geronimo

martedì 8 giugno 2010

LA FORZA DELL'AMORE

LA FORZA DELL’AMORE
Avete udito che è stato detto “ Tu amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite quelli che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano e pregate per quelli che vi trattano con disprezzo e vi perseguitano: cosicché possiate essere figli del Padre vostro che è nei cieli “
MATTEO , 5,43,35

Forse nessun comandamento di Gesù è stato così difficile da seguire come “ amate i vostri nemici” . Alcuni hanno sinceramente pensato che metterlo in praticamente in atto non sia possibile. E’ facile, dicono, amare quelli che ci amano, ma come si può amare queli che apertamente o con insidie cercano di distruggerci ? Altri, come il filosofo Nietzsche, sostengono che l’esortazione di Gesù ad amare i propri nemici è la prova del fatto che la morale cristiana è concepita per il debole e il vile e non per il forte e il coraggioso. Gesù, dicono, era un idealista teorico.
A dispetto di queste insistenti domande e obbiezioni, questo comandamento di Gesù ci chiama con urgenza nuova. Una serie di catastrofi ci ha ammonito che l’uomo moderno è in cammino lungo una via chiamata odio verso la distruzione e la dannazione. Ben lungi dall’essere la pia raccomandazione di un sognatore utopista, il comandamento di amare i propri nemici è un’assoluta necessità per la nostra sopravvivenza.. Amore anche per i nemici: ecco la chiave per la soluzione del problema del nostro mondo. Gesù non è un idealista teorico: è un realista pratico. Io sono certo che Gesù comprendeva le difficoltà inerenti all’atto di amare i propri nemici. Egli non è mai stato di quelli che parlano con leggerezza della facilità della vita morale: si rendeva conto che ogni genuina espressione d’amore nasce da un profondo e totale abbandono a Dio. Cosi quando Gesù diceva: “ Amate i vostri nemici” , egli non era inconsapevole delle ardue difficoltà di tale legge, e tuttavia ogni parola di essa era intenzionale. La nostra responsabilità come cristiani è di scoprire il significato di questo comandamento e di cercare appassionatamente di viverlo nella nostra vita quotidiana.

