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mercoledì 5 marzo 2014

IL LUTERANESIMO

IL LUTERANESIMO

Il luteranesimo è, con calvinismo, la maggiore confessione in cui si articola il protestantesimo, cioè il cristianesimo rifondato e rimodellato dalla Riforma del XVI secolo . Nato in Germania dalla predicazione di Martin Lutero  , è oggi diffuso in tutto il mondo con circa 70 milioni di fedeli.
Come le altre grandi confessioni cristiane storiche è in espansione nelle chiese del cosiddetto Terzo Mondo, mentre subisce un certo ridimensionamento numerico nelle Chiese d’Europa e nel Nordamerica.
Il luteranesimo ha dato e continua a dare contributi rilevanti sia alla testimonianza e missione cristiana nel mondo, sia al movimento ecumenico, sia alla riflessione teologica. Luterani erano E. Troelsch, A. Schweitzer, N. Soderblom, Reinhold e Richard Niebuhr, D. Bonhoeffer, M. Niemoller, P. Tillich , per limitarci  a qualche personaggio del 900 .
Ma non solo il cristianesimo, anche la cultura ha ricevuto molto dalla comunità luterana. Luterani, per menzionare solo i più grandi, erano Bach, Kant, Hegel,Kierkegaard, Thomas Mann, Hammarskjold.
Il luteranesimo è la confessione che si rifà alla riforma di Lutero portandone anche il nome, nonostante il parere contrario di Lutero stesso, dichiarato fin dal 1522 in una Sincera ammonizione a tutti i cristiani, in cui chiedeva di non citare il suo nome e di non dirsi luterani ma cristiani; infatti “ Chi è Lutero? Come potrei accettare… che il mio misero nome venga attribuito al figlio di Cristo? No, cari amici! Adoperiamoci piuttosto ad estirpare le partigianerie e chiamandoci discepoli di Cristo, dal quale viene il nostro insegnamento”. Effettivamente nel corso di tutto il XVI secolo le Chiese nate dall’iniziativa  di Lutero non si chiamarono luterane ma evangeliche oppure Chiese della confessione di Augusta. E’ solo a partire  dal XVII secolo , quando la coscienza della propria identità si accentuò e irrigidì in ciascuna confessione cristiana, che l’aggettivo “luterana” comparve come qualifica di una chiesa, affiancandosi ad evangelica. Il nome ufficiale di gran parte delle chiese figlie della riforma di Lutero divenne “ evangelica-luterana” e tale è oggi ancora. Il numero di queste chiese è nel mondo all’incirca 150. La maggior parte è raccolta nella Federazione Luterana Mondiale creata nel 1947, con sede a Ginevra.
La tipologia delle Chiese luterane è molto varia. Alcune, come quelle scandinave, sono fin dai tempi della riforma e oggi ancora Chiese di Stato, alle quali appartiene la quasi totalità della popolazone; esse hanno conservato l’ordinamento episcopale  che avevano quando accettarono la Riforma. Insieme ad altre Chiese luterane episcopali (ma non di stato), come quelle dei paesi baltici, nel settembre 1996 hanno istituito, grazie all’accordo di Porvoo, la piena comunione ecclesiale, quindi l’unità sostanziale (pur restando distinti i diversi corpi ecclesiastici), con la chiesa Anglicana d’Inghilterra e d’Irlanda. Altre chiese luterane in Germania specialmente, sono territoriali, (landeskirchen) e di popolo (Volkskirchen) ,cioè a larga base popolare (perciò dette anche multitudiniste) e hanno quasi tutte un ordinamento sinodale.. Sempre in Germania , patria del Luteranesimo, le più grandi Chiese territoriali ( quelle della Renania e della Westfalia) sono unite, cioè comprendono comunità sia luterane, sia riformate.. Le chiese luterane fuori dalla Germania  e dalla Scandinavia  sono indipendenti dallo stato e vivono in condizioni di minoranza, in contesti sociali, culturali e politici diversissimi.
Così all’interno di una stessa famiglia confessionale coesistono esperienze di fede, vita e testimonianza estremamente diversificate: questo può talvolta  creare tensione, ma alla fine arricchisce il patrimonio spirituale comune di una confessione.
