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venerdì 14 dicembre 2012

Palermo


PALERMO
Il nucleo originario di Palermo fu fondato nel corso dei secoli VIII-VI a.C. dai Fenici ed ebbe il nome di Ziz (fiore) come appare da una antica moneta. Nel 480 a.C., durante la guerra fra Cartagine e Imera, e successivamente nel 406 e nel 391, nel porto di Panormus (tutto porto) trovò rifugio la flotta punica. Il siracusano Ermocrate tentò di conquistare Palermo nel 408, ma la città, tranne che per la breve occupazione  di Pirro (276), rimase nell’orbita cartaginese fino alla conquista romana del 254 a.C. Falliti i successivi tentativi  di Asdrubale , che marciò sulla città con gli elefanti e fu sconfitto da Cecilio Metello e di Amilcare Barca, che per quattro anni rimase accampato minacciosamente su un’altura sovrastante la città, Palermo divenne un fiorente municipio  e nel 20 a.C. Augusto vi istituì una colonia. Lo stesso fecero più tardi Vespasiano e Adriano. Caduta in possesso di  Genserico, di Odoacre (476) e quindi Teodorico (493), nel 535 fu conquistata e restituita all’impero Bizantino da Belisario. Occupata da Totila nel 549, ritornò Bizantina nel 552 per opera di Nersete e rimase tale fino all’831, quando gli Arabi la conquistarono dopo un lunghissimo assedio che ridusse la popolazione da 70ooo a 3000 abitanti.
Balarm (questo è il nome arabo) riprese floridezza solo intorno alla metà del secolo X. Nel 948, sotto la dinastia dei Banu Kalb, Palermo fu eletta capitale dell’emirato indipendente di Sicilia; la sua popolazione raggiunse in poco tempo i 300.000 abitanti . Al dominio Arabo succedette quello normanno, dopo la conquista della città fatta da Ruggero I d’Altavilla (1072); Ruggero II nel 1130 nel duomo di Palermo cinse la corona di re di Sicilia e dichiarò Palermo capitale del regno: la città toccò uno straordinario splendore e Federico II (1208) ne fece un grande centro culturale. Gli Angioini trasferirono a Napoli la capitale del regno (1266), ma al loro malgoverno pose fine la rivolta dei Vespri Siciliani (31 marzo 1282) a seguito della quale la città si eresse a libero comune  e chiese aiuto alla casa di Aragona. Le violente lotte civili scoppiate nel corso del secolo XVI finirono con il favorire il predominio di un’unica famiglia nobile, quella dei Chiaramonte, estintasi la quale Ferdinando I il Giusto nel 1412 annetté definitivamente Palermo e tutta la Sicilia alla corona di Aragona. Al dominio spagnolo il popolo Palermitano si ribellò violentemente nel 1647 (15-22 agosto), capeggiato da Giuseppe d’Alessi; due anni più tardi una congiura della borghesia, guidata da Giuseppe Pesce, cercò di eliminare il viceré Giovanni d’Austria. Dopo il breve regno di Vittorio Amedeo di Savoia  (1713-18), a cui la Sicilia pervenne con il trattato di Utrecht, a seguito del trattato dell’Aia  l’isola e il suo centro principale passarono a Carlo VI d’Austria; nel 1735 Carlo III di Borbone  giurò a Plermo la Copstituzione del Regno. Nel 1799 e nel 1806 il popolo palermitano accolse favorevolmente Ferdinando III che, cacciato da Napoli, trasferì la propria corte a Palermo e ridiede alla città l’antico ruolo di capitale . La soppressione della Costituzione nel 1815 accese però violenti sentimenti antiborbonici  che portarono ai moti del 1820: la giunta di governo che ne uscì, presieduta dal principe Paternò, fu abbattuta dalle truppe Napoleoniche di Pepe e di Colletta.
Dopo la sollevazione carbonara di Domenico Di Marco , scoppiò violenta la rivoluzione  del 1848; il 27 maggio 1860 finalmente Garibaldi con i Mille liberò la città. I Borbone capitolarono  il 6 giugno e il 21 ottobre il popolo palermitano votò l’annessione al regno d’Italia.
Nella seconda guerra mondiale la città subì alcuni bombardamenti; gli Alleati vi entrarono il 24 luglio 1943.

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