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martedì 18 marzo 2014

CALVINISMO

CALVINISMO
Confessione cristiana che ha in Giovanni Calvino l’esponente principale. Il calvinismo è una forza storica di notevole consistenza e di proporzioni oggi mondiali, sorta come articolazione della Riforma Protestante: ha svolto un ruolo di primo piano non solo nel rinnovamento della cristianità del XVI secolo, ma anche nella formazione del mondo moderno, europeo e nordamericano. Il calvinismo è, dunque, un particolare tipo di protestantesimo, di cui Calvino è senza dubbio l’esponente principale e più influente , ma che egli non ha creato, dato che è sorto prima e indipendentemente da lui, e alla cui costruzione hanno contribuito molti altri teologi che hanno preceduto o affiancato la sua opera.
Il termine stesso calvinismo sembra essere stato forgiato con intenti polemici da un teologo luterano , Joachin Westphal, tra il 1549 e il 1555, nel tentativo di screditare questo tipo di protestantesimo (che in più luoghi stava soppiantando il luteranesimo) e di arginare l’espansione in Germania. Calvino rifiutò di chiamare calvinismo la riforma della chiesa  che ha in lui l’esponente di maggior spicco , ma nonostante questa sua opposizione il termine si affermò rapidamente, anche fuori dagli ambienti luterani che lo hanno creato. E’ dunque, significativo che nessuna delle chiese nate dalla Riforma di cui Calvino fu il protagonista  si sia chiamata calvinista. Si sono chiamate e si chiamano “riformate” (sottintendendo: secondo la parola di Dio, cioè secondo le Sacre Scritture dell’Antico e del Nuovo testamento) oppure, negli Stati Uniti e in molte chiese sud americane, africane e asiatiche nate da iniziative missionarie statunitensi “presbiteriane” (per l’importanza che l’ordinamento ecclesiastico calvinista  ha il  “presbiterio” , cioè un gruppo di comunità vicine strettamente collegate  tra loro così da costruire un unità e un soggetto ecclesiale di base), oppure  ancora “ evangeliche”  (come la chiesa evangelica Valdese in Italia) . Vi sono poi chiese calviniste  che rinunciano a qualunque qualifica  particolare (come la chiesa di Scozia) . Come s’è detto: nessuna chiesa calvinista si chiama così.
L’elaborazione del Calvinismo:
Il tipo di cristianesimo e di protestantesimo comunemente chiamato calvinismo fu in realtà concepito ed elaborato nelle sue linee di fondo a Zurigo da U. Zwingli (1484-1531) e dal suo successore H. Bullinger (1504-75) ; a Basilea da J. Houschein (1482-1531): a berna da B. Haller (1492-1536) e V. Capitone (1478-1541), ma anche dal francese G.Farrel (14891565) , che operò soprattutto inSvizzera romanda; dal polacco G. Lasco (1499-1560)  che operò in diversi paesi europei; dall’italiano Pietro martire Vermigli (1500-62),esule dal 1542 prima a Strasburgo, poi in Inghilterra, infine a Zurigo; dallo scozzese John Knox (1505-72). Discepolo di Calvino; dagli svizzeri G. Vadiano (1483-1551), riformatore di S. Gallo, e P. Viret (1511-71), attivo a Losanna prima e in Francia meridionale poi; e da molti altri.
Questa lista di nomi che potrebbe essere facilmente allungata, dimostra che il protestantesimo chiamato (più o meno propriamente) “ calvinismo” nacque prima di calvino nella svizzera tedesca  nel decennio 1520-30) e divenne ben presto un fenomeno europeo. A questo contribuì in maniera determinante Calvino  con un progetto originale di riforma che, pur ponendosi in sostanziale continuità con quelli di Lutero e di Zwingli, si discosta da entrambi su più punti, mentre accoglie diversi elementi del riformatore Martin Bucer (1491-1551) appresi e gia messi in opera durante il soggiorno a Strasburgo (1538-41).
Il credo delle Chiese3 “riformate” è esposto in una serie di documenti ormai classici come : La Fidei ratio di Zwingli (1530), indirizzata all’imperatore  Carlo V; la Fidei exspositio (1531), ancora di Zwingli indirizzata a re di Francesco I ; le due confessioni di fede della chiesa di Basilea (1534 e 1536); la confessione di fede della chiesa di Boemia, in seguito adottata anche dai calvinisti polacchi (1535) ; il catechismo di Ginevra (1537(; il consenso di Zurigo tra le chiese di Ginevra e di Zurigo sulla comprensione della Cena del Signore (1549); le confessioni di fede della chiesa di Francia (gallicana 1559), dei Paesi Bassi (Bellica 1559), di Scozia (Scotica 1560), della Svizzera (Helvetica posterior 1566), di Polonia (Consenso di Sendomir 1570), d’Inghilterra (Westmister,1646), il Catechismo di Heidelberg (1563).