La prima apparizione ufficiale del luteranesimo nella storia Europea può essere ravvisata nella presentazione della Dieta di Augusta (1530)  indetta dall’imperatore Carlo V, di una confessione di fede redatta da Zelantone, amico e collaboratore di Lutero, e sottoscritta dai principi dei territori che avevano accolto la predicazione di Lutero e attuano le riforme che essa implicava.
I principi evangelici e le Chiese da essi rappresentate intendevano con questa confessione documentare l’ortodossia cristiana delle dottrine  da loro professate e la legittimità evangelica  delle riforme da loro attuate , ponendosi così in continuità con la grande tradizione della Chiesa e in comunione  reale, anche se critica, con la parte della Chiesa d’Occidente rimasta fedele al papa.. La proposta del protestantesimo nascente fatta alla Dieta non era di separazione, ma di unità nella diversità. I principi chiedevano che, sulla basedi quella che poi verrà chiamata la Confessione di fede di Augusta (o Augustana) , le Chiese “luterane” potessero continuare a far parte della Chiesa d’Occidente, senza imporre le loro scelte a tutta la Chiesa e allo stesso tempo senza rinunciare alle riforme adottate .Se questa proposta fosse stata accettata, la Chiesa d’Occidente  sarebbe rimasta unita , pur differenziandosi  al suo interno in un area  tradizionale e una riformata. .
Le cose andarono diversamente: La confessione di Augusta venne confutata dai teologi del papa e respinta nel suo insieme (solo alcuni articoli vennero approvati), la proposta di unità nella diversità cadde nel vuoto , la condanna delle dottrine luterane venne ribadita, e in questo modo la divisione divenne ineluttabile. Ne le Chiese che avevano accettato la Riforma erano disposte a ritornare indietro abiurando, ne la Chiesa di Roma era disposta a vivere in comunione con Chiese che essa giudicava “ eretiche”
L’occidente cristiano si divise in tre confessioni maggiori: cattolicesimo, luteranesimo, calvinismo.. Il primo riconoscimento giuridico ufficiale del luteranesimo si ebbe con la pace di Augusta del 1555 , che sancì il principio del cuius regio eius religio,in base al quale i sudditi di un determinato territorio dovevano seguire la confessione religiosa di colui che li governava. L’unità religiosa dell’impero venne infranta e l’Europa  divenne confessionalmente pluralista, anche se ogni singolo Stato rimase al suo interno  religiosamente omogeneo. Solo con la pace diWestfalia del 1648, al termine della Guerra dei trent’anni, il principio del cuius regio eius religio venne esteso anche alla confessione calvinista o riformata.
La storia successiva del luteranesimo segue le grandi tappe della storia del protestantesimo. Tra il XVI e il XVII secolo è il tempo dell’ortodossia luterana , caratterizzata, da un lato, dallo sforzo di costruire un organico sistema dogmatico (il cui cemento era la dottrina dell’ispirazione verbale, cioè alla lettera, della Sacra Srittura e, dall’altro, da un accentuata confessionalizzazione della propria teologia, contrapposta vivacemente sia a quella cattolico-romana, sia a quella calvinista..
Nel 1675 venne pubblicato il celebre manifesto del pietismo ( i pia Desideria di I Spener) , che è stato nel protestantesimo continentale una specie di seconda riforma  nel segno della santificazione ( il cui corrispondente nel mondo Anglosassone è stato il metodismo.. Altri eponenti di primo piano del pietismo sono A. Franche, grande promotore in seno al luteranesimo  del lavoro sociale, che conoscerà poi una straordinaria fioritura, e L. Von Zinzendorf che con la comunità di Hernhut diede impulsi decisivi all’opera missionaria.
