N° 11) Itinerari, luoghi della Fede
IL MONTE SACRO
La
via Crucis immersa nel verde. A Varallo, in provincia di Vercelli, c’è il Sacro
Monte, un percorso artistico-religioso di 45 cappelle e una chiesa, popolato da
affreschi e sculture che raccontano la vita di Cristo. (Piemonte)
In Valsesia, sulla cima di una collina
che si affaccia su Varallo, in provincia di Vercelli, sorge il sacro Monte, un
complesso artistico e religioso formato da una chiesa e da 45 cappelle,
raccolte attorno a quattro nuclei principali con affreschi e ottocento sculture
in terracotta colorata a grandezza naturale
che raccontano episodi riguardanti la vita di Gesù.
In
comunione con la natura: Realizzata alla fine del XV secolo per volontà del
frate francescano Bernardino Caimi, la struttura è suddivisa in due zone: la
prima si snoda in salita tra gli alberi, la seconda è urbana, e risponde
all’intento di riprodurre i luoghi sacri della Palestina in cui ha vissuto Gesù.
Grazie al sostegno economico degli abitanti di Varallo, vennero edificati dei
siti che riproducevano le caratteristiche delle chiese delle case della valle,
con il verde intorno. All’interno di questi edifici vennero poste immagini,
sculturee o pittoriche, raffiguranti gli eventi della storia di Gesù, a
tracciare una sorta di via Crucis campestre che si snoda nel verde della
collina.
E la via Crucis si fa per davvero, “ tutti i venerdì di quaresima”,
spiega padre Giuliano Temporelli (2013), da 26 anni rettore del Sacro
Monte , “ dalla chiesa del Santo Sepolcro, che è la prima costruzione del
complesso, fino alla basilica, lungo le cappelle della Passione. Partecipano
solitamente le parrocchie della zona ma anche i fedeli provenienti dalle
diocesi più lontane”. Un evento speciale si tiene la domenica delle Palme
quando, racconta padre Giuliano, “ si fa la processione delle Sette Marie:
dalla parrocchia di Varallo tutta la comunità, con sette ragazze vestite di
nero, con una croce e una candela, arrivano fin quassù. Si tratta di una
tradizione antica, dalle origini non note. Pare che si partisse da sette posti
diversi per raggiungere il Sacro Monte, e oggi, con alcune modifiche, la
pratica continua”.
La
Basilica dell’Assunta:
L’antica chiesa del Sacro Monte esisteva già a fine 1400, e oggi ospita la casa
del pellegrino. L’edificazione della basilica dell’Assunta, iniziata nel 1624,
terminò un secolo più tardi. Il coro ospita un antica statua di legno
raffigurante la Madonna dormiente, attribuita a Gaudenzio Ferrari e oggi
conservata nello scurolo. La facciata è eclettica, mentre l’interno, a navata
unica, è barocco. Spettacolare è il gruppo in terracotta raffigurante l’Assunta
in gloria sormontata dalla Trinità e circondata dagli angeli e i santi,
realizzata da Dionigi Bussola, artista lombardo proveniente dal cantiere del
Duomo di Milano. Le sei cappelle laterali, allestite tra il Settecento e
l’Ottocento, risentono del rococò e del neoclassicismo. “ Ogni anno, al sacro
Monte, arrivano circa 100 mila fedeli, spiega il rettore, e non sono pochi se
si considera che non si tratta di una zona di passaggio. Il pellegrino che
arriva fin qui cerca qualcosa di forte, che dia slancio alla sua vita. Molti
vengono per ringraziare, abbiamo numerosi ex voto, gli stranieri sono
incuriositi e affascinati. Questo è un luogo di fede, arte e natura, dove si
respira pace e serenità”.
