geronimo

sabato 23 dicembre 2017

A chi dareste il flauto?

Cosa è la giustizia? Cosa è giusto? Cosa è sbagliato?
Tutte domande a cui  sembra facile rispondere,ma se ci pensiamo un poco di più, tutto diventa difficile.
Diventa difficile perché pensiamo soggettivamente e tutti abbiamo la nostra idea di giustizia. Quindi cosa possiamo fare?
Un noto  filosofo e premio nobel  per l’economia  fece questo esempio:
“Per determinare in modo imparziale un’unica versione della società perfettamente giusta si situa la possibilità che siano sostenibili più tesi argomentate sulla giustizia, tra loro concorrenti, ciascuna delle quali soddisfi i requisiti dell’imparzialità, e nondimeno si differenzi e si contrapponga alle altre. Mi si consenta di illustrare il problema con un esempio.
Si tratta di decidere a quale dei tre bambini, Anne, Bob e Carla, debba essere dato un flauto per il quale stanno litigando.
Anne pretende il flauto perché è l’unica dei tre che lo sappia suonare (circostanza che anche gli altri riconoscono), e certo sarebbe ingiusto negare lo strumento all’unica persona che sa davvero adoprarlo. Se l’unica informazione  in nostro possesso fosse questa, saremmo fortemente orientati ad assegnare il flauto alla prima bambina.
In una scena alternativa, però Bob, il quale giustifica le proprie pretese sul flauto di essere così povero da non avere neanche un giocattolo: nel flauto troverebbe qualcosa con cui giocare (e le due bambine non negano di essere più ricche e di avere molti giocattoli con cui divertirsi) . Se ascoltassimo soltanto Bob, senza sentire le bambine, avremmo tutte le ragioni per dare a lui il flauto.
Una terza scena ci presenta Carla, che fa notare di essersi applicata per mesi e mesi con diligenza per costruire il flauto con le proprie mani (e gli altri due confermano) e, appena terminata l’opera, “ proprio allora” protesta “ questi ladri di cose altrui sono venuti a portarmi via il flauto”. Se non avessimo altra dichiarazione che quella di Carla, saremmo con ogni probabilità propensi a dare il flauto a lei, riconoscendo ragionevoli le sue pretese su un oggetto che ha creato con le sue mani.”

Letto quanto sopra domando:

Voi a chi dareste il flauto?

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