Il luteranesimo subì , come tutto il cristianesimo, i contraccolpi dell’illuminismo. Il cristianesimo , i contraccolpi dell’illuminismo: gli interessi dogmatici cedevano il posto a quelli storici, la ragione diveniva apertamente o segretamente sovrana anche nei confronti della Rivelazione, il pensiero critico entrava nella cittadella della fede e cominciava ad esercitarsi nei confronti di tutta la tradizione cristiana (Bibbia, dogmi, storia della Chiesa) . Esponenti di spicco di questa revisione sono J.S. Semler e H.S. Reimarus  e in modi diversi, ma nello stesso versante culturale, G.E. Lessino e I. Kant. Successivamente la teologia romantica superò la crisi provocata dall’illuminismo , detronizzando, per così dire , la ragione,con la quale, secondo i romantici, la religione non ha nullam a che fare , perché è completamente autonoma  sia rispetto alla metafisica , sia rispetto alla morale , essendo fondata soltanto  sul sentimento e sulle facoltà intuitive  dell’anima. Preparata in parte almeno da J.G. Herder, la teologia romantica ha il suo massimo esponente in F. Schleiermacher (che però era riformato, non luterano, ma si adoprò molto per il progetto di unione delle due confessioni). Nel XIX secolo anche il luteranesimo venne rianimato dal Risveglio, da cui si sprigionarono nuove energie spirituali investite specialmente nelle missioni estere, nell’evangelizzazione interna, nella creazione di molte opere sociali e nella nascita di due movimenti: quello del cristianesimo sociale  e quello del socialismo cristiano. Tra i teologi del Risveglio spicca A. Tholuch.
In teologia si fronteggiavano una tendenza conservatrice “neoluterana” e una progressista costituita dalla teologia liberale, che ebbe rappresentanti illustri come A. Harnach. La prima guerra mondiale seppellì sotto le macerie il sogno, coltivato dai liberali, di un progresso ininterrotto e di una civiltà cristiana che avrebbe dovuto conquistare  il mondo. Durante il regime nazista il luteranesimo tedesco espresse luminose figure della Resistenza, come M. Niemoller e D. Bonhoeffer, e una minoranza partecipò alla testimonianza della Chiesa  confessante ma la maggioranza non seppe opporsi (come non lo seppero le altre Chiese cristiane)  con sufficiente determinazione e coraggio ne alla dittatura politica, ne allo sterminio degli ebrei. Nel secondo dopo guerra il rinnovamento biblico e teologico legato al nome di K. Barth (che era riformato) ha avuto anche numerosi esponenti luterani che hanno contribuito alla rinascita della vita delle Chiese e a una intensa e proficua rivisitazione del pensiero di Lutero( con G. Ebeling, in particolare) . Il luteranesimo si rinnova riprendendo il suo cammino in stretto collegamento  con il movimento ecumenico.
La fede dei luterani è la fede cristiana espressa dalla Riforma protestante, con quattro capisaldi: sola Scriptura (solo la Bibbia ha l’autorità normativa per la fede e la vita; tutte le altre autorità, concili,sinodi, pastori, teologi, i grandi riformatori stessi, le sono subordinati) ; sola Fide (la salvezza è un puro dono di Dio; le opere non servono per essere salvati, ma sono indispensabili per manifestare la salvezza ricevuta); sola Gratia (siamo salvati dai meriti di Cristo, non dai nostri; la salvezza è grazia immeritata e incondizionata); solus Christus (Cristo è l’unico mediatore tra Dio e l’umanità; la sua mediazione è sufficiente, le altre sono superflue). Come tutta la riforma protestante, i luterani si sono posti in continuità non solo con la fede biblica, ma anche con quella della Chiesa antica. Ecco perché l’elenco dei “ testi simbolici” , che orientano e nutrono la loro teologia  e ispirano la loro testimonianza (pur essendo subordinati  dall’autorità superiore  della Sacra Scrittura),  inizia con tre confessioni della Chiesa antica (il Credo detto apostolico, il Niceno costantinononopolitano e l’Atanasiano) , dopo vengono il piccolo e il Grande Catechismo di Lutero (1529), la Confessione di Augusta (1530) e la sua Apologia (1531) entrambe di Melantone , gli articoli di Smalcalda (1537) di Lutero, il trattato sul potere e il primato del papa (1537) di Melantone , la Formula di concordia (1577) con la quale i teologi luterani raggiunsero un consenso su alcune questioni controverse.