La fede cristiana riceve, nel calvinismo una forte impronta confessante  e militante. Anche nel 900 il protestantesimo riformato  ha prodotto numerose “confessioni di fede” nei più svariati contsti storici e culturali, in particolare nel Terzo Mondo. In Europa è da segnalare la Dichiarazione Teologica di barman (1934), con cui la Chiesa confessante tedesca oppose resistenza al movimento fiolonazista dei “cristiano tedeschi” : questo importante documento teologico politico, che reca una forte impronta riformata, fu redatto, nelle sue linee essenziali, dal calvinista Karl Barth.
Le caratteristiche principali del Calvinismo possono essere così individuate:
Mentre Lutero ama opporre Evangelo e Legge, Calvino e il calvinismo sottolineano di più il valore positivo della Legge sostenendo che l’Evangelo è il contenuto della Legge e che quest’ultima  è la forma dell’Evangelo. Calvino ha molto insistito sull’unità dei due Testamenti (Antico e Nuovo) e sulla continuità del Patto di Dio con il suo popolo.
Non stupisce quindi che in ambito calvinista, prima che in ogni altra confessione cristiana, ci sia resi conto del legame profondo esistente fra Israele e la Chiesa e come questo rapporto vada recuperato, perché la chiesa l’ha rimosso fin dai primordi della sua storia.
Mentre Lutero mette al centro di tutto l’amore incondizionato di Dio che giustifica gratuitamente il peccatore e lo salva senza meriti per pura grazia, Calvino, che condivide e ribadisce questo Evangelo, ne prolunga le linee insistendo sulla necessaria santificazione del credente giustificato. La riforma è, si, riforma della dottrina, ma anche della vita.
Con Calvino, in maniera più marcata  che con Lutero , avviene quella che è stata chiamata la “ secolarizzazione della santità” , cioè la trasposizione della intera sfera dell’esistenza umana nel quadro della santificazione divina e della consacrazione umana. E’ questa santificazione  della vita, di cui la santificazione del lavoro è il pilastro principale, che diede un impronta particolare ai seguaci di Calvino. Il calvinismo ha dato vita a quella “ascesi intramondana” che, da un lato, ha accelerato il collasso delle strutture economiche feudali, e dall’altro, ha introdotto nei processi produttivi atteggiamenti e comportamenti che hanno favorito, senza determinarlo, lo sviluppo del capitalismo. Sia rimuovendo remore e ostacoli (come per esempio il rifiuto di produrre ricchezza perché considerata peccaminosa in se) , sia incoraggiando virtù sociali come la vita parsimoniosa, l’austerità dei costumi, la santificazione del lavoro manuale vissuto come vocazione, la diligenza e la perizia professionale, la creazione di ricchezza non da consumare ma da reinvestire. Tutto questo ha contribuito molto a modellare la moderna società occidentale e ad animare interiormente quella che è stata chiamata la “civiltà del lavoro”.
Il credente calvinista  può investire le sue energie morali e spirituali migliori nel mondo, non dovendole investire nella ricerca o costruzione della propria salvezza: questa è tutta e solo opera e dono di Dio, che fin dall’eternità elegge e destina gli eletti alla salvezza.
La dottrina della predestinazione non occupa in Calvino il posto centrale che occuperà nel calvinismo, di cui divenne in qualche modo e per un certo tempo la bandiera. Il sinodo di Dordrecht (1618-19) segnò la vittoria dei fautori della predestinazione contro i suoi critici chiamati “arminiani” . Nel 900 K. Barth ha ripensato e fondato questa dottrina, ribadendone il significato evangelico come dottrina d’elezione, ma abbandonando totalmente la teoria della “ doppia predestinazione”, secondi cui alcuni sono dannati dall’eternità per decreto divino. Il no di Dio è caduto su Cristo, che lo ha cancellato per sempre.
Le chiese calviniste o riformate seguono i quattro principi che riassumono il messaggio della Riforma protestante: sola fide( per sola fede), sola gratia (per sola grazia) , sola scriptura (solo la scrittura) , solus Christus (solo Cristo) . Sul piano etico esse sottolineano  il valore dei 10 Comandamenti, riassunti nel doppio  comandamento dell’amore di Dio e del prossimo e insistono sulla libertà e responsabilità di ogni credente davanti a Dio per le scelte concrete.
Sul piano organizzativo, le Chiese calviniste adottano l’ordinamento sinodale: il sinodo, costituito dai deputati (pastori o laici) delle Chiese locali o dei sinodi regionali, è la massima autorità terrena della Chiesa. A livello locale la chiesa con i suoi ministri si autogoverna sotto l’unica autorità della Parola di dio..
Le chiese calviniste o riformate d’Europa vivono dal 1973 in piena comunione ecclesiale con le chiese luterane grazie alla Concordia di Leunberg. L’Alleanza Riformata Mondiale esiste dal 1875 (con sede a Ginevra)  e raggruppa 175 Chiese in 84 paesi del mondo, con 65 milioni di membri. Il calvinismo è in forte espansione in alcuni apesi del terzo mondo (in Corea specialmente9 e ha dato e continua a dare un grande e convinto contributo al movimento ecumenico.

