FIRENZE
Storia:
Quando nel 187 a . C. la via Cassia fu
prolungata da Arezzo a Bologna , sorse sulla riva destra dell’Arno , dove
esisteva un guado , un posto di guardia romano .
Al tempo di Silla , quando l’agro
fiesolano fu colonizzato, il territorio
della futura Firenze fu assegnato alla
tribù Scaptia che governava il municipio di Fiesole ,
ma il piccolo centro non ebbe importanza
fino alla metà del secolo successivo ,
quando assunse l’aspetto di città romana
in miniatura, col foro, il campidoglio, l’anfiteatro , le terme,
l’acquedotto.
Si presume dai primi santi protettori, Miniato
e Reparata, che il cristianesimo sia stato portato a Firenze da mercanti
orientali .
Si sa inoltre che fu sede di un vescovo della prima metà del secolo IV
. Poco si sa dell’età barbarica : la distruzione da parte di Totila re dei Goti
(541-552) è pura leggenda; tanto meno probabile è il passaggio di Attila
menzionato da Dante .
Certamente vi dominarono i
Bizantini, come si deduce dal ritrovamento di un pavimento della primitiva
cattedrale; di una dominazione longobarda
dopo il 574 fanno fede alcuni reperti archeologici.
Carlo Magno, durante la
seconda discesa, celebrò a Firenze il
Natale del 776, MA è leggenda che abbia ricostruito la città o qualche parte di
essa. Retta da conti imperiali e da vescovi-conti poi, per concessione di Ottone I di Sassonia, Firenze fra i
secoli X e XI fu centro di lotte contro il clero simoniaco (S. Giovanni
Gualberto contro il vescovo Pietro Mezzabarba) e di lotte per le investiture da parte dei
marchesi di Toscana e in special modo della contessa Matilde.
Fu in questo periodo che il popolo fiorentino
acquistò coscienza del proprio potere. La concessione di una certa autonomia da
parte della contessa Matilde, fautrice
del papato, e l’insieme dei rapporti che legavano i banchieri e i
mercanti fiorentini alla curia romana, fecero si che Firenze, da tempo in
condizioni di inferiorità rispetto a Pisa, solido porto commerciale, e a Lucca,
sede del marchesato, divenisse e rimanesse città
Guelfa e lottasse quindi contro le
città Ghibelline, soprattutto per motivi economici.
Una delle prime manifestazioni dell’ormai
libero comune fu la guerra contro Fiesole, vinta definitivamente nel 1125,
contro Siena, Pisa e i feudatari del contado, come i potenti Cadolingi.
L’impossibilità del nuovo imperatore
Lotario II di intervenire subito in Italia favorì il rafforzarsi della
magistratura consolare, sostenuta dalla nobiltà cittadina, dagli ecclesiastici
e dai mercanti di Calimala, specialmente dopo la battaglia di Legnano (1176),
che pose fine alla rinnovata minaccia di un intervento imperiale.
La natura dei rapporti di Firenze
guelfa con le città vicine (Arezzo, Siena, Pistoia, Lucca, la Romagna e Pisa) si andò
man mano modificando e divenne una vera egemonia, mentre la costituzione del
governo cittadino da magistratura consolare si trasformava in signoria retta da
un unico podestà.
Più tardi quando stavano per esplodere le
lotte civili tra guelfi e ghibellini, venne chiamato al governo un podestà forestiero
per garanzia di imparzialità fra le fazioni.
La vittoria dei guelfi segnò anche il trionfo
del popolo delle Arti (primo popolo o popolo vecchio), che partecipò al potere
pubblico contro i feudatari ghibellini. Firenze guelfa inoltre, poté instaurare
una sempre più sicura egemonia, sulle città ghibelline.
Questo processo fu interrotto due volte, per
pochi anni, dall’intervento di Federico II e di suo figlio Manfredi. Dopo la
morte di Fderico II (1250) le compagnie delle Arti insorsero contro gli Uberti e richiamarono i guelfi
fuoriusciti. In quegli anni, caratterizzati dalle vittorie su Volterra e su
Pisa, fu coniato per la prima volta il
fiorino d’oro che sarebbe divenuto una delle monete più pregiate d’Europa.
Dopo la sconfitta di
Benevento e la morte di Manfredi (12669
, i guelfi ripresero il sopravvento e i
ghibellini furono cacciati
definitivamente.
La nuova costituzione fu detta del “secondo
popolo” , con nuovi magistrati (capitani
di parte) , mentre la signoria formale veniva affidata per dieci anni a Carlo d’Angiò . Da questo momento la
storia di Firenze divenne quanto mai
convulsa , fra tentativi di pacificazione e mutamenti di costituzione: I 12
“buono uomini” che si affiancarono al podestà
e al capitano del popolo; i priori delle Arti, e infine gli ordinamenti di giustizia del priore Giano della Bella (1293) ; l’istituzione del
gonfaloniere di giustizia al quale era demandato il potere esecutivo; la scissione
del partito guelfo nelle due fazioni dei
Bianchi e dei Neri , l’una guidata dai Cerchi
e costituita dal “popolo grasso”
(banchieri e grandi mercanti) e da una parte dei nobili; l’altra capeggiata dai
Donati e costituita dai nobili
contrari agli Ordinamenti e dal “popolo minuto” (borghesia
artigiana e del medio commercio).