Il culto luterano, che conserva alcune antiche parti liturgiche cantate dal pastore, ruota intorno alla predicazione  dell’Evangelo, accompagnata dalla celebrazione dei due sacramenti: il battesimo e la cena del Signore (eucaristia). Molto ricca e sostanziosa, nel passato e nel presente è la produzione di inni e canti comunitari. Alcuni dei più noti furono composti dallo stesso Lutero, secondo il quale la musica è, dopo l’Evangelo, il più bel dono fatto da Dio all’uomo.

MARTIN LUTERO
Nome italianizzato del riformatore tedesco Martin Luteher (Eisleben 1483-1546) . Nacque da famiglia contadina (sono un figlio di contadini, il bisnonno , mio nonno e mio padre sono stati veri contadini diceva di se) , si fece monaco agostiniano nel 1506 e nel 1512 divenne professore di Sacra Scrittura, che insegnò per tutta la vita presso l’università di Wittemberg. A partire dal 1517 avviò un movimento di riforma della chiesa che, strenuamente avversato da Roma , sfociò nella nascita del protestantesimo e cambiò il volto della cristianità occidentale e dell’Europa  religiosa del tempo, dando vita ad una nuova cultura cristiana . Oggi Lutero è unanimemente riconosciuto come uno dei grandi teologi cristiani, ma fu anche predicatore instancabile e di grande efficacia, autore di una traduzione della Bibbia largamente utilizzata ancora oggi, fondamentale per la formazione della lingua tedesca, grande comunicatore dell’evangelo (specialmente con il piccolo e il grande Catechismo, entrambi del 1529) , musicista e innologo di talento, pastore. Fu anche marito e padre di famiglia sensibile ed affettuoso (lo attestano le sue lettere alla moglie ed ai figli) : si sposò relativamente tardi (nel 1525), a 42 anni, con Caterina von Bora, che gli diede sei figli ( dopo la parola non esiste tesoro più prezioso di un santo matrimonio. Il dono più grande di Dio sulla Terra e una moglie pia, allegra, che teme Iddio, capace di amministrare  la casa…) . La sua attività principale fu di spiegare la Bibbia. Scrisse una serie di grandi commentari, che lo introdussero nel cuore del messaggio biblico: ai Salmi (1513-15; 1519-21) alla lettera ai Romani (1515-16); alla lettera ai Galati (1516-17 ;1519-23- 1531) , alla lettera agli Ebrei (1517), al Deuteronomio (1523-25), all’Ecclesiaste (1526) e a vari altri libri dell’Antico e del Nuovo Testamento, fino al monumentale commento sulla Genesi, al quale dedicò gli ultimi dieci anni della sua vita (1535-45).
Chinandosi  sul testo biblico e scandagliando a fondo nelle lingue originali con grande passione filologica (la grammatica applicata al testo sacro, è la vera teologia egli diceva) , sorretta da un’intelligenza spirituale fuori del comune, Lutero scoprì l’evangelo della sola grazia  di Dio, che divenne l’anima di tutta la Riforma protestante .L’evangelo della sola grazia e l’annuncio elementare , ma salutare, che il peccatore è perdonato da Dio  gratuitamente, senza meriti suoi ( i meriti sono tutti di Cristo) e senza condizioni preventive (il perdono è dono assoluto, pura grazia, che la fede riceve non perché suffragata da evidenze morali o razionali o da garanzie ecclesiali, ma in forza della sola promessa di Dio contenuta nella sua parola) . Questo Vangelo metteva ovviamente in crisi irreversibile l’intero sistema penitenziale  della Chiesa del tempo e il clero che lo gestiva . L’obbiezione principale mossa da Lutero  alla chiesa gerarchica (di cui peraltro riconosceva ancora fino al 1520 l’autorità) era di avere in larga misura trasformato l’Evangelo in legge , imbrigliando nella rete di innumerevoli precetti il libero corso della grazia divina, e così imprigionando le coscienze invece di liberarle. “Liberare le coscienze e renderle certe nella fede””: questo, diceva Lutero, è il compito della Chiesa, che può svolgerlo in un modo soltanto: predicando fedelmente e instancabilmente l’Evangelo della grazia. E’ nell’annunzio del perdono gratuito che avviene la comunicazione della salvezza. La parola da quello che dice, crea quello che annuncia. Anche nei sacramenti è la Parola l’elemento costitutivo: ciò che li istituisce e rende efficaci non è il sacerdote in virtù dei poteri ricevuti con l’ordinazione, è la parola in virtù dei poteri che Dio le conferisce: “Tutta la vita e la sostanza della Chiesa sta nella Parola di Dio”. Il baricentro della fede si sposta quindi da sacramento alla parola. I poteri un tempo attribuiti al sacerdote vengono ora riconosciuti come appartenenti alla Parola , il cui servizio diventa il compito principale del mistero cristiano.