Siamo pratici e domandiamoci: in che modo possiamo amare i nostri nemici? Innanzitutto, dobbiamo sviluppare e conservare la capacità del perdono. Colui che è incapace di perdonare è incapace anche di amare. E’ impossibile anche tentare l’atto di amare i propri nemici senza la previa accettazione della necessità di perdonare ripetutamente quelli che ci fanno del male e ci offendono. E’ anche necessario rendersi conto che l’atto del perdono deve partire sempre dalla persona che ha ricevuto il torto, della vittima di qualche grave pregiudizio , da cui ha ricevuto qualche tortuosa ingiustizia, da chi ha subito qualche terribile atto di oppressione. Colui che fa il torto può invocare perdono, può rientrare in se stesso e, simile al figliuol prodigo, mettersi in cammino per una strada polverosa, col cuore palpitante del desiderio del perdono: ma solo il vicino offeso, il padre amoroso che aspetta a casa possono realmente versare le calde acque del perdono.
Perdonare non significa ignorare quanto è accaduto o mettere un etichetta falsa su un atto malvagio: significa piuttosto, che l’atto malvagio non rimane più come una barriera che impedisca i rapporti. Il perdono è un catalizzatore che crea l’atmosfera necessaria per un fresco slancio ed un nuovo inizi. Significa sollevare da un peso cancellare un debito. Le parole “ ti perdono, ma non dimenticherò mai quello che hai fatto” non esprimono la vera natura del perdono. Certo, non si può mai dimenticare, se questo significa cancellare totalmente qualcosa dalla propria mente; ma quando perdoniamo, noi dimentichiamo, nel senso che l’azione malvagia non costituisce più un blocco mentale che impedisce una nuova relazione. Allo stesso modo, non possiamo mai dire : “ Ti perdono, ma non voglio mai più avere a che fare con te “ . Perdono significa riconciliazione, tornare di nuovo insieme. Senza di questo, nessuno può amare i nostri nemici. Il grado di perdono di cui siamo capaci determina il grado di amore per i nostri nemici di cui siamo capaci.
In secondo luogo , dobbiamo riconoscere che l’azione malvagia del vicino nemico, la cosa che offende, non esprime mai interamente tutto ciò che egli è: un tratto di bontà si può trovare anche nel nostro peggiore nemico. Ciascuno di noi è in qualche misura una personalità schizofrenica, tragicamente divisa in se stessa. Una perenne guerra civile infuria dentro di noi per tutta la nostra vita. Qualcosa dentro di noi ci spinge a lamentarci con Ovidio, il poeta latino: “ Vedo e approvo le cose migliori, ma seguo le peggiori”; o a concordare con Platone che la personalità umana è simile ad un cocchiere che guida due cavalli testardi, ciascuno dei quali vuole andare in una direzione diversa; o a ripetere con l’apostolo Paolo : “ Il bene che vorrei non lo faccio, ma il male che non vorrei, quello lo faccio”. Questo significa semplicemente che vi è qualcosa di malvagio anche nel migliore: quando ce ne rendiamo conto, siamo meno inclini a odiare i nostri nemici. Quando guardiamo sotto la superficie, sotto all’atto malvagio impulsivo, noi scorgiamo dentro al nostro prossimo nemico una misura di bontà e comprendiamo che la depravazione e la malvagità del suo atto non rappresentano interamente tutto ciò che egli è. Lo vediamo in una nuova luce. Riconosciamo che il suo odio nasce da timore, orgoglio, ignoranza, pregiudizio e incomprensione, ma, ad onta di ciò, sappiamo che l’immagine di Dio è ineffabilmente scolpita nel suo essere. Allora noi amiamo i nostri nemici, rendendoci conto che essi non sono totalmente cattivi e non sono fuori della portata dell’amore redentivi di Dio.
In terzo luogo, non dobbiamo cercare di sconfiggere e di umiliare il nemico, ma di conquistare la sua amicizia e comprensione. Alle volte, noi siamo in grado di umiliare il nostro peggiore nemico: inevitabilmente, il suo momento debole viene e noi siamo in gradoni sconfiggere nel suo fianco la lancia della sconfitta. Ma non dobbiamo farlo. Ogni parola ed ogni atto devono contribuire ad una comprensione col nemico e sprigionare quelle vaste riserve di buona volontà che sono state bloccate dalle impenetrabili muraglie dell’odio. Il significato dell’amore che va confuso con un espansione sentimentale. L’amore è qualcosa di molto più profondo di uno sfogo emotivo. Forse la lingua greca può chiarirci la confusione su questo punto. Nel Nuovo Testamento in greco vi sono tre parole per esprimere amore: la parola eros è una specie di amore estetico o romantico. Nei dialoghi di Platone eros è lo slancio dell’anima per il regno del divino. La seconda parola philia , amore reciproco, intimo affetto e amicizia tra amici: noi amiamo quelli che ci piacciono, e amiamo perché siamo amati. La terza parola è agape , compressione e buona volontà costruttiva, redentiva per tutti gli uomini. Amore traboccante che nulla cerca in cambio, agape è l’amore di Dio operante nel cuore umano . A questo livello, noi amiamo gli uomini non perché ci piacciono, né perché le loro maniere ci attraggono, e nemmeno perché essi possiedono una specie di scintilla divina; noi amiamo ogni uomo perché dio lo ama. A questo livello, noi amiamo colui che commette un atto malvagio, sebbene odiamo l’atto che egli compie.
Ora possiamo comprendere che cosa intendeva Gesù quando diceva: “ Amate i vostri nemici “. Dovremmo essere felici che egli non abbia detto: “ Provate affetto per i vostri nemici”: è quasi impossibile provare simpatia per certa gente. “ provare simpatia è una parola sentimentale e affettiva: come possiamo provare affetto per una persona la cui intenzione manifesta è di annientare il nostro essere e di porre innumerevoli ostacoli sul nostro cammino? Come ci potrebbe piacere una persona che minaccia i nostri figli e lancia bombe sulla nostra casa? Questo è impossibile. Ma Gesù riconosceva che amore è più grande che affetto. Quando Gesù ci comanda di amare i nostri nemici , egli non parla ne di eros ne di philia; parla di agape, buona volontà comprensiva, costruttiva e redentivi verso tutti gli uomini. Solo seguendo questa via e rispondendo con questo tipo di amore noi possiamo essere figli del padre nostro che è nei cieli.