GIOVANNI   CALVINO

Nome italianizzato del riformatore francese Jean Cauvin (Noyon 1509-Ginevra 1564) . Di formazione umanistica (a 23 anni commentò il Dea clementia di seneca), laureato in giurisprudenza, Calvino aderì alla Riforma in circostanze tutt’ora non chiarite, tra il 1533 e il 1534, con una “ conversione improvvisa” (come egli stesso la chiama) , e si mise prontamente  al servizio della fede e della comunità riformata (soprattutto francese, già duramente perseguitata dal re Francesco I). Scrisse, perciò nel 1535 e pubblicò a Basilea nel 1536 l’Istituzione della religione cristiana, preceduta da un importante lettera al re di Francia, per indurlo a desistere dal perseguitare gli “ evangelici” , ingiustamente accusati   di sedizione. L’istituzione, apparsa prima in latino e poi in francese, crebbe con il passare dagli anni iniziali 6 capitoli agli 80, suddivisi in quattro libri, dell’ultima edizione curata da Calvino nel 1559, diventando così, nella letteratura religiosa del XVI secolo la più organica e complessa esposizione della fede riformata, un’opera di importanza decisiva per l’autocomprensione del protestantesimo e per la sua diffusione in Europa e nel Nuovo Mondo.
Il nome di Calvino è indissolubilmente legato a quello di Ginevra, la città che con lui divenne la “ capitale” del protestantesimo non luterano, la principale città di rifugio per innumerevoli protestanti esuli per motivi di fede (tra questi numerosi italiani) , e, tanto più dopo la creazione dell’Accademia nel 1559, il maggiore centro propulsore del protestantesimo “ riformato” (quello cioè di tipo Zwingliano-calviniano) in vari paesi d’Europa. Calvino è stato, tra i più grandi riformatori del XVI secolo, il più Europeo . Su Calvino pesa l’ombra di aver mandato al rogo lo spagnolo Michele Servito (1511-53), pensatore non conformista e intellettuale itrepido, che coltivò svariate discipline e sfidò, in più campi, le opinioni tradizionali: la negazione della Trinità gli fu fatale. I “ figli di Calvino”, cioè i ginevrini, compirono nel 1903 un gesto riparatore, tardivo ma significativo, nei confronti di Servito e della sua memoria, erigendo nel luogo del suo supplizio un monumento espiatorio.

Se con l’istituzione Calvino ha fornito alla cristianità riformata un pensiero teologico robusto, ben strutturato e molto limpido, quindi particolarmente adatto alla testimonianza di una comunità militante , con le Ordonnanaces ecclesiastiques (ordinamenti ecclesiastici) del 1541 egli ha letteralmente riformato la Chiesa,  cioè ne ha ridisegnata la forma: scomparsa la figura del vescovo, ogni comunità è retta collegialmente da quattro ministri (pastore, dottore, anziano e diacono) , coordinati tra loro ma nessuno subordinato agli altri. Con Calvino nasce un nuovo modello di Chiesa.

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