaccordi esistenti fra le fazioni oligarchiche e fu favorita dal popolo.
Fu Cosimo il Vecchio che, tornato dall’esilio cui l’aveva condannato la signoria alleata ai suoi oppositori, cominciò a governare di fatto Firenze, pur rimanendo apparentemente in disparte  e lasciando in vita quasi tutte le antiche istituzioni della Repubblica, affidate a persona di sua fiducia. Cosimo iniziò quella politica di equilibrio fra gli Stati italiani che, dopo l’infelice parentesi di suo figlio Piero il Gottoso , fu ripresa splendidamente dal nipote Lorenzo il Magnifico, il quale accellerò fra l’altro il processo di estinzione della Repubblica, tendendo apertamente al Principato. La Repubblica fu restaurata nel 1494 due anni dopo la morte del Magnifico , quando suo figlio Piero  venne cacciato per aver mostrato  un’eccessiva debolezza di fronte a Carlo VIII di Francia . Firenze fu retta praticamente dal battagliero frate domenicano Girolamo Savonarola, e dopo la sua tragica scomparsa  la nuova costituzione si mostrò sempre più debole  specialmente durante la guerra  per la riconquista di Pisa  (1509) .
 I Medici ritornarono a Firenze approfittando della partenza dei francesi e ripresero il potere che tennero  fino al 1527 , quando giunta a Firenze la notizia  del sacco di Roma da parte delle truppe di Carlo V, i fiorentini restaurarono  la Repubblica e decisero di allearsi con i francesi . Fu allora che Firenze  venne assediata.
 Termina qui la storia di Firenze  (1530) ed ha inizio quella della capitale del Gran Ducato di Toscana che prima sotto i Medici , poi sotto gli Asburgo-Lorena allargò i suoi confini (Siena nel 1555, lo Stato dei presidi nel 1807, Lucca nel 1847) e fu annessa infine  per plebiscito popolare  al nuovo Regno d’Italia  (1860) .
Per cinque ani, dal 1865 al 1871, fu capitale del Regno. Mai venne meno la vitalità politica  della città, dove si affermarono gruppi radicali che parteciparono da protagonisti  all’evoluzione dello stato Italiano . Incisivo e per molti aspetti esemplare  è stato il contributo dato dagli antifascisti operanti in Firenze attorno ai giornali, Non Mollare!, Italia Libera, Giustizia e Libertà.
Il comitato Toscano di Liberazione Nazionale si è scontrato coraggiosamente con l’invasore nazista fino alla liberazione della città avvenuta nell’estate del 1944.



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