La lotta fra le due fazioni costituisce quasi
una storia a parte: anche Dante e il padre del Tetrarca furono costretti
all’esilio quando i Neri ebbero buon gioco (1302) col favore di Bonifacio VIII
.
In questo periodo Firenze riuscì ad estendere
il suo predominio su varie parti della
Toscana ( Siena, battaglia di Colle Val
d’Elsa, 1269; Arezzo, battaglia di Campaldino, 1289; Pisa, Pace di Fucecchio,
1293; Pistoia, 1306, e gran parte del Mugello)Nella prima metà del
trecento il Comine fiorentino fu costretto per due volte a chiamare al governo signori stranieri per
far fronte alle minacce esterne : nel 1325 (Carlo di Calabria) e nel 1342
(Gualtiero di Brienne). In una alternativa quasi ininterrotta di conquiste territoriali,
di patti di alleanza e di lotte con le città ghibelline , Firenze continuò per
tutto il secolo la sua politica di
predominio .
Verso la fine del trecento
scoppiarono fieri contrasti fra le
classi sociali e per la prima volta comparve il nome della famiglia de’ Medici , destinata ad assumere la Signoria della città, con
Salvestro, gonfaloniere di giustizia, che presentò infatti nel 1378 alcune
proposte contro le grandi famiglie che
capeggiavano la parte guelfa (Albizi, Strozzi, ecc.) . Tuttavia le
riforme scontentarono tutti: esplose allora il tumulto dei
Ciompi e fu instaurata una nuova signoria a carattere popolare, che dopo i
primi successi fu sopraffatta dal popolo grasso che riprese il potere e lo
conservò fino al tempo dei Medici.
Agli inizi del secolo XV Firenze
fu minacciata dalla pressione espansionistica di Gian Galeazzo Visconti, che
terminò con la morte del duca. Dopo la conquista di Pisa (1406), Firenze ebbe
il dominio su tutta la Toscana ,
eccettuate Lucca e Siena. La minaccia milanese si ripeté più tardi per opera di
Filippo Maria Visconti, e Firenze oltre ad assoldare truppe mercenarie ,
dovette allearsi con Venezia per cercare di contrastarla (1425) .
Dal 1434 ha inizio la Signoria de’ Medici che parve necessaria a causa dei gravi
disaccordi esistenti fra le fazioni oligarchiche e fu favorita dal popolo.
Fu Cosimo il Vecchio che, tornato dall’esilio cui l’aveva condannato
la signoria alleata ai suoi oppositori, cominciò a governare di fatto Firenze,
pur rimanendo apparentemente in disparte
e lasciando in vita quasi tutte le antiche istituzioni della Repubblica,
affidate a persona di sua fiducia. Cosimo iniziò quella politica di equilibrio
fra gli Stati italiani che, dopo l’infelice parentesi di suo figlio Piero il Gottoso , fu ripresa
splendidamente dal nipote Lorenzo il Magnifico, il quale accellerò fra l’altro
il processo di estinzione della Repubblica, tendendo apertamente al Principato.
La Repubblica
fu restaurata nel 1494 due anni dopo la morte del Magnifico , quando suo figlio
Piero venne cacciato per aver mostrato un’eccessiva debolezza di fronte a Carlo VIII
di Francia . Firenze fu retta praticamente dal battagliero frate domenicano Girolamo Savonarola, e dopo
la sua tragica scomparsa la nuova
costituzione si mostrò sempre più debole
specialmente durante la guerra
per la riconquista di Pisa (1509)
.
I Medici ritornarono a Firenze approfittando
della partenza dei francesi e ripresero il potere che tennero fino al 1527 , quando giunta a Firenze la
notizia del sacco di Roma da parte delle
truppe di Carlo V, i fiorentini restaurarono
la Repubblica
e decisero di allearsi con i francesi . Fu allora che Firenze venne assediata.
Termina qui la storia di Firenze (1530) ed ha inizio quella della capitale del Gran Ducato di Toscana che
prima sotto i Medici , poi sotto gli Asburgo-Lorena allargò i suoi
confini (Siena nel 1555, lo Stato dei presidi nel 1807, Lucca nel 1847) e fu
annessa infine per plebiscito
popolare al nuovo Regno d’Italia (1860) .
Per cinque ani, dal 1865 al 1871, fu capitale del Regno. Mai venne
meno la vitalità politica della città,
dove si affermarono gruppi radicali che parteciparono da protagonisti all’evoluzione dello stato Italiano .
Incisivo e per molti aspetti esemplare è
stato il contributo dato dagli antifascisti operanti in Firenze attorno ai
giornali, Non Mollare!, Italia Libera,
Giustizia e Libertà.
Il comitato Toscano di
Liberazione Nazionale si è scontrato coraggiosamente con l’invasore nazista
fino alla liberazione della città avvenuta nell’estate del 1944.
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