Passiamo ora dal come pratico al perché teorico. Perché dovremmo noi amare i nostri nemici ? . La prima ragione è addirittura ovvia: rendere odio per odio moltiplica l’odio , aggiungendo oscurità più profonda ad una notte gia senza stelle.. La tenebra non può scacciare la tenebra: solo la luce può farlo. L’odio non può scacciare l’odio: solo l’amore può farlo: solo l’amore può farlo. L’odio moltiplica l’odio, la violenza moltiplica la violenza, la durezza moltiplica la violenza, la durezza moltiplica la durezza, in una discendente spirale di distruzione. Così, quando Gesù dice : “ Amate e vostri nemici”, egli ci da un ammonimento profondo e in ultima analisi ineluttabile. . Non siamo forse giunti, nel mondo moderno, ad una via talmente senza uscita da dovere amare i nostri nemici, o altrimenti? La reazione a catena del male, l’odio che genera l’odio, le guerre che producono altre guerre, deve essere spezzata, o noi saremo sommersi nell’oscuro abisso dell’annientamento.
Un’altra ragione per cui dobbiamo amare i nostri nemici è che l’odio deturpa l’anima e sconvolge la personalità. Consapevoli che l’odio è una forza malvagia e pericolosa, noi troppo spesso pensiamo a ciò che esso fa alla persona odiata, e questo è comprensibile, perché l’odio produce irreparabile danno alle sue vittime: abbiamo visto le sue terribili conseguenze nell’ignominiosa morte inflitta a sei milioni di ebrei da un pazzo ossessionato dall’odio di nome Hitler; nell’indicibile violenza fatta ai negri da folle assetate di sangue; nei tenebrosi orrori della guerra e nelle terribili indegnità e ingiustizie perpetrate contro milioni di figli di Dio da oppressori senza coscienza.
Ma vi è un altro lato che non dobbiamo mai trascurare , l’odio è ugualmente dannoso per la persona che odia. Come un cancro non conosciuto , l’odio corrode la personalità e divora la sua unità vitale. L’odio distrugge in un uomo il senso dei valori e l’oggettività: lo porta a descrivere il bello come il brutto e il brutto come bello, a confondere il vero con il falso ed il falso col vero.
Il dottor E. Franklin Frazier, in un interessante saggio intitolato “ La patologia del pregiudizio di razza”, include parecchi esempi di bianchi, normali, amabili e simpatici nelle loro quotidiane relazioni con altri bianchi, ma che, quando erano invitati a pensare ai negri come uguali o anche a discuterela questione dell’ingiustizia razziale, reagivano con incredibile irrazionalità e con uno squilibrio del tutto anormale. Ciò accade quando l’odio ristagna nella nostra mente. Gli psichiatri riferiscono che molte delle cose strane che avvengono nel subconscio, molti dei nostri conflitti interiori, sono radicati nell’odio. Essi dicono: “ Amare o morire “ . La moderna psicologia riconosce ciò che Gesù insegnò tanti secoli fa: l’odio divide la personalità e l’amore, in maniera sorprendente e inesorabile, la ricompone.
Una terza ragione per cui dovremmo amare i nostri nemici è che l’amore è l’unica forza capace di trasformare un nemico in un amico. Noi non ci liberiamo mai di un nemico rispondendo all’odio con l’odio: ci liberiamo di un nemico liberandoci dell’inimicizia. Per la sua stessa natura, l’odio distrugge e lacera; per la sua stessa natura, l’amore crea e costruisce. L’amore trasforma col suo potere redentivo.
Lincoln sperimentò l’amore e lasciò alla storia un magnifico dramma di riconciliazione. Quando egli conduceva la sua campagna per la presidenza, uno dei più accaniti nemici era un uomo di nome Stanton. Per qualche ragione Stanton, odiava Lincoln: usava ogni grammo della sua energia per avvilirlo agli occhi del pubblico. Così profondamente radicato era l’odio di Stanton per Lincoln che egli pronunciava apprezzamenti indelicati sul suo aspetto fisico e tentava di metterlo in imbarazzo ogni momento con le più aspre invettive. Ma, ad onta di ciò. Lincoln fu eletto Presidente degli Stati Uniti . Venne allora il momento in cui egli dovette scegliere il suo gabinetto, che sarebbe stato composto dalle persone che gli sarebbero state più intimamente associate nella realizzazione del suo programma. Egli cominciò con lo scegliere uomini qua e la per i vari ministeri ; venne infine il giorno in cui dovette scegliere un uomo per coprire la carica più importante fra tutte, di segretario della guerra. Potete immaginare chi scelse per ricoprire questo posto? Nessun altri che l’uomo di nome Stanton. Vi fu un immediato tumulto nel circolo degli intimi, quando la notizia cominciò a diffondersi. Un consigliere dopo l’altro fu udito dire: “ Signor Presidente, voi state commettendo un errore. Conoscete questo Stanton ? Siete a conoscenza di tutte le orribili cose egli ha detto di voi ? Egli è vostro nemico, cercherà di sabotare il vostro programma. Ci avete pensato bene, sig. Presidente? “. La risposta di Lincoln fu netta e pertinente: “ Si. Conosco il sig. Stanton. Sono al corrente delle terribili cose che egli ha detto di me. Ma, dopo avere esaminato tutta la nazione, trovo che egli è l’uomo più adatto per questo posto” . Così Stanton divenne Segretario della Guerra di Abramo Lincoln e rese incalcolabili servigi alla nazione ed al Presidente. Non molti anni dopo, Lincoln fu assassinato. Molti elogi furono pronunziati su di lui. Anche oggi, milioni di persone ancora lo adorano come il più grande di tutti gli americani. H. G. Wells lo scelse come uno dei sei grandi uomini della storia. Ma di tutte le grandi cose dette intorno ad Abramo Lincoln, le parole di Stanton rimangono fra le maggiori. Stando presso il corpo dell’uomo che una volta egliodiava, Stanton si riferì a lui come ad uno degli uomini più grandi che fosse mai vissuto, e disse: “ Egli ora appartiene alla storia “. Se Lincoln avesse odiato Stanton, entrambi sarebbero scesi nella tomba come acerrimi nemici. Ma, col potere dell’amore, Lincoln trasformò un nemico in un amico. Fu lo stesso atteggiamento che rese possibile a Lincoln parlare con benevolenza del Sud durante la guerra civile, quando il risentimento era più amaro. Avendogli domandato un’ascoltatrice urtata come potesse egli fare ciò. Lincoln disse : “ Madama, non distruggo forse i miei nemici, quando me li faccio amici?” . Tale è il potere dell’amore redentivo.