La rottura con la chiesa di Roma: Con le 95 tesi “per accertare l’efficacia delle indulgenze” (ottobre novembre 1517) affisse sulla cattedrale di Wittemberg, Lutero sollevò il problema della vera penitenzae denunciò il carattere non evangelico della prassi penitenzialecorrente perché generava false sicurezze nei fedeli  e favoriva una gestione  a buon mercato, cioè senza la predicazione della croce, della grazia divina. Era però inevitabile che dalla questione delle indulgenze la disputa si spostasse presto sul terreno dell’autorità  della Chiesa: già con l’incontro col Cardinale Caetano (1518) e poi nella disputa di Lipsia  con il teologo curiale Eck (1519) , Lutero affermò l’autorità della Scrittura come superiore a quella della Chiesa, del papa e degli stessi concili. Il 1520 è l’anno cruciale : da un lato il progetto di riforma della Chiesa si precisò in alcuni scritti programmatici (l’appello alla nobiltàcristiana della nazione tedesca; La cattività babilonese della Chiesa; La libertà del cristiano) , dall’altro a Roma venne stilatala bolla papale con la quale Lutero era minacciato di scomunica  se non avesse ritrattato entro due mesi: invece di ritrattare, Lutero bruciò pubblicamente la bolla insieme al Codice di Diritto canonico e ad alcune opere di teologia scolastica. Nell’aprile del 1521, a Worms, Lutero rifiutò di trattare anche davanti all’imperatore e alla Dieta: venne perciò messo al bando dall’impero.
Scomunicato dalla Chiesa e bandito dall’Impero, Lutero proseguì la sua battaglia che si ampliò contemporaneamente su diversi fronti, anche interni al campo della Riforma. I principali interlocutori di Lutero, in rapporto ai quali si sviluppò la sua iniziativa,furono, oltre alla teologia scolastica, (Disputa di Heidelberg, 1518) , al papato ( il papato di Roma, 1520)  e alla chiesa di Roma (Gli articoli di Smalcalda, 1537; Sui concili e le chiese, 1539) ; Carlostadio  e la sua dottrina dello spirito (Contro i profeti celesti, 1525) ; Erasmo da Rotterdam e la sua concezione della libertà umana  davanti a Dio ( il servo arbitrio, 1525); Muntzer, con il suo rifiuto dello stato e la sua teologia della rivoluzione  (Esortazione alla pace, 1525 e altri scritti) ; Zwingli e la sua interpretazione simbolica della Cena (la cena di Cristo, confessione, 1528) . Lutero scrisse anche sui Turchi, vedendoli come giudizio di Dio sull’Europa scristianizzata ; sugli “ epicurei” , cioè sull’umanesimo che sfociava sull’ateismo ; e sugli ebrei, a proposito dei quali ripetè i pesanti e fatali pregiudizi di una secolare cultura antiebraica di matrice cristiana (Gli ebrei e le loro menzogne, 1542) : in questo campo non fu per nulla riformatore.
Morì nella sua città natale il 18.11.1546. Le sue ultime parole furono: “ Siamo mendicanti” s’intende della grazia divina, “questo è vero” . In effetti egli ha capito e spiegato meglio di chiunque altro l’Evangelo della giustificazione  gratuita e incondizionata  del peccatore . Malgrado la divisione della chiesa seguita alla sua scomunica , il cristianesimo  occidentale nel suo insieme ha tratto grande beneficio dall’iniziativa di Lutero, rinnovandosi profondamente , anche se in maniera differenziata, in tutte le sue espressioni.
