geronimo

martedì 13 aprile 2010

IL CROCIFISSO


La sentenza della corte europea dei diritti dell’uomo contro i crocifissi nelle aule scolastiche ha suscitato una vasta eco di proteste: giustamente quasi tutti gli italiani – l’84% secondo un sondaggio del Corriere della Sera si sono scandalizzati della decisione.
<< E voi che dite che io sia ? Questa domanda di Gesù ai discepoli ci raggiunge dal passato e ci sfida ora.
Quel Cristo sul crocifisso non è un cimelio della pietà popolare per il quale ci si può nutrire, al massimo, un devoto ricordo.
Non è neppure un generico simbolo della nostra tradizione sociale e culturale.
Cristo è un uomo vivo, che ha portato nel mondo un giudizio, una esperienza nuova , che centra con tutto: con lo studio e il lavoro, con gli affetti e i desideri, con la vita e la morte: Un’esperienza di umanità compiuta.
I crocefissi si possono togliere, ma non si può togliere dalla realtà un uomo vivo. Tranne che lo ammazzino , come è accaduto: ma allora è più vivo di prima!
Si illudono coloro che vogliono togliere i crocefissi, se pensano di contribuire così a cancellare dallo “ spazio pubblico “ il cristianesimo come esperienza e giudizio: se è il loro potere – ma è ancora tutto da verificare e noi confidiamo che siamo smentiti – abolire i crocefissi, non è nelle loro mani togliere dei cristiani vivi dal reale.
Ma c’è un inconveniente: che noi cristiani possiamo non essere noi stessi, dimenticando che cos’è il cristianesimo; allora difendere il crocifisso sarebbe una battaglia persa, perché quell’uomo non direbbe più nulla alla nostra vita.
La sentenza europea è una sfida per la nostra fede. Per questo non possiamo tornare con tranquillità alle cose solite, dopo avere protestato scandalizzati, evitando la questione fondamentale: crocifisso sì, crocifisso no, dov’è l’avvenimento di Cristo oggi? O, detto con le parole di Dostoevskij: << Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo ?<<.

Tratto da un volantino di Comunione e Liberazione.


Commento:
La sentenza della cosiddetta Corte Europea dei Diritti dell’Uomo mi lascia alquanto sconcertato. A quali diritti dell’uomo si riferisce ? Il crocifisso non è un simbolo contro qualcuno, ma è la dimostrazione dell’amore di Gesù Cristo verso gli uomini. Del rispetto che il Cristo ha nei confronti di tutte le creature dell’universo.
Chi non crede in lui, a maggior ragione, non lo può temere, in quanto ha dimostrato che di fronte alla scelta di punire chi ha peccato, ha scelto di farsi ammazzare nell’interesse dell’uomo.
Il Crocifisso è amore, è rispetto, è tolleranza nei confronti di tutti, non impone nulla, ama il prossimo, a prescindere a quale religione appartenga, ama gli atei in quanto ha dimostrato che di fronte alla violenza e all’arroganza ha preferito morire.
La cultura di noi cattolici è e rimane sempre la tolleranza e l’amore nei confronti di tutti, ma nessuno può venirci a raccontare che un crocifisso appeso ad una parete è sinonimo di intolleranza e non rispetto di altre religioni o di persone non credenti.
Ho la sensazione che chi si erge come paladino del rispetto dei diritti umani e di questo ne fa una battaglia contro i crocifissi appesi alle pareti, come un fondamento dei diritti umani, mi rincresce dirlo, ma evidentemente è una persona che odia i cristiani o non ha capito cosa vuole dire un simbolo come la croce. O gli piace fare politica attiva contro qualcuno , a prescindere!. O pensa che noi cristiani siamo degli imbecilli ai quali si può far credere tutto e l’incontrario di tutto.
Evy

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