E' opportuno ricordare prima di tutto che il tempo di Avvento ha una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all'attesa della seconda venuta di Cristo, alla fine dei tempi.
L'Avvento è un periodo di quattro settimane che apre ogni anno il ciclo delle celebrazioni del mistero di Cristo. Come gli altri tempi, ha una festa come puntoi di riferimento e dalla quale trae il suo preciso significato: il Natale di Gesù Cristo. Anche nella struttura atuale l'Avvento conserva intatte le due caratteristiche.
Le prime settimane sono orientate alla gloriosa venuta di Cristo. Dal 17 dicembre tutto poi è concentrato nella nascita storica del Figlio di Dio. Perciò l'Avvento non è la commemorazione della lunga attesa del popolo ebraico, proteso verso il Messia, ne una semplice preparazione al Natale.
E' un tempo che deve essere vissuto sotto il segno della venuta del Signore: della prima" venuta storica" che inaugura il tempo di salvezza e della seconda "venuta escatologica" che sarà il compimento. La prima è fondamento della seconda e la seconda è il suo coronamento.
Tra le due venute si colloca la nostra vita e la vita di tutta la Chiesa. E' bene ricordare l'attesa non è atteggiamento passivo, ma è un invito costante a camminare per andare incontro al Signore che viene. Questo cammino deve essere guidato dalle grandi figure che si incontrano nella liturgia: il profeta Isaia che annuncia, Giovanni il Battista che indica il Cristo, Maria che accoglie la parola Divina.
E' un tempo di attesa e di speranza ma è soprattutto tempo di ascolto e di accoglienza per raddrizzare gli itinerari del nostro cammino di conversione a Cristo e alla Chiesa.
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