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giovedì 18 aprile 2013

IL MONTE SACRO, Piemonte


N° 11)  Itinerari, luoghi della Fede
IL MONTE SACRO
La via Crucis immersa nel verde. A Varallo, in provincia di Vercelli, c’è il Sacro Monte, un percorso artistico-religioso di 45 cappelle e una chiesa, popolato da affreschi e sculture che raccontano la vita di Cristo. (Piemonte)

In Valsesia, sulla cima di una collina che si affaccia su Varallo, in provincia di Vercelli, sorge il sacro Monte, un complesso artistico e religioso formato da una chiesa e da 45 cappelle, raccolte attorno a quattro nuclei principali con affreschi e ottocento sculture in terracotta colorata a grandezza naturale  che raccontano episodi riguardanti la vita di Gesù.
In comunione con la natura: Realizzata alla fine del XV secolo per volontà del frate francescano Bernardino Caimi, la struttura è suddivisa in due zone: la prima si snoda in salita tra gli alberi, la seconda è urbana, e risponde all’intento di riprodurre i luoghi sacri della Palestina in cui ha vissuto Gesù. Grazie al sostegno economico degli abitanti di Varallo, vennero edificati dei siti che riproducevano le caratteristiche delle chiese delle case della valle, con il verde intorno. All’interno di questi edifici vennero poste immagini, sculturee o pittoriche, raffiguranti gli eventi della storia di Gesù, a tracciare una sorta di via Crucis campestre che si snoda nel verde della collina.
E la via Crucis si fa per davvero, “ tutti i venerdì di quaresima”, spiega padre Giuliano Temporelli (2013), da 26 anni rettore del Sacro Monte , “ dalla chiesa del Santo Sepolcro, che è la prima costruzione del complesso, fino alla basilica, lungo le cappelle della Passione. Partecipano solitamente le parrocchie della zona ma anche i fedeli provenienti dalle diocesi più lontane”. Un evento speciale si tiene la domenica delle Palme quando, racconta padre Giuliano, “ si fa la processione delle Sette Marie: dalla parrocchia di Varallo tutta la comunità, con sette ragazze vestite di nero, con una croce e una candela, arrivano fin quassù. Si tratta di una tradizione antica, dalle origini non note. Pare che si partisse da sette posti diversi per raggiungere il Sacro Monte, e oggi, con alcune modifiche, la pratica continua”.
La Basilica dell’Assunta: L’antica chiesa del Sacro Monte esisteva già a fine 1400, e oggi ospita la casa del pellegrino. L’edificazione della basilica dell’Assunta, iniziata nel 1624, terminò un secolo più tardi. Il coro ospita un antica statua di legno raffigurante la Madonna dormiente, attribuita a Gaudenzio Ferrari e oggi conservata nello scurolo. La facciata è eclettica, mentre l’interno, a navata unica, è barocco. Spettacolare è il gruppo in terracotta raffigurante l’Assunta in gloria sormontata dalla Trinità e circondata dagli angeli e i santi, realizzata da Dionigi Bussola, artista lombardo proveniente dal cantiere del Duomo di Milano. Le sei cappelle laterali, allestite tra il Settecento e l’Ottocento, risentono del rococò e del neoclassicismo. “ Ogni anno, al sacro Monte, arrivano circa 100 mila fedeli, spiega il rettore, e non sono pochi se si considera che non si tratta di una zona di passaggio. Il pellegrino che arriva fin qui cerca qualcosa di forte, che dia slancio alla sua vita. Molti vengono per ringraziare, abbiamo numerosi ex voto, gli stranieri sono incuriositi e affascinati. Questo è un luogo di fede, arte e natura, dove si respira pace e serenità”.
Un complesso antico: Il nucleo originario ricorda l’esperienza dei francescani, con le costruzioni semplici immerse nella natura, particolarmente adatte al raccoglimento e alla preghiera. Il “vallone dell’inferno”, la prima parte della ricostruzione, si trova in un bosco di faggi, e al primo progetto sacro, voluto dai francescani, appartengono anche i gruppi di Nazaret e Betlemme. Tra i vialetti e le siepi di bosso si raggiungono le cappelle rinascimentali, più raffinate, prima di giungere alle due piazze, quella dei tribunali e quella della basilica. Secondo il progetto disegnato nel XVI secolo dall’architetto Galeazzo Alessi, responsabile dell’inserimento di uno spazio urbano, una terza piazza con fontane avrebbe dovuto nobilitare la parta d’ingresso al Sacro Monte. Il progetto venne ripreso alla fine dell’Ottocento e il complesso di fontane avrebbe dovuto essere sormontato da una scultura, raffigurante “il Pescatorello”, ma questa, nel 1944, venne danneggiata e il progetto fu accantonato fino al 2005, quando l’antica fontana è stata ricostruita e il Pescatorello collocato sulla sommità.
Scritture da guardare: Il Sacro Monte fu dunque concepito fin dall’inizio come una riproduzione di spazi dal forte significato religioso: i luoghi che erano stati testimoni della vita di Cristo. Troviamo così, oltre a Betlemme e Nazaret, il Monte Sion, il Monte Oliveto e il sepolcro.
Nel corso del XVI secolo, ulteriori modifiche si ispirano al modello di Gerusalemme per come veniva ritratta nelle stampe che circolavano all’epoca, ma a dare un impronta specifica fu il vescovo di Novara. Carlo Bascapé che secondo le indicazioni del Concilio di Trento e di San Carlo Borromeo, sottopose i contenuti religiosi a un rigidissimo controllo. Le scene rappresentate svolgevano una funzione didattica e per questo dovevano essere il più possibile aderenti ai testi sacri. I dipinti e le statue sono state realizzate tra la fine del XV ed il XVII secolo dagli artisti lombardi e piemontesi più famosi a quell’epoca: Dionigi Bussola, Giovanni d’Enrico, Tanzio da Varallo, Gaudenzio Ferrari e Morazzone.
Le 45 Cappelle: Oltrepassata la porta Aurea , di fronte alla basilica, si vedono alcuni palazzi con porticato che si sviluppano tutti attorno alla piazza del tempio, raggiungibili anche dalla Scala Santa.
Le cappelle vennero create secondo criterio cronologico, per consentire al visitatore di ripercorrere le tappe del cammino terreno di Gesù.
Le prime erano costruzioni semplici, spesso accostate a grotte naturali, così come accade nelle riproduzioni di Nazaret , Betlemme e nella cappella delle Tentazioni di Cristo, che conservano l’aspetto di tradizionali chiesette di campagna, nello spirito dell’architettura locale. A popolare le riproduzioni  dei luoghi, personaggi veri, assolutamente realistici, non solo nelle fattezze, ma anche nello spirito, nell’umanità e nei sentimenti che trapelano dai volti. Fondamentale in questo senso, fu l’apporto dell’artista Gaudenzio Ferrari, che organizzò i racconti in modo tale che le sculture narrassero il tema principale e i dipinti li completassero. Dal 1980 il Sacro Monte di Varallo è riserva naturale speciale e, assieme agli altri sacri monti che si trovano fra Piemonte e Lombardia, è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità nel 2003.
Il racconto della vita di Cristo: Sono Adamo ed Eva ad aprire, all’ingresso del Sacro Monte, la serie di episodi sulla vita di Cristo dal momento che il peccato originale rappresenta l’antefatto nonché la motivazione del sacrificio di Gesù per la salvezza dell’umanità.
I nuclei più antichi, con Nazaret (che include l’Annunciazione, la Visitazione e il primo sogno di Giuseppe), Betlemme (che riunisce le tappe connesse alla nascita di Gesù con l’arrivo dei Magi, la Natività. L’adorazione dei pastori, la circoncisione e il secondo sogno di Giuseppe) Al di sotto della basilica si collocano le tappe dell’infanzia di gesù, con la fuga in Egitto, la stage degli innocenti ed il battesimo. Nella strada verso la basilica si incontrano le rappresentazioni della vita pubblica di Cristo e i suoi miracoli (le tentazioni nel deserto, la samaritana al pozzo, il paralitico risanato, la resurrezione del figlio della vedova di Naim, la trasfigurazione, la resurrezione di Lazzaro), fino all’ingresso a Gerusalemme. Arrivati alla piazza della basilica, sotto al porticato, si colloca l’ultima cena , l’orazione nell’orto e i discepoli dormienti. Accanto, è messa in scena la cattura di Cristo, mentre la piazza dei tribunali fa da palcoscenico al giudizio di Cristo davanti a Pilato, Erode, Caifa e Anna. La passione trova spazio nel palazzo di Pilato, con la flagellazione, l’incoronazione di spine, l’Ecce homo e la condanna. Separata dalle altre è la cappella con la salita al calvario, l’affissione alla croce, la crocifissione, la deposizione e la pietà. Ancora, la deposizione nella sindone e il sepolcro.
A condurre alla tappa finale della salvezza, rappresentata in basilica dall’Assunta e dalla Madonna dormiente, le cappelle di San Francesco e di San Carlo. Quest’ultima riproduce la stanza in cui il santo fu ospitato quando, nel 1584, venne al Sacro Monte, e lo raffigura in preghiera.




