Dell'agire di Dio e dell'agire dell'uomo
Presso gli antichi popoli la sapienza era l'insieme delle norme che regolavano l'universo, come erano state stabilite dalla divinità. Solo in seguito divenne il termine per indicare le capacità di buon governo e di saggia amministrazione dei re e dei funzionari di corte.
Nella tradizione biblica il Re Salomone (il pacifico) è stato sempre considerato il modello del Re sapiente, fino ad attribuirgli quella che è stata chiamata la " corrente sapienziale" , che ha permeato tutto l'antico mondo orientale.
A questa corrente, nella Bibbia si ispirano i cosiddetti " libri sapienziali" che costituiscono una delle tre grandi parti in cui è suddiviso l'Antico Testamento. Essi sono: Giobbe, Salmi, Proverbi, Quelet, Cantico dei Cantici, Sapienza, Siracide.
Riferito all'uomo in questi testi il termine "sapienza può essere inteso come la dimensione spirituale interiore dell'esistenza, quella che noi, cioè chiamiamo "dimensione religiosa". Alla sua luce l'uomo comprende se stesso, gli avvenimenti, le stesse necessità del suo vivere e i rapporti con il prossimo. La sapienza è la capacità di riferire tutto a Dio e alla sua parola, più che esprimere l'intelligenza o le molte doti dell'uomo.
Essa perciò diventa l'elemento che distingue un uomo dall'altro. nei libri sapienziali l'uomo sapiente (o saggio) è chiamato giusto, l'uomo non sapiente (o stolto) è chiamato "empio" . Il primo colloca Dio al centro della propria esistenza, il secondo vive come se Dio non esistesse.
Riferita a dio, la sapienza è uno dei modi in cui egli rivela se stesso, accanto alla parola e alla Legge. In questo senso essa viene anche personificata: " il Signore mi ha creato come inizio della sua attività.... Dall'eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra.
E' per questo che il Nuovo Testamento applica a Gesù rivelatore definitivo del Padre, questo stesso termine, quando viene chiamato " Sapienza di dio"
Nessun commento:
Posta un commento