geronimo

domenica 11 aprile 2010

II DOMENICA DI PASQUA: della divina Misericordia


IO ERO MORTO, MA ORA VIVO PER SEMPRE

L’ESPERIENZA DI Tommaso sorprende sempre, ma d’altra parte accomuna ognuno di noi, di continuo alla ricerca di segni per dare conferma alla nostra fede. Gesù non nega di manifestarsi, ma lo fa solo quando la comunità ecclesiale è riunita, quando comunione fra gli apostoli si fa preghiera nel giorno a lui consacrato, quando il cuore e gli occhi sono liberi e pronti ad accoglierlo.
Gesù risorto rimane il Maestro che sa attendere i nostri tempi di maturazione nella fiducia in lui, tuttavia desidera che noi stessi accettiamo di riconoscere la sua presenza laddove egli si lascia incontrare: molti prodigi e miracoli accadono se impariamo a stare all’interno della Chiesa, comunità da lui voluta ed edificata per testimoniare al mondo la sua vicinanza e potenza.
Quanto sperimentiamo allora lo potremo consegnare al mondo, perché creda che Gesù è il Vivente, colui ha potere sopra la morte e gli inferi.
Il mistero della resurrezione di Gesù non è un fatto privato: è stato vissuto da lui come anticipazione di un destino che ci attende, un futuro di vita piena nel suo nome.
Tiberio Cantaboni

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Commento:

Il mio personale parere è, che il vangelo di oggi ci voglia dare un insegnamento esemplare sul modo che noi concepiamo la vita. Dobbiamo credere a prescindere. E’ troppo facile credere a quello che vediamo. Dobbiamo avere la consapevolezza che l’insegnamento che ci trasmette Gesù , è indicato nel vangelo secondo Giovanni, quando si rivolge a Tommaso e gli dice: < Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto. >>
Credo che ci sia ampiamente di cui meditare…..

Evy

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