Riforma Protestante:
Il termine Riforma, affermatosi in sede storeografica è ormai entrato nell’uso corrente, non è forse il più idoneo a descrivere quanto è accaduto nella cristianitàeuropea occidentale nella prima metà del secolo XVI. Le nozioni di riforma e persino di continua riforma, sono legate a quelle bibliche di rinnovamento, rinascita, conversione e sono perciò ricorrenti nella storia del cristianesimo, particolarmente in quello occidentale , tenute vive soprattutto (ma non solo ) dalla tradizione monastica. Lo stesso monachesimo può essere considerato una riforma del cristianesimo (una delle prime), e non è un caso che Lutero fosse un monaco. Eppure quanto accadde nel XVI secolo e che abitualmente viene rubricato come Riforma  non rassomiglia a nessuna  delle riforme precedenti  e a nessuna di quelle successive , La chiesa del XVI secolo non l’ha riconosciuta come riforma, anzi l’ha condannata come “  eresia”.
La riforma è stata sicuramente qualcosa di più e di diverso da una semplice riforma, volle essere una rifondazione e risostanziazione biblica della fede e della vita cristiana. Lutero, professore di Bibbia all’università di Wittemberg, intese rimettere in luce , attingendo dalla Sacra Scrittura il significato originario e autentico di categorie cristiane fondamentali come penitenza, peccato, perdono, giustizia di Dio, grazia, libertà, battesimo, sacerdozio. Ne nacque una comprensione del cristianesimo e una visione delle Chiese diverse  da quelle tradizionali , che nel corso dei secoli si erano venute progressivamente distanziando  dai modelli biblici. E’ comprensibile che quando Lutero e gli altri riformatori affermarono  e attuarono con rigore il principio del primato della Scrittura nei confronti della Tradizione, sia del Magistero, dando forma a un cristianesimo  rimodellato secondo il parametro biblico , la Chiesa del tempo non vi si riconobbe. Questo tipo di cristianesimo, nuovo rispetto alla tradizione ecclesiastica  medioevale, ma dal cuore antico, rispetto alla parola biblica  che gli diede vita, si chiamò “ protestante” a partire dal 1529. La Bibbia è stata la norma  e la sostanza della riforma  protestante  e anche la forza che l’ha generata. La Riforma è stata un’opera capillare di alfabetizzazione biblica della fede.
Contrariamente ad un opinione molto diffusa, la Riforma protestante fu un fenomeno europeo e non nazionale: essenzialmente tedesco, in seguito esportato altrove. Si manifestò contemporaneamente in forme diverse e in diversi paesi europei. L’iniziativa di Lutero costituì il detonatore di un imponente processo  che ebbe molti alrti protagonisti, e coinvolse con esiti diversi l’intera cristianità dell’Europa occidentale, Inghilterra compresa  e di quella centrale. Nel ventennio successivo all’affissione delle 95 Tesi (1517) con cui Lutero avviò ufficialmente la protesta contro la chiesa romana, uno sguardo d’insieme sulla Riforma in Europa rivela che oltre a Wittemberg con martin Lutero e i suoi primi compagni e seguaci come Filippo Melantone , N. Amsdorf (1483-1535) , J Jonas (1493-1555) , G. Spalatin (1484-1545), vi furono altri epicentri della riforma come Strasburgo con l’ex domenicano Martin Bucero e tanti altri.In Boemia e in Moravia il pensiero della riforma  s’incontrò con quella dell’Unità dei Fratelli, erede (con gli utraquisti)  dell’hussitismo del XV secolo : l’unità subì l’influsso della riforma pur conservando una fisionomia spirituale propria..
