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domenica 24 dicembre 2017

Hegel- Mill-Rousseau

“Alcuni filosofi ed in particolare Hegel, sono molto colpiti dal fatto che lo stato è qualcosa di ben diverso dagli individui che ne fanno parte. Per dirne una, Hegel notò che possiamo definire uno stato “popoloso” ma sarebbe insensato ascrivere questa proprietà al singolo cittadino, Dal fatto, che lo stato vanti delle caratteristiche non condivisibili dagli individui.
“ Hegel inferì che lo stato era un ente separato e distinto, con un’esistenza, per così dire, sua propria. Ne dedusse inoltre, che lo stato era più importante  dei singoli cittadini, non solo perché li univa tutti in una particolare cultura, ma anche perché la sua permanenza garantiva la continuità di tale cultura nonostante i singoli cittadini morissero. Di qui alla glorificazione dello stato il passo fu naturale. Questa glorificazione produsse una filosofia politica i cui effetti pratici sono arrivati sino a noi sotto forma di massime come “ Deutschland Uber Alles”.



 Mill  J.S. (1806)

Riprendendo la teoria di Locke nella quale la democrazia è il governo della maggioranza, J.S. Mill concepì la sua teoria democratica nel porre dei limiti al potere del governante sui cittadini. Ciò andava fatto in due modi: (a) con una dottrina dei diritti (se il sovrano la violava, la ribellione era giustificata) e (b) con una serie di controlli costituzionali sul sovrano steso , in alcune sfere importanti.
Mill si pose il seguente quesito, come altri filosofi,:. “ Chi dovrebbe governare? Suggerisce un utile modo di studiare la storia della filosofia politica. Platone, Hobbes, e, di fatto Locke , hanno sostenuto che dovevano governare individui o gruppi speciali. D’altro lato Locke fornisce argomenti molto potenti a favore  del governo del “popolo”, interpretato come governo della maggioranza.
 Come Lucke, Mill crede che la maggioranza debba governare perché nel complesso essa minaccia la libertà dell’umanità meno pesantemente di quanto farebbe qualsiasi governante singolo o qualsiasi gruppo.
Ma anche all’interno della democrazia il governo della maggioranza va limitato , allo scopo di salvaguardare la libertà personale e delle minoranze.

Il contratto sociale:
“ L’uomo è nato libero, e dovunque è in catene”; occorre dunque “ trovare una forma di associazione che difenda e protegga con tutta la forza comune la persona e i beni di ogni associato; per la quale ognuno, unendosi a tutti, non obbedisca tuttavia  che a se stesso e resti altrettanto libero quanto prima”.
L’unico regime atto ad operare una sintesi fra queste opposte esigenze è secondo Rousseau, la Democrazia Diretta,  nella quale il popolo è sovrano e non delega a nessuno la propria irrinunciabile sovranità. I deputati del popolo non sono i suoi rappresentanti ma solo i suoi portavoce, sempre revocabili; e le loro decisioni non hanno alcun valore se non sono ratificate dal popolo.
Unico sovrano è la volontà che promana dal corpo sociale nel suo insieme: la volontà generale, che supera gli egoismi  unisce e accomuna gli uomini, perché esprime quanto nei singoli vi è  di essenziale ed universale.
Ottemperando alle clausole del contratto sociale, non più inteso come patto fra sovrano e sudditi, ma come impegno fra cittadini che si costituiscono tutti egualmente sovrani, l’individuo non subisce alcuna limitazione della propria libertà, perché obbedisce solo a quella volontà generale che corrisponde alle sue stesse esigenze più profonde.


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