LA PRIMA COMUNIONE
La prima comunione, da sempre è un sacramento atteso,curato, preparato dai piccoli e dagli adulti, ma sempre più con sfaccettature, prospettive diverse. Da una parte abbiamo i protagonisti che sono i ragazzi pieni di stupore, in attesa per completare quella parte della Messa che li esclude dai compagni o dal resto dell’assemblea ; dall’altra abbiamo i genitori, in parte consapevoli del valore del sacramento e in parte ansiosi di sbrigare una faccenda quasi burocratica ; infine abbiamo i catechisti, i sacerdoti e la comunità che fanno da accompagnatori.
Cos’è veramente la Comunione ? Innanzitutto è un sacramento, è l’incontro con Gesù nel pane e nel vino, corpo e sangue versato per noi; è quel sacramento che dovrebbe rivoluzionare la nostra vita, la nostra settimana, le nostre giornate; quel sacramento che ci rende cristiani nuovi e che ci permette di entrare in chiesa per amare Dio e uscrire per amare gli uomini. Non è facile farlo comprendere ai piccoli, ma ancor più alle famiglie, ma ciò è necessario per vivere il vero significato di questo sacramento.
Una preparazione che ogni anno deve coinvolgere tutta la comunità, nella gioiosa attesa di quell’incontro personale con Gesù , che ci pone di fronte le nostre fragilità ei nostri pregi; la bellezza di saper ringraziare soprattutto perdonare .
La preparazione è componente fondamentale, la chiave perché la Prima Comunione non sia la fine di una tappa cristiana, ma l’inizio di una nuova
Letizia Battaglino
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Commento:
L’articolo scritto da Letizia è pienamente condivisibile e auspicabile per il raggiungimento dell’unione di tutte le componenti della comunità in occasione della prima comunione dei nostri figli. Troppe volte vedo che dopo la prima comunione tante famiglie con i loro ragazzi vengono in chiesa in modo saltuario per poi perdersi definitivamente dopo la cresima.
Alcune riflessione mi sono venute in mente nel vedere come l’approccio alla prima comunione viene fatta da tutte le componenti interessate.
La prima, è nel vedere che ogni parroco ha le sue regole, invece le regole dovrebbero essere rigide per tutte le comunità, con l’obbligo da parte dei bambini della presenza nell’intero percorso formativo; troppe volte i ragazzi devono andare a fare dello sport e quindi non partecipano al catechismo o addirittura alla messa la domenica.
La seconda, è nel vedere il poco convincimento delle famiglie a questo sacramento; o portano i figli per abitudine consolidata o per tradizione, oppure perchè i compagni, dei loro figli, partecipano, allora lo fanno anche loro.
La terza, perchè dovrebbero essere resi più partecipi le famiglie dei bambini che passano a comunione, con un loro cammino di fede nell’avvicinarsi ad una tappa importante per i loro figli.
Termino queste mie considerazioni nel riaffermare che, dal momento che non vi è obbligo per nessuno di partecipare alla vita religiosa della comunità, quelli che decidono autonomamente di partecipare lo dovrebbero fare con tutte le regole ed i crismi dettati dalla Chiesa.
Evy
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