I custodi del Sacro Monte:

La cura religiosa del complesso del Sacro Monte di Varallo è affidata ai padri Oblati dei santi Gaudenzio e Carlo appartenenti a una congregazione fondata da padre Francesco Quagliotti. Peculiarità degli Oblati diocesani, che a Novara sono 20, è che vivono come carisma fondamentale la carità pastorale a servizio della diocesi nella quale sono incarnati, in questo caso quella di Novara. Si ispirano a San Carlo Borromeo nella spiritualità che prevede la tensione tra la necessità di nutrire la propria vita interiore e il dovere di attendere alle occupazioni di natura pastorale.
“ Al Sacro Monte di Varallo, racconta il rettore padre Giuliano Temporelli (2013) , viviamo in tre, ma come ordine siamo qui dal 1819”.

Chi era Padre Bernardino Caimi:
Nato nella prima metà del XVI secolo, prese i voti come francescano minore osservante. Nel 1478, alla morte del guardiano del Monte Sion, padre Giacomo di Alessandria, Bernardino andò in terra santa come commissario dei luoghi santi della Palestina per offrire ai fedeli la possibilità di un pellegrinaggio senza dover andare lontano. Il suo progetto venne avallato da Ludovico il Moro, duca di Milano, e dalla nobiltà locale. La comunità di Varallo, nel 1493, gli donò il convento e la chiesa della Madonna delle Grazie che, assieme ad alcune cappelle costituiranno il nucleo del nuovo complesso religioso. Bernardino morirà sei anni dopo, nel 1499.


Come raggiungere il Sacro Monte:
In treno, adoperare la linea Novara-Varallo.
In auto: da Milano, imboccare l’autostrada Milano-Torino A4, all’altezza di Biadrate prendete il collegamento con l’autostrada Alessandria-Gravellona, A26 (direzione Gravellona), uscita a Romagnano imboccate la SP 299 per Alagna. A Varallo seguite le indicazioni per il sacro Monte. Si raggiunge anche in funivia : la stazione di partenza è in prossimità della chiesa della Madonna delle Grazie. E’ inoltre disponibile un percorso per visitatori  con problemi di deambulazione.




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