geronimo

venerdì 4 febbraio 2011

IMPERO OTTOMANO


IMPERO   OTTOMANO


Stato Turco, formatosi nel tardo Medioevo in territorio Bizantino e precisamente nell’Asia Minore di  nord-est  ed estesosi rapidamente  in tutti i sensi fino a comprendere  vaste regioni d’Asia (Mesopotamia, Siria e Palestina , Higiaz)  d’Africa (Egitto, Africa settentrionale) e d’Europa (Penisola Balcanica, Russia meridionale).
Tale stato durò oltre sei secoli (1300-1922) e rappresentò nella storia europea e mediterranea un elemento  d’importanza capitale , pur essendo considerato quasi sempre ( e forse a torto) dagli Europei come qualcosa d’estraneo, soprattutto a causa della forte impronta musulmana . Originari, come tutti i Turchi, dell’Asia centrale, gli Ottomani (ossia discendenti di Osman od othman: prima il nome designava la dinastia, più tardi il popolo) vennero probabilmente dall’Anatolia  con l’invasione selgiuchide (secolo XI)  e da quei sultani  furono investiti della signoria  di un territorio corrispondente in parte all’antica Bitinia. Le loro conquiste in paese cristiano furono rapide e durature : Brussa (1326), Nicomedia (1337), Gallipoli (1354), Adrianopoli (1361-62) Sofia (1386).
Nel 1391 ebbe inizio l’attacco a Costantinopoli, ferma nella resistenza, ma ormai condannata. Il dominio Ottomano si era intanto allargato  a quasi tutta l’Anatolia: tutti i principi spodestati si allearono allora con Tamerlano, che stava creando un immenso impero mongolo, e lo spinsero contro il sultano Ottomano Bayazid I che nel 1402 fu battuto e catturato a Ankara. Dalla grave crisi , che salvò momentaneamente Costantinopoli, gli Ottomani si risollevarono con Maometto I che ridiede unità allo Stato (1413) e con suo figlio Murad II, che tornò ad assediare Costantinopoli ed estese i suoi domini verso la Grecia, l’Albania e l’Ungheria, sbaragliando una coalizione cristiana a Varna (1444) .
Nel 1453 il giovane sultano Maometto II s’impadronì dell’isolata Costantinopoli senza eccessiva difficoltà: da quel momento gli Ottomani poterono figurare come i realizzatori degli sforzi musulmani  di tanti secoli.
Con Maometto II Fatih (il conquistatore) l’impero Ottomano si annetté la Grecia  (Atene,1456; Morea, 1460), L’Albania (1461), la porzione dell’Anatolia non ancora sottomessa (1472), le colonie genovesi del Mar nero (1475), e cercò di allungare i suoi tentacoli  sino alla penisola Italiana (incursione su Otranto, 1480) .
Con Bayazid II (1481-1512), l’impero Ottomano arrotondò i suoi confini meridionali a danno dei sultani mamelucchi di Siria e d’Egitto; con Selim I (1512-20) si allargò addirittura sino a comprendere Siria, Egitto e Arabia, superando i risultati dei Selgiudichi che non avevano saputo creare uno stato unitario.
Penetrando profondamente nella vita dell’Occidente, l’impero era riuscito a intrecciare qualche utile relazione commerciale , non già a promuovere scambi culturali: il Rinascimento europeo rimaneva lettera morta per uno stato dall’anima religiosa e guerriera che ricusava quel tipo d’influenza.
Le conquiste proseguirono con Solimano I (detto il Magnifico; 1520-66), che s’impossessò di Belgrado (1521), di Rodi (1522), di Buda (1529), di Baghdad (1534), di Tunisi e dell’Algeria (1534), delle Cicladi (1540) dello Yemen (1547), di Tripoli (1551); per mare la potenza Turca teneva testa a Venezia e la costringeva a retrocedere , mentre per terra conteneva ogni tentativo di riscossa di Spagna e Austria.
Al tempo di Selim II (1566-74) , lo slancio espansionistico sembrò esaurito; gli Ottomani battuti duramente a Lepanto (1571) ripresero faticosamente il sopravvento. Ma negli anni successivi la decadenza parve accentuarsi. Si alternarono per circa un secolo vittorie e sconfitte: Baghdad fu perduta e ripresa; Creta venne occupata dopo una lunga guerra con Venezia; gli Ottomani approfittarono della debolezza Asburgica per attaccare l’Austria e la stessa Vienna , ma furono definitivamente ricacciati nel 1683 dalle forze imperiali e dai polacchi di Sobieski. La decadenza fino allora ben mascherata, divenne più visibile dalla fine del secolo XVIII in poi. I Turchi rinunciarono successivamente all’Ungheria e alla Transilvania (1699) , cedendo ancora di fronte  alla pressione Austriaca (pace di Passarowitz, 1718)  per riprendere a Belgrado (1739) i territori perduti. Ma fu questo il loro ultimo successo anche perché se l’Austria tentennava, la Russia incalzava vigorosamente. La preoccupazione per l’avanzata Russa spinse in seguito le potenze occidentali a proteggere l’impero Ottomano: la questione d’Oriente  divenne ben presto per l’Europa un problema scottante. L’ascesa della Russia verso una posizione di grande potenza segnò praticamente la fine del predominio Ottomano nei Balcani; i due avversari erano di forza ineguale. I Russi, ancora nel secolo XVIII, avanzarono nel Caucasia, entrarono in Bessarabia, in Moldavia, in Valacchia, conquistarono e fortificarono la Crimea (1783); i Turchi perdettero l’egemonia sul mar nero che le flotte russe percorrevano ormai liberamente.