Dobbiamo affrettarci a dire che non sono queste le ragioni definitive per cui dobbiamo amare inostri nemici. Una ragione anche più fondamentale per cui ci è comandato di amare è espressa esplicitamente nelle parole di Gesù: “ Amate i vostri nemici… affinché possiate essere figli del padre vostro che è nei cieli”. Noi siamo chiamati a questo difficile compito allo scopo di realizzare una relazione unica con Dio. Noi siamo potenzialmente figli di Dio: attraverso l’amore, questa potenzialità diviene attuale. Noi dobbiamo amare i nostri nemici perché solo amandoli possiamo conoscere Dio e sperimentare la bellezza della sua santità. L’applicazione di ciò che ho detto alla crisi nei rapporti razziali dovrebbe essere subito evidente. Non vi sarà soluzione permanente del problema razziale finché gli oppressi non sviluppino la capacità di amare i loro nemici. La tenebra dell’ingiustizia razziale sarà dissipata solo dalla luce dell’amore capace di perdono. Per più di tre secoli i negri americani sono stati battuti dalla verga di ferro dell’oppressione, frustrati e sconvolti giorno e notte da un’ingiustizia intollerabile e oppressi sotto l’orribile peso della discriminazione, Costretti a vivere in queste infami condizioni, noi siamo tentati di divenire amari e di vendicarci con odio non minore. Ma, se questo accade, il nuovo ordine che noi cerchiamo sarà poco più di un duplicato dell’ordine antico. Noi dobbiamo, con forza e con umiltà, corrispondere all’odio con l’amore. Certo, questo non è pratico. La vita è una questione di render la pariglia, di non lasciarsi sopraffare, di cane mangia cane. E io sto dicendo che Gesù ci comanda di amare quelli che ci offendono e ci opprimono ? Faccio la figura della maggior parte dei predicatori, idealista e teorico ? Forse, voi dite, in qualche lontana utopia quell’idea funzionerà, ma non già nel duro gelido mondo in cui viviamo.
Amici miei, abbiamo seguito la cosiddetta via pratica gia per troppo tempo, ormai, ed essa ci ha condotti inesorabilmente ad una più profonda confusione ed al caos. Il tempo risuona del fragore della rovina di comunità che si abbandonarono all’odio e alla violenza. Per la salvezza della nostra nazione e per la salvezza dell’umanità, noi dobbiamo seguire un’altra via. Questo non significa che noi abbandoniamo i nostri giusti sforzi: con ogni grammo della nostra energia dobbiamo continuare a liberare questa nazione dall’incubo della segregazione ; ma nel fare questo, non dobbiamo rinunziare al nostro privilegio ed al nostro dovere di amare.
Pur aborrendo la segregazione, dovremo amare i segregazionisti: questa è l’unica via per creare la comunità tanto desiderata.
Ai nostri più accaniti oppositori noi diciamo : “ Noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenza con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d’animo. Fateci quello che volete, e noi continueremo ad amarvi. Noi non possiamo, in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non cooperazione col male è un obbligo morale non meno della cooperazione col bene. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case, nell’ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi morti, e noi vi ameremo ancora. Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacitàdi soffrire. Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria” .
L’amore è il potere duraturo che vi sia al mondo. Questa forza creativa, così splendidamente esemplificata nella vita del nostro Signore gesù Cristo, è il più potente strumento disponibile nell’umana ricerca della pace e della sicurezza. Napoleone Bonaparte, il grande genio militare, si dice che abbia detto, guardando indietro ai suoi anni di conquista : “ Alessandro, Cesare, Carlo magno ed io abbiamo costruito grandi imperi, ma appoggiati su che cosa ? Appoggiati sulla forza.
Ma tanti secoli fa Gesù diede inizio ad un impero che fu costruito sull’amore, e anche al giorno d’oggi vi sono milioni di uomini pronti a morire per lui.” .
Chi può dubitare della veracità di queste parole? I grandi capi militari del passato sono scomparsi, e i loro impersono crollati e ridotti in cenere: ma l’impero di Gesù costruito solidamente e maestosamente sul fondamento dell’amore, cresce ancora. Cominciò con un piccolo gruppo di uomini devoti che, per ispirazione del loro Signore, furono capaci di scuotere le fondamenta dell’Impero Romano e di portare il Vangelo in tutto il mondo. Oggi l’immenso regno terreno del Cristo conta più di novecento milioni di uomini e si estende ad ogni paese e ad ogni nazione. Oggi noi udiamo di nuovo la promessa di vittoria. “ Gesù regnerà dovunque il sole, Si volge nei suoi viaggi regolari; Il suo regno si stende da sponda a sponda, Finché la luna crescerà per non scemare più. E un altro coro gioiosamente risponde: “ In Cristo non vi è ne Est ne Ovest, in Lui non vi è ne Sud ne Nord, ma una grande comunione d’amore, attraverso l’intero orbe terrestre”.
Gesù ha eternamente ragione. La storia è piena delle ossa imbiancate dei popoli che rifiutarono di ascoltarlo.
Possiamo noi nel ventesimo secolo ascoltare e seguire le sue parole, prima che sia troppo tardi. Possiamo noi solennemente renderci conto che non saremo mai veri figli del nostro padre celeste finché non ameremo i nostri nemici e non pregheremo per coloro che ci perseguitano.

