ETICA
VIVERE
E’ UN DOVERE O UNA SCELTA?
Già
all’epoca degli antichi greci, molto prima del cristianesimo, si ponevano
queste domande e i filosofi hanno dato le loro risposte, anche se non univoche.
PLATONE:
Il
primo a sostenere che “ all’uomo non è lecito privarsi della vita
spontaneamente” è Platone. Anticipando l’idea cristiana di una
remunerazione del bene e del male dopo la morte, egli condanna il suicidio come
atto empio e afferma che la vera vita non è quella terrena, ma quella
oltremondana, in previsione della quale l’uomo deve sopportare le pene che gli
sono date in sorte, senza poter disporre della propria esistenza.
SENECA:
Il
paradigma della “ qualità della vita” trova per certi versi un antecedente
nell’etica stoica, soprattutto nella versione formulatane da Seneca, per
il quale “ il bene non consiste nel vivere, ma nel vivere bene”: non la vita in
sé, come fatto biologico, è un bene, ma la vita buona, cioè degna di essere
vissuta. E deve essere l’individuo a decidere se la sua vita sia, davvero tale
e a poterne disporre come crede. Ecco
perché il suicidio è lecito, e talvolta opportuno.
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I
sette Savi, riflessioni morali (gnomici, da gnome, “sentenza”)
“Conosci
te stesso”;
“I
più sono malvagi” ;
“La
carica rivela l’uomo”;
“Sappi
cogliere l’opportunità” ;
“Prendi
a cuore le cose importanti”;
“Ottima
è la misura”;
“Indaga
le parole a partire dalle cose, non le cose a partire dalle parole”.
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