PALERMO
Il
nucleo originario di Palermo
fu fondato nel corso dei secoli VIII-VI a.C. dai Fenici ed ebbe il nome di Ziz
(fiore) come appare da una antica moneta. Nel 480 a.C., durante la guerra fra
Cartagine e Imera, e successivamente nel 406 e nel 391, nel porto di Panormus
(tutto porto) trovò rifugio la flotta punica. Il siracusano Ermocrate
tentò di conquistare Palermo nel 408, ma la città, tranne che per la
breve occupazione di Pirro (276), rimase
nell’orbita cartaginese fino alla conquista romana del 254 a.C. Falliti i
successivi tentativi di
Asdrubale , che marciò sulla città con gli elefanti e fu sconfitto da Cecilio
Metello e di Amilcare Barca, che per quattro anni
rimase accampato minacciosamente su un’altura sovrastante la città, Palermo
divenne un fiorente municipio e nel 20
a.C. Augusto
vi istituì una colonia. Lo stesso fecero più tardi Vespasiano e Adriano.
Caduta in possesso di Genserico,
di Odoacre
(476) e quindi Teodorico (493), nel 535 fu conquistata e restituita all’impero
Bizantino da Belisario. Occupata da Totila nel 549, ritornò Bizantina
nel 552 per opera di Nersete e rimase tale fino all’831,
quando gli Arabi la conquistarono dopo un lunghissimo assedio che
ridusse la popolazione da 70ooo a 3000 abitanti.
Balarm (questo è il nome arabo) riprese floridezza solo intorno
alla metà del secolo X. Nel 948, sotto la dinastia dei Banu Kalb, Palermo fu
eletta capitale dell’emirato indipendente di Sicilia; la sua popolazione
raggiunse in poco tempo i 300.000 abitanti . Al dominio Arabo succedette quello
normanno, dopo la conquista della città fatta da Ruggero I d’Altavilla
(1072); Ruggero II nel 1130 nel duomo di Palermo cinse la corona di re
di Sicilia e dichiarò Palermo capitale del regno: la città toccò uno
straordinario splendore e Federico II (1208) ne fece un grande
centro culturale. Gli Angioini trasferirono a Napoli la capitale del regno
(1266), ma al loro malgoverno pose fine la rivolta dei Vespri Siciliani (31
marzo 1282) a seguito della quale la città si eresse a libero comune e chiese aiuto alla casa di Aragona. Le violente
lotte civili scoppiate nel corso del secolo XVI finirono con il favorire il
predominio di un’unica famiglia nobile, quella dei Chiaramonte, estintasi la
quale Ferdinando I il Giusto nel 1412 annetté definitivamente Palermo
e tutta la Sicilia alla corona di Aragona. Al dominio spagnolo il
popolo Palermitano si ribellò violentemente nel 1647 (15-22 agosto), capeggiato
da Giuseppe
d’Alessi; due anni più tardi una congiura della borghesia, guidata da
Giuseppe Pesce, cercò di eliminare il viceré Giovanni d’Austria. Dopo
il breve regno di Vittorio Amedeo di Savoia
(1713-18), a cui la Sicilia pervenne con il trattato di Utrecht, a
seguito del trattato dell’Aia l’isola e
il suo centro principale passarono a Carlo VI d’Austria; nel 1735 Carlo
III di Borbone giurò a Plermo la
Copstituzione del Regno. Nel 1799 e nel 1806 il popolo palermitano accolse
favorevolmente Ferdinando III che, cacciato da Napoli, trasferì la propria
corte a Palermo e ridiede alla città l’antico ruolo di capitale . La
soppressione della Costituzione nel 1815 accese però violenti sentimenti
antiborbonici che portarono ai moti del
1820: la giunta di governo che ne uscì, presieduta dal principe Paternò, fu
abbattuta dalle truppe Napoleoniche di Pepe e di Colletta.
Dopo la sollevazione carbonara
di Domenico
Di Marco , scoppiò violenta la rivoluzione del 1848; il 27 maggio 1860 finalmente
Garibaldi con i Mille liberò la città. I Borbone capitolarono il 6 giugno e il 21 ottobre il popolo
palermitano votò l’annessione al regno d’Italia.
Nella seconda guerra mondiale
la città subì alcuni bombardamenti; gli Alleati vi entrarono il 24 luglio 1943.
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