Martin Luther King

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Commento:

In questo sermone pronunciato da Martin L. King c’è tutta l’essenza della vita stessa. E’ un qualcosa che mette i brividi da quanto è bello. Certo rimane difficile amare i propri nemici, ma Martin L. King ci ha dimostrato che tutto è possibile per gli uomini. Basta avere fede e gli insegnamenti di Gesù ben presenti, che nulla sarà impossibile.
Lottiamo tutti insieme per un mondo migliore dove le guerre non esisteranno più. Cominciamo ad inondare d’amore la Palestina e Israele, cominciamo ad inondare d’amore l’Afganistan etutti quei paesi che hanno inviato soldati credendo di portare la pace; cominciamo a fare ritirare da quel paese tutti i soldati , non è con loro che costruiremo il regno dell’Amore.
Cominciamo a fare regole certe e giuste uguali per tutti e basare la nostra società sulla solidarietà ed allora cominceremo a capire il vero significato della parola Amore. I cardini di tutto ciò si ritrovano nel vero significato delle tre parole greche che vengono indicate nel Nuovo Testamento,e cioè : Eros (amore estetico e romantico) ; Philia (amore reciproco, intimo affetto e amicizia fa amici. Noi amiamo quelli che ci piacciono, e amiamo perché siamo amati); Agape ( comprensione e buona volontà costruttiva e redentivi per tutti gli uomini. Amore traboccante che nulla cerca in cambio) . Come dice Martin L. King nel suo sermone, Agape è l’amore di Dio operante nel cuore umano.
Combattiamo con la forza dell’amore affinché le tre tipologie della parola amore siano attuate in tutte le società del mondo, ma con una attenzione particolare per l’amore chiamato Agape.

Evy

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