Puro e Impuro nella tradizione biblica
Gli ebrei,come gli antichi popoli orientali, consideravano "puro" tutto ciò che appartiene all'ambito del sacro e favorisce il culto a Dio. Ritenevano invece " impuro" tutto ciò che si oppone al sacro ed è di ostacolo al culto.
Una simile distinzione non riguardava però riguardava la sfera morale di una persona , ma solo le condizioni necessarie per essere ritenuti idonei o no al culto e per essere inseriti nella vita della comunità (un lebbroso ne era escluso).
Nel libro del Levitico (il libro della bibbia che si interessa alla vita religiosa del popolo di Israele) troviamo un ampia sezione, racchiusa nei capitoli 11-15, interamente dedicata alla distinzione fra ciò che è puro e ciò che è impuro (noi diremmo, oggi, tra sacro e profano).
In questa sezione viene presentata la distinzione fra animali puri ( di cui ci si può cibare, come pecore, vitelli, agnelli) e animali impuri (di cui è proibito cibarsi, come il cammello e il maiale) e viene considerata come fonte di contaminazione (o impurità) la sfera legata al parto, alla nascita, alla morte, alle relazioni sessuali e alla malattia (in particolare la lebbra) .
Chi era incorso nell'impurità originata da una di queste condizioni, prima di dedicarsi al culto, doveva sottoporsi a particolari riti di purificazione (come lavarsi in acqua corrente e offrire un sacrificio di espiazione).
Al tempo di Gesù era ancora in vigore la distinzione fra puro ed impuro, sostenuta dal gruppo dei farisei. Ma Gesù insegna a dare il primato alla purezza interiore, che ha il suo centro nel cuore dell'uomo, da dove può uscire ciò che veramente contamina la sua esistenza.
Anche la prima comunità cristiana, sull'esempio di Gesù, ha privilegiato la purezza interiore e morale.
Nessun commento:
Posta un commento