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sabato 22 giugno 2013

RELIGIONE DEI SUMERI

I Sumeri era un popolo molto religioso e facevano a gara nell’innalzare costruzioni sempre più alte  agli dei. Le divinità abitavano in cielo, e adorarle in luoghi  elevati significava essere loro più vicini; naturale, conseguenza fu che i templi diventarono così sempre più alti, a mano a mano che i Sumeri perfezionavano le loro tecniche costruttive. Poco distante sorgeva la dimora del grande sacerdote, che interpretava la  volontà degli dei, e che per un certo periodo fu il capo indiscusso della comunità. Al tempo delle città stato, cioè del periodo più antico della storia dei Sumeri, ogni città era autonoma e veniva governata da un piccolo monarca, che quasi sempre era insieme re e sacerdote. Questi amministrava il tempio e lo stato, entrambi di proprietà degli Dei. Aveva il compito di conservare e ampliare la rete di canalizzazione, che permetteva di ottenere abbondanti prodotti dai campi e di evitare le piene disastrose dei fiumi. Custodiva i beni della comunità, distribuiva la giusta mercede ai lavoratori del tempio e in caso di guerra guidava i guerrieri in battaglia. Era insomma un sovrano saggio e prudente, quasi il capo di una grande famiglia, che si prendeva a cuore tutti i problemi dei suoi cittadini.
Dapprima la sua abitazione era tutt’uno con il tempio, poi se ne andò a amano a amano distaccando, e diventò un vero e proprio palazzo reale, ricco di scalinate, di sale, di portici. In segno di distinzione nel palazzo del re, oltre ai mattoni, veniva impiegata anche la pietra, proveniente dalle lontane montagne del nord, ma era questo l’unico vero lusso, perché la ricchezza dello Stato veniva sempre equamente distribuita fra tutti i cittadini. Oltre ad amministrare la giustizia, il re, continuava a essere il Capo dei Sacerdoti, e come tale offriva i sacrifici agli dei  durante le feste solenni sull’altare del tempio. Una delle più antiche città-stato dei Sumeri fu Uruk .le sue mura avevano le fondamenta in blocchi di calcare provenienti dalle lontane montagne, mentre tutto il resto delle costruzioni era formato da grossi mattoni d’argilla.
I Sumeri abitavano in una pianura, senza alcuna montagna nel raggio di centinaia di chilometri. Le pietre perciò, erano una rarità nel loro territorio. Anche gli alberi di alto fusto non erano abbondanti, perciò mancavano ai Sumeri le due materie prime indispensabili per ogni tipo di costruzione. I mattoni nacquero proprio qui , nella terra fra i fiumi, per assoluta mancanza di pietre da costruzione.
Essi venivano usati cotti solo per i rivestimenti esterni e per gli archi, mentre per ogni altra parte delle costruzioni si usavano mattoni seccati al sole. Più tardi, nel periodo di massimo splendore, le città dei Sumeri ebbero anche monumenti rivestiti  di lastre di marmo, trasportato faticosamente dai lontani monti del settentrione, ma il mattone rimase sempre alla base di ogni costruzione. I sovrani usavano fare apporre su ogni mattone il loro marchio, perché i posteri sapessero a chi dovevano attribuire la gloria dei vari monumenti.
I Sumeri era un popolo molto religioso, e immaginavano il cosmo organizzato a somiglianza delle loro città-stato, con gli dei che si riunivano a consiglio, eleggevano i capi e prendevano a maggioranza le varie decisioni. La loro era cioè una religione antropomorfa.. Le divinità erano numerosissime, ma quattro erano quelle maggiormente venerate: Anu, dio del cielo, Enlil, dio delle tempeste, Ki (o Nintu), dea della terra  che dona la vita e la fecondità, Enki, signore delle acque e delle forze creative del mondo.
I Sumeri , che dalle piene dei fiumi potevano vedere benedetti o compromessi irrimediabilmente  i loro raccolti, attribuivano un’enorme importanza al fato. Pensavano che il destino dell’uomo fosse decretato dal potere terribile e inesorabile degli dei, che governavano dall’alto con poteri immani. All’uomo, debole e impotente, non restava che sopportare con pazienza le avversità della vita. Erano però convinti che si potessero propiziare gli dei con le costruzioni di templi e col dono di generose offerte.
Oltre che accudire all’immagine del dio, e a portare le offerte sacrificali, i sacerdoti erano addetti anche agli oracoli. Interpretavano il futuro esaminando il fegato degli animali sacrificati, oppure le linee dell’olio sacro versato nell’acqua.


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