Un
complesso antico:
Il nucleo originario ricorda l’esperienza dei francescani, con le costruzioni
semplici immerse nella natura, particolarmente adatte al raccoglimento e alla
preghiera. Il “vallone dell’inferno”, la prima parte della ricostruzione, si
trova in un bosco di faggi, e al primo progetto sacro, voluto dai francescani,
appartengono anche i gruppi di Nazaret e Betlemme. Tra i vialetti e le siepi di
bosso si raggiungono le cappelle rinascimentali, più raffinate, prima di
giungere alle due piazze, quella dei tribunali e quella della basilica. Secondo
il progetto disegnato nel XVI secolo dall’architetto Galeazzo Alessi,
responsabile dell’inserimento di uno spazio urbano, una terza piazza con
fontane avrebbe dovuto nobilitare la parta d’ingresso al Sacro Monte. Il
progetto venne ripreso alla fine dell’Ottocento e il complesso di fontane
avrebbe dovuto essere sormontato da una scultura, raffigurante “il
Pescatorello”, ma questa, nel 1944, venne danneggiata e il progetto fu accantonato
fino al 2005, quando l’antica fontana è stata ricostruita e il Pescatorello
collocato sulla sommità.
Scritture
da guardare:
Il Sacro Monte fu dunque concepito fin dall’inizio come una riproduzione di
spazi dal forte significato religioso: i luoghi che erano stati testimoni della
vita di Cristo. Troviamo così, oltre a Betlemme e Nazaret, il Monte Sion, il
Monte Oliveto e il sepolcro.
Nel corso del XVI secolo, ulteriori
modifiche si ispirano al modello di Gerusalemme per come veniva ritratta nelle stampe
che circolavano all’epoca, ma a dare un impronta specifica fu il vescovo di
Novara. Carlo Bascapé che secondo le indicazioni del Concilio di Trento e di
San Carlo Borromeo, sottopose i contenuti religiosi a un rigidissimo controllo.
Le scene rappresentate svolgevano una funzione didattica e per questo dovevano
essere il più possibile aderenti ai testi sacri. I dipinti e le statue sono
state realizzate tra la fine del XV ed il XVII secolo dagli artisti lombardi e
piemontesi più famosi a quell’epoca: Dionigi Bussola, Giovanni d’Enrico, Tanzio
da Varallo, Gaudenzio Ferrari e Morazzone.
Le
45 Cappelle:
Oltrepassata la porta Aurea , di fronte alla basilica, si vedono alcuni palazzi
con porticato che si sviluppano tutti attorno alla piazza del tempio, raggiungibili
anche dalla Scala Santa.
Le cappelle vennero create secondo
criterio cronologico, per consentire al visitatore di ripercorrere le tappe del
cammino terreno di Gesù.
Le prime erano costruzioni semplici,
spesso accostate a grotte naturali, così come accade nelle riproduzioni di
Nazaret , Betlemme e nella cappella delle Tentazioni di Cristo, che conservano
l’aspetto di tradizionali chiesette di campagna, nello spirito
dell’architettura locale. A popolare le riproduzioni dei luoghi, personaggi veri, assolutamente
realistici, non solo nelle fattezze, ma anche nello spirito, nell’umanità e nei
sentimenti che trapelano dai volti. Fondamentale in questo senso, fu l’apporto
dell’artista Gaudenzio Ferrari, che organizzò i racconti in modo tale che le sculture
narrassero il tema principale e i dipinti li completassero. Dal 1980 il Sacro
Monte di Varallo è riserva naturale speciale e, assieme agli altri sacri monti
che si trovano fra Piemonte e Lombardia, è stato dichiarato patrimonio mondiale
dell’umanità nel 2003.
Il
racconto della vita di Cristo: Sono Adamo ed Eva ad aprire,
all’ingresso del Sacro Monte, la serie di episodi sulla vita di Cristo dal
momento che il peccato originale rappresenta l’antefatto nonché la motivazione
del sacrificio di Gesù per la salvezza dell’umanità.
