Proclamando nella liturgia festiva il Gloria a Dio, l'assemblea rende lode alla SS Trinità attraverso una serie di testi della Sacra Scrittura.
L'esordio è tratto dal canto natalizio degli angeli ai pastori che vegliano il gregge: " Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama". La pace sulla terra si coniuga con la dinamica del Regno messianico preannunciato dai profeti. Segue una serie di verbi che hanno come soggetto la comunità che loda, benedice, adora, glorifica e rende grazie al Signore Dio, " Re del Cielo" e "Padre onnipotente". La regalità celeste richiama la confessione di fede di Tobia e di Daniele.
Dopo aver lodato il padre si passa a contemplare il figlio " unigenito". La presentazione del Cristo salvatore è caratterizzata da un vocabolario giovanneo: egli è l'unigenito ed è designato dal Battista come " l'agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo".
In rapida successione si allude al mistero pasquale di Gesù e alla sua ascensione alla destra del padre.
L'inno del Gloria a Dio termina con la dossologia trinitaria, nella quale si uniscono il Figlio e lo Spirito santo alla gloria del Padre, compimento della storia e sorgente della vita senza fine.
Il Gloria a Dio è davvero un canto da meditare e da vivere.
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