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martedì 27 aprile 2010

III Domenica di Pasqua 18 aprile 2010


Gesù disse ai discepoli: <>


Nel Vangelo di oggi riscontriamo due momenti, a prima vista in contrasto fra loro. Prima Gesù chiede ai discepoli intenti a pescare nel mare di Tiberiade: “ Figlioli, non avete nulla da mangiare? “ Poi invece è egli stesso ad esortarli : <> . L’apparente contrasto si scioglie alla luce nuova della Pasqua. E’ lui il Risorto che, nella pienezza di ogni potere e gloria, procura il cibo. Del resto gli Apostoli nella pesca notturna non avevano preso nulla. Gesù comunque li aveva avvertiti <> . Ora irrobustito il cibo del Risorto, Pietro, senza essere smentito, può dichiarare : “ Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. E Gesù può affidargli la cura pastorale del suo gregge.
Nella I lettura è ancora Pietro che insieme agli apostoli risponde al Sommo Sacerdote e ai sadducei, ostili al loro annuncio sulla resurrezione: <> . E se ne vanno liberi e gioiosi nell’annunciare il Signore capo e Salvatore di Israele. La II lettura invita a pregustare la liturgia del cielo che si celebra davanti al padre e all’agnello pasquale.

Sergio Gasparri
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Commento
E’ soltanto con Gesù che abbiamo la possibilità di incominciare nuovi percorsi. Ognuno di noi può fare qualcosa di bello e di bene perché la nostra vita e di coloro che ci stanno accanto sia serena.
Attraverso la fede e l’amore del Risorto si possono superare i limiti umani, nella consapevolezza che chi crede in lui vivrà di vita eterna.

Evy

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