I nuclei più antichi, con Nazaret (che
include l’Annunciazione, la Visitazione e il primo sogno di Giuseppe), Betlemme
(che riunisce le tappe connesse alla nascita di Gesù con l’arrivo dei Magi, la
Natività. L’adorazione dei pastori, la circoncisione e il secondo sogno di
Giuseppe) Al di sotto della basilica si collocano le tappe dell’infanzia di
gesù, con la fuga in Egitto, la stage degli innocenti ed il battesimo. Nella
strada verso la basilica si incontrano le rappresentazioni della vita pubblica
di Cristo e i suoi miracoli (le tentazioni nel deserto, la samaritana al pozzo,
il paralitico risanato, la resurrezione del figlio della vedova di Naim, la
trasfigurazione, la resurrezione di Lazzaro), fino all’ingresso a Gerusalemme.
Arrivati alla piazza della basilica, sotto al porticato, si colloca l’ultima
cena , l’orazione nell’orto e i discepoli dormienti. Accanto, è messa in scena
la cattura di Cristo, mentre la piazza dei tribunali fa da palcoscenico al
giudizio di Cristo davanti a Pilato, Erode, Caifa e Anna. La passione trova
spazio nel palazzo di Pilato, con la flagellazione, l’incoronazione di spine,
l’Ecce homo e la condanna. Separata dalle altre è la cappella con la salita al
calvario, l’affissione alla croce, la crocifissione, la deposizione e la pietà.
Ancora, la deposizione nella sindone e il sepolcro.
A condurre alla tappa finale della
salvezza, rappresentata in basilica dall’Assunta e dalla Madonna dormiente, le
cappelle di San Francesco e di San Carlo. Quest’ultima riproduce la stanza in
cui il santo fu ospitato quando, nel 1584, venne al Sacro Monte, e lo raffigura
in preghiera.
I custodi del Sacro Monte:
La cura religiosa del complesso del
Sacro Monte di Varallo è affidata ai padri Oblati dei santi Gaudenzio e Carlo appartenenti a
una congregazione fondata da padre Francesco Quagliotti. Peculiarità degli
Oblati diocesani, che a Novara sono 20, è che vivono come carisma fondamentale
la carità pastorale a servizio della diocesi nella quale sono incarnati, in
questo caso quella di Novara. Si ispirano a San Carlo Borromeo nella
spiritualità che prevede la tensione tra la necessità di nutrire la propria
vita interiore e il dovere di attendere alle occupazioni di natura pastorale.
“ Al Sacro Monte di Varallo, racconta il
rettore padre Giuliano Temporelli (2013) , viviamo in tre, ma come ordine siamo
qui dal 1819”.
Chi
era Padre Bernardino Caimi:
Nato
nella prima metà del XVI secolo, prese i voti come francescano minore
osservante. Nel 1478, alla morte del guardiano del Monte Sion, padre Giacomo di
Alessandria, Bernardino andò in terra santa come commissario dei luoghi santi
della Palestina per offrire ai fedeli la possibilità di un pellegrinaggio senza
dover andare lontano. Il suo progetto venne avallato da Ludovico il Moro, duca
di Milano, e dalla nobiltà locale. La comunità di Varallo, nel 1493, gli donò
il convento e la chiesa della Madonna delle Grazie che, assieme ad alcune
cappelle costituiranno il nucleo del nuovo complesso religioso. Bernardino
morirà sei anni dopo, nel 1499.
Come
raggiungere il Sacro Monte:
In
treno, adoperare la linea Novara-Varallo.
In
auto: da Milano, imboccare l’autostrada Milano-Torino A4, all’altezza di
Biadrate prendete il collegamento con l’autostrada Alessandria-Gravellona, A26
(direzione Gravellona), uscita a Romagnano imboccate la SP 299 per Alagna. A
Varallo seguite le indicazioni per il sacro Monte. Si raggiunge anche in
funivia : la stazione di partenza è in prossimità della chiesa della
Madonna delle Grazie. E’ inoltre disponibile un percorso per visitatori con problemi di deambulazione.
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