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venerdì 22 dicembre 2017

EPICURISMO 3

L'ESALTAZIONE DEL'AMICIZIA E IL RIFIUTO DELLA POLITICA


L'amicizia nasce dall'utile, ma essa è un bene per sé : L'amico, infatti, non è né chi cerca sempre l'utile, né chi  non lo congiunge mai all'amicizia, giacché il primo considera l'amicizia come un traffico di vantaggi, mentre il secondo distrugge quella fiduciosa speranza di aiuto che necessariamente fa parte dell'amicizia. 
Secondo Epicuro è meglio che la saggezza fosse resa prospera dalla fortuna; ma è sempre preferibile una saggezza sfortunata a una dissennatezza fortunata.
Coerentemente con questo convincimento, e nonostante quello secondo cui la giustizia è soltanto una convenzione che gli uomini hanno stretto tra loro per la comune utilità, cioè per evitare di arrecarsi reciprocamente danno, è ben difficile che il saggio si lasci andare a commettere ingiustizia, anche se è sicuro  che il suo atto rimarrà nascosto e che perciò non avrà per lui conseguenze negative.
 Epicuro afferma infatti: " Chi ha raggiunto il fine dell'uomo, anche se nessuno è presente, sarà ugualmente onesto". 
L'atteggiamento dell'epicureo verso gli uomini in generale è definito dalla massima: "E' non solo più bello ma anche più piacevole fare il bene anziche ricervelo". 
In questa massima il piacere assurge addirittura a fondamento e a giustificazione della solidarietà tra tutti gli uomini. Infatti Diogene Laerzio ci testimonia l'amore di Epicuro  per i genitori, la sua fedeltà agli amici, il suo senso di solidarietà umana.
Quanto alla vita politica, Epicuro riconosce i vantaggi che essa procura agli uomini, vincolandoli a leggi che impediscono loro di nuocersi a vicenda, ma consiglia al saggio di rimanerne estraneo.
Il suo precetto è: vivi nascosto.
L'ambizione politica non può essere, infatti, che fonte di turbamento e, quindi, ostacolo al raggiungimento dell'atarassia ( assenza di turbamento dell'anima).

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