Anche in Italia la riforma ebbe numerosi seguaci. Come altri paesi europei all’inizio si fece sentire l’influenza di Lutero, poi prevalse quella di Calvino . Nel Veneto ci fu una notevole influenza anabattista  (nel 1559 a Venezia ebbe luogo un sinodo con 60 delegati) , in seguito annientata dall’Inquisizione. La diffusione del pensiero della Riforma in Italia fu preparata specialmente dal cenacolo napoletano di Juan de Valdes <81498-1541) , e in generale da quello che si usa dire l’evangelismo cattolico , presente fino alla sua repressione da parte di Papa Paolo IV anche in alcuni alti esponenti della gerarchia ecclesiastica. Una presenza protestante si manifestò in quasi tutte le regioni d’Italia: in diverse località ( Lucca,Chieri,Faenza ecc)  sorsero vere e proprie comunità riformate. L’intera comunità protestante italiana subìla repressione dell’inquisizione, che la cancellò del tutto (con l’unica eccezione delle Valli Valdesi) .
Dalla riforma  italiana propriamente detta va distinto un cospicuo gruppo di credenti eterodossi che furono dall’Inquisizione accomunati ai protestanti come “ eretici”, ma che sostenevano posizioni assai diverse, in quanto criticavano non solo la tradizione cattolica, ma anche i dogmi della chiesa antica condivisi  da tutto il protestantesimo . In particolare essi rifiutavano il dogma trinitario e la divinità di Cristo, di cui valorizzavano l’insegnamento morale, soprattutto il sermone sul monte vissuto alla lettera; furono inoltre fra i primi sostenitori della libertà di coscienza. Espulsi dall’Italia e anche da Ginevra, trovarono una seconda patria in Polonia, dove fondarono una chiesa poi chiamata “unitariana”. I principali esponenti italiani dell’antitrinitarismo del 500 furono Gian Pietro Alciati,Giorgio Blandrata, Matteo Gribaldi , Valentino Gentili e soprattutto Lelio Sozzini e suo nipote Fausto che diedero vita al socinianesimo.
Le questioni storiografiche aperte:
Le questioni storiografiche aperte sulla Riforma protestante sono numerose tuttavia due sono quelle di fondo. La prima si interroga sulle ragioni per cui, nonostante la scomunica papale e la messa al bando imperiale, la Riforma si è così largamente diffusa in Europa, mettendo radici profonde nel popolo, così da diventare, per circa metà della cristianità europea una scelta irrevocabile. Si possono dare due risposte. La prima è che un’adesione così massiccia e convinta dipese dalla sensazione di molti che la Riforma era la risposta adeguata all’esigenza universalmente avvertita di un rinnovamento profondo e generale della Chiesa. La seconda è che la forma (fedeltà alla Sacra Scrittura) e la sostanza (annuncio della grazia immeritata e incondizionata) del messaggio della Riforma affrancavano le coscienze cristiane da molte ansie e inquietudini , rendendole sicure e libere nella fede.
Alla domanda se fu la Riforma oppure il suo rifiuto a causare la rottura dell’unità della Chiesa d’Occidente (del resto già seriamente incrinata dalle dissidenze valdese e Hussita, si può rispondere osservando che la scomunica (probabilmente affrettata e troppo sbrigativa)  di Lutero senza dubbio complicò una situazione gia difficile rendendo del tutto problematica  una soluzione positiva della crisi. D’altra parte nel conflitto tra Roma e Lutero le divergenze erano profonde. Per Lutero , in particolare,  l’esperienza di fede si basa sulla Scrittura. La parola biblica che risuona nella Sacra scrittura era (ed è) l’autorità immediata e ultima della fede della Chiesa. In queste condizioni la rottura, allora, non poté essere evitata.
Oggi nel dialogo ecumenico , c’è consenso tra le chiese nel riconoscere in primo luogo che la Bibbia è il canone fondamentale  della Chiesa, cioè la misura, la regola e il nutrimento della sua fede, e in secondo luogo che nella definizione della verità cristiana entrano in gioco, insieme alla Sacra scrittura, anche la tradizione e il magistero (nelle varie forme in cui sono intesi e vissuti nelle diverse chiese e confessioni) . Non c’è però ancora un consenso ecumenico che illustri in modo soddisfacente per tutti il primato, cioè la canonicità, della Scrittura rispetto alla tradizione e al magistero. Tutte le Chiese cristiane riconoscono l’importanza primordiale della Sacra Scrittura e il suo valore unico per la fede, esse però non traggono ancora da questo riconoscimento le stesse conseguenze.



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