Nei frequenti conflitti, eserciti e flotte Ottomane subirono dure sconfitte. L’impossibilità di reggere al confronto con le progredite nazioni europee divenne evidente agli occhi degli Ottomani più illuminati; anche qualche Sultano come Selim III o Mahmu’d II  avvertì l’urgenza di rinnovare gli ordinamenti dello Stato; Mahmu’d  riuscì nel 1826 a eliminare il turbolento corpo dei giannizzeri. Si riorganizzò l’esercito secondo modelli europei; si tentarono le prime riforme:
Il sultano Abd ul-Megid II  emanò nel 1839 il Hatt-i serif (nobile reiscritto)  con cui i sudditi erano dichiarati eguali dinanzi alla legge, mentre gli ordinamenti giudiziario e finanziario subirono radicali riforme. Tali riforme ( tanzimat) si realizzarono molto lentamente  a causa dell’ostruzionismo degli ambienti più retrivi. Solo dopo la guerra di Crimea si notarono un vero progresso nell’istruzione dei sudditi dell’Impero e un ammodernamento reale dell’amministrazione.
Nel 1876 si giunse addirittura alla Costituzione, largita dal Sultano Abd ul.Hamid II , che però tornò presto  al vecchio dispotismo. Solo nel 1908 un nuovo movimento, guidato dal Comitato d’Unione e Progresso, costrinse il vecchio sultano a rimettere in vigore la Costituzione.
Frattanto l’impero Ottomano che aveva resistito in qualche modo alla pressione delle grandi potenze, si sfaldava dinanzi ad un nemico interno, il Nazionalismo dei popoli balcanici, eccitato soprattutto dalla Russia. Di fronte a questo nemico il cedimento fu pressoché totale : i Greci (1821-30),  i Serbi (1804-78), i Romeni (1859-78), i Montenegrini (1851-78) , i Bulgari (1876-1908), gli Albanesi (1878-1913), i Cretesi (1841-99), in seguito a insurrezioni locali o a guerre generali ottennero l’indipendenza:
Nel 1913 i domini Ottomani inEuropa furono ridotti alla porzione orientale della Tracia. Nel frattempo, anche la parte non europea dell’impero Ottomano aveva subito duri colpi: L’Egitto era diventato autonomo (1841), Libanesi, Armeni e Arabi si erano sollevati ripetutamente contro il regime Ottomano, mentre la Francia occupava Algeri (1830) e Tunisi (1881), e l’Italia attestandosi in Libia e nel Dodecaneso (1912) , avevano mutilato spietatamente il corpo malato dell’impero.
La I guerra mondiale  non fu fortunata per gli Ottomani che, alleandosi con gli imperi centrali rimasero travolti nel loro crollo. Persino l’Anatolia  fu parzialmente occupata  e presieduta da truppe dell’intesa.
Il parlamento Ottomano tentò coraggiosamente di salvare  lo Stato (1920) proclamando l’unità indivisibile  dei territori che lo componevano. Ma intanto Mustafa Kemal iniziava in Anatolia una guerra di liberazione  e costituiva una nuova repubblica  democratica Turca  (Turchia) . Il sultano Ottomano , privo ormai di ogni autorità e di ogni funzione , scomparve il 1 novembre 1922, e pochi giorni più tardi l’ultimo sultano, Maometto VI abbandonò il paese su una nave britannica..
Principale caratteristica dell’Impero Ottomano fu la sua impronta religiosa: gli Ottomani realizzarono in questo Impero la loro vocazione musulmana. Esso fu sentito e sviluppato in funzione dell’espansione dell’Islam nel mondo, ma soprattutto di fronte all’Europa cristiana: per questo il suo prestigio tra i seguaci dell’Islam fu sempre molto alto.
La seconda caratteristica dell’Impero sta nella figura del sultano: monarca dispotico non fornito d’autorità spirituale ma cosciente di un’elevata missione  che gli proveniva dall’investitura  accordatagli dagli alti funzionari dello Stato e specialmente degli Ulama.
Una terza caratteristica consiste nello spirito guerriero che faceva dell’impero Ottomano una forza perennemente protesa alla conquista, anche se i giannizzeri, nucleo principale delle sue milizie, non erano che cristiani islamizzati; il declinare di tale aggressività verso il secolo XVII e il prevalere dell’intrigo politico segnarono l’irrimediabile decadenza dell’Impero stesso.
Una quarta caratteristica sta nel fatto che l’Impero Ottomano era retto da una elite di politici e militari e da un'altra Elite di giuristi e dottrinari: turca e musulmana quest’ultima, ma ex cristiana e straniera la prima. Nell’insieme dell’Impero Ottomano rappresentò una forza viva e non infeconda nella storia del Mediterraneo e dell’Europa; ma il non essersi saputo rinnovare a tempo gli tolse la possibilità di sopravvivere all’età delle grandi rivoluzioni.

Nessun